Ciao!
Come avrai forse notato, già ieri avevo aggiunto questa storia alle preferite e... beh, è uno di quei casi dove avrei voglia di non dire niente, semplicemente farti i complimenti. Scrivere "complimenti" all'infinito e rileggere di nuovo questo incanto. Perché, prima ancora dell'attinenza del titolo con i personaggi o la trama, io credo che l'attinenza vada ricercata nello stile e nelle emozioni che hai saputo trasmettere. Sì, perché è un vero incanto quello che hai saputo creare con la seconda persona (WOOOOOOOOOWWWWWWWWWWWWWWWWWW!!!!!), un incanto il modo in cui hai gestito il gioco tra i bambini, un gioco che Anna vorrebbe subito spezzare ma che Gilbert continua fino a farlo combaciare con la realtà. E' un cliché, anzi no: è un fondamento del romanticismo, quando la finzione viene usata per dire la verità (un topos meraviglioso!) ed è anche un archetipo della tua scrittura (penso a quando realtà e finzione si mischiano, anche se in maniera differente, in "Can't pretend") e tu lo hai reso divinamente! Io amo Gilbert, amo le sue parole, amo il suo modo di amare (mi fai innamorare sempre dei tuoi personaggi maschili, sempre così dannatamente innamorati) e devo dire che stavolta ho amato anche Anna, perché le ragioni della sua ritrosia sono ben visibili (ha paura di essere presa in giro, si considera brutta magari anche marchiata al diavolo a causa dei suoi capelli rossi, non crede che qualcuno la possa mai veramente amata, è segnata dal suo passato) e il modo in cui si lascia incantare dalla pioggia è, per l'appunto, un incanto.
Insomma, questa storia mi ha conquistato, fin dalla prima parola aggiungo: quel "è lì" è incisivo, pressante, talmente pieno di un senso di bisogno impellente da avermi subito catturato. Nonostante ieri non avessi tempo per leggere, una volta lette queste due parole non ho potuto staccare gli occhi dalla pagina fino al punto finale. Di una dolcezza, un amore così totalizzante, di una bellezza i dialoghi che... mi sto ripetendo, scusa, ma mi hai incantato. Non so dirti quale tra questa e "Can't pretend" ho amato di più, in questo momento direi questa, eppure non voglio tradire Jareth (MAI!) ma qui c'è un amore diverso: non c'è l'esperienza e i demoni di Jareth a rendere questo amore ambiguo, non c'è un personaggio "oscuro" o uno veramente "infantile" (a cui vorrei dirne quattro, vero Sarah?); ci sono due ragazzini, un amore puro, una distanza data da un'infanzia difficile e priva di vero affetto, ci sono maldicenze che feriscono e tante cicatrici che indeboliscono lei, e c'è la confessione più bella che io abbia mai letto, leggera e tragica allo stesso tempo, ma soprattutto INNOCENTE. Sì, sei stata bravissima a bilanciare la profondità di questi personaggi, reso da un background di un certo spessore che abbraccia tematiche delicate, e la tenera età che stanno vivendo. C'è l'incanto dell'amore da giovani e l dolce tristezza di un passato da lenire e con cui convivere ogni giorno della loro vita.
Vabbé, finora non ho fatto altro che blaterare le mie impressioni, questo commento pieno di "me che sbavo e che viaggio sulle nuvole" solo di gradimento personale, e ancora non ho iniziato la recensioneXD Stavolta mi ammazzi, ma io amo questa storia, sappilo! Ricordatelo quando vorrai strozzarmi!
Mo' inizio, cercherò di "sintetizzare" (sembra una barzelletta detta da me, lo so, non ridere troppoXD).
TITOLO
L'incanto è l'immaginazione di Gilbert che, ancor prima di raggiungere Anna, già la immagina, ninfa del bosco, a un passo da lui eppure irraggiungibile, come un sogno.
L'incanto è il mondo naturale in cui hai ambientato questa storia, in una foresta, tra farfalle e foglie autunnali, con la pioggia che a bagnare il loro amore farsi lentamente meno innocente, più possessivo.
L'incanto è quello che ha creato Gilbert con le sue parole, confessando il suo amore e la sua modestia, quel suo cedersi totalmente, quel suo farsi persino calpestare. Devo dirti che lui mi ha ricordato molto il modo in cui André ama Oscar (l'anime "Lady Oscar") e questo me lo ha fatto amare ancora di più.
L'incanto è, soprattutto, quello che tu hai saputo tessere con le tue parole, con la musicalità di questo testo, che scivola come le dita su un'arpa. Davvero bravissima. Chapeau!
GRAMMATICA e STILE
una assurda frenesia -> un'assurda (almeno uno ti scappaXD)
a dondolarsi sul bordo dell’unghia ed ad affacciarsi verso il terreno fangoso. -> "ed ad" è poco musicale, meglio scrivere "e ad".
LA SECONDA PERSONA! Usala più spesso, sei stata bravissima e io ho ammirato tante di quelle frasi che se le riportassi tutte in questo testo la recensione raddoppierebbe la sua lunghezza.
Ho amato le ripetizioni che, attenzione, non sono errore anzi: tu le hai adoperate in una maniera musicale, elevando sempre di più il testo e l'enfasi delle parole, in climax e altre figure retoriche che lodo tutte, creando atmosfera. Inoltre ho amato la punteggiatura, qui usata ad hoc e oserei dire in maniera matura, che non ha fatto altro che personalizzare ancora di più il ritmo della narrazione, in alcune frasi molto scarna.
Per esempio (queste sono tra le due frasi che ho preferito):
Tu non ne sei sicuro però, perché il cuore è nelle tue orecchie, nella tua testa e forse lo stai anche masticando tra i denti e per questo motivo stai sbagliando tutto, per questo motivo lei non ti ha mai voluto. -> Ripetizioni e poche virgole incalzano la lettura, la rendono veloce, agitata, piena di quell'ansia da innamorato che prova Gilbert. PERFETTA!
Sollevi il viso e lei ha le labbra imbronciate, il grembiule mezzo scomposto, i capelli annodati dal vento e gli occhi talmente profondi che ti divorano e ti afferrano per il mento e ti costringono a sillabare tutta la tua devozione. -> lo stesso qui. Bellissimi l'anafora e il polisindeto, qui usato senza punteggiatura, che ancora una volta incalza, emoziona, eleva le percezioni di questo passaggio, fa battere più velocemente il cuore. SUBLIME!
La tematica dell'abbandono e del maltrattamento psichico (perché sì, se a qualcuno continui a ripetere che "è brutto perché ha i capelli rossi" quella è violenza psichica) le hai trattate in maniera delicata, di sottofondo, le ho percepite e le ho trovate molto mature e complesse, soprattutto grazie al grande lavoro che hai fatto attraverso i dialoghi dei personaggi, perché è proprio da quelli che si evincono le paure di Anna.
Che te lo dico a fare che Gilbert mi ha fatto innamorare con la sua eloquenza? E' stato un principe dei sogni che per un attimo è divenuto realtà, perché non solo ha professato un amore talmente forte e immenso da sconvolgermi, ma ha interpretato il ruolo del principe scevro da ogni idealizzazione, lo ha reso più umano, pieno, aggiungendo i suoi difetti (ma il mio, di principe azzurro/Gilbert, donde sta?). Bellissimi anche alcuni passaggi molto sintetici, come questo:
“Io sono mia.”
“E io sono tuo.”
Ho trovato invece questo passaggio molto maturo per la loro età, ma ci sta, perché come dicevo la loro innocenza è "sporcata" dal contesto e da un passato che gli ha fatti comunque crescere in fretta.
“No, aspetta. Aspetta, ho lasciato un mio desiderio qui. E poi uno qua e un altro là.” -> Irriverente, appassionato. WOW!
E ho amato quell'effetto da "lente d'ingrandimento" che hai saputo donare alla scena della lacrima, quando lei dice che le lacrime hanno un colore diverso rispetto alla pioggia e il narratore descrive la lacrima prigioniera e in bilico sull'unghia di Anna. E' sembrato come quando, nei film, la telecamera sfoca lo sfondo e ingrandisce su un particolare infinitamente piccolo, ma che crea un mondo. Chapeau! (Questa è la seconda storia, finora, che è riuscita a strapparmi più di uno "Chapeau" per quello e per il come è stata scritta, sappilo).
TRAMA e CARATTERIZZAZIONE
E' una storia molto introspettiva, divinamente introspettiva, quindi sulla trama non ho molto da dire. Sicuramente mi piace come hai sviluppato l'interazione tra i due personaggi e il modo in cui l'atteggiamento di Anna si evolve in relazione al tempo e alle parole di Gilbert.
Bellissimo, lo ripeto ancora una volta, il gioco che metti in atto tra i due. Tutto parte da due bambini che sognano di essere qualcun altro: Gilbert sta al gioco, ma il gioco diventa troppo pesante per Anna, che tenta di scappare; Gilbert allora rende il gioco l'unica realtà esistente. E poi quel sottilissimo muro di cristallo va in frantumi, l'attore/Gilbert rompe la quarta parete e parla direttamente ad Anna.
Il modo in cui hai creato l'ambientazione è una favola: Anna che sembra una ninfa dei boschi, lontana e irraggiungibile, bellissima in mezzo alla natura, le farfalle per giunta le si posano sulle gambe e le volano intorno. Questo mi ha richiamato alla mente moltissimo le immagini che ho trovato di questa seria su google, quindi credo proprio che il contesto sia molto attinente con la storia. E' ancora una volta un contesto che parte essere fuori tempo ma che ha molta più concretezza rispetto alle ambientazioni di altre tue storie. E' comunque ricca di magia, e qui sta la tua grande bravura, secondo me. Ogni cosa la rendi eterna.
L'elemento della pioggia - io amo la pioggia - mi ha conquistato. La pioggia a quell'età è un gioco, qualcosa che ti strappa il sorriso e che trasforma il mondo; in questo caso capovolge completamente la reazione di Anna.
Di Gilbert e Anna ho parlato qua e là, e non credo che neanche se continuassi a scrivere per altre due ore riuscirei a rendere loro giustizia. Sappi che attraverso le tue parole li ho conosciuti. Sei davvero bravissima con le caratterizzazioni.
Anna e le sue paure: paura di non essere bella, paura di non piacere, paura di non essere degna d'amore, paura di non aver diritto alla felicità. Anna che ama chiudersi nel mondo dei libri (questo mi ha permesso di immedesimarmi in lei), che cerca una via di fuga da quel mondo così cattivo e grigio, sporco. Anna che odia ciò che ama, Anna che sembra invocare la pioggia con un rito propiziatorio.
E Gilbert che la venera da lontano, quasi fosse una dea, lei che diventa tutto il suo mondo e lui è pronto a diventare suo schiavo, a farsi ferire piuttosto che sentirla lontana. Il suo amore è talmente assoluto che anche averla accanto non è abbastanza: la vuole sentire sulla pelle, le sue emozioni diventano bisogni carnali, quelle prime esperienze un po' goffe e così totalizzanti che lui le vive e le dichiara con una schiettezza disarmante, di quelle senza tempo, con la gioia della sua età, di ragazzino. E' di una freschezza assoluta, che toglie il fiato.
Ora mi azzittisco. Davvero un lavoro da ammirare in silenzio!
Complimenti! <3
A presto! |