Recensioni per
The Price of War
di Spoocky

Questa storia ha ottenuto 7 recensioni.
Positive : 7
Neutre o critiche: 0


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Nuovo recensore
11/04/19, ore 18:13

Beh non è male come storia.
Diciamo che c'è qualche errorino di concordanza coi verbi, tipo magari un verbo al presente quando andrebbe al passato ecc. O anche : siamo pedine (non pedoni sulla scacchiera).
Mi piace la riflessione sull'essersi abituati a quella situazione, così come mi piacciono gli stralci di canzoni e poesie.
Logicamente non è facile scrivere di guerra quindi è apprezzabile l'esperimento

Recensore Master
22/08/18, ore 13:57

Ciao! Innanzitutto, piacere di conoscerti.
Ho scoperto questa storia per caso e me la sono letta tutta d'un fiato.
Un frammento molto profondo e molto umano, che spinge a riflettere sulle sorti di quei milioni semplici soldati buttati nelle trincee, soldati che prima di tutti erano uomini con madri, mogli, fidanzate, figli ad aspettarli a casa, e che non sapevano se avrebbero mai rivisto. Uomini che combattevano, senza sapere realmente per chi o per cosa.
La guerra è guerra, indipendentemente dallo schieramento, e non esistono buoni e cattivi come si vuole comunemente far credere. Esistono solo gli uomini, e l'ineluttabilità della sorte che si è abbattuta su di loro.
Davvero bello, complimenti!

Recensore Junior
22/08/18, ore 11:50

Sfogliavo la sezione storica di EFP quando leggo "soldato tedesco"
Seconda guerra mondiale. Boom, mi fiondo come un falco sulla preda e adesso eccomi qua.
Innanzitutto piacere di conoscerti ^^ è la prima volta che leggo qualcosa di tuo!

Quello che mostri in questo breve racconto è un triste spaccato sull'ineluttabilità della guerra. Il protagonista non ha volto e non ha nome. Un semplice soldato tradito dalla sua stessa patria il cui unico desiderio è di poter tornare a casa, rifarsi una vita e provare a dimenticare, nonostante sia impossibile, gli orrori della guerra. Senza entrare nei meriti della Storia, ogni esercito si è macchiato di crimini orribili ma, in mezzo agli esaltati, ai fedeli di partito e alle ideologie folli, c'è quel grande mix di povera gente mandata a combattere che, della patria, ben poco importava. Ed è questo il punto focale di questa storia.
Il finale è amaro, ma è guerra.
Citando uno dei miei telefilm preferiti sulla seconda guerra mondiale: "Un buon soldato è perlopiù un vigliacco e raramente coraggioso" e quell'americano, nonostante in quel momento fosse in pace...chissà in futuro cosa avrebbe potuto fare. Meglio uno in meno, no?
Un gesto indubbiamente disonesto di sparare ad un nemico disarmato, ma...

Un'ottima storia, complimenti vivissimi!
A presto!

~ Paws

Recensore Master
22/08/18, ore 10:36

Ciao^^
E' la prima volta che leggo qualcosa di tuo e sono contenta di aver scoperto questo tuo racconto. Il tema della guerra è sempre molto complesso, attraverso i pensieri del protagonista possiamo entrare in contatto con questa dura e spietata realtà con gli occhi di un semplice soldato, ma soprattutto con lo spirito affranto di un uomo, che ormai di umano ha ben poco, se non le lacrime e il dolore.
Molto commovente il ricordo iniziale delle vittime, che successivamente è comparato con la figura dell'americano, il nemico, che in fondo è soltanto è un altro uomo che il nostro protagonista è costretto ad uccidere perché si sa, in guerra sopravvive chi spara per primo.
Una storia molto intensa e profonda, che ci porta a riflettere sull'orribile realtà della guerra, e a considerare il fatto che non esistano buoni o cattivi, ma che i soldati su ogni fronte sono semplicemente uomini, indipendentemente dal colore della loro divisa.
Complimenti e alla prossima! :)

Star_Rover

Recensore Master
21/08/18, ore 15:20

Buon pomeriggio.
Il racconto è scritto molto bene, soprattutto scorrevole.
Complimenti, scrivi davvero bene. Mi ha colpito positivamente il tuo stile.
Buona giornata :)

Recensore Master
21/08/18, ore 08:54

Aaah... ti adoro!
grazie per aver pensato a me e per avermi scritto questa bellissima storia!
Io non so se abbia urtato la sensibilità di qualche benpensante, ma ti dico che di sicuro ha colpito (in senso positivo) la mia...
Ci dipingi un quadro molto amaro, molto disilluso. Ci mostri un soldato che riflette senza più illusioni sulla guerra e sul suo prezzo. Che non si lascia prendere dai lai di quelli che frignano sulle colpe del proprio Paese ma al contrario guarda in faccia la realtà, e con essa guarda anche le porcate compiute da chiunque nella seconda guerra mondiale.
Perché sì, i soldati sono quelli col fucile in mano, ma sono anche quelli che a casa hanno madri, mogli o fidanzate.
L'ultima scena, quella dell'americano al torrente, ci riporta all'ineluttabilità di tutto quanto: alla fine, nonostante tutto, in guerra si muore, e fine della questione.
Sappi che ho adorato questa storia, mi hai fatto davvero un gran regalo^^

Recensore Master
20/08/18, ore 20:20

Ciao!
Avevo già letto la tua storia sui soldati russi, così ho deciso di ripassare quando ho visto questo nuova oneshot. Innanzitutto ti segnalo che c'è qualche errore di battitura sparso per il testo, così non me lo dimentico (frasi senza punto alla fine, maiuscole mancate... nulla di che).
Allora, la storia mi è indubbiamente piaciuta, anche se non sono riuscito a percepire a fondo il protagonista come mi era successa l'altra volta: bisogna senz'altro dire che lì c'era anche una famosa foto come protagonista, mentre qui non c'è, ma credo che i punti salienti del genere di guerra ci sono tutti: soprattutto, in queste due storie ho notato e apprezzato molto il grande realismo con cui racconti i fatti e le emozioni: nel Novecento, infatti, si è ormai conclusa l'era degli ideali romantici tipici del Risorgimento e anche le persone comuni iniziano a chiedersi a cosa serva davvero combattere "per la patria", soprattutto dopo oltre un decennio di propaganda della dittatura e degli ideali nazisti come avvenne in Germania. E' ovvio che ciò che filtra a noi, che siamo venuti dopo, è lo stereotipo "tedeschi=cattivi e anglosassoni=buoni", ma come dice sempre il nostro comune conoscente Old Fashioned con cui sono completamente d'accordo (se stai leggendo, ti saluto!), la storia è scritta dai vincitori e al tempo buoni e cattivi non esistevano, almeno sul fronte diretto della battaglia: erano solamente soldati, che non combattevano per un'ideologia ma per obbligo, ed erano costretti a lasciare tutto per inseguire un'utopia altrui (perché nelle guerre non vince mai nessuno al 100%): la casa, la propria terra, madri, mogli, fidanzate e figli, che aspettano per anni anche un singolo cenno di vita, anche solamente due parole scritte su una lettera. Credo che tu abbia centrato al meglio, dando dei nomi praticamente casuali a un gruppo di soldati, quello che la Seconda Guerra Mondiale ha significato per l'Europa: sono tutti uguali, al fronte, di fronte alla morte e al sacrificio per un compagnia o per la tanto decantata patria.
E' iconico anche l'incontro alla fonte tra il soldato tedesco e quello americano: il protagonista pensa "è anche lui come me, anche lui avrà una famiglia e degli amici... ma anch'io, al posto suo, sarei morto".
E quindi per il contenuto non posso che complimentarmi davvero con te, sei riuscito/a a riassumere davvero tutto ciò che bisognava esprimere con queste parole; la storia in sé non sarà originalissima, io stesso ho scritto un piccolo racconto che le assomiglia per alcuni tratti anche se è impostato in modo diverso, ma credo che sia il modo migliore per esprimere la realtà.
Passando allo stile, invece, forse è eccessivamente frammentato, ma in fin dei conti credo che vada bene così, perché il protagonista è davvero "rotto" all'interno (ma una piccola critica dovevo farla per forza, sono fatto così!) ^^ :-)
E quindi... eh, ti capisco, anche a me Old chiede di mettere giù qualcosa sui Tedeschi xD
La storia è molto forte, è vero, ma non credo che possa urtare qualcuno... (anche perché le avvertenze nello specchietto ci sono, quindi bisogna proprio andarsela a cercare...)
Complimenti ancora, e scusami se invece di commentare semplicemente la tua storia ti ho rifilato questo saggetto storico sulla guerra nel Novecento (e per fortuna che non si parlava di Medioevo, lì ti avrei scritto il doppio...^_^).
Ok, la finisco e ti saluto.
A presto!
mystery_koopa