Prima recensione premio del contest "Sfida alle 100 parole – V edizione"
Ciao! Finalmente riesco a passare anche da te per le recensioni premio!
Il titolo della storia associato alla coppia protagonista mi ha intrigata nell'immediato, ero molto curiosa di leggere come avessi sviluppato e gestito Voldemort in una situazione tanto intima – non è una scelta comune quella di narrare un amplesso dal punto di vista di Colui-che-non-può-amare! –, per giunta condivisa con quella Bellatrix che, dichiarazioni post-saga della Rowling a parte, è sempre stato palese nutrisse un sentimento decisamente forte e totalizzante nei confronti del proprio padrone.
Inizio col dire che mi è piaciuto molto come hai tessuto il rapporto fisico ed emotivo tra i due, in particolare mi è piaciuto che si trattasse sostanzialmente di una passione (o amore?!) non corrisposta, che Bellatrix fosse insomma l'unico cuore pulsante di questa non-coppia. È un aspetto che ho apprezzato molto non solo perché sviluppato in maniera coerente, ma anche perché non riesco a immaginare Voldemort coinvolto emotivamente in chiave amorosa – mentre confesso di avere un debole per l'idea che Tom Riddle potesse riuscire ad amare, sebbene sia consapevole che questa mia idea si distacchi da quanto dichiarato dalla Rowling in proposito (mi perdonerà!).
Partendo dalla caratterizzazione – riassunta un po' dal titolo eloquente –, trovo sia stata molto brava nel riuscire a caratterizzare il "Voldemort di mezzo", quello di cui noi non abbiamo altro che tracce e idee raccattate da una riga e una dichiarazione extra-saga. Questo Voldemort che non è più Tom Riddle, la sua anima è già spezzata in più punti e la sua ascesa è più che avviata, ma non è ancora il Voldemort della seconda guerra magica, rinato dalle ceneri di uno stralcio d'anima sotto le sembianze di un simil-uomo – un mostro dagli occhi rossi e i lineamenti serpenteschi –. No, il tuo Voldemort è quello ancora umano, quello che non ha ancora subito la distruzione del proprio corpo, che non è ancora morto per poi risorgere, quello che malgrado tutto serba in sé dei residui di umanità che a fatica reprime: perché l'essere umano è debole e corruttibile, mentre lui anela a una perfezione fatta di magia e intelletto, completamente affrancata da ogni bisogno e pulsione umani.
E quanto sei stata brava nel mettere in scena tutto questo attraverso l'amplesso! L'amplesso che è un atto carnale, umano, che scuote anima e corpo, che lascia sudaticci, esausti, ansimanti, che prende l'autocontrollo e lo fa a pezzi; in pratica, uno degli atti verosimilmente più alieni a un personaggio come Voldemort, così disperatamente alla ricerca di una vita perfetta perché dis-umana. Mi è piaciuto molto seguire l'introspezione del personaggio in questo frangente, sono riuscita a percepire tutto il suo disagio, dettato dal disprezzo nutrito nei confronti della situazione e dall'odio nei riguardi di se stesso che ancora cede, seppur in minima parte, a delle pulsioni così rozze e lontane da quella perfezione tanto agognata. In particolare, ho trovato molto acuta l'idea di comunicare il confitto vissuto da Voldemort attraverso il rapportarsi con Bellatrix: il fatto che lui non tolleri che lei possa trarre piacere dalla situazione, che quasi lo innervosisca intuire che lei accetti tutto di buon grado, è indicativo di quanto viva male il tutto, di quanto detesti se stesso per non essere ancora riuscito a liberarsi da quel bisogno fisico.
Bellatrix, filtrata dal punto di vista del protagonista, è decisamente IC ed è, sostanzialmente, come ci si aspetterebbe che sia. È rapita dal proprio padrone, innamorata, ma è anche orgogliosa e fiera di essere la prediletta e per tale ragione ritiene di essere indiscutibilmente la migliore. Si percepisce, infatti, che lei sia convinta di essere l'unica adatta a soddisfare quel tipo di bisogno di Voldemort (e non a torto!) e che questo la renda quasi superba e sfacciata nel prendersi delle piccole libertà e nell'accettare persino gli insulti – perché lei è tra le sue braccia, dove tutte le altre non potranno mai neanche sognare di essere.
Al di là di quanto sappiamo dalle già citate dichiarazioni post-saga, è quanto mai credibile che in una situazione simile Voldemort scelga lei, che rappresenta indubbiamente il meglio: la più forte, la più bella, la più devota, la migliore, nonché quella che noi sappiamo essere l'ultima a cadere.
Credo sia la prima volta che leggo un racconto incentrato su un amplesso con protagonista Voldemort, ma considerato che parliamo del Voldemort della prima guerra magica (con tutte le considerazioni fatte in precedenza), non ho trovato OOC la tua iniziativa, perché di fatto è ipotizzabile che persino lui abbia dovuto affrontare il problema di disciplinare queste pulsioni sino a sbarazzarsene; il fatto che nella tua storia lui combatta contro il piacere stesso e si imponga di non trarre quasi alcun godimento dal rapporto dà proprio l'idea di conflittualità e riesce a rendere l'amplesso un escamotage per narrare un grande conflitto interiore di un personaggio più che complesso.
Arrivando allo stile, l'ho trovato molto fluido e immediato. Ammetto che dati la tematica e il protagonista immaginavo uno stile più articolato e meno immediato, ma ho ipotizzato che la tua scelta fosse stata dettata dalla voglia di riversare anche nello stile l'atteggiamento del protagonista: diretto e immediato lui, diretto e immediato lo stile – in un certo senso, sono entrambi rudi, perché dicono ciò che dicono senza usare maschere, senza camuffarsi, quindi ecco la predilizione di un registro non evocativo ma deciso e di uno stile piano e non costruito su figure retoriche. Almeno, questo è quanto ho ipotizzato leggendo (anche comparando lo stile di questa storia a quello di Golgota notturno), ma potrei aver male interpretato! In ogni caso, è uno stile che mi ha stupita!
Concludendo, è stata una lettura nuova per me, mi ha avvicinata a un personaggio di cui scrivo pochissimo e leggo ancora meno (in linea generale, preferisco Tom Riddle a Voldemort), ma che riserva sempre sorprese. Mi è piaciuta molto, soprattutto perché sfrutta un atto fisico per approfondire un aspetto introspettivo del protagonista, e io amo le introspezioni!
Complimenti, alla prossima. :)
Rosmary |