Recensioni per
Prigionieri della stessa rete
di Losiliel

Questa storia ha ottenuto 3 recensioni.
Positive : 3
Neutre o critiche: 0


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Recensore Veterano
02/09/18, ore 17:56

Ciao Los!!
Otto anni dopo arrivo a recensire questa meraviglia di storia che ho voluto rileggere almeno altre due volte prima di poter commentare.
Cerco di dare un filo logico a quelle che sono state le mie tappe nella lettura, prima di esserci tornata sopra per coglierne le sfumature che avevo tralasciato.

Intanto, ti ringrazio per le belle parole su “Close to Home” <3. Il concetto di rinunciare alla propria vita precedente era un aspetto che avevo considerato, ma, in tutta onestà, non avevo valutato quella che ne era la sua naturale conseguenza, che tu hai saputo ritrarre alla perfezione in questa storia, ovvero quello di essere condannati a ripetere sempre gli stessi errori.
Così come non avevo mai pensato fino in fondo a come anni e anni di permanenza in Mandos potessero letteralmente mangiare i ricordi, portare via ogni memoria di una vita passata, fino a che è come se non ci fosse mai stata vita prima delle Aule.
Eppure qualcosa resta, e quel qualcosa è abbastanza da determinare il destino.

Poi. Sono rimasta catturata dai dettagli della vita in Aman, quella lenta decadenza che è nel destino degli Elfi. “Giorni che si susseguono sempre uguali”, il Palazzo del Re ormai in rovina, Feanor conosciuto come “Il Principe Maledetto”... È un immagine crepuscolare, accentuata dal POV di Finrod che, all’inizio della storia, è fin troppo simile a quello che è probabilmente quello di molti altri Elda ritornati da Mandos.
In realtà è un’immagine che mette tristezza, ma è anche quello che Tolkien lascia intendere non molto velatamente mannaggia a lui. Voglio ritornare alla beata ingenuità di pensare ad Aman come alla terra della festazza continua fino alla fine del mondo XD

Un’altra parte che ho amato - e che condivido in pieno - è quella dei ricordi che riaffiorano poco a poco, quando l’anima, probabilmente, è pronta ad accettarli. Oppure quando è la nuova vita, che per un destino scritto nel profondo dello spirito, calpesta gli stessi passi, senza bisogno di ricordarne.

A un certo punto Finno parla di rinascita dello spirito “più affascinante e più attesa di quella del corpo”, e questo è un punto in cui mi sono fermata a rimuginare per venti minuti. Quanto effettivamente un Elda può essere “pronto” al momento della reincarnazione? Mandos può portarti ad accettare le tue colpe, il tempo passato in quello che può essere l’equivalente di un coma molto lungo può davvero offrire qualsiasi forma di conforto diversa da una lenta, abitudinaria accettazione? Il processo di guarigione, in questa prospettiva, non ha nulla a che fare con un corpo nuovo, intatto, quanto sul trovare il proprio posto nel mondo solo una volta ritornatosi.
E così si spiegano i lunghi anni di indolenza di Finrod, di giorni vuoti e piatti, senza alcun desiderio di ricordare il suo passato che non l’avrebbe in nessun modo aiutato ad andare avanti, e allo stesso modo si capisce come uno come Curvo non abbia mai provato il desiderio di fare ritorno prima di trovare una ragione per abitare nuovamente un corpo, uno stimolo al ritorno tra i vivi.

Curvo che forgia la Nauglamir (team-quella-è-la-nauglamir) per Finno, è stato probabilmente il “giro di boa”, il punto di non ritorno in cui è chiaro che per quanto entrambi non nutrano il desiderio di ricordare, per quanto la loro memoria insista nell’escludere enormi porzioni del loro passato, questo si infila prepotentemente nel loro presente, come acqua che entra da una fessura e finisce per invadere tutto.
Non privo, però, di cambiamento.
Ho amato il passo in cui Curvo sente per la prima volta l’orgoglio di essere sé stesso, scevro dal perenne confronto con l’ombra di suo padre, e dal confronto, non meno crudele, con l’arte e il talento del figlio. Che imho è sempre stato uno degli aspetti che mi hanno sempre fatto amare Curvo nonostante tutto (e il “tutto”, lo ammetto, è tanto).

Un altro momento importante è quando i ricordi alla fine sopraggiungono nella loro totalità (o così sembrava), perché ormai sono sì pronti ad accoglierli, ma ne stanno allo stesso modo ricalcando i passi, come se la vita che hanno scelto non fosse più una nuova strada ma si rivelasse null’altro che il naturale proseguimento di quella che avevano già percorso. 
Il richiamo di Finno ad Andreth (sì, sono molto debole sulla faccenda) è stata una pugnalata nelle sue parole, “a suo tempo il loro destino mi appariva triste, ma ora che ho sperimentato il nostro, non lo credo più”. Ciao, è stato bello avere un cuore :(

Questo almeno fino al finale, che ha stravolto tutto, e ha reso tutto ancora più triste di quello che era parso fino ad allora. Dalle parole di Finarfin, “ogni volta è più difficile”, alla promessa chiesta da Finrod, fino alle parole di Curufin nell’epilogo, che rendono chiaro come sia molto di più che ripetere gli stessi errori della propria vita precedente, ma si tratta proprio di ripeterli sempre uguali, perché il proprio stesso spirito rifiuta di riprendere le fila dei propri fallimenti, ma brama quella sensazione di vita, tutto quel caleidoscopio di emozioni che porta - perché l’alternativa, l’apatia, l’accettazione, l’attesa indolente della fine del mondo è di gran lunga peggiore che ripetere tutto quanto in un ciclo infinito.

In questo c’è un immensa tristezza per Arafinwe, spettatore costante di questa tragedia, impossibilitato a dire e fare nulla se non guardare la stessa storia ripetersi sempre uguale nei secoli.
Però penso che in lui - così come negli altri - ci sia anche la consapevolezza che sia quello di cui Finno ha infine bisogno, perché un Elda che ha lasciato tutto ciò che amava per imbarcarsi in un attraversamento senza speranza sul ghiaccio, nonostante non condividesse le parole di Feanor, nonostante si lasciasse alle spalle il massacro del popolo di sua madre, della città in cui era cresciuto, sarebbe svanito via in fretta senza Curvo, senza tutto ciò che lui portava con sé.
Le stesse parole di Curvo e Finno, nel finale, portano a quell’idea. “Gli andava bene così”.

Non so quanto tutto quello che ho scritto possa essere coerente perché mi sa che devo fare ancora ordine nel mio cervello e magari rileggerla altre due volte, perché questa è una di quelle storie che devi leggere e rileggere perché trovi sempre qualche dettaglio che avevi mancato e che, SBAM!, nuova prospettiva, nuova porta che si apre, nuova mezz’ora a rimuginare.

Se esistono delle storie che ti aprono mille porte da esplorare, una è decisamente questa <3 Grazie mille mille <3

Alla prossima!
A.

Recensore Master
01/09/18, ore 11:44

Looooos! Oddio sono in clamoroso ritardo, stavolta sul serio.
Ho avuto un'estate piuttosto piena, e questa è una storia che merita tutta l'attenzione possibile.
Dunque, come sempre cercherò di andare con ordine e come sempre mi perderò, pazienza XD.
Innanzitutto, la tecnica narrativa che hai utilizzato. Non solo mi ha fatto sentire pienamente coinvolta, ma adoro come non ti tiri mai indietro di fronte alla sperimentazione anche in campo stilistico, e come questa si armonizzi sempre perfettamente con la storia che vai a raccontare. È qualcosa che apprezzo davvero tantissimo, e in questo racconto più che mai, con i frammenti nei pov alternati che trasmettono perfettamente quel crescendo di riscoperta di sé, del proprio passato, del rapporto con l'altro, e alla fine di ricerca di un futuro che forse così futuro non è, ma ci arriviamo. Insomma, complimenti per aver sperimentato, e per essere riuscita assolutamente nell'intento.
Detto questo, veniamo a noi e al mio cuore spezzato in tanti microscopici pezzettini.
Sono meno vicina alle vicende dei Noldor di quanto lo sia stata in passato, poi arrivi tu con questa storia e la loro tragedia mi piomba tutta addosso senza rimedio... Non ce la posso fare.
Davvero, Los, credo che questa storia, proprio per ciò che racconta, per i personaggi, per la sua struttura, racchiuda le sofferenze dei Noldor come pochi racconti che ho letto, e non credo di sapermi spiegare a dovere... Ci provo meglio.
Vedere Findo che fa i conti col passato, che scopre il rimorso, che soffre un dolore immenso nel suonare il Noldolante pur non ricordandone più le parole, e vedere Curvo che prende consapevolezza, che intona il Noldolante, Curvo con le mani sporche di sangue assalito prepotentemente dai ricordi di Alqualonde... Ecco, questo per me è riportare a galla tutto il dolore della sorte dei Noldor, un dolore che non può essere lenito dalla permanenza in Mandos, perché poi i ricordi, quando è il momento, tornano e sono potenti, sono ricordi di un passato troppo terribile e di nuovo, mi sembra di star parlando a vanvera, ma spero che tu capisca qualcosa di quel che intendo dire.
Tra l'altro, mi rendo conto che i Valar mi suscitano una certa tenerezza anche in questo frangente, nel tentare di proteggere i Primogeniti attraverso il dono di un nuovo corpo privo di memoria, senza poi rendersi realmente conto di quel che può causare il riacquistarla. O forse sì, se ne rendono conto, vista la ciclicità che emerge da questo what if: ciclicità che all'inizio mi aveva affascinata follemente, sono sempre stata attratta dall'idea di eterno ritorno, motivo per cui mi attrae l'induismo, per esempio. E insomma, a una prima lettura ne sono uscita malinconica, con il cuore spezzato, ma non angosciata. L'angoscia è arrivata dopo, lettura dopo lettura, nel vedere Curvo e Findo che nel tentativo di cambiare le cose irrimediabilmente ricadono sempre nello stesso ciclo.
Insomma, alla fine questa mancanza di un possibile riscatto ha finito col farmi salire un groppo in gola e tanta rabbia impotente. Non può, non può andare per sempre così.
E più rileggevo più notavo dettagli, le reazioni e le parole di Arafinwe (quanto dev'essere struggente per lui, ogni volta), il palazzo costruito in un luogo famigliare e con tanto di frana... Oddio, è tutto così ben costruito, e così straziante.
Spero quasi che Artanis, lei che ha spinto Findo al ricordo, faccia un salto in Terra di Mezzo a riprendere questi due scapestrati (ecco, potrebbe esserci un seguito al what if :P) oddio, questa recensione sta diventando un delirio, e non ti sto dicendo la maggior parte delle cose che tengo a dirti. Per esempio che adoro come questo what if assolutamente azzardato abbia una resa credibilissima, e come sia struggente che sia Aikanaro a cedere il posto a Curvo, struggente e assolutamente logico, immaginare che succeda ogni volta mi distrugge ancora di più, ma sorvoliamo.
Ottima poi la spinta di Curvo verso Findo, la Nauglamir, e di Findo verso Curvo, un ricordo che fa riaffiorare la sua antica curiosità. E anche qui, i dettagli si sprecano: per esempio, all'inizio credevo che l'ombra accanto a Curvo fosse Feanaro, finché non mi sono resa conto che l'ombra se ne va e... Beh, è Findo. Top.
E tra i ricordi di Curvo "uno strano sogno, un'arpa"... Questi rimandi per me sono adorabili.
E in tutto questo, ho tralasciato quello che è uno dei temi fondamentali della storia: il rapporto tra Curvo e Findo, il suo evolversi attraverso la riscoperta, il ricordo, la presa di coscienza.
Adoro come entrambi cerchino di negarlo, ma come invece siano infinitamente vulnerabili e abbiano assoluto bisogno l'uno dell'altro per scoprire se stessi, e come arrivino finalmente a comprenderlo e ad accettarlo (la promessa sulla barca, Los, help). Non lo so Los, sono così IC e così adorabili insieme che credo vorrei più spaccati di Findo e Curvo post Mandos, magari anche colti nella quotidianità XD.
Per il resto ho sofferto da matti nel veder riaffiorare il ricordo di Beor, sono sempre stata spietata nel giudicare il rapporto di Findo con gli uomini, di recente ho cominciato a rivalutare la cosa. Ma pensare a Findo così segnato dall'incontro con Beor e dal rapporto con gli uomini dio se fa male.
E ci sono tanti altri dettagli a cui vorrei prestare attenzione: la tenerezza di Curvo disorientato appena fuori dalle porte di Mandos e quell'unica stretta di mano dal valore fortissimo, o sempre Curvo alla scoperta della nostalgia, o Findo che nel sentire sulla propria pelle la ferocia del dolore si domanda se abbia senso continuare o se non fosse meglio un beato oblio, ma provo a fermarmi, perché davvero mi sembra di starmi esprimendo malissimo e di non essere riuscita a esternare al meglio tutta la profondità che ho colto in questa storia e tutta la sua forza, ma per fortuna so dove assillarti :P.
Intanto grazie, davvero, per averla scritta e postata.

Mel
P.S.: sarei curiosa di saperne di più circa la notte di sperimentazione dell'intimità fisica di Findo... Tra l'altro, qui si sorge spontanea la domanda: e Amarie? Come si colloca nei tuoi hc?

Recensore Veterano
29/07/18, ore 22:13

Losssssssssss!
Non era proprio quello che avevo immaginato, anche se per certi versi sì. Di preciso, avevo sperato in Findo e Curvo che passano tempo insieme e si confrontano dopo la rinascita, magari cercano di far luce sui ricordi offuscati dalla reincarnazione, ma non avevo pensato a una storia che andasse proprio ad accoltellarmi dove fa male: l’eterno ritorno.

HELPPPPPPPP.

Questo tema mi aveva già stesa quando ho letto Then Eru Spoke: era a livello “cosmico” e tendeva tutte le vicende di Arda una storia che si ripete in eterno, ma vederlo applicato a due personaggi e in questo modo… aiut, mi fa venir voglia di fare una capatina nelle Aule di Mandos e sedermi sui loro spiriti perché la smettano di reincarnarsi e costruire palazzi insieme e poi andare a schiantarsi per fuggire da Aman (figli miei, non si può, Aman è fuori dalle cerchie del mondo! Glorio ci è uscito prima della caduta, fatevi furbiiiiiii!).
Direi che il mio proposito folle e inutile rende l’idea dell’effetto che mi fa la storia.

Provo a ritrovare una certa compostezza e fare un discorso articolato.

Questa è una storia che dopo la prima lettura va riletta, per cogliere il nuovo significato di quel che si era letto la prima volta. 
Per esempio, la seconda volta quell’ombra che Curvo percepisce e che inizialmente mi era venuto il dubbio fosse il figlio o il padre o Tyelko o qualche altro parente (giusto per non abbandonarmi al mio wishful thinking e pensare subito a Findo… i tried!), mi sono resa conto trattarsi di Findo e nessun altro. Mi aveva tratta in inganno anche che il pov di Curvo venisse dopo quello di Findo, quindi pensavo fosse ambientato successivamente, non intrecciato all’altro.
E questa era una cosa.

Poi la collana: durante la prima lettura ho pensato fosse la Nauglamir e forse all’inizio lo era, ma man mano sospetto che Curvo abbia sempre ricordato l’ultima collana che aveva fatto per Findo? E che quindi alla fine stesse superando se stesso, reincarnazione dopo reincarnazione? Seems fitting, visto che una volta reincarnato un elfo è più “potente” di prima, immagino che anche la sua creatività abbia un upgrade? (in questo senso forse è meglio che Feanarello sia rimasto a Mandos, altrimenti reincarnato avrebbe tirato fuori ben di peggio/meglio dei Silmarilli :°D)
Tra l’altro, su Findo con grosse collane scintillanti evito di aprire una parentesi sui plotbunnies che mi provoca, perché magari un giorno li metterò in byte XD

Il dialogo tra Arafinwë e Findo su Curvo, e su come non uscirà dalle sale… ecco, in una seconda rilettura, capisco che Arafinwë sta rivivendo questa scena e ogni volta spera in uno svolgimento diverso ("sembrava più sperarlo che crederci davvero”). Unito anche al dialogo prima della partenza di Findo per la Terra di Mezzo, ecco, questo eterno ritorno è tremendamente crudele anche con chi non è mai morto e semplicemente si trova intorno a questi due pirla che ripercorrono sempre la stessa strada, più o meno uguale, per giungere sempre alla stessa conclusione.
Possibile che non esista una soluzione? Dovrebbero rompere il circolo e accontentarsi di Aman, ma non so cosa dovrebbe cambiare perché arrivino a questo ragionamento.
(Tra l’altro, nella serie TV Lucifer – te l’ho già consigliata? se non l’ho fatto, lo faccio ora – l’inferno è proprio fatto da “stanze” in cui ogni condannato rivive eternamente la stessa scena, legata a un suo senso di colpa, alla ragione per cui pensa di essersi meritato l’inferno: non posso fare a meno di chiedermi se questa eterna partenza di Findo e Curvo verso la Terra di Mezzo non sia legata a qualcosa di simile).

Aegnor. Di sicuro lui sta assistendo a questa eterna partenza di Findo e Curvo da Mandos per poi tornare e cosa fa? Ogni volta offre la sua possibilità di rinascita a Curvo, oppure ogni volta Curvo esce in maniera diversa? 

E ancora, il palazzo. Quanti palazzi hanno sparso e nascosto in quella valle? Dopotutto Curvo definisce il luogo "vagamente familiare”, non credo per caso, e prima ancora "chiusa a un’estremità da una frana di massi”… proprio la stessa frana che descrivono alla partenza. 
Mi esplode il cervello solo a immaginare la groviera che devono essere le montagne tra un ritorno e l’altro ahahahahah
Iperbole a parte, ogni volta che tornano costruiscono un nuovo palazzo e lo distruggono? Oppure ogni volta seguono percorsi diversi che però li portano sempre a decidere di partire verso la Terra di Mezzo?
Ecco cosa succede a introdurre questo tema, mi ci spacco la testa sopra e non cavo un ragno da un buco!

Comunque ci vuole un grandissimo applauso per questi dettagli a cui non avevo fatto minimamente caso alla prima lettura, perché ero ignara di tutto fino al saluto tra Arafinwë e Findo. Quello è stato il momento BOOOOOM, mindblown! E mi si è spezzato il cuoricino.

Infine ci sono quelle cose che restano sempre uguali dopo ogni rilettura, dopo ogni ciclo di morte e rinascita, perché toccano sempre allo stesso modo: il percorso che fanno Findo e Curvo per ritrovare se stessi singolarmente e insieme era quello che cercavo in questa storia e mi ha lasciato soddisfatta per i passi che fanno, le piccole e grandi conquiste, il modo in cui sin dall’uscita di Curvo da Mandos tutto cambia dal limbo in cui si trovavano dentro e fuori dalle Aule, come si sfidano a vicenda a dare il meglio e il loro meglio è quello che li riavvicina a quel che erano prima, al nocciolo del loro essere in tutte le incarnazioni.
Gli aspetti shippy li ho sentiti e adorati, nonostante siano delicati e davvero facilmente ignorabili se non si è inclini a questa coppia. Anche la parte in cui Curvo è frustrato e geloso per Findo che è andato a cercare “contatto fisico” altrove (tra l’altro mi chiedo Amarië in tutto questo dove sia… LOL e anche Carisse, in realtà XD), è più legata a un desiderio simile a quello di Fëanáro per i Silmarilli, o almeno così mi è sembrato.
Comunque, io adoro quando tu scrivi di questi due, che tu volutamente inserisca elementi shippy o no, c’è sempre un’enorme tensione romantica ed erotica tra i due, non posso resistere, è più forte di meeeee~!

E poi:
– Eravamo amici? – 
– Eravamo cugini – 
Non credo di essere in grado di spiegare l’effetto che mi ha fatto questo scambio, ma cugini assume tutto un altro significato, o forse è solo che i cugini in questa famiglia hanno la tendenza a provare sentimenti non proprio cugineschi e quindi uno tende a leggere “cugini” come “altro” quando li sente parlare :P

Il modo in cui affrontano il ricordo del Fratricidio di Alqualonde ha soddisfatto miei desideri ancora inarticolati (Findo che "percepisco il pericolo che emani”, awwwwww, e poi il momento del Noldolante! Che effetto mi ha fatto vedere Curvo cantare e le riflessioni su suo padre, la “voragine insondabile” che lo rappresenta… wow, come mostrare i sentimenti contrastanti di Curvo a proposito in poche, apparentemente semplici pennellate. Adoro!

E vogliamo parlare degli accenni a Beor? Perché è di Beor il volto avvizzito, Beor al cui discendente Barahir Findo ha promesso aiuto e per il discendente Beren si è sacrificato. Sarei curiosa dei tuoi pensieri riguardo Findo e Beor, a questo punto, perché tutto questo indugiare su di lui mi incuriosisce e non voglio saltare subito alla conclusione a cui mi porta l’aver gironzolato un po’ per il fandom anglofono XD
Ovviamente gli accenni ad Andreth mi fanno fare doki doki e non perché sono una shipper irriducibile della Andreth/Finrod, ma perché affondano nel tema della storia e credo abbia iniziato a indirizzarmi verso la risposta senza che nemmeno me ne accorgessi. E poi perché con il ruolo di Aegnor in questa vicenda, non posso fare a meno di trovare un po’ di soddisfazione per quella ship sfigatissima che loro rappresentano e che sembra quasi trovarsi insieme in questa storia, per quanto una come ricordo e l’altro come ombra (divorata dai ricordi o che cerca di tenerli a bada stando lontano dal corpo?).

La questione della predestinazione e di come le azioni degli Elfi siano già state cantate è un altro di quegli argomenti che mi prende il cuore e me lo stritola. Essendo poi un fatto canon, preferisco non pensarci troppo, perché ho già visto che mi porta in una spirale di domande le cui risposte tendono a essere deprimenti (un esempio su tutti, Beren e Lúthien: lei in quanto Elfa era destinata a innamorarsi di Beren, ma lui no, in quanto dotato di libero arbitrio, quindi se lui non avesse ricambiato, cosa ne sarebbe stato di Lúthien?).
Però mi è piaciuto il piglio di Curvo sulla faccenda, soprattutto durante la prima lettura, quando ero ancora ingenua e speranzosa (e invece tu, pessima che sei, stavi continuando a hintare al tema della storia, mi ci stavi portando sempre più pericolosamente vicina senza che me ne rendessi conto, anzi ero lì che “ma sì, tanto scopriranno che non ce la fanno e tornano a fare la coppietta felice tra le montagne” – ah ah ah, sì, lo fanno, ma non come pensavo io.). 
Con la rilettura, be’, trovo tutto doppiamente crudele. Se già lo era la predestinazione, il destino già cantato, sapere che si stanno imbarcando in un’impresa che hanno già fallito in precedenza e che stanno continuando a ripetere… oh signur. Quegli episodi di certe serie tv in cui si ripeteva la giornata dal suono della sveglia alla messa a letto mi hanno sempre provocato un senso di soffocamento e panico puro e qua non è che la situazione sia migliore. 
Anche perché non vedo alcuna soluzione per questi due pirla, se non continuare a sbattere contro la stessa parete, sempre convintissimi, mentre gli altri intorno a loro li guardano commettere gli stessi errori (a questo punto spero in Galadriel che a un certo punto spezza questo circolo vizioso schiaffeggiando il fratello e dicendogli di piantarla di fare il mulo XD)
E dire che dovrebbero reincarnarsi i saggi, eh. Curvo è scusato in quanto non destinato a reincarnarsi, ma Findo… seriously.

(E questo è il punto in cui mi viene il dubbio che Aegnor spinga sempre Curvo a reincarnarsi nella speranza che lui e Findo riescano a unire il destino di Uomini ed Elfi e così possa finalmente passare la sua vita con Andreth – HELP, this is so sad! Alexa, play Despacito.)

Altra parentesi, senza parentesi: ammetto che mi divertirebbe vedere Findo e Curvo di ritorno nella Terra di Mezzo, come si ambienterebbero nei cambiamenti che ci sono stati e cosa combinerebbero in generale. Atm mi è partita un’immagine di loro due in stile La strada per El Dorado, il che non promette niente di buono :°D 

Menzione speciale, Galadriel che arriva tutta trulla dal fratello e gli dice che era super fab, mentre lei sta lì scintillante per la gioia di essere tornata a casina dopo tante peripezie.
Adoro, vorrei altri scorci sul rapporto tra questi due, già mi avevano incuriosita ne L’arpa (forse non te lo avevo detto in privato perché contavo di scriverlo in reccy… reccy che è ancora nel mio taccuino di Evernote <___< ) e qui il modo in cui Galadriel cerca di scuotere Findo dal suo torpore mi incuriosisce ulteriormente!

Dal pov tecnico, ho intrapreso la lettura scettica per la scelta di usare lo stile del testo per distinguere le due voci e anche lo stile molto fantascientifico del conto alla rovescia e del “avvia” iniziale. Ma procedendo con la lettura, l’italic per Curvo ha smesso di attirare la mia attenzione grazie all’alternarsi dei POV e alle voci dei due personaggi che erano distinte e facili da riconoscere.
Quanto al conto alla rovescia, be’, funziona e in quanto persona pragmatica ho messo da parte lo scetticismo senza rancore :P

Altra questione tecnica: "A lui andava bene così.” che nel punto zero diventa "Gli andava bene così.” 
È un crudelissimo gioco che non gradisco, ritiralo subito, come puoi pensare di accoltellarmi così, con queste frasi che tornano proprio alle estremità, per concludere questo serpente che si morde la coda all’infinito?
PERCHÉ MI FAI QUESTO, LOS, PERCHEEEEEEEEEEEEÉ?????? 
Fa malissimo, sallo.

Per concludere, questa è una di quelle rare storie così interessanti e coinvolgenti che mi fanno sospendere l’incredulità dovuta alle info canon: di preciso la difficoltà che un elfo si reincarni ancora dopo una seconda morte passa del tutto in secondo piano di fronte al tema dell’eterno ritorno e tutto lo strazio che porta con sé. 
La rinascita di Curvo è facile da accettare in questa storia perché, grazie all’espediente che hai trovato, ha un suo senso in questo “mini-universo” rappresentato dalla narrazione, ma già la multipla reincarnazione sarebbe stato qualcosa che avrei preso con estremo scetticismo se non fosse stato che qui dice qualcosa di molto profondo ed è estremamente toccante. 
Non avresti potuto trasmettere meglio il tema della storia se non rompendo le regole e gradisco molto :D 

Complimenti per questa storia delicata e straziante, il cui titolo (bellissimo) rende bene l’effetto che ha fatto anche su di me: mi ha imprigionata nella stessa rete di Findo e Curvo e… ouch, fa male :°D
(‘sta recensione è diventata un delirio senza capo né coda, sorry)

Un abbraccione e alla prossima,

Kan