Terza classificata al contest "Scritto tra le note"
Stile: 10/10
Mi è piaciuto tanto. È complesso, ricco di troncature, frasi lunghe e segni di punteggiatura, però non fa mai perdere il filo del discorso. L’abbondanza, in questo caso, non pregiudica la scorrevolezza del testo — una cosa senz’altro non da poco! Le immagini che hai creato sono sempre molto nitide ed evocative, si stampano nella mente come diapositive, grazie a tecniche descrittive dall’impatto graffiante. Ho apprezzato l’impostazione del testo proprio a livello complessivo: la sua suddivisione interna, la struttura dei paragrafi, l’uso particolare delle parentesi e quello intelligente del corsivo, nonché il leit-motiv “Klaus muore. Caroline vive. Hope cresce” — che alla fine cambia significativamente in “Klaus muore. Caroline —”. A proposito del leit-motiv, con quel trattino che tronca la frase sei riuscita a dare un valore aggiunto alla punteggiatura, alla non-parola, rendendolo più efficace delle parola stessa, una cosa che adoro. Fai un uso frequente di vocaboli ricercati, ma l’effetto finale è estremamente gradevole ed equilibrato, perché non eccedi e ogni termine è il frutto di una scelta precisa che arricchisce il significato dell’intera frase. Ti soffermi nei dettagli sia quando descrivi espressioni e gesti dei personaggi che luoghi, e ogni volta riesci a dare loro un taglio definito e realistico. In particolare mi è piaciuta la frequente presenza di domande indirette fatte dal narratore esterno, donano al testo un ritmo incalzante, colorandolo di ulteriori sfumature di significato che rendono il lettore partecipe degli eventi. L’unica parte del testo che mi convince meno è proprio il periodo iniziale, vuoi perché c’è una ripetizione di “quel”, vuoi perché penso sia sempre meglio evitare di aprire una storia con un periodo lungo e ricco di pause, ma si tratta di un unico caso che non pregiudica la bellezza di tutto il resto. Questo stile dà corpo alle sue immagini a trecentosessanta gradi, con un’impronta tutta sua. Complimenti!
Titolo: 3/5
Non mi dice granché, è generico. Secondo me non si lascia ricordare e non ha lo stesso fascino della storia. L’uso delle parentesi ha un significato preciso — che rimanda anche allo stile —, ma a primo impatto le ho percepite come un elemento di disturbo. Sicuramente questo titolo l’ho apprezzato di più dopo aver letto la storia, soprattutto perché riassume in sé il concetto chiave della trama. Per mio gusto, però, avrei preferito qualcosa di più particolare.
IC e caratterizzazione: 15/15
Tutti perfetti, dal primo all’ultimo. Ho incluso “caratterizzazione” principalmente per Hope, un personaggio di cui da Canon non si sa quasi niente in TVD o TO, e che ho considerato come un OC. La sua resa mi sembra molto convincente, non sei solo riuscita a metterne in risalto la personalità forte e decisa, ma anche a parlare di una somiglianza figlio-genitore senza scadere nel banale. Della somiglianza fra Klaus e Hope ho trovato interessante non tanto il fatto in sé, bensì il modo in cui hai dato voce ai pensieri di Caroline al riguardo — il dettaglio della calligrafia di Hope simile a quella di Klaus mi ha davvero spezzata: c’è un’ironia crudele nel fatto che Caroline noti questa somiglianza proprio quando riceve l’invito di nozze di Hope, un’ironia crudele che è espressa in una porzione di testo brevissima, eppure di grande impatto emotivo. Complimenti quindi per la gestione dei dettagli, e per aver saputo rendere memorabili non solo i protagonisti, ma anche i personaggi secondari di cui chi legge potrebbe non sapere nulla. Ognuno di loro — ora parlo di quelli di TVD e TO — mi è sembrato super IC. Jeremy e Kol sono quelli secondari che mi sono rimasti più impressi; i loro dialoghi, gesti ed espressioni — la malinconia del primo, il ghigno ironico del secondo, ad esempio — me li hanno ricordati tantissimo, sembrava davvero di guardare una puntata dei telefilm! Stesso discorso per l’insistente alzare gli occhi al cielo di Caroline, o per il commento eloquente che Kol fa su di lei: “Nik diceva che eri brava con le prediche” (un tratto distintivo della protagonista). Tutti i tuoi personaggi si rivelano poco a poco, nei dettagli, con naturalezza. Persino Klaus nella sua assenza diventa una presenza fissa sulla scena, perché vive nel ricordo di chi gli ha voluto bene, e i rimandi ai suoi modi di atteggiarsi e pensare sono talmente azzeccati che sembra non se ne sia mai andato. Brava davvero, si vede che conosci a fondo i personaggi, perché li hai riprodotti nero su bianco con una fedeltà estrema.
Utilizzo dei prompt: 5/5
I tuoi prompt erano “perdita” — obbligatorio — e “bugia detta per alleviare dolore” — opzionale.Hai usato entrambi, e al primo hai dato un peso decisamente rilevante. “Perdita” è un concetto vago, apparentemente semplice da rendere, ma di fatto difficile da trattare senza scadere nei soliti cliché. La differenza l’ha fatta il modo in cui ne hai parlato. Ti sei servita di uno stile sempre brillante — nei dialoghi come nelle descrizioni — per dare voce al tema della morte dei propri cari in una maniera molto umana e coinvolgente. Prima Klaus, Elijah e Hayley, poi Davina e persino Anna, Liz, Jenna e le donne di Alaric: è tutto un rimando continuo a persone che non ci sono più e al modo in cui ogni personaggio ha elaborato il proprio lutto. Hai gestito il prompt in maniera meravigliosa, perché nonostante sia una presenza costante non risulta mai indigesta: ne hai parlato in modo molto umano, vero e naturale.
La presenza del secondo prompt si realizza invece in maniera più velata. Caroline mente continuamente a se stessa in una sorta di autodifesa emotiva: “Caroline parte per la prima volta. E’ sola e va a Parigi – cosa c’è di strano? Ha solo puntato il dito sul mappamondo e Parigi è una bella città, non è così?”, ad esempio, ci dice che continua a inseguire il ricordo del defunto Klaus, ma che non è capace di ammetterlo direttamente a se stessa. Il prompt è dunque presente, ma si risolve su un piano metaforico che rimane troppo sottinteso. Per questo motivo non ti ho assegnato il massimo.
Bonus: 2/3
Gradimento personale: 10/10
La storia mi è piaciuta da matti. È scritta veramente bene, con uno stile coinvolgente e incalzante che porta il pathos alle stelle. Hai dato voce al dolore in maniera umana e toccante. Mi sono quasi commossa, sul serio, penso non si potesse rendere giustizia alla coppia principale — e non solo — meglio di così. La frase che ho preferito è “è la possibilità della morte a rendere la vita importante.”: si commenta da sola, davvero. Ho amato la scelta di Caroline di rinunciare all’immortalità, la delicatezza con cui hai descritto il suo trapasso, l’incontro finale con Klaus, la malinconia mista a speranza e sollievo del finale. Questa è la miglior Klaroline che abbia mai letto, sei stata capace di farmi apprezzare al pari di un’OTP una coppia che di solito mi lascia piuttosto indifferente — non è una cosa semplice da fare. Al di là dello sviluppo della coppia, la OS è stata una vera e propria sorpresa in tutto. Complimenti!
Totale: 45/48 |