Recensioni per
Until the day I die
di ___Aliena___

Questa storia ha ottenuto 2 recensioni.
Positive : 2
Neutre o critiche: 0


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Recensore Veterano
26/08/18, ore 15:46

Ciao,
é stato un piacere leggere quest'ultima (?) scintille di Immortal o almeno così la considero io, dal momento che si riallaccia ad Immortal per approfondire alcuni punti.
Amo molto il personaggio di Watari e ho apprezzato tantissimo che tu abbia unito quest'uomo di scienza a una gitana, uno spirito libero. Forse sbaglierò, ma questo connubio Watari-Medea (madre) si ripropone con Ryuzaki-Medea (figlia). Lo spleen apollineo e dionisaco, due opposti che non respingono, ma di completano e si fondono armoniosamente.
La meraviglia di questi personaggi è che tendono a salvarsi vicendevolmente, desiderando ardentemente che la persona amata sopravviva. La fortunata, se così possiamo dire, sarà Medea. Come ebbi già a dire in una mia precedente recensione,la fortunata o la condannata sopravvivere é proprio Medea.
Warari non si è mobilitato per tentare di salvare sua madre. Questo è triste, ma da autentico uomo di scienza sapeva che sarebbe stato inutile e, come essere umano, talvolta è assalito dai rimorsi.
Spero che tornerai a scrivere su questo fandom, anche proponendo una storia tutta nuova.
A presto!

Nuovo recensore
17/08/18, ore 20:44

Ciao Aliena, eccomi di nuovo qui, a dare un ultimo, ufficiale addio a Medea.
Questo stralcio mi è piaciuto molto, proprio come tutti gli altri. C'è però qualcosa in più che me l'ha fatto apprezzare particolarmente: lo scavo nell'interiorità di Watari. Watari è una radice, un seme. Da lui sono nati due tronchi, due alberi, due forme di vita completamente opposte. Apollineo e dionisiaco, come dici tu. Completamente opposte, che possono salvarsi unicamente completandosi l'un l'altro. Come Watari e la madre di Medea, come Nate e la ragazza gitana con cui lui pare avere una particolare intesa.
Mi piace perché qui vedo Watari come il punto di partenza, il fulcro, e non L. Watari è un uomo il cui destino è segnato, lo sa. Ma la sua scelta influisce sui frutti da lui "generati": chi salvare, e chi portare al patibolo con lui?
Ho amato il modo in cui le vicende presenti in questo stralcio si intrecciano, gli eventi passati con gli eventi presenti. Vengono utilizzate le stesse parole di cui ci si era serviti tanto tempo fa, come, ad esempio: "questa è una tua congettura. D'altronde, se insisti...", oppure: "non ti piacciono le mie torte, Medea? E, allora, che cosa stai aspettando?", che sembrano voler dire che tutto è cambiato, che loro sono cresciuti, ma che, alla fine, i loro animi sono sempre gli stessi.
Ma l'intreccio non termina qui: parlo di come la storia tra Watari e la mamma di Medea si ripeta tra L e Medea. Un intreccio di apollineo e dionisiaco, di danze a piedi scalzi e ragionamenti matematici, di gonne lunghe che nascondono coltelli e sofisticati marchingegni. 
Watari raccomanda ad L di salvare Medea, e a Medea di salvare L. E qui mi viene in mente una frase che ho letto nella raccolta vera e propria, quella che descrive il momento in cui L sfiora il viso di Medea per "purificarsi dal marcio che ha dentro". Ecco, secondo me Medea l'ha salvato così. È stata la sua estrema unzione, il sacramento che gli ha concesso di morire pulito. Mentre lui l'ha salvata materialmente, rinchiudendola in quella stanza.
Tu dici che hai parecchi interrogativi riguardo a ciò che è accaduto nell'ultima notte di vita di L e Watari. Attraverso la descrizione che ne hai dato, può parre ovvio ciò che Medea ed L abbiano fatto durante quella notte, ma in quanto tu non lo espliciti non riesco ad esserne pienamente sicura. Li penso piuttosto sdraiati a testa in giù sul letto mentre si tengono per mano e un po' parlano, un po' stanno in silenzio, ad ascoltare il ritmo del respiro dell'altro. E così, le loro anime si fondano completamente, arrivando così a completarsi e a permettere ai due ragazzi di salvarsi.
Complimenti anche per questo piccolo stralcio. Un abbraccio, a presto!