Ciao!
Avevo già letto la tua storia sui soldati russi, così ho deciso di ripassare quando ho visto questo nuova oneshot. Innanzitutto ti segnalo che c'è qualche errore di battitura sparso per il testo, così non me lo dimentico (frasi senza punto alla fine, maiuscole mancate... nulla di che).
Allora, la storia mi è indubbiamente piaciuta, anche se non sono riuscito a percepire a fondo il protagonista come mi era successa l'altra volta: bisogna senz'altro dire che lì c'era anche una famosa foto come protagonista, mentre qui non c'è, ma credo che i punti salienti del genere di guerra ci sono tutti: soprattutto, in queste due storie ho notato e apprezzato molto il grande realismo con cui racconti i fatti e le emozioni: nel Novecento, infatti, si è ormai conclusa l'era degli ideali romantici tipici del Risorgimento e anche le persone comuni iniziano a chiedersi a cosa serva davvero combattere "per la patria", soprattutto dopo oltre un decennio di propaganda della dittatura e degli ideali nazisti come avvenne in Germania. E' ovvio che ciò che filtra a noi, che siamo venuti dopo, è lo stereotipo "tedeschi=cattivi e anglosassoni=buoni", ma come dice sempre il nostro comune conoscente Old Fashioned con cui sono completamente d'accordo (se stai leggendo, ti saluto!), la storia è scritta dai vincitori e al tempo buoni e cattivi non esistevano, almeno sul fronte diretto della battaglia: erano solamente soldati, che non combattevano per un'ideologia ma per obbligo, ed erano costretti a lasciare tutto per inseguire un'utopia altrui (perché nelle guerre non vince mai nessuno al 100%): la casa, la propria terra, madri, mogli, fidanzate e figli, che aspettano per anni anche un singolo cenno di vita, anche solamente due parole scritte su una lettera. Credo che tu abbia centrato al meglio, dando dei nomi praticamente casuali a un gruppo di soldati, quello che la Seconda Guerra Mondiale ha significato per l'Europa: sono tutti uguali, al fronte, di fronte alla morte e al sacrificio per un compagnia o per la tanto decantata patria.
E' iconico anche l'incontro alla fonte tra il soldato tedesco e quello americano: il protagonista pensa "è anche lui come me, anche lui avrà una famiglia e degli amici... ma anch'io, al posto suo, sarei morto".
E quindi per il contenuto non posso che complimentarmi davvero con te, sei riuscito/a a riassumere davvero tutto ciò che bisognava esprimere con queste parole; la storia in sé non sarà originalissima, io stesso ho scritto un piccolo racconto che le assomiglia per alcuni tratti anche se è impostato in modo diverso, ma credo che sia il modo migliore per esprimere la realtà.
Passando allo stile, invece, forse è eccessivamente frammentato, ma in fin dei conti credo che vada bene così, perché il protagonista è davvero "rotto" all'interno (ma una piccola critica dovevo farla per forza, sono fatto così!) ^^ :-)
E quindi... eh, ti capisco, anche a me Old chiede di mettere giù qualcosa sui Tedeschi xD
La storia è molto forte, è vero, ma non credo che possa urtare qualcuno... (anche perché le avvertenze nello specchietto ci sono, quindi bisogna proprio andarsela a cercare...)
Complimenti ancora, e scusami se invece di commentare semplicemente la tua storia ti ho rifilato questo saggetto storico sulla guerra nel Novecento (e per fortuna che non si parlava di Medioevo, lì ti avrei scritto il doppio...^_^).
Ok, la finisco e ti saluto.
A presto!
mystery_koopa
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