Recensioni per
Kaiju Blues. RABbit on the Run
di Gipsy Danger

Questa storia ha ottenuto 2 recensioni.
Positive : 2
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
23/10/18, ore 19:43

Hallo <3
Sono qui perchè oggi sono finalmente a casa e finalmente posso passare almeno per il primo capitolo di Kaiju. Rileggendolo, non posso che confermare assolutamente quello che già ti avevo detto in passato (sappi che è passato quasi un anno da quando sei venuta a trovarmi a Londra e mi hai fatto leggere questi capitoli per la prima volta, io te lo dico): è FOTTUTAMENTE MERAVIGLIOSA.
Come vedi, te lo dico in francese e in maniera pacata.
Credo che Lys sia un personaggio profondo, molto umano, mi viene da dire che sia tra i tuoi OC migliori e sicuramente la tua OC femminile che trovo più credibile, tosta ma anche fragile nei momenti giusti, a volte sarcastica (“vuoi una scarpa in faccia?” e io mortissima) e altre estremamente chiusa (come si nota con Ariel, che invece pare avere un carattere molto meno pungente) e, Jodie non me ne voglia, credo sia assolutamente la migliore a livello di caratterizzazione.
 E’ una sopravvissuta e (termine inflazionato da Facebook, m’sorry, ma che ci vogliamo fare?) una guerriera a modo suo, giovanissima perchè diciamocelo che è piccolina, che fa tutto quello che deve fare ( In qualche modo, Vancouver sopravvivrà. Come lei fa sempre venire i brividi anche a distanza di mesi). Il fatto che sia una ranner, poi, è estremamente fitting. 
E’ bella (triste :>) ogni menzione a Kaleb ma lo è anche vederla interagire con Ari, mi fa sempre sperare che riprenderai in mano il planning di una certa altra long, ma per ora rimaniamo concentrati su Kaiju.
 «Come uscire da una piccionaia di cemento e scoprire di avere le ali.» direi che questo potrebbe essere un ottimo punto di partenza per farti capire perchè Lys (e Kaiju) mi piace tanto: perchè è diretta ma bellissima.
Nonostante non conosca il film (ancora) e non impazzisca per i Mecha, posso dire senza riserve che hai fatto stra-onore al canon.
 Anzi, credo che il Distretto delle Ossa piacerebbe molto a Del Toro.
La mia parte preferita la devi ancora mostrare (spero che posterai presto, così posso urlare al mondo che Rafa è cucciolo e lo si ama) ma…questo non è niente di meno che un inizio col botto. Immersivo, ben descritto, pieno di azioni che descrivono meglio Lys di quanto non farebbero duemila righe di “era così, le piaceva questo, faceva quell’altro”. 
Ti ho già fatto un lungo commento sullo stile, ma continuo a ripetere e ci tengo a continuare a dirti che credo che sia fenomenale: è maturo e allo stesso tempo molto chiaro, la lettura scorre benissimo e non è appesantita dai salti temporali, che ti gestisci molto bene. La descrizione della radio, Kaiju Blues, e di quell che passano è da brividi, ma mi piace che sia un sottofondo costante e assolutamente presente, anche se incorporeo.

Insomma, 10/10. 

E niente, finirei per ripetermi, quindi chiudo qui dopo essere stata breve breve.
Ero solo passata a dare il mio contributo di cheers e super-incoraggiamento (meritato, ovvio, supermeritato) a questa bellissima long, che merita più amore. <3



Ellie
(Recensione modificata il 23/10/2018 - 07:45 pm)

Recensore Master
13/09/18, ore 23:37

Carissima Gipsy Danger, **

Lo sapevo che ti piaceva Pacific Rim (dal nick in effetti). Io lo adoro. Il primo per la precisione, dove lo sguardo folle di Guillermo Del Toro era riconoscibile nel mondo tetro e bellissimo che veniva sconvolto dai Kaiju. Il secondo l'ho trovato molto più sottotono, ma tant’è. C’è così tanto da narrare di questo universo post apocalittico che non mi dispiace affatto che tu non abbia inserito i personaggi originali dell’opera, e ti spiego il motivo. Innanzi tutto, Ariel e Lys già dal primo capitolo si presentano con delle loro personali storie che emergono in una costruzione a catena molto ben fatta e che si segue perfettamente, inframezzata dai suoni della Radio Kaiju che suona blues e ci accompagna. Il fatto che sia in una barca nel Pacifico non ha potuto non ricordarmi Radio Rock, un delizioso film di qualche anno fa. Il riferimento a La Collina dei Conigli mi ha sorpresa tantissimo: non ho mai letto il libro, ma ho visto il film (che credo sia abbastanza fedele, peraltro) e io adoro trovare riferimenti di questo tipo, a opere meno scontate, nei testi che leggo. In più in questo caso credo abbia anche una valenza nella trama... vedremo. Ma torniamo ai personaggi.

Pacific Rim non è solo la storia dei coraggiosi piloti dello Jaeger, ma dell’umanità che si stringe dietro un muro per fronteggiare mostri enormi, più di quanto il peggiore incubo possa creare. Che vengono dal mare e spezzano la vita come la conosciamo. Il mondo che sopravvive e rimane ha un’eco orientale-centrica (??) sia nell’opera originale che nella tua (su tutti: Keiko Shinnouchi, Hannibal Chau) che mi riportano subito all’atmosfera del primo, fantastico, film. Il pezzo che ho preferito è quando Lys parla della sua famiglia e si rifiuta di dire con che nome la chiamasse sua madre: ho sentito la sua rabbia, il suo dolore, la sua disperazione per una ferita che lei porta incisa non solo nel corpo (posto che se la sia fatta in occasione di quell’attacco), ma anche e soprattutto nello spirito. Bellissimo anche il rapporto tra Ariel e Lys, che incuriosisce chi legge. Vivono insieme, ma in che veste, dato che si vedono nudi e si proteggono? Eppure nella scena manca qualsiasi tipo di erotismo, tanto che li ho creduti due profughi che si aiutano per sopravvivere e basta, inizialmente. Mi è piaciuto molto anche il modo in cui hai spiegato, nell’intreccio dei vari salti temporali, come e perché Lys si debba fasciare il seno: piccoli tasselli di un puzzle complesso come la vita che si vive tra un attacco di un kaiju e un altro. E anche per questo preferisco questa versione più urbana: perché lo Jaeger probabilmente ci sarà o forse no, non importa. Ci sono i kaiju e c’è lo scorcio di quel mondo che Del Toro