Ciao cara!
Mio dio, questa shot... sarà pure breve (ed è l'unico suo difetto, nel senso che avrei letto altre 100 pagine così), ma così intensa... il personaggio di Krystel, visto così, mi fa malissimo. Sarà che ho imparato a conoscerla e vederla come la donna e madre forte, determinatissima, pronta a tutto per i figli, che si è già riscattata di tutta questa sofferenza (o magari si è creata una vita dove non ha nemmeno il tempo di pensarci, ad un passato così).
E di nuovo le diversità sono protagoniste di una tua storia, come sempre affrontate con una durezza e una maturità incredibili, con questa prima persona che mi ha spiazzata e stupita piacevolmente e che non credevo di trovare. Io non sono un'amante delle storie scritte in prima persona, ma il problema non è la forma ma chi le scrive. Il più delle volte sono un cumulo di descrizioni e basta, qui invece fa quello che deve fare: è una curva che sale e scende, partendo da Krystel che si pone dubbi esistenziali, dove poi si ricrede grazie alla speranza e poi, di nuovo, tutto crolla e tutto questo è stato descritto con una precisione e la sua introspezione è notevole e disperata.
C'è un percorso di vita, in questa storia: chi, da piccolo, non ha mai avuto paura che dio potesse fulminarlo se non si pregava – per poi scoprire che non era così. Chi non ha mai provato curiosità e fascino nella vita altrui – come Krystel che si domanda cosa significa avere dei genitori veri, e con quella speranza che presto magari verranno pure a prenderla... ci sono dei riferimenti all'infanzia che ho sentito particolarmente familiari. Le insicurezze, la paura di essere inadeguati, il credere a tutto e a niente, perché si è troppo acerbi per pensare solo col proprio cervello.
E Krystel vive questo, vive la paura della sua diversità che può causarle problemi e dividerla dagli altri e quando Gaeron sembra diventare quella figura paterna di cui Krystel ha un impellente bisogno, le cose sembrano appianarsi, le diversità non sembrano così profonde, e Corellon magari è davvero il padre di tutti gli elfi, nessuno escluso.
Eppure ci porti lì, in un punto di svolta, dove Krystel può attaccarsi per procedere nel suo futuro finalmente con un senso di appartenenza...
E poi cambi tutto. Cambi tutto e Haerelon si rivela per quello che è davvero... se poteva solo sembrare un bugiardo dispettoso e cattivo, ora è disgustoso e merita tutto l'odio possibile e a mio parere, pur conoscendo il tipo, gli altri hanno preferito non credere a Krystel e farle un processo ufficioso che l'ha costretta ad andare via da quella che finalmente sentiva come un nucleo familiare. Magari non una casa, ma una cosa del genere che era molto più di quanto Krystel potesse sperare.
Insomma, prima mi spezzi il cuore con Daren e la vita familiare che viene spezzata dalla morte, poi lo fai di nuovo con le speranze di Krystel, costretta poi a fuggire via, a trovare un altro posto da chiamare casa, con troppe lacerazioni da sanare; ferite che forse non guariranno mai davvero...
L'ho amata questa shot, ho amato come hai gestito la disillusione di un ragazzino che si trova di fronte alla paura di un dio onnipotente e i dubbi esistenziali; la paura dell'accettazione privata, il desiderio di non essere ciò che si è solo per essere come gli altri, e avere una vita più semplice (ed è così... lo sappiamo tutti che è così).
Affronti sempre temi attualissimi e io sono sempre felice di leggerti; per via di tutti gli spunti di riflessione che mi dai ♥
Spero di poter proseguire presto **
Miry |