Ciao!
Ho scelto questa shot per il titolo che trovo a dir poco evocativo. Mi aspettavo una storia densa di ambiguità, densa di intrighi e affari "sporchi", dagli echi minacciosi. E non ho avuto nessuna delusione in merito.
Innanzitutto, la prima cosa che voglio dirti prima che me la scordo è che ho adorato il modo in cui hai concluso questa shot. Mi piace tantissimo quando un autore sa dare più di un senso o di sfumatura a un titolo. In questo caso, "il segreto di due persone resta un segreto" ha due significati: il primo è più oscuro, minaccioso, ed è quello a cui sottostà per gran parte della sua vita Nieven, ovvero non dire a nessuno chi sei e cosa fai o verrai fatto fuori; il segreto invece ha un aspetto più triste, mesto, ma anche onorifico e soprattutto necessario, un bisogno che colpisce persino la lord velato, cioè Nieven merita di essere ricordato, è necessario che qualcuno sappia cosa ha fatto per la società, per il mondo, per gli altri, senza chiedere mai nulla in cambio... se l'è largamente meritato.
Lodo la tua cura, non ho trovato nessuno errore grammaticale. Hai uno stile sobrio, pulito, semplice (che, come dico sempre, non è sinonimo di sempliciotto o banale, ma è un complimento) chiaro e ben descrittivo. La narrazione scorre fluida e la storia si fa leggere tutta d'un fiato, non è mai pesante o noiosa. Confesso che per mio gusto personale preferisco un punto di vista più immersivo, meno raccontato e più provato su pelle, ma il messaggio e i punti di vista dei personaggi sono comunque arrivati, e ognuno di loro è stato ben caratterizzato.
Una cosa che ho apprezzato e mi ha colpito è stato il fatto che tu non abbia declinato "lord velato" anche se in riferimento a un personaggio femminile. Mi piacerebbe saperne di più di quest'organizzazione. I membri tra di loro non si conoscono? Vengono reclutati o ottengono la carica per eredità? Il fatto che le donne siano ammesse ma che non si declini il nome mi fa pensare due cose: una, che non c'è differenza di genere; due che comunque siamo in una società patriarcale, dove l'idea generale è degli uomini a potere e le donne si nascondono dietro maschere e farse "maschere" cucite sulla pelle.
Ho apprezzato tantissimo Nieven, la sua complessità, il suo dolore, ma anche la sua morale, il suo senso "civico". Come ha detto Nazra, lui ha scelto volontariamente e senza alcun obbligo o bisogno di fare la spia, di mettersi al servizio del popolo, senza chiedere nulla in cambio. Ci vuole un coraggio non comune per non prendersi i meriti del proprio eroismo. Perché Nieven è un eroe a suo modo, ma agli occhi degli altri viene visto sempre in un modo diverso, in un modo che non è questo: per suo padre è un nullafacente, per la gente uno legato alla malavita, per i suoi superiori una pedina di un gioco ben rodato; anche per Nazra, che riconosce comunque il suo valore, lui è quello con "mancanza di senso della vita", è depresso, apatico. Nieven, quindi, è il personaggio più umano proprio per questo, perché questa scelta non è affatto facile, anzi, egli lotta ogni giorno contro il dolore che li provoca, ogni giorno gli viene strappato via qualcosa, fino a restare senza niente. Sono emblematiche due sue frasi: la prima, "Ho più ragioni per morire che per vivere"; la seconda, "Per sempre fino alla prossima crisi." So che non c'entra niente, ma l'atmosfera che si respira in questo universo mi ha un po' ricordato (senza un vero e proprio riferimento reale) alla città di Gotham, alla lotta quotidiana che affronta Batman nell'ombra, alla doppia vita di Bruce Wayne. Il mondo non merita un eroe simile, ecco cosa ho pensato quando ho letto questa seconda frase: il sacrificio, anzi i sacrifici di una vita di Nieven non verranno ricordati, né lasceranno un vero segno, verranno spazzati via dal tempo e dal primo criminale che arriverà dopo la sua morte.
L'altra figura che mi è piaciuta e che hai saputo delineato con poche pennellate è quella del padre. Forse un altro lo odierebbe, odierebbe il suo essere attaccato all'apparenza. In un primo momento si potrebbe pensare che un uomo illustre e benestante come lui voglia conservare la faccia dalla reputazione del figlio, ma io credo che il suo pensiero fin dall'inizio fosse la felicità e la sicurezza del suo unico erede. Suo figlio si stava rovinando, frequentava giri sbagliati, e nessuno genitore che vuole bene al proprio figlio può accettare una cosa simile. In lui si innescano diversi meccanismi, tra cui il dolore e la rabbia. Non ha smesso di soffrire un solo giorno della sua vita, e a modo suo ha provato a stare vicino al figlio. E credo che una delle sofferenze di Nieven fosse la consapevolezza di questo dolore: lui sapeva il bene che gli voleva suo padre. Nieven, alla fine, è stato schiacciato dal suo stesso potere, che li ha condizionato l'esistenza.
Riguardo all'ambientazione, ho potuto carpirne solo degli stralci. S'intuisce che fa parte di una struttura più grande, più vasta e sicuramente ben rodata, ma il taglio della storia e l'ambientazione singola all'interno del tempio e poi della cripta limitano la "visuale" sul mondo. Anche qui, non è una critica. Hai deciso la struttura da dare alla storia e sicuramente si adatta allo scopo. Il lettore, anche se non conosce l'ambientazione di partenza, non ne è infastidito e si riesce a orientare con quei pochi accenni che ne dai. Quello che ho capito io, comunque, è che il mondo di queste città è duro, governato da una legge severa e ammorbato da una malavita ben stratificata. Quello su cui un dubbio è il motivo che spinge Nazra Mrays ha dissimulare il suo volto è per non far capire che Nieven lavorava per il governo, per un funzionario molto importante, oppure perché (o anche per via di) lei è...un'umana? Ecco, mi incuriosisce sapere che rapporti ci sono tra le varie razze, se ce n'è più di una. Questa shot era uno spaccato all'interno di una storia più grande, sicuramente si sente la mancanza di qualche tassello, come capire qualcosa di più su questo complotto che rimane avvolto nel mistero. Ma anche qui, credo che sia corretto poiché persino mentre seguiamo i pensieri di Nazra, ella non si concede il lusso di pensare in maniera chiara al suo lavoro, rimane nel vago, come se il senso di segretezza fosse radicato in lei. Da questo punto di vista, si percepisce molto forte il meccanismo rigido che regola questa società.
Questa storia ha un grandissimo significato (in realtà ne ha più di uno): se la gente fosse più empatica, se sentisse il dolore del mondo, si sentirebbe meno in diritto di distruggerlo e si comporterebbe in maniera meno egoistica. O comunque io ci ho letto questo; ed è per questo che mi ha trasmesso così tanto.
La storia è bella, e mi piacerebbe leggere ancora di Nieven e del rapporto con suo padre. L'umanità che è trasparsa dai loro personaggi ha lasciato il segno. Complimenti.
A presto! |