Recensioni per
Lupin III- Un'altra sigaretta
di Fujikofran

Questa storia ha ottenuto 4 recensioni.
Positive : 4
Neutre o critiche: 0


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Nuovo recensore
24/05/20, ore 22:06

Ciao! Leggere questa one shot è stato come sbirciare attraverso la mente di Jigen ed è stata un'esperienza molto intensa. In effetti sotto l'ombra della tesa del cappello quali pensieri si celano ogni volta che preme il grilletto? Questo brano, molto ben scritto e coinvolgente, ne è stato la risposta.
Mi è piaciuto molto il viaggio che il suo flusso di pensieri ha fatto dal passato, al presente fino a valutare le opzioni per il futuro e trovo che sia molto nel personaggio, dato che dei tre uomini ho sempre ritenuto Jigen la "voce della ragione". Pertanto trovo azzeccatissimo che, in un momento di introspezione, Jigen abbia valutato la sua vita con un occhio obiettivo.
Ottimo lavoro! Non vedo l'ora di leggere altri tuoi lavori!
A presto
(Recensione modificata il 24/05/2020 - 10:12 pm)

Nuovo recensore
06/09/18, ore 06:40

Ciao, eccomi qui! che dire, ottimo lavoro come sempre. Stavolta hai utilizzato uno stile più serio, focalizzandoti sull'introspezione di un personaggio che di profondità ne ha parecchia. Non è per niente facile rendere al meglio i sentimenti e i pensieri tormentati di un uomo che è costretto a uccidere, anzi, che ha dovuto scegliere questa vita per sopravvivere. Nessuno, neppure Jigen, riuscirebbe a non fermarsi un attimo per riflettere. Per lui tuttavia la vita con Lupin sembra quasi un'ancora di salvezza, che lo ha sì salvato, ma gli ha anche permesso di mantenere il legame indissolubile con la sua fedelissima pistola. Spero scriverai ancora altre storie! A presto :)

Recensore Master
03/09/18, ore 22:10

Molto toccante questo ritratto di Jigen, mi ha emozionato.Tu conosci molto bene il personaggio e ne puoi fare una rappresentazione più completa, attingendo ad altre fonti che non siano l'anime, dove lui (e un po' tutti) sono rappresentati in una forma più... scanzonata e tutto sommato innocua.
Qua si allude a un passato duro e difficile, segnato dalla violenza e da una continua sfida con la morte. Eppure, tutto quel sangue non lo ha privato completamente della sua umanità, non lo ha reso cinico e insensibile. Era, in fondo, qualcosa che aveva dovuto accettare di fare per sopravvivere, ma che non gli è mai appartenuto. Per fortuna, ha potuto allontanarsi da quella vita e dedicarsi ad attività sempre criminali, ma meno cruente. E poi adesso non è più solo: la sua banda è diventata per lui una sorta di famiglia, i cui componenti si sostengono a vicenda e non si tradiranno mai (vabbé, a parte Fujiko, ma lei è fatta così...).
Mi sono proprio immaginata la scena, molto cinematografica, con la figura di Jigen in penombra, in bianco e nero, avvolto dalle volute di fumo e immerso nelle sue riflessioni...
Complimenti!

Recensore Master
30/08/18, ore 09:02

Buongiorno carissima! Ben ritrovata!
Lo sai che io adoro le tue storie su Jigen, e con questa, così introspettiva, sei riuscita a scavare a fondo nella sua anima tormentata. Bellissima la frase "un sicario non smette mai di essere un uomo".
Complimenti, perché anche in poche righe sei riuscita a mettere in luce un lato di Jigen a cui non si pensa spesso.
Bacioni!