Ciao! Ho appena letto la tua storia, e ho deciso di recensirla per lasciarti un commento o anche eventuali consigli ( che poi, ovviamente, sarai liberissim@ di non ascoltare o seguire ). Tuttavia, spero concorderai con me su alcuni punti, e voglio anzi sottolineare che non è mia intenzione criticare ciò che hai scritto; le mie sono semplicemente delle riflessioni che spero potranno aiutarti in qualche modo in futuro, se deciderai di pubblicare altri racconti.
Allora, per iniziare con lo zucchero ( la pillola poco indigesta la utilizzo dopo! ) ti dico che ho apprezzato ciò che ho letto, sia da un punto di vista linguistico/lessicale che per i contenuti: hai cercato di sondare, ipotizzare le sensazioni di qualcuno che vive un avvenimento simile, forse anche con l'intento di smuovere una qualche sensazione nei lettori ( come il dolore per una madre costretta a morire innanzi alla figlia, o anche il compatimento nel vedere una scena di questo tipo ) e ci sei riuscita, però ( ecco il fatidico “però”! ) penso che avresti potuto fare molto meglio; e non lo dico per svilirti o altro, ma anzi per incoraggiarti a fare di più, che è sempre cosa buona e giusta, almeno secondo il mio modestissimo parere.
Visto ciò che ho letto qui, penso che tu abbia delle potenzialità: non ti conosco, però ho compreso un po' del tuo stile scorrendo fra le righe di questa breve storia.
Tendi ad usare periodi di frasi molto corte, perché in questa maniera raggiungono il pubblico in modo più diretto e incisivo: le azioni scorrono veloci, proprio come fotogrammi. È quasi un vortice in cui chi legge vi viene buttato dentro, con la sola possibilità di continuare e cercare di capire dove conduce il percorso ( e va benissimo, per carità! ); tuttavia, anche per una questione prettamente estetica, ti consiglierei ( poi ripeto, il mio è solo un parere che sei liber@ di seguire oppure no ) di usare meno puntini di sospensione. Se utilizzati poco, anche per dare suspence ad una frase o ad un concetto, vanno bene, ma se usati spesso ( come vedo che hai fatto tu ) rischiano di far perdere l'attenzione o la concentrazione. Rendono meno “profondo” il contenuto di cui stai scrivendo, e anzi, rischiano di trasformarlo — perlomeno alla vista — in qualcosa di elementare. Io userei i puntini solo se voglio far aspirare il lettore a capire cosa segue, a divenire curioso riguardo a ciò che verrà dopo.
Anzi, ho visto che, per l'appunto, hai usato molto i punti di sospensione, e hai anche abusato tanto delle virgole ( ripeto, vanno benissimo, poiché ognuno ha il proprio stile ) ma anch'esse andrebbero misurate, direi anche mediate. Se ne usi troppe, la lettura inizia a divenire confusa, troppo veloce perché il lettore possa essere in grado d'immedesimarvisi a sufficienza. Fossi stata in te, avrei equilibrato la punteggiatura con qualche punto e virgola ( “ ; ” questo per intenderci ) di modo da dare maggior spazio ai punti di riflessione emotiva che meritavano più attenzione. Ad esempio, quando verso la fine parli della madre che rivede in loop tutti i momenti passati della sua vita, io lì mi sarei soffermata di più. Avrei descritto di più le emozioni della donna, piuttosto che i ricordi in sé che sì, aiutano ad emozionare il lettore, ma rendono il tutto poco introspettivo. Se avessi invece descritto in modo più dettagliato i suoi sentimenti, il dolore, la paura, l'amore per i figli, penso che avresti suscitato ancor più commozione.
Ovviamente, ti dico tutto ciò non per fare semplice critica negativa, ma solo con la speranza che tu possa capire e usare le mie parole come mezzo per migliorare, perché come dico sempre, non si finisce mai!
Spero di esserti stata d'aiuto in questa recensione, ché nel complesso la tua storia mi è piaciuta molto, e l'ho anche trovata un'idea originale e verosimile. Detto ciò, buona giornata! |
