Recensioni per
Death Race
di The Custodian ofthe Doors

Questa storia ha ottenuto 70 recensioni.
Positive : 70
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
07/01/22, ore 23:52

Buon inizio anno e bentornata per questa storia
Sono contenta di aver scoperto il tuo aggiornamento, ormai passo tempo qui solo per quello. Rendi migliore il tempo su Efp.
Tre anni sono passati, e a parte come vola il tempo, apprezzo molto il tuo lavoro, e il tuo stile è così avvincente che non mi stancherei mai. Continuerò a seguire anche se dovessero passare altri tre anni o poco più. Ottimo lavoro e corni a così, che sei sulla strada giusta

Nuovo recensore
27/10/21, ore 21:16

Hey~
Innanzitutto ti faccio i miei complimenti per l'impegno e la bravura che continui a investire nel proseguire questa storia, sono già passati tre anni dal primo capitolo, sembra ieri!
Si dimostrano tutti personaggi ben caratterizzati che si distinguono sempre di più con la loro personalità e le loro esperienze, non ci si può non empatizzare e fare il tifo, con le dovute preferenze ovviamente. E non si può non dire lo stesso anche per la storia: pian piano il quadro generale e gli indizi sparsi precedentemente si fanno sempre più chiari, ma ti lasciano il giusto spazio per teorizzare. Ammetto che all'inizio alcune questioni apparivano un po' fumose, ma ora cominciano a farsi più delineate. Una di queste riguardava proprio il misterioso Giordano, abbastanza complesso come personaggio, di cui non sempre sono chiare le motivazioni.
Mi ha molto intrigato il discorso tra Ade e Demetra sulla rinascita e le loro ipotesi sull'effettivo scopo dietro la gara. Anche la dolce compagnia di Amore al giovane e innocente Giordano del passato non è da meno, le cui paure e insicurezze per la lontananza dai suoi cari e dai suoi amici vengono in parte attenuate dal dio, che non è il solo a tenerlo d'occhio.
Per quanto riguarda i nostri semidei, mi sono divertita ad osservare le loro teorie e opinioni sul nuovo arrivato, nonché le difficoltà che deve sostenere quest'ultimo nel sopportarli. La scontrosità di Nathan come al solito è in linea con il suo carattere. Eliza è sospettosa dell'apparente gentilezza di Cicno (come mi aspettavo), ma desiderosa di comprenderlo. Lea è colpita, seppur con un pizzico di invidia e inferiorità, dai poteri del fratello. Jane si dimostra diffidente, ma in seguito affascinata e colpita da quante cose in comune condivide con Cicno, che forse più di ogni altro tra i presenti riesce a capirla. Cade accogliente e fin troppo invadente, ma non completamente convinto della scelta di averlo condotto da loro. Particolare ma valida l'ipotesi di Jonas secondo cui Cicno potrebbe essere un oracolo per la conoscenza di dettagli della sua vita a lui teoricamente ignoti, anche se alcuni di questi semplicemente potrebbero essere stati rivelati dal suo padrone. Forse l'unico di cui non ho ben inquadrato la reazione è Úranus, che non mi ha particolarmente colpito.
Dato il suo passato, immaginavo che Cicno, alla stretta di Cade, avrebbe reagito in quel modo, rivelando tuttavia ai presenti le sue cicatrici e debolezze, di cui l'irlandese ha intuito immediatamente l'origine.
Sarò ripetitiva, ma mi intenerisce sempre il rapporto fraterno che Cade e Jonas condividono.
E finalmente arriviamo alla prossima prova, questa volta organizzata da Demetra. Non mi aspettavo da lei una prova basata sul combattimento, ma immagino non servirà, come suggerisce Cicno e anche la frase finale, la sola forza bruta per superare la sfida. Inoltre mi piacerebbe in futuro vedere Nathan ed Eliza brandire le loro armi, purtroppo confiscate.
Ottima idea comunque quella di dividere il capitolo in due, anche se ad essere onesti avrei preferito alcuni punti più brevi e compatti ora che la gara procede più spedita; tendi talvolta a sovraccaricare eccessivamente di dettagli la narrazione.
Ci vediamo alla prossima!

Recensore Veterano
27/10/21, ore 15:14

Non passo più molto tempo come prima su efp, e sto perdendo molti aggiornamenti.
Il tuo era uno dei più inattesi, credevo che avessi abbandonato la storia. Invece eccoti qui, resisti nonostante tutto.
In un certo senso è una costanza ammirevole, te lo concedo. Capitolo nuovamente dispersivo, lunghissimo quando certe scene sarebbero potute essere più brevi, è come se tu fossi un arciere che si avvicina di poco all'obiettivo. Trovo però che hai una vena creativa interessante, e ora più che mai vorrei sapere dove vuoi andare a parare.

Recensore Master
15/10/21, ore 20:54

Mi dispiace aver notato l'aggiornamento così tardi, ma con l'università di nuovo in presenza è tutto un po' caotico. Ho apprezzato molto il capitolo, mi ha sorpreso in più punti - attenzione alle sviste di battitura - e lasciata col fiato sospeso. Avrei voluto leggere di più anche se sapevo che non era possibile. Sarebbe stato troppo lungo. Hai fatto un ottimo lavoro e mi colpisce quanto tu sia andata avanti.

Nuovo recensore
23/08/21, ore 15:48
Cap. 14:

Hey~
È passato un po' di tempo dall'ultima volta, mi spiace non ti stia godendo bene quest'estate, ma spero possa andarti meglio in futuro. Io ho finito gli esami di questa sessione quindi me la sto abbastanza spassando~ ma veniamo a noi.
Ho apprezzato molto la minor lunghezza del capitolo, non che fosse un grande problema, ma ritengo sia molto più digeribile così. Per gli errori non ti preoccupare, sono perfettamente comprensibili.
Noto con grande piacere il ritorno di Eros (qui Amore)! Mi piace la sua rappresentazione così come (si fa intendere) il suo impatto sulla crescita e maturazione del piccolo Giordano, che nel presente si diletta a passare il tempo con gli altri Dei e non sembra escogitare nulla di buono.
Nel frattempo tra i nostri semidei si solleva l'ipotesi allarmante dei Campi Elisi come prossima tappa, con la conseguenza che Jane e Jonas potrebbero non essere ammessi. Immagino troveranno un modo per eludere questa condizione, oppure non sarà davvero il luogo della prossima prova, o non dovranno per forza entrare dentro le sue mura, come suggerisce Lea.
Finalmente Cicno e Cade si sono riuniti con il gruppo. Il rosso viene accolto con grande calore e tenerezza, dimostrando quanto, seppur da poco, si siano stretti già forti legami tra i semidei. In particolare ho apprezzato il rincontro timoroso ma carico d'affetto tra Jonas e Cade, entrambi desiderosi di non allontanarsi e proteggersi l'un l'altro, come se fossero fratelli da una vita.
Esilarante il confronto tra Cicno e Nathan e le frecciatine del primo al secondo, non poteva che scoppiare la scintilla tra quei due. Il figlio di Ares è riuscito comunque a modo suo a tenere testa a Cicno, dimostrando nuovamente una sua crescita, anche con l'aiuto di Eliza: non è più il capo a cui era abituato in vita e non deve sentirsi costretto a porre su di sé tutte le responsabilità.
E con il loro arrivo il gruppo viene allo scoperto di molte cose: la connessione tra le anime di Jonas e Cicno (quest'ultimo molto abile nel suo intento di riallacciare i rapporti con il primo incoraggiandolo ad accogliere Cade), dettagli sulla vita di quest'ultimo (raccontando della sua morte è riuscito a raggiungere un'intesa non facile anche con Jane), la conferma del segreto scambiatosi tra Cade e Lea, ma soprattutto il padre di Jonas, che è Photos! Non ci sarei mai arrivata, ma questo giustifica il legame con i poteri di Úranus e il caos che è uscito fuori dalla loro unione. Manca solo il genitore divino di Cade, anche se di lui ho già alcune ipotesi, vedremo se confermate.
Infine anche gli ultimi ricordi vengono restituiti ai loro proprietari e Cicno raggiunge il suo primo obiettivo, diventando ufficialmente parte della combriccola e raggiungendo un'intesa con tutti, chi più chi meno, anche se Nathan, e fa bene, nutre ancora molti dubbi nei suoi confronti, vedremo come il figlio di Apollo riuscirà a conquistare anche la sua fiducia.
Attendo con ansia i prossimi sviluppi, a presto e buon lavoro!

Recensore Master
15/08/21, ore 12:54
Cap. 14:

Non mi sta andando tanto meglio, ma questo capitolo è un piacevole regalo di Ferragosto.
Ammetto di aver dovuto rileggere il precedente, ero alquanto confusa, colpa della cronica mancanza di concentrazione in estate. L'editor è un po' confusionario nella parte di mezzo, ma per il resto non ho notato problemi. Ti ringrazio per questo capitolo.

Recensore Veterano
07/07/21, ore 23:32
Cap. 13:

Arrivata in ritardo, ma esami e poca voglia di fare sono stati un bell'ostacolo da superare. Che dire, ho apprezzato molto questo capitolo, anche se la lettura mi ha richiesto tempi dilatati e una continua ricerca di voglia di andare avanti.
Non prenderlo sul personale, ma ero proprio io un mood che aiutava poco con la lettura.
Devo dire che ci sono molti dettagli e la tua fantasia si sta scatenando. Complimenti.

Recensore Junior
27/04/21, ore 18:35
Cap. 13:

Oddei da quanto lo aspettavo! Questi mesi di isolamento hanno reso l'attesa ancora più snervante. Ma comunque, adoro il nuovo capitolo, specialmente la maggiore presenza di dialoghi rispetto al capitolo precedente (anche se forse è una mia impressione). E poi, il mio cucciolo Cade è tornato!!! Mi fa impazzire il modo in cui interagiscono lui e Cicno e non vedo l'ora di vedere come reagiranno gli altri quando glielo presenterà, soprattutto Jonas. Il gruppo continua a comportarsi sempre più come una squadra, anche se nonn mancano gli screzi (iniziano a somigliare a una vera famiglia sgangherata). E poi continuiamo a scoprire dettagli sul passato di Giordano e sul suo piano. Aspetto con ansia di scoprire tutto su di lui e la sua famiglia. In sostanza, bello bello, e non vedo l'ora di vedere il prossimo capitolo! Bye bye!!

Recensore Master
21/04/21, ore 13:19
Cap. 13:

I miei complimenti per le bellissime interazioni e dialoghi del gruppo presentate nei precedenti capitoli, ansioso di leggere i prossimi scontri e come si tireranno fuori dai guai. A presto.

Recensore Master
21/04/21, ore 12:07
Cap. 13:

Niente cioccolata per me, ma almeno ho dei biscotti per poter affrontare la grandezza di questo capitolo. In tutti i sensi.
Lo spiegone era necessario, anche se è stato piuttosto faticoso e ho letto a puntate diciamo. È ottima la costruzione del mondo e ammiro sempre di più il tuo modo di scrivere. Buon lavoro per il prossimo capitolo.

Nuovo recensore
02/12/20, ore 00:23
Cap. 12:

Hey~
È sempre una piacevole sorpresa ritrovarsi un tuo aggiornamento, il 2020 non è pieno di cose negative almeno.
Zona diventata da poco arancione. E lezioni universitarie online come matricola. Insomma, la situazione non è delle migliori, ma neanche delle peggiori.
Bando alle ciance e iniziamo.
La prima novità che noto è sicuramente una maggiore regolazione della lunghezza e del numero dei paragrafi presenti nel capitolo che, personalmente, digerisco di più. Non che fosse un grosso problema, ma talvolta perdevo qualche indizio sparso tra i capitoli.
D'altro canto il gioco sta proprio nel rivelare passo dopo passo il quadro generale, quindi deve essere una strategia ben equilibrata. Man mano che si compongono i pezzi, il puzzle prende sempre più forma e rivela nuovi particolari, sia sul nostro gruppo di semidei (i quali faranno la conoscenza dai prossimi capitoli di un Cicno che ha tutto tranne che buone intenzioni), sia sul passato di Giordano.
A proposito di questo, si approfondisce l'incontro tra Giò ed Eros. Si era intuito che il dio avesse a cuore il primo e che avesse avuto dei trascorsi insieme a lui. Già all'inizio quella bellezza fuori dal comune quasi angelica mi puzzava di divinità, così come deve averne avuto il sospetto anche Giò, che comunque non ha potuto evitare di rimanerne ammaliato (sarebbe stato strano il contrario). Trucco a cui immagino si sia abituato a non cascarci più.
Abbiamo anche un ritorno di Ipno dalla Dimensione Onirica, in cui pare abbia intravisto un piccolo Giò entrato a contatto con una Moira! Tenerello poi il modo in cui il dio del sonno si tiene abbracciato a lui. Ipno evidenzia come egli sia "il loro essere umano preferito", che hanno visto nascere e crescere. Non è la prima volta che le divinità sottolineano la specialità di questo essere, ritenendosi inoltre colpevoli del destino a cui Giò è andato incontro, della sua vita. Tuttavia sotto questo punto di vista egli si ritiene di essere slegato da loro, di essere frutto unicamente delle proprie scelte, con uno scopo ben preciso in mente: appropriarsi di un grande potere, al di sopra degli Dei, che Ipno stesso definisce indomabile e pericoloso (che sia il potere di decidere il destino e la morte, potere appartenente solo alle Moire? Se sparo assurdità chiedo perdono). Una sfida a cui Giò non intende rinunciare ed essendo scampato alla morte innumerevoli volte ne ha di tempo per provarci.
Tornando al nostro gruppo di semidei, ho apprezzato il modo in cui hai sottolineato il senso di protezione che Eliza ha nei confronti dei suoi compagni, in particolare di Jonas, nonostante stiano entrambi vivendo il ricordo della figlia di Nike. Un ricordo che fa riferimento all'ultima battaglia della soldatessa prima dell'imminente morte, nel quale dominano il coraggio, la volontà di garantire un futuro alle nuove generazioni e il desiderio di conquistare la vittoria e la libertà, anche a costo della vita. Si è visto in scena anche le sue spade, che spero prima o poi possano ritornare alla proprietaria; stessa cosa anche per le armi di Nathan e degli altri. Mi ha rattristato il fatto che Jonas abbia dovuto rivivere proprio quei ricordi, caratterizzati da orgoglio e fedeltà alla patria di cui lui in primo luogo ha per diversi motivi rinunciato, opponendo ad essi la sua codardia. Anche Nathan, mentre cerca di riprendersi dagli effetti che i poteri di Jonas hanno avuto su di lui, rimane sorpreso dall'atteggiamento impaurito del più piccolo, ma non lo biasima nemmeno. Al contrario suo, il figlio del dio della guerra a quell'età non andrebbe mai a nascondersi tra le gambe di una donna, nemmeno di sua madre. Comportamento che, racconta, spesso è stato rimproverato dalla sua Lucy.
Nathan, di fronte al lavoro di squadra tra Úranus e Lea, ancora una volta deve affacciarsi alla consapevolezza di non essere più il leader che dava i comandi ai suoi sottoposti, oltre al non dover più assumersi tutte le responsabilità sulle spalle. Questa volta è Jane a farglielo notare, la quale non si tira indietro dal riprendere il figlio di Ares. Gli fa comprendere, severamente ma giustamente, che deve considerare gli altri sullo stesso piano, essi non si aspettano che lui si comporti da capo, perché agiscono secondo la propria volontà, non attraverso gli ordini di qualcun'altro. Anche Jane pare abbia tristemente compreso da tempo che, di fronte alle avversità, non ci si deve aspettare niente da nessuno, neanche da coloro che si ritiene più autorevoli.
Insomma stanno tutti, chi più chi meno, subendo una certa maturazione. Apprezzo soprattutto l'evoluzione di Jane! Non mi aveva dato una buona impressione inizialmente perché non riuscivo a inquadrarla esattamente e ovviamente riusciva bene a farsi odiare dal resto del gruppo. Ma anche lei lentamente sta cambiando e dimostra, anche se non lo ammetterà mai, di essere scocciata e dispiaciuta per la scomparsa di Cade, non (o almeno non solo) per le sue capacità, ma come compagno.
Mi fa sempre piacere leggere le interazioni tra Nathan ed Eliza, l'unica forse in grado di comprendere davvero il suo passato da soldato e tutto ciò che comporta, di cui Nathan si sente in parte colpevole per aver abbandonato la moglie. Anche il padre di Eliza ha del resto agito allo stesso modo, scelta che quest'ultima ha ben compreso, senza incolparlo di nulla; anzi ha deciso di condividerne fortemente gli ideali, spingendola ad arruolarsi. Decisione che pochi avrebbero preso, anche Nathan stesso  ne sembra inizialmente sorpreso.
Ma il figlio di Ares non sembra l'unico ad essersi liberato un peso dal cuore. Anche Jane sembra racchiudere parecchia rabbia dentro di sé, ma è riuscita comunque a gettare fuori nel momento in cui Jonas si è sentito ferito nella fiducia, venendo a sapere da Lea della promessa tra quest'ultima e Cade sulla ripresa delle sensazioni vitali e del corpo.
A tal proposito, finalmente è stato svelato il mistero celato dietro gli affaticamenti, i dolori e la ferita di Cade! Questo significa che logicamente nelle ultime prove avranno un recupero quasi totale del proprio corpo, che diverrà definitivo per il giocatore che avrà vinto la gara. Il rossore di Jonas diventa un perfetto pretesto per collegare la questione della mortalità, ma mi dispiace che venga nuovamente trattato come un bambino dagli altri. Tuttavia ha imparato anche lui a farsi rispettare per certi versi e a non rivolgersi sempre educatamente e formalmente agli adulti (e soprattutto a Nathan, che ricambia con tutto tranne che con l'educazione).
Si era intuito, ma hai confermato che anche le Praterie, così come l'intero Ade, si muovono e confondono le anime; su di alcuni hanno un influsso maggiore come nel caso di Cade.
Scopriamo, nell'ultimo paragrafo, che il padre di Úranus ha in qualche modo collaborato ai piani dell'uomo in nero (sulla cui natura si interrogano i semidei) per raggiungere i propri scopi, ossia salvare e permettere al figlio di trovare il proprio ricordo, anche se ha senza scrupoli rapito Cade in modo che quest'ultimo portasse la sfera al proprietario, si avvicinasse a Cicno e lo invitasse a far parte del gruppo. Mi è piaciuta la descrizione di Fobetone, reso come la personificazione degli incubi (con qualche legame al mondo animale), e il suo mutismo. Questo spiega come mai per Cade, invece di un determinato rumore, fosse proprio il silenzio ad essere assordante. Come sospettavano i nostri eroi, alcune divinità come Fobetone scelgono di aiutare i propri figli. Chissà se sarà l'ultimo a farlo.
E infine abbiamo Cade che, proprio come il Giordano del passato, pensa di aver di fronte un angelo, la cui maschera nasconde però un lato diabolico che Cade, amichevole e socievole com'è, non è riuscito a cogliere, ma chissà se lo faranno gli altri di fronte al nuovo arrivato, ora che Cicno conosce tutte le loro debolezze e può liberamente seguire i piani del suo padrone. Il figlio di Apollo sa però che deve stare attento a come si comporta con Jonas, dal momento che i due sono fortemente legati, ma immagino che alla fine sarà proprio Cade a tenere d'occhio gli atteggiamenti di Cicno nei confronti del più piccolo.
E così siamo arrivati alla fine, buon lavoro e a presto!

Recensore Veterano
23/11/20, ore 22:42
Cap. 12:

Ci sono diversi errori di battitura nel capitolo, cosa più che compresibile se si considera la sua lunghezza. Esteso, molto ben fatto, spiega tutto. Forse un po' troppo. Sembra una carrellata di situazioni senza che si fermi mai. Apprezzo però il ''cattivo''. Cicno mi piace.

Recensore Junior
23/11/20, ore 14:35
Cap. 12:

Punto uno: aspettavo questo capitolo da un secolo Punto due: adoro la citazione a Truman show nell'angolo dell'autore Punto tre: il mio Cade è tornato!! Questo capitolo mi è piaciuto molto; la mancanza di azione viene compensata dall'approfondimento dei personaggi. Apprezzo molto il fatto che Nathan stia finalmente capendo che sì, era un leader in vita, ma adesso si trova in un gruppo dove è più importante l'equità e tutti sono allo stesso livello. Anche Jane e Jonas stanno cambiando in meglio sembrerebbe, diventando una più rispettosa e legata ai suoi compagni, l'altro diventanto più maturo e imparando a farsi rispettare. Il modo in cui tutti scoprono che possono essere feriti e sanguinare come dei viventi è stato un vero lampo di genio, io non avrei mai pensato a una cosa del genere, complimenti. E infine, Cicno torna in gara! E sembra che si sia alleato con il misterioso omaccione. Una svolta che si poteva intuire nello scorso capitolo. E il fatto che abbia subdolamente convinto Cade a portarlo con sé per unirsi al gruppo, sottolinea che c'è molto di più dietro oltre al voler vincere la gara e tornare in vita. Non vedo l'ora di scoprire come andrà quando si ricongiungeranno al resto della banda. Penso di aver detto tutto, quindi grazie mille del nuovo capitolo e alla prossima, attenderò con trepidazione!!

Recensore Master
21/11/20, ore 22:01
Cap. 12:

Sono in zona rossa, e le lezioni online uccidono i miei occhi. Devo dirtelo, adoro la tua storia sempre di più. Ottimo lavoro.

Recensore Master
25/09/20, ore 01:17
Cap. 11:

Hey! Perciò... neanche perdo tempo con le scuse, perché di quelle ne hai già ricevute tante, quindi concentriamoci sul presente, più o meno. Ho iniziato questa recensione prima della vacanza con le mie amiche, anche se poi, però, sono tornata a casa e ho fatto una bella scoperta... lo sapevi che esiste un limite al numero di parole per recensione? Perché io l’ho appena scoperto e ti assicuro che un imprevisto del genere non me lo aspettavo per niente. Cioè, che senso ha limitare la libertà d’espressione dei recensori? Vabbè.
Quindi, via con la cancellazione della parte che avevo scritto, perché era davvero irrecuperabile, e son subito partita con i calcoli per capire quanto potevo dedicarmi a ogni paragrafo. Quanto è lungo il paragrafo, quante parole ho a disposizione tenendo conto del fatto che mi prendo sempre un po’ di spazio all’inizio e alla fine, facciamo un paio di proporzioni... ed eccoci qui. Forse per il futuro dovrò trovare un’altra soluzione. Non lo so. Ad ogni modo, per adesso tento così e vediamo come va, poi dimmi anche te che ne pensi di questo tipo di commento striminzito. Iniziamo?


~ Come mi avevi anticipato, il capitolo inizia proprio con il flashback dedicato al mio Jonas, ormai mi conosci, quindi spero che tu sia conscio di quanta ansia mi aveva dato questa consapevolezza. Ad ogni modo, paranoie a parte, posso assicurarti che le mie aspettative non sono affatto state deluse, il ricordo era semplicemente perfetto. Non era semplice parlare di questo momento, ne sono perfettamente conscia, soprattutto tenendo conto del fatto che la sua morte è una di quelle che stai facendo scoprire in modo più lento, con sempre più indizi seminati abilmente già nei primi capitoli. Nonostante ciò, sei stato in grado di descrivere ogni cosa con estrema naturalezza, hai detto senza dire davvero (e qui io e te sappiamo a cosa mi riferisco), facendo comprendere allo stesso tempo le sue emozioni in quegli ultimi momenti, il forte senso di oppressione che provava, accompagnato dal nulla, il doloroso vuoto allo stato puro, la mancanza di ogni cosa che, invece, avrebbe dovuto provare.
Ho adorato il fatto che tu abbia scelto di portarlo ben presto con la mente a sua madre, perché è pur sempre un ragazzino ed è naturale che sia così, che finisca per preoccuparsi della preoccupazione di lei, punti in più anche per il riferimento al forte contrasto tra il carattere di madre e figlio. Inoltre, quando hai mostrato anche i due ambienti molto differenti tra di loro, il calore della sua camera da letto e la freddezza dei corridoi che gli paiono distanti, nominando nel primo caso l’odore della persona che se n’era appena andata, mi hai immediatamente riportato alla mente qualche capitolo fa, dove invece hai scritto qualcosa come “l’odore indefinibile che aveva sempre paragonato a casa”, e questa mi sembra, senza dubbio, solo l’ennesima prova della tua abilità.
Passando oltre, si ritorna nelle Praterie. Onestamente, temevo con tutta me stessa la reazione che Jonas avrebbe potuto avere sapendo che Lea aveva assistito a tutto quello, e diamine se facevo bene, i miei audio di vagheggiamento non sono stati vani. Ma ehi, anche questa volta mi tocca andare con ordine, perciò… Lea ha notato l’erre moscia! Ahhh, finalmente questa mia malvagia scelta viene fuori :’) certo, le circostanze non sono proprio delle più tranquille, ma tanto non lo sono mai, quindi va bene così.
Apprezzo enormemente poter osservare i due lati contrastanti della natura del suo carattere, specialmente per come sono stati messi in risalto dal paragone con il padre. Sono dell’idea che, una qualche tipo di dualità, sia presente nell’uomo più o meno sempre, ma quella che si va poi a legare al mestiere che si sceglie di intraprendere non è sicuramente da sottovalutare: è bello aver qualcuno con cui scherzare e che ti faccia passare il cattivo umore, ma è anche necessario saper riconoscere il limite, comprendere quando lo scherzo debba finire per ricostruire la serietà di cui la situazione necessita, e lei pare proprio esserne in grado. La sua reazione al puro terrore provato da Jonas mi sembra essere del tutto naturale e coerente, all’inizio è spossata, ha bisogno lei stessa di riacquisire contatto con la realtà, d’altra parte, nel momento in cui riesce a comprendere le emozioni di lui, agisce con una buona dose di calma mista a fermezza, probabilmente un metodo per convincerlo che, effettivamente, va davvero tutto bene come dice.
L’unico mio dubbio, a questo punto, è sul fatto che non abbia compreso nell’immediato cosa dovesse averlo turbato così tanto. Certo, da una parte è ovvio che, di per sé, questo tipo i ricordo fa i suoi bei danni, ma forse la sua esperienza avrebbe dovuto permetterle di comprendere più velocemente cosa temeva, anche se la differenza del contesto di provenienza (e il tuo possibile desiderio di lasciare la questione in sospeso per un altro po’) potrebbe aver avuto il suo bel ruolo. Ci introduci, infine, all’assenza di Cade, ma purtroppo scarseggio di parole, quindi riprenderemo la questione più avanti.

~ Passiamo ai cari Nathan ed Eliza, con questo paragrafo che ho davvero adorato, benché fosse uno dei più brevi. Probabilmente ho già portato fuori la questione, ma una delle ragioni per cui apprezzo tanto le loro interazioni è che, avendo entrambi fatto parte dell’esercito, possono capirsi meglio di altri, il modo in cui parlano tra di loro è di natura differente da quello utilizzato con gli altri, perché così è il loro modo di vedere il mondo. Il malcelato interesse di Nathan nei confronti di Cade e poi di Jonas mi ha fatta sorridere, anche se, ad essere del tutto sincera, devo ancora capire se la ragione per cui tenta di mostrarsi indifferente sia semplicemente dovuta al suo carattere o, invece, si tratti del suo modo di reagire alle perdite subite, insomma, qualcosa del tipo “se non mi importa adesso, non soffrirò dopo”, ma alla fine il risultato rimane sempre lo stesso.
Al nostro figlio di Ares i compagni impostigli dal Fato stanno più simpatici di quanto mai ammetterà ed è un sollievo che ci sia almeno Eliza che tenta a cavargli qualcosa di bocca, perché qui son tutti troppo volenterosi di tenersi stretti i propri segreti e, visto che ci sono, pure i sentimenti. Ad ogni modo, la maggior parte della conversazione va a concentrarsi sulle loro vite da combattenti, esperienze diverse ma che non possono non averli lasciati con segni molto simili tra di loro.
Da una parte abbiamo Eliza, per cui credo, la vita nell’esercito, abbia segnato una vera e propria svolta. Lo hai detto tu stesso, era una ragazza e il modo in cui era stata cresciuta era mal visto, ci saranno state voci e, probabilmente, quelli della sua infanzia e adolescenza sono stati anni prettamente di solitudine. Per raggiungere il suo obiettivo ha dovuto nascondere chi fosse, in modo molto più letterale di quanto avviene di solito, ma in tale maniera aveva ottenuto un gruppo, delle persone che avrebbero lottato al suo fianco e per gli stessi ideali, nonostante spesso avessero età differenti dalla sua. Si può dire che avesse trovato il suo posto.
D’altra parte, Nathan si sentiva molto più a casa quando si trovava al Campo, piuttosto che nel periodo da marines. È cresciuto con il concetto dei “semidei insieme contro il mondo” e lì, in mezzo ai suoi compagni di avventura, a suo modo era importante, un eroe, nonostante la tendenza a limitare i legami emotivi con loro(che poi non ci fosse riuscito poi così bene è un’altra cosa ancora). Al contrario, ho l’impressione che nell’esercito si sia sentito solo uno dei tanti, che quel ruolo, per quanto lo renda orgoglioso, gli abbia sottratto un po’ di spavalderia, e le tecniche di guerra non devono averlo aiutato affatto, poiché troppo diverse da ciò a cui era abituato.
Concludo con una menzione d’onore alla descrizione del Campo, approvata anche dalle mie amiche, e al modo in cui hai trattato la difficoltà dei soldati nel lasciare andare coloro che perdono in battaglia, complimenti, davvero.

~ Questo paragrafo sarà la mia morte, già lo dico. Ho già recensito l’ultimo del capitolo e ho la fortissima sensazione che faticherò almeno quanto per quello, per cui... direi di cominciare subito. Come sai, sempre apprezzati i discorsi sulle abitudini mortali, che hanno portato con sé anche nell’oltre tomba. La verità è che in vita, tutto gira inevitabilmente in torno al tempo, a tal punto che, alcune volte, il suo scorrere mette così agitazione dal portarci a perderlo ulteriormente, creando un loop infinito. Il tempo arriva ad essere la cosa più importante e mi sembra logico il fatto che questo modo di pensare non possa essere spazzato via, neanche dai secoli e dalla consapevolezza di non aver più nulla da perdere, nonostante loro non riescano a capacitarsene.
Mi piace il fatto che, all’interno del giro di pensieri riguardo al tempo, si arrivi a parlare della sua morte, del modo in cui il diverso ha sempre spaventato così tanto l’uomo da spingerlo ad atti ignobili, anche se forse è più egoismo che altro. Capisco il fatto che inizi ad avere dei dubbi sulla possibilità di riuscire a continuare la gara: più si va avanti, più è facile farsi sovrastare dall’idea della possibilità di non farcela, ma ho comunque fiducia in lui! Ci sono ancora molte sfide ad attenderli, del resto.
Ovviamente, però, il momento di riflessione viene interrotto da Jane, in modo brutale come sempre. Nella vita reale, morirei dalla voglia di prenderla a testate, ma in questa situazione, io sono consapevole che è scritta per essere una stronza, e diavolo se lo fai bene. Il modo strafottente con cui si rivolge agli altri è differente, ad esempio, da quello che potrebbe avere Nathan, il forte schermo di distacco la porta a dare per scontato troppe cose. È ben consapevole di essere circondata da brave persone, quindi sembra quasi avere l’impressione che tanto, qualsiasi cosa dica, continuerà comunque a ricevere l’aiuto che le serve, nonostante le discussioni sente di poterselo permettere. Suppongo che per alcuni possa anche essere tollerabile, ma se arriva addirittura a far spazientire Úranus, evidentemente lei non ha proprio un limite, o anche soltanto spirito di auto-conservazione, dipende dal punto di vista.
Il nostro gigante buono preferito, comunque, cerca ugualmente di mantenere il controllo, rispondendole con una calma impressionante. Onestamente, nessuno lo avrebbe biasimato se si fosse arrabbiato sul serio. Invece, preferisce farle presente che non sa tutta la storia, che non può giudicare in questo modo e, piuttosto, dovrebbe imparare a riconoscere le sue fortune, come l’essere stata riconosciuta.
Sono stata parecchio irritata dal modo in cui Jane gli abbia ordinato di utilizzare i suoi poteri, di “rendersi utile”, nonostante lei stessa si stia solo facendo scorrazzare in giro, si lascia guidare dagli altri in modo spazientito, pretendendo cose ma senza far nulla per aiutare in cambio. Insomma, il mio Jonas è una persona abbastanza inutile e per adesso ha fatto parecchio casino, ma almeno lui ci sta provando!
Come c’era d’aspettarsi, questa è la goccia che fa traboccare il vaso, portando Úranus a reagire. Non ha una rabbia esplosiva. Non urla, il suo viso non prende colore, non prova ad alzare le mani. Non sarebbe da lui ed è giusto così, resta calmo anche mentre è furioso e, forse, questo lo rende ancora più spaventoso. Il momento in cui ci vengono raccontate tutte le difficoltà che ha dovuto vivere è scritto in modo fantastico. In particolare, ho notato come, la maggior parte dei rammarichi di questi personaggi, come avviene proprio per Úranus, siano il non poter essere stati accanto a determinate persone. Mi fa sempre pensare a una frase di una serie, qualcosa sul fatto che la vita in realtà non è nostra ma di chi ci ama, la trovo molto adatta.
Ad ogni modo, tutta questa rabbia riesce comunque a portare un vantaggio: adesso devono solo seguire la scia per recuperare il ricordo di Jane.

~ Io questo paragrafo non lo volevo recensire. Ero molto tentata di scrivere solo “AAAAAH”, ma con circa 4500 A. E non scherzo, avevo parlato con le mie amiche di questa possibilità, perché cosa può descrivere meglio ciò che ho provato se non un urlo di panico misto a sensi di colpa? Onestamente, sono tutta un subbuglio di emozioni, fin dalla prima lettura, e sto ancora cercando di riprendermi, non so con che coraggio scriverò tutto.
Ma andiamo a parlare del vero e proprio contenuto, sennò non si finisce più. L’inizio è molto semplice ma piacevole e, in special modo, è in grado di far capire si stia parlando di Cade senza alcun problema, nonostante il suo nome appaia solo ben dopo la metà. Ancora una volta, si torna alla sua incredulità per il destino che gli è spettato. Credo che abbia smesso di sognare il “Paradiso” molto, troppo presto, e ritrovarvisi deve essergli parso quasi come uno scherzo. Non dubito del fatto che, dopo le parole di quel ragazzo in fila dietro di lui, ce ne abbia messo di tempo per metabolizzare cos’era accaduto.
I ricordi di casa sua sono dannatamente familiare: mi appaiono come qualcosa di vicino, che ho già visto, anche se so perfettamente di non aver mai letto un libro ambientato in quegli anni che non vedesse protagonista la nobiltà. Questo per dire che è stato un pezzo davvero fantastico, in caso contrario non avresti potuto trasmettere tutto questo calore, questa nostalgia. Pare quasi di perdersi insieme a lui nella sua mente, lentamente, ma inesorabilmente. Si percepisce il bisogno quasi morboso di aggrapparsi a queste memorie, a una vita che era stata dura, ma dannatamente bella, più di quanto sia in quel regno idilliaco in cui è finito con la morte. Cade sembra necessitare tutto ciò molto più di altri e senza i ricordi di questi amici di una vita appare spento: basta ripensare ai primi capitoli, prima che venissero nominati i Liberty, prima che si mostrasse per la sua vera natura, quando ancora non riuscivo ad apprezzarlo, non mi diceva nulla, mi era del tutto indifferente.
Ed ecco che arriva la grande questione che mi ha fatto spegnere il telefono e desiderare una scusa per non continuare a leggere. Hai brutalmente calpestato il mio povero cuore, per poi passarci sopra con un camion, o almeno la sensazione è questa. Temevo l’arrivo di questo momento, perché so quanto la morte di Jonas vada contro i principi di molti dei suoi nuovi compagni e vedere Cade spezzato da questa nuova consapevolezza mi fa star male. Credo, spero, che parte di queste emozioni siano dovute all’influenza delle Praterie, ma ovviamente non lo rende meno pesante. Direi, però, che ancora più di prima viene evidenziata la differenza della visione della propria patria che hanno Cade e Jonas. Cade trova semplicemente impensabile non amare l’Irlanda e per lui, quindi, non può che risultare impensabile non essere disposti a tutto per salvarla. D’altra parte, per Jonas non è così, non ha mai provato speranza nei confronti della sua terra, è cresciuto in un contesto che andava solo a peggiorare: la Germania era irrecuperabile. Posso capire, perciò, l’incredulità di Cade, perché è qualcosa che va così oltre a ciò a cui è abituato che non può comprenderla e sa così poco da non potervisi ancora immedesimare.
Questa lunga sequenza descrittiva, però, viene spezzata dal raggiungimento delle anime che dimorano nelle Praterie. Adesso, voglio capire come minchia ha fatto a finire lì, Dio santissimo. Cioè, questo non poteva fare la persona normale e girare intorno alla stessa zona all’infinito, no, qui siamo sfigati pure nella morte e si va all’inconscio inseguimento di suoni che non esistono. Ora dimmi se non mi deve venir voglia di dare testate al muro.
A questo punto, comunque, Cade sembra quasi svegliarsi da uno stato di trance, e non è da escludere ci sia effettivamente andato vicino. Direi che il panico sia del tutto giustificabile, probabilmente reagiremmo tutti così sapendo di esserci allontanati così tanto dalle uniche persone di cui ci fidiamo, anche soltanto se avvenisse in un luogo affollato, figuriamoci lì. Il sangue che cola dalle orecchie è già molto meno normale. Ancora meno normale il fotTUTISSIMO RAPIMENTO, MANNAGGIA A TE! Ora, c’è qualcosa che non va. Logicamente, non dovrebbe essere una sparizione come le altre, visto che più avanti viene data agli altri la sua sfera. In sostanza, sto ancora cercando di capire il senso di tutto ciò. Nel dubbio, ti odio tantissimo, ma sempre con affetto.

~ Ammetto di aver rimandato il parlare di questo paragrafo il più possibile, nonostante io lo abbia davvero amato. Come già ti avevo accennato, non seguo un vero criterio per l’ordine in cui parlo dei vari paragrafi, ma adesso occuparmi di questo mi sembrava la scelta migliore. Insomma, sono pur sempre una ragazza, negli anni, ho sentito degli sconosciuti fare apprezzamenti su di me per strada e degli uomini di mezz’età mantenere lo sguardo sul mio seno per un po’ troppo tempo. Ho scelto di indossare un vestito per il mio ultimo primo giorno di scuola, per nulla scollato, per poi sentirmi dire da una professoressa che secondo lei ero “nuda”. Quale momento migliore per parlare dell’esperienza di Cicno, allora?
Trovo che tu abbia trattato il tutto in modo davvero eccezionale, centrando perfettamente il punto della situazione. La sua storia, ovviamente, è simile a quella di molti altri, perché in fondo il mondo fa davvero troppa fatica a cambiare, e questo porta la sua esperienza ad avere sì, una forte componente molto personale, unica e che appartiene solo a lui, ma rende anche davvero facile per il lettore entrarvi in empatia, comprendere i suoi sentimi e i meccanismi mentali che lo hanno portato dov’è oggi.
Il modo in cui la madre gli si rivolgeva mi fa venire i brividi, appare quasi lusingata dalla bellezza del figlio e da ciò che comporta: sa cosa gli potrebbe accadere, sa quanto potrebbe soffrire, eppure sceglie di ignorare gli aspetti negativi, perché nel mondo in cui vive questa è la normalità e non riesce a comprendere quanto invece possa aver spezzato il suo amato figlio. Sono dell’idea che, in qualche modo, avere la madre a proteggerlo dal resto del mondo lo avrebbe potuto aiutare, ma temo che lei lo abbia visto quasi come un dono da condividere.
Non credo avrebbe mai potuto essere l’esempio di bravo ragazzo, molto probabilmente in lui era comunque presente una forte indole approfittatrice ed egoista, ma credo appaia ovvio il fatto che, senza le molestie subite, il suo modo di essere sarebbe stato ben diverse. In ogni caso, ciò non è avvenuto, e io non sono d’accordo, non condivido, ma capisco quale sia stato il ragionamento di Cicno. La mia teoria è questa: ha sempre avuto una forte componente egocentrica, forse anche ambiziosa, nel suo carattere e questa è stata terra fertile per il desiderio di potere che ha iniziato a sviluppare.
Dopo anni ad essere succube, Cicno si è stancato e ha deciso che era il suo momento di prendere le redini, il suo momento per avere la meglio. Perché la cosa è proprio questa, nonostante quanto patito, lui non prova empatia nei confronti di nessuno, non ha mai provato a difendere chi si trova nelle condizioni a cui un tempo era costretto, ma piuttosto desidera far provare ad altri la sua stessa sofferenza, desidera sfogare il suo dolore causandone altro ancora.
Proprio per questo, non ha importanza quanto io mi senta male per ciò che ha dovuto subire o per il ruolo a cui era stato costretto, non potrò mai empatizzare con lui completamente. Come puoi sentirti in totale sintonia con qualcuno che agisce con una crudeltà così consapevole?
Cicno, comunque, non è l’unico personaggio che abbiamo modo di vedere all’interno di questo paragrafo. Ho adorato le sue interazioni con il suo nuovo comandante. Ho adorato vederlo tirar nuovamente fuori la maschera che ha costruito con tanta cura nella sua vita, ho adorato vederlo assumere un tono incantatore, di quelli che fanno intendere piena disponibilità, ma allo stesso tempo emulano l’inconsapevolezza di ciò che sta effettivamente avvenendo. In tutto ciò, ovviamente, il suo signore sa per filo e per segno cosa sta provando a fare, ma decide comunque di premiarlo, per così dire: l’indiretta proposta di vendetta per lui è allettante e l’intero momento, a mio parere, è stato davvero molto forte, non ho potuto che sorridere, leggendolo.

~ Ho provato a recensire questa parte qualcosa come… quattro o cinque volte. Non mi veniva. Non so perché, ma questo duo mi ha dato parecchie gatte da pelare, ma proviamo comunque a vedere cosa ne viene fuori. Tutto ciò non ricomincia dove ci eravamo fermati, ma l’atmosfera resta ugualmente quella, anche se, purtroppo, in questo caso non è necessariamente positiva. Certo, la rabbia e il nervosismo di Úranus sono la ragione principale per cui hanno trovato il ricordo di Jane, ma in generale poteva andare meglio. Le tematiche ormai sono familiari, ma sono entusiasta dello spazio che Úranus ha ottenuto in questo capitolo. Ha una visione piuttosto oggettiva della sua vita, per quanto sia possibile, ciò lo rende in grado di comprendere i lati positivi e negativi di quello che ha vissuto: riconosce di aver avuto una madre che lo amava, ma è dolorosamente conscio del modo in cui ha dovuto nascondersi, pregando gli dei che l’odio di chiunque incontrasse non superasse mai il limite.
Per proseguire, quella a cui tocca sperare adesso sono io, se ciò che accade durante le prove avesse ogni volta ripercussioni su quelle seguenti potrebbe essere un bel problema, già fanno fatica così, meglio non infierire. Una difficoltà alla volta, però: mi sembra del tutto normale che inizi a chiedersi che tipo di ricordo fosse, specialmente perché in morte, probabilmente, deve venir facile ritornare con la mente a questo tipo di momenti, quelli legati alla fine di tutto, sono sicura che si sia ritrovato a rivangarlo più di una volta, e non sapere più neanche di cosa si tratti deve essere strano.
Sorpasso abilmente le preoccupazioni di Úranus nei confronti di Lea (mi sembra molto da lui, ma… dude. L’hai visto Jonas? Non risulta credibile come fonte di minaccia) e vediamo subito il raggiungimento del ricordo di Jane. Semplicemente fantastico. Li immagino benissimo, lì, immobili, senza il coraggio di muoversi, perché osservare il danno fatto lo renderebbe più reale. Ad ogni modo, sono stati fortunati e la distanza tra il corpo di lei e il ricordo non era troppa, quindi abbiamo l’occasione di osservare il passato della nostra streghetta preferita.
L’inizio del ricordo è un po’ confuso, complice il fatto che vede protagonisti due personaggi femminili, ma può anche passare inosservato, se pensiamo a quanto deve essere stato caotico come momento. Suppongo che abbia appena saputo della dipartita del padre, deve essere un tipo di dolore fortissimo, quando si è così giovani e non se lo si aspetta, specialmente se una parte di te si incolpa. Poi, forse ho frainteso io la situazione, forse no, ma la descrizione del momento mi da l’impressione che Tituba, dopo averle detto di andare a casa, possa essere stata la persona a rivelarle qualcosa sulla sua natura semidivina, ma ho la fortissima sensazione che a questo giro io stia facendo uno strafalcione. Ad ogni modo, dopo questo primo stralcio di cui probabilmente non ho capito nulla, arriva la rabbia, che ha continuato ad accompagnarla anche nella morte. Trova sua madre, anche lei morta, e ne soffre, ne soffre tanto, ma la rabbia e l’odio sono ugualmente più forti, sono l’unica alternativa alla disperazione. Non ha più nulla da perdere (se non la sua stessa vita, come accadrà) e l’unica cosa che ha davvero importanza è far provare ai colpevoli del suo dolore quelle stesse sensazioni.
Si ritorna, a questo punto, al presente. Capisco lo shock di Jane. Non solo ha dovuto rivivere la scelta che l’ha portata a morire, ma anche la scoperta della morte dei suoi genitori. Un secondo prima erano solo sentimenti di riflesso, ma con la rottura della sfera torna ad esserci tutto: in generale, mi sembra coerente con il personaggio visto fino a questo momento fino all’ultimo. Confusione e spossatezza all’inizio, poi ricomincia a pensare e il suo cervello la riporta all’unica reazione che la fa sentire sicura, quella stessa rabbia e odio.
Allo stesso tempo, Úranus dimostra la sua caratteristica maturità ed estrema tranquillità. Lo nota lei stessa, lui non abbassa la testa, le risponde a tono ma con classe, cercando di farla ragionare, ma anche dimostrandole che non si abbasserà al suo livello. L’ho davvero adorato. Infine, il nostro omone si rende conto che c’è qualcosa che non va, percependo il panico di Jonas e l’agitazione di Lea. Onestamente, sarebbe stato strano se non avesse sentito nulla, considerando il disastro che era in corso. Resta il fatto che Cade è sparito, quindi Úranus, grazie per essere preoccupato, lo sono anche io, soffriamo insieme.

~ ALLORA. Posso dire di non averci capito nulla? I miei poveri neuroni ormai sono totalmente in sciopero e, devo dire, ho fatto abbastanza fatica a seguire il discorso presente in questo capitolo. Non fraintendermi, come sempre è scritto bene, semplicemente sto avendo un po’ di difficoltà a rimettere a posto i pezzi e a unirli con quelli degli ultimi capitoli, quindi non sono affatto sicura di ciò che sono riuscita a ricostruire. Abbi pietà di me, non so se tu lo stia facendo apposta o meno, ma stai rendendo tutto ancora più complicato di quanto sembrasse prima, che può essere divertente, certo, ma mi fa sentire piuttosto inetta.
Comunque, iniziamo subito: la descrizione del luogo in cui è ambientata la scena fa immediatamente comprendere a chi appartenga la stanza e, di conseguenza, gli stessi personaggi che vi si muovono. Ho apprezzato parecchio i riferimenti alle molteplici decorazioni con la forma di una conchiglia, che non solo richiama alla mia mente lo stile rococò, ma soprattutto appare come un chiaro riferimento al mito della nascita della cara Afrodite e, nel complesso, direi che si è rivelata come una scelta vincente ed efficace
Dell’intera descrizione, però, ciò che mi ha colpita di più è senz’altro il paragone con le nuvole. Mi piace come ad Eros, perché non ho dubbi sul fatto si tratti di lui, sia venuto spontaneo, credo faccia intendere alla perfezione quanto ormai sia in sintonia con il mondo mortale; del resto è del dio dell’amore che stiamo parlando, sono poche le divinità così vicine all’uomo.
Come hai detto tu stesso, però, in questo momento a lui degli esseri umani importa ben poco, la sua attenzione è rivolta totalmente a Giò ed è proprio questo che da inizio alla parte più attiva del paragrafo, se così vogliamo definirla. “«Guardi ancora lui? Ti è sempre piaciuto tanto.»” è una frase semplicemente perfetta, non so te, ma io mi sento dire cose del genere da mia madre almeno da cinque anni, perché evidentemente a loro piace far presente che quando una passione di qualsiasi tipo è iniziata, c’erano.
Ora, avrai già capito che questo paragrafo non sarà recensito in modo coerente... cioè, non che gli altri lo siano, ma questo sarà ancora peggio del solito, quindi tieniti pronto. Da quello che hai detto negli ultimi capitoli, sembrerebbe quasi che Giò sia stato una sorta di esperimento, ma nel senso divino del termine. In questo caso, Eros ha dichiarato “«Se le cose fossero andate secondo i piani, adesso potresti vantarti di esser la fautrice della sua nascita.»”, rendendo chiaro che c’era un’idea dietro, probabilmente un’idea confusa, ancora indefinita, su cui si doveva lavorare, ma comunque un’idea.
Ne ho approfittato anche per tornare indietro a un paio di capitoli fa, considerando che è esattamente ciò che ho fatto dopo la prima lettura, per poter confrontare questa conversazione con alcuni frasi scambiate tra Ade, Thanatos, Ipnos ed Eros. Forse sto fraintendendo, anzi, è molto probabile considerando che nel corso dell’ultimo anno non hai avuto l’occasione di reindirizzarmi verso un pensiero più coerente, ma sembra proprio che la sua stessa nascita sia stata una sorta di scommessa, un qualcosa che sarebbe stato meglio non avvenisse ma che hanno scelto di lasciar accadere, decidendo, visto che c’erano, di osare ancora di più. Insomma, avrebbero calcato troppo la mano.
Ad ogni modo, come già detto, questa parte della discussione tra madre e figlio non mi ha certamente aiutata a fare chiarezza nella mia mente, lasciandomi con ancora più dubbi. L’unica cosa certa, a questo punto, è che Eros sa più di quanto vuole dare a vedere, sembrerebbe quasi tentare di accompagnare Afrodite nella strada della comprensione, dandole qualche input in più, facendole notare dei dettagli: la vuole dalla sua parte e le vuole dare un assaggio del divertimento che lui sta già assaporando, perché, come ha detto lei stessa all’inizio, infondo sarà dalla sua parte anche questa volta.

~ E così, si ritorna a Lea e Jonas che, ovviamente, non se la stanno passando affatto bene. Ammetto che un po’ mi dispiace per lei, da adolescente emotiva con amiche adolescenti emotive, so con certezza che in momenti di crisi del genere sembra di star parlando con un muro, perché la persona non solo tende a bloccarsi su dei concetti, che non riesce a togliersi dalla mente, ma quasi sempre si fissa anche su un certo atteggiamento fisico, però direi che apprezziamo tutti lo sforzo, sono piuttosto convinta che i tentativi non siano stati pochi e che fosse molto più facile lasciarlo stare. Purtroppo, da qui in poi la recensione del paragrafo sarà molto sintetica e meccanica, perché ho fatto una lista di punti da trattare e sono decisamente troppi, spero non faccia schifo quanto temo.
Perciò, come sempre, i pensieri di Jonas e come si stia lasciando far guidare dalle paure erano perfetti, da soprattutto grazie al modo in cui da una parte lo portino ad arrivare alla conclusione sbagliata, dall’altra causano solo altri dubbi e timori. Mi piace il modo in cui tu stia puntando molto sull’orgoglio per la maggior parte delle sue scelte, è qualcosa dannatamente da lui e la stai usando alla grande. Inoltre, per quanto sia un peccato che Lea abbia dovuto subire una reazione così brusca, trovo molto adatta al contesto l’affermazione di Jonas, quel ”non puoi capire”, perché il sentirsi compresi è probabilmente uno dei desideri più grandi che si provano durante gli anni dell’adolescenza e, allo stesso tempo, quello che sembra più irraggiungibile, questa è probabilmente una delle cose che portano più in evidenza la sua età.
Ad ogni modo, tramite la loro discussione arriviamo a conoscere piccole informazioni in più su Lea, in maniera discreta e per niente invadente, se così possiamo dire. Insomma, non sembra siano state messe lì tanto per farlo, bensì, in quel momento hanno un significato ben preciso, perché, oltre a darci uno sguardo più chiaro sul rapporto con il fratello, ci fa comprendere le sue condizioni di vita. In questa maniera, arriviamo a un altro momento di riflessione, che porta a risolvere la questione sul termine frocio, iniziata con Nathan all’inizio del capitolo precedente. Ragionandoci bene, era intuibile potesse essere Giuseppe una persona vicino a lei che ha vissuto questo tipo di discriminazione, poiché era il personaggio che si inseriva nella biografia di Lea con maggiore impatto, del resto avrei potuto star toppando alla grande con l’idea di ragionarci logicamente, quindi sono felice di non aver sbagliato.
Unica pecca in tutto ciò: il suo discorso sulla libertà, il lieve disprezzo per tutti quei regimi che impongono il proprio pensiero, a tratti potrebbe apparire un po’ troppo moderno. D’altra parte, nella storia ci sono sempre state quelle figure, per così dire, “più avanti del loro tempo” e il trovarsi sotto un popolo a cui non sente di appartenere (come nel caso di Cade) deve aver solo facilitato il processo, per cui non è una questione troppa problematica e possiamo superarla con serenità. Per la seconda volta, infatti, Cade torna alla mente di Lea, per essere velocemente dimenticato in favore di altri discorsi. Mi chiedo, a questo punto, se non si tratti proprio dell’influenza delle praterie, a distoglierla i suoi pensieri dal nostro irlandese preferito, forse per la stessa ragione per cui su lui ha un effetto così forte.
Ritornando al suo discorso, comunque, sono rimasta molto incuriosita dalla questione del “ragazzo che avrebbe potuto amare, se solo fosse tornato da lei”, suppongo che, come spesso accadeva, questo sia andato in guerra prima che il loro rapporto avesse un’evoluzione, ma conoscendoti potresti decidere di tenere quest’informazione per te per un altro po’ di tempo. Qui, correggimi se sbaglio, mi sembrerebbe essere successa una cosa del genere: Lea si è resa conto di quanto Jonas faccia affidamento sul sull’orgoglio, quanto cerchi di mantenerlo intatto, e ha scelto volontariamente di provocarlo, distogliendo quindi la sua mente dal problema iniziale. La discussione, poi, le è sfuggita di mano.
Trovo perfetta l’escalation di emozioni della nostra cara figlia di Apollo, è decisamente realistico. Credo che accada spesso, nella vita reale, di iniziare una discussione in modo tranquillo, con intenti scherzosi o simili, per poi lasciarsi semplicemente trasportare dalle emozioni, tralasciando totalmente quale fosse il punto principale e iniziando una sorta di battaglia indipendente e, considerando tutto, sembrerebbe che lei ne abbia molte da combattere. Purtroppo, per le stesse ragioni di sempre, non ho la possibilità di vederli nello specifico, ma casomai ne parliamo tra di noi. Allo stesso tempo, trovo che tu abbia scelto bene il modo che ha Jonas per reagire a questo improvviso sfogo: perplessità mista a un po’ di indignazione, seguita dall’impacciato tentativo di estrapolarne qualcosa. Hai inserito in modo efficace il discorso sulla visione del genere femminile che ti avevo fornito, anche in questo caso non appare affatto invadente e, anzi, si sposa perfettamente alla situazione, in cui queste due persone molto differenti da più punti di vista vengono portate al loro primo vero confronto.
Perfetto, ormai non ne sarai più sorpreso, il modo in cui ha tentato di rendere propria l’esperienza di Lea, per comprendere al meglio il suo punto di vista e applicarlo a ciò che ha vissuto. Mi è piaciuta, in particolar modo, quella piccola precisazione che hai tenuto a fare, quel “Ludwig, il suo migliore amico d’infanzia”, evidenziando il particolare modo il titolo attribuitogli per quell’occasione, nel suo piccolo ha un forte significato.
Dopo la burrasca, fortunatamente, i loro animi si calmano e la tensione è ormai spezzata, la tranquilla conversazione che provano a portare avanti parlando del concetto di “fratelli” era davvero piacevole, ma ovviamente, lo scrittore qui sei tu, perciò il paragrafo va a concludersi con una bella dose di panico, insomma, Jonas si era appena ripreso, non gli facciamo prendere l’ennesimo accidente? Scherzi a parte, neanche a dirlo, facendogli collegare la scomparsa al loro litigio hai fatto la mossa giusta, in una situazione del genere non avresti potuto fare di meglio.

~ Essendo un paragrafo ricco di parti discorsive, sarà un po’ più complesso parlarne, ma farò un tentativo, imploriamo venga qualcosa quantomeno decente, anche se onestamente la vedo abbastanza male. Inizio dicendo che hai piazzato bene il lieve riferimento alla precedentemente nominata Beth, ovvero in relazione al nome che condivide con Eliza (è stata una tua scelta di vita il diminutivo che è l’esatto opposto di quello della nostra soldatessa o semplicemente un caso?), una piccola frase, ma mi ha fatta subito scattare sull’attenti.
Invece, parlando onestamente, credo di aver screenshottato e inviato alle mie amiche quasi ogni frase di Nathan in questo capitolo, non so se sono io che mi sono ammorbidita troppo nei confronti di questi personaggi o cos’altro, fatto sta che ormai rido praticamente ogni volta che lui apre bocca. Nella più probabile delle ipotesi il problema ce l’ho io, ma il modo un po’ scazzato, ma che fa comunque trasparire un certo interesse, che lo caratterizza ogni volta in cui si rivolge a chiunque è semplicemente fantastico. Disagi vari a parte, sei riuscito a dividere in modo efficace il contenuto di questa prima parte di dialogo, tra la preoccupazione nei confronti dei compagni che non sono con loro e le domande sulle origini divine di Úranus.
Facendo anche riferimento a quello che ho scritto poco fa, “«E che problema c’è? Di solito è quel roscio del cazzo di Cade a fare da camomilla al moccioso.»” mi ha letteralmente stesa, è magnifico come ormai tutti si siano abituati a quest’idea e venga quindi spontaneo fare il collegamento tra una “perpetua” agitazione di Jonas e l’assenza di Cade, sono felice del fatto che, almeno, tutto ciò ha portato Nathan ad entrare nella sua modalità più calma e razionale.
Allo stesso tempo, non credo di averne mai parlato, ma adoro come, fino a questo momento, abbiano avuto la tendenza a non chiedere del genitore divino degli altri, o almeno non abbiano insistito più di tanto, lasciando ai compagni la libertà di decidere il momento giusto. È come se ci fosse una regola non detta, probabilmente legata alle difficoltà che questi genitori hanno sempre portato con sé, credo che sia un modo di agire adatto a qualsiasi personaggi, per cui ottimo lavoro. Il fatto che avessi effettivamente azzeccato il padre di Úranus, quel “«È grave?»” di Eliza, neanche si stesse parlando di una malattia, e il modo in cui Nathan ha descritto la questione aggiunge punti al tutto.
Come sempre, molto apprezzata la parte di dialogo più superficiale, in cui parlano del modo in cui Jane ha riottenuto il suo ricordo, ma questa è seguita da un momento che attira ancora di più l’attenzione, per cui direi di passare subito alla cara Eliza. Trovo molto appropriato per il personaggio che abbiamo visto fino ad ora arrovellarsi nei pensieri, nel tentativo di comprendere le cause dietro alla sparizione di Cade. Nonostante l’inizio difficoltoso, già da quando si sono separati nel labirinto era evidente quanto si fosse effettivamente affezionata a lui, ha imparato a conoscerlo e sa che, al contrario di altri, non è una persona che scappa e la fedeltà alla sua compagnia può portarlo sicuramente a mettersi nei guai.
I suoi pensieri, comunque, vengono interrotti, ma al contrario di come avviene di solito, non è qualche litigio ad attirare la sua attenzione. Lo aveva già accennato Ermes, nello spiegare la sfida che avrebbero dovuto compiere: il ricordo non sarebbe stato necessariamente un immagine e infatti Eliza percepisce chiaramente un suono. Come per la questione dei ricordi più vicini e più distanti, credo che anche in questo caso può essere uno svantaggio e un vantaggio, insomma, risultano più difficili da vedere, ma sono gli unici che possono essere uditi e, probabilmente, nel silenzio generale non possono che spiccare.
Mi ha sorpresa non poco il fatto che lei abbia avuto un dubbio sul prendere la sfera o meno. Non so, fino a poco prima era così preoccupata, desiderosa di ritrovarlo, e subito dopo mette in dubbio tutto, chiedendosi se ne vale davvero la pena, quando ho letto questa cosa ho praticamente spalancato gli occhi, pregando tutti i santi che tornasse in sé. Ad ogni modo, arriva il nostro uomo misterioso a risolvere tutto (ti vedo che stai citando Tolkien, caro mio), perché non si era già impegnato abbastanza a far andare avanti nella gara questo branco di idioti. Mi è piaciuto parecchio il modo in cui, guardandolo, lei non abbia potuto fare a meno di attribuirgli caratteristiche che non potrebbe davvero aver individuato, è come se la sua intera aurea trasmettesse qualcosa, permettendo al cervello di completare l’immagine. Mi sarò spiegata bene? Questo puoi dirmelo solo te.
In tutto ciò, però, lui non è l’unico ad essere visto da Eliza, essendo presente anche Cicno. Posso dire che ho urlato un bel “NO, CAZZO!”, quando lei nel osservarlo non ha individuato i bracciali? Era la cosa perfetta per far fare a quel demente del mio OC 2+2 e capire di chi si sta parlando nel momento in cui, quando la situazione sarà più tranquilla, lei tirerà nuovamente fuori l’argomento con tutti presenti. Adesso mi tocca sperare solo in un’illuminazione divina, sigh.
Tornando alle cose serie, con gli altri che si rendono conto della compagna rimasta in dietro, riescono finalmente a ragionare meglio su questa competizione. Avevano intuito già all’inizio che si cercava di portare avanti solo semidei, ma di certo non potevano immaginare che ci fosse qualcuno che desiderava con così tanta passione che loro proseguissero. Apprezzatissimi il riferimento a 1984, che tra l’altro dovrei leggere in inglese per scuola e il recap della situazione da parte di Nathan, conclusosi con quel bel “«e che porco Zeus qualcuno vuol qualcosa da noi.» ”.
Ora come ora, credo mi convenga solo pregare affinché si ricordino effettivamente di parlarne meglio e decidano di dirsi tutto ciò di cui sono a conoscenza, perché in questo modo avrebbero davvero la possibilità di capirci qualcosa, alla fine non sono stupidi, pensassero tutti insieme, potrebbero capirci anche più di noi!

~ Non mentirò, questo è un altro paragrafo che mi lascia piena di dubbi, non so bene come approcciarmici. L’inizio, ovviamente, segue la solita struttura di quando non ci sono i cari fanciulli di mezzo, con le tue pillole di vita e luoghi divini, il che alla fine è abbastanza rassicurante, insomma, qualche certezza me l’hai lasciata. Mi è piaciuto che tu abbia scelto di ricordare come il potere delle divinità derivi dalla forza con cui vengono ricordati e, soprattutto, l’importanza per loro dei luoghi dove “sostare” nei templi.
Mi avevi già anticipato la simpatia che provi nei confronti di Era, per cui non sono stata affatto sorpresa dalla tua decisione di riscattare la sua figura, anzi, ammetto che non vedevo l’ora di scoprire come ne avresti parlato. Credo tu ti sia mosso bene, evidenziando che ad essere errate non erano le sue reazioni, ma bensì il modo in cui sono state giudicate. Era è stata colpita nella sicurezza del suo patronato, ferita da un dio troppo egoista per comprendere il male che stava provocando, o anche soltanto per dargli importanza. La sua avrebbe dovuta essere la famiglia d’esempio, perfetta, fondata fin dalle fondamenta sull’amore e la fiducia reciproca, ma come dichiara lei stessa, questo diritto le è stato strappato con brutalità. Cerca costantemente di mantenere su l’aspetto di facciata, la madre perfetta, nonostante la sua vita familiare non sia affatto delle migliori.
Ho amato anche come questa sorta di messa in scena riesca ad avere il suo effetto anche su Gio, che fino ad ora sembra essere divenuto immune ai giochi degli dei. Si sente a suo agio, abbastanza da muoversi senza vergogna nel territorio di Era, ma questo non gli impedisce di desiderare di impressionarla e compiacerla, indossando qualsiasi cosa possa soddisfarla. Lei mi da l’impressione di una di quelle figure che non possono che metterti in soggezione, ma scaldarti comunque il cuore, grazie alla loro familiare eleganza che esprime dolcezza e severità.
Adesso, però, mi sembra meglio passare alla conversazione tra questi due personaggi, tanto simile e pur sempre molto differente da quelle che abbiamo visto negli ultimi capitoli. Era, come ormai quasi tutti, si è resa conto delle stranezze che stanno avvenendo e non teme l’esprimerlo di fronte al diretto interessato: le considerazioni sono quelle oramai chiare, la gara è un conveniente mezzo d’intrattenimento per le divinità e le sparizioni e comparse di anime non sono affatto casuali, ma celano invece una personale visione della giustizia, del modo in cui andrebbero giudicate, ma anche molto di più. Il senso di colpa si dimostra ancora una volta uno dei protagonisti di questa storia, in questo caso riguarda Gio e la sua famiglia perduta tempo addietro. Credo che gli dei non siano totalmente nel torto, molto probabilmente ciò che è avvenuto alla sua famiglia qualcosa deve avercelo a che fare, ma in modo differente rispetto a quanto si aspettino, insomma, hai espresso chiaramente quanto per lui siano stati eventi dolorosi.
Per quanto riguarda il concetto “non dubitare mai del tuo pensiero”, capisco da cosa possa provenire, ma non sono proprio in grado di condividerlo. Sono dell’idea che la consapevolezza di non essere sempre nel giusto e l’essere aperti al pensiero altrui dia grandi possibilità di crescere, ma è normale che qualcuno così vicino agli dei sviluppi un modo differente per vedere la questione.
Per concludere, ammetto di aver molti dubbi su quest’ultima parte. La verità è che, nonostante i termini madre e figlio, non credo di poter dare per scontato che tu ci possa rivelare con tanta chiarezza il vero legame che hanno. Avrebbe senso, a modo suo, Era è una dea molto potente e lei potrebbe facilmente essere la divinità sbagliata ad aver eseguito quel desiderio, ma sarebbe davvero troppo facile così, per cui non me la sento proprio di escludere la possibilità che quegli appellativi avessero semplicemente una valenza simbolica, piuttosto che una da prendere alla lettera.

~ I dialoghi di questo paragrafo. Li ho amati. Tipo tanto, ogni frase. Sono praticamente morta nel leggerli, hai fatto un lavoro fantastico. Aspettavo con impazienza il momento di poterne parlare e sono entusiasta del fatto che sia finalmente arrivato. Ogni frase che usciva dalla bocca di Nathan era oro, anche se sono certa di avertelo già detto (in occasione di un paragrafo precedente? In uno di quelli successivi? Chi lo ricorda, io no di certo). Scherzi a parte, la frustrazione di Nathan è perfettamente comprensibile. Io stessa ho il difetto di passare il mio tempo a giustificarmi e, onestamente, se non potessi farne a meno mi prenderei a schiaffi da sola. Ho adorato il modo in cui è totalmente partito per la tangente, odia l’atteggiamento di Jane e questo è terreno fertile per gli insulti. È chiaro che lui sia sempre stato una persona che lavora sodo, i suoi successi non sono stati regalati e non dubiterei un secondo del fatto che si sia ammazzato di lavoro prima, dopo e durante il periodo al Campo. Quando si è così, ovviamente l’idea che qualcuno pretenda i tuoi stessi risultati senza fare effettivamente nulla deve dare proprio sui nervi.
D’altro canto, Jane non sopporta l’idea di essere nel torto e fa di tuto per dimostrare che non era nelle condizioni di sviluppare le sue capacità. Forse, in condizioni normali, l’avrebbe anche avuta vinta, ma Nate ce l’ha troppo con lei per non risponderle a tono ed Eliza e Úranus sono le prove su gambe che avrebbe potuto farcela. Menzione d’onore a “Smettila di nasconderti dietro a mille scuse perché- Porca troia statti zitta e fammi finire di parlare invece di interrompermi sempre!”, perché mi è sembrato di rivedere me quando provo a discutere con mia madre, ergo è dannatamente realistico.
Andando avanti, ho apprezzato molto anche la conversazione tra Úranus e Nathan. Quest’ultimo ha dimostrato ancora una volta di saper essere un bravo compagno di squadra, grazie alla solidarietà nei confronti dell’altro, e mi è piaciuto parecchio anche che abbiano finito per mettere a confronto le rispettive madri, sicuramente tanto differenti tra di loro. Un particolare che ho amato è stato il commento di Nathan “«Ovviamente noi siamo i migliori, cazzo.»”, perché ho letto da qualche parte che i marines, nello specifico, sono molto orgogliosi del loro gruppo e non smettono mai di sentirsene parte, deve essere lo stesso anche per lui, nonostante sia più legato al Campo.
Altra frase, sempre del nostro soldatino, che ho adorato è stata “Come quando discutevo con qualche coglioncello della Cabina 11. Mi ci incazzavo ma non volevo davvero spaccargli la testa sino alla morte. Solo sbatacchiarli un po’.”, riassume benissimo il rapporto che hanno avuto fino a questo momento ed esprime bene la sensazione si prova in questi casi.
Ed ecco che, finalmente, la parte di gruppo rimasta si riunisce! Il mio cuore si è sciolto all’idea di Lea che salta addosso a Úranus per abbracciarlo, amo la loro amicizia e non credo che dopo lo spavento che si è presa le sarebbe venuto facile trattenersi. Eviterò di trascrivere l’ennesima frase di Nathan da incorniciare (ammettilo che quando fai parlare lui dai libero sfogo alla tua fantasia e ti ci diverti), ma apprezzo il modo scherzoso con cui Lea ha detto che si sarebbe offesa, se lui avesse preferito litigare con Jane.
Ora, assodato il fatto che Jonas che non si calma=qualcosa di strano con Cade, che già così muoio, mi sto sentendo in colpa io per lui, che è costretto a confessare le sue pene. E pensare che non ha ancora detto tutta la storia, ho paura di quando verrà fuori. In ogni caso, mi ha fatto piacere vedere fossero tutti supportive, a modo suo persino Jane, alla fine sono un gruppo più consolidato di quanto diano a vedere, li adoro e so già che non reggerò il momento in cui dovranno scontrarsi, ugh.

~ Okay, questo è uno di quei tuoi paragrafi un po’ più vaghi, di quelli che leggo, mi faccio un’idea e poi mi chiedo all’infinito se io stia dando troppo per scontato alcune cose, ho paura di cosa ne verrà fuori, ma, ad ogni modo, è inutile continuare a farsi guidare dal dubbio, quindi iniziamo a vedere meglio ciò che hai scritto: logicamente, il ragazzo confuso che vediamo nel primo frammento dovrebbe essere proprio Cade, che ci sta facendo tanto dannare.
A questo punto, mi domando dove si trovi e, soprattutto, per quale motivo sia lì. Okay, so che il motivo è proprio il fatto che è stato rapito, ma nonostante i miei sforzi, non riesco proprio a capire le ragioni dietro a questo sequestro di persona, visto che coloro che se ne occupano di solito sembrerebbero desiderare che lui prosegua la competizione. Che sia effettivamente Cade o meno, è evidente quanto sia spaesato, da ciò che leggo non sarei neanche sicura del fatto che lui stesso sappia chi sia in questo momento, per cui suppongo di essere giustificata.
La questione, però, è che il ricordo che gli si para davanti non è il suo ma, piuttosto, nonostante non sia mai utilizzato espressamente il suo nome, si evince abbastanza chiaramente che si tratti di quello del nostro Úranus. Ti dirò: leggendo con quest’idea, si apprezza ancora di più il riferimento di poco prima riguardo al fatto che sia tutto un brutto sogno. Spero fortemente che la sfera non sia stata infranta, ma piuttosto sia successo qualcos’altro, anche se purtroppo ne dubito. Mi avevi già anticipato che non aveva più un’autrice, per così dire, per cui mi viene il dubbio tu abbia deciso sia il momento di “lasciarlo andare”, come ho già detto però, per una delle prime volte, mi auguro di sbagliarmi.
Passando al vero e proprio contenuto, adoro poter leggere le parole di una madre che ama suo figlio in modo così incondizionato. Nel suo discorso non c’è rabbia, non c’è rimprovero, ma solo un enorme amore materno: Úranus non deve essere stato un bambino facile da gestire, per via della sua influenza sulle emozioni, deve averle dato parecchi pensieri. Eppure, nonostante tutto, lei è lì, ancora innamoratissima del suo bambino.
Suppongo che, in parte, sia merito anche del padre di lui, che in qualche maniera ha sempre dimostrato di essere presente, ma anche se avesse iniziato con gli allenamenti per il controllo dei suoi poteri appena possibile, dubito che nei primi anni fosse possibile riuscirci. D’altra parte, mi ferisce dover vedere Úranus in questo modo, spezzato dal suo stesso essere e dalla spietatezza del giudizio di chi non ha mai voluto conoscerlo.
Onestamente, non sembrerebbe in grado di ferire neanche una mosca volontariamente, ma la costante paura che doveva affliggerlo quando si trovava nel paese dubito potesse aiutarlo più di tanto a controllarsi. Concludo dicendo che meriti punti in più per il dibattito del “non ci sono guerre da combattere” e “ma ci sono vite a venire, nel futuro”.

~ Ed eccolo qui, il paragrafo, quello che mi farà ammattire del tutto, onestamente non so come dovrei dire tutto in così poco, ma proviamoci comunque. Non c’è molto da dire sul suo inizio, del resto viene solamente fatto riferimento al tentativo di Úranus di sfruttare i suoi poteri per trovare Cade e alla reazione degli altri, che non sanno in cos’altro sperare, al fallimento, ma ho comunque apprezzato la lieve delusione di Lea nel rendersi conto di essere stata, più o meno, l’ultima a venire a conoscenza del genitore divino dell’omone con cui ha iniziato questa gara, è stata una giusta accortezza la tua, l’indifferenza alla questione non sarebbe proprio stata appropriata.
Ad ogni modo, subito dopo la fanciullina sopraccitata se ne esce con la proposta che mi ha fatto venir voglia di prendere a testate il muro più delle altre, per cui non perdiamo tempo! Tipo… Lea, ormai ti voglio bene, ma minchia, non potevi sparare cazzata più grande e pure gli altri sono degli idioti a darti retta. Va bene, magari sono io che pecco di pessimismo, ma onestamente, se un ragazzino emotivamente instabile mi dicesse di non essere bravo a controllare i suoi poteri, io di certo non gli chiederei di usarli, per quanto la situazione sia disperata. Io qui lo dico e qui lo nego, ma Cade farebbe meglio a cavarsela da solo, perché il loro mi sembra il gruppo di eroi più inutile mai visto, anche se, chi vogliamo prendere in giro, li amo soprattutto per questa ragione.
Disapprovazione per le loro scelte discutibili a parte, non mi sorprende affatto che tutto quel sostegno incondizionato abbia portato Jonas ad accettare, del resto ogni tanto qualche botta di autostima gli serve e se questa non partisse da chi lo circonda sarebbe finito. Poi, vogliamo parlare della sua sequenza di pensieri, mentre tenta di accingere ai suoi poteri? Semplicemente perfetta. Inizia in modo tranquillo, ma procedendo diventa più nervoso, a tratti paranoico, si lascia sovrastare dall’ansia e ripensa fin troppe volte alle stesse, identiche, cose, vagando del tutto con la mente. Ancora una volta, ha paura, perché ciò che ha visto in vita non gli permette di credere che, alla fine dei conti, possa davvero essere accettato così com’è. L’essere arrivato a convincersi che questa situazione non è poi così male è sicuramente la migliore dimostrazione di quanto potere possano avere sentimenti come quelli che sta provando su di una persona, che in condizioni normali non arriverebbe mai a un’idea di questo tipo.
È stato un buon momento, adatto alla situazione, ma onestamente non immaginavo affatto la forte escalation di emozioni che sarebbero partite alla sua chiusura. Passiamo a un approccio più schematico, così evito di impazzire:
Innanzitutto, io l’avevo detto, cazzo. Sapevo fin dal primo momento che sarebbe andata da schifo e questi hanno anche la faccia tosta di esserne sorpresi, mannaggia a loro. Capiscimi, l’ho presa proprio male. Tornando alle cose serie, quando ho letto “«Jonas. Perché ti vedo con gli occhi verdi?»” la mia reazione è stata un sonoro “EH!?”, insomma, se c’è qualcosa che so con certezza del mio OC è che quello non è il colore giusto e mutamenti di questo genere non sono mai un buon segno. A questo punto, direi che sono tutti piuttosto pentiti di averli convinti ad attuare quella folle idea, ma i poteri sembrano aver trovato appiglio su due persone differenti, come se il tentativo di farli convergere in un’unica azione fosse andato alla deriva da ogni punto di vista.
Quasi prendendo spunto dalla precedente insinuazione sarcastica di Nathan, i timori di Jane assumono la forma di un uomo, che suppongo essere Samuel, e le fanno totalmente perdere il controllo. Jane ha perso la sua stabilità ormai secoli fa e, se l’abbiamo già vista altre volte superare alcuni confini, qui non risulta più in sé, tornata con la mente al dolore di un tempo. La sua risata isterica e il discorso delirante che ha portato avanti, inoltre, mi pare mostrare un modo di affrontare il tutto diverso dal solito, come se volesse aggrapparsi con le forze che le rimangono all’ironia dello scenario che ha visto la sua morte, come se lo rendesse meno drammatico, come se fosse meno spaventoso. Finalmente, abbiamo potuto osservarla in tutta la sua fragilità, mentre cerca sostegno nella prima persona che le capita a tiro, un piacevole contrasto con la ragazza scontrosa che per l’intera durata del capitolo abbiamo visto entrare in contrasto con i compagni, più intensamente di ogni volta prima d’ora.
Interessante l’intervento in cui vediamo Úranus alle prese con le conseguenze del loro esperimento, anche se, devo ammetterlo, spezza un po’ il ritmo, poiché si trova tra due momenti molto caotici, in cui i personaggi sono vittime di quelle stesse sensazioni a lui ben familiari. I suoi dubbi sono piuttosto comprensibili, non deve capitare poi così spesso di trovare qualcuno con la cui interazione possa causare tanti danni, del resto fino ad ora è stato l’unico a porsi la domanda fatidica, quindi parte sicuramente avvantaggiato. Immagino che per lui, che ha avuto modo di interagire direttamente con suo padre, sapere con certezza che questo lo stia effettivamente sorvegliando debba essere piacevole, è consapevole che non potrà mai intervenire davvero, ma in certi momenti questo tipo di sostegno è la linea che stabilisce se si avrà o meno la forza di proseguire. Non so quanto potesse essere saggia l’idea di comunicare a Jonas l’informazione ricevuta, avrebbe potuto tranquillamente agitarlo di più, ma alla fine la sua idea aveva una certa logica.
Proseguendo, posso dirti che ho amato alla follia la reazione che ha Jonas nel vedere quelle immagini, credo che nel corso degli ultimi due mesi avrò mandato alle mie amiche almeno una trentina di screen a riguardo, accompagnati da dei bei “CEH!”. Anche in questo caso, è stato apprezzatissimo il passaggio mentale: all’inizio è, ovviamente, spaventato da ciò che sta accadendo, si tratta di qualcosa di nuovo e che non sa proprio come affrontarlo e, soprattutto, come farlo smettere, d’altro canto lo aveva già anticipato, il poco controllo che ha sui suoi poteri. La paura, però, viene presto sostituita dalla consapevolezza e, diamine, ammetto di essermi sentita anche io in colpa, quando ha iniziato a scusarsi in modo disperato, perché non era giusto che vedesse Lucy in quello stato, perché è qualcosa di troppo privato, che dovrebbe restare segreto. Ovviamente il panico doveva tornare, ho apprezzato davvero molto il vagheggiamento sulla sua, di morte, e su come potrebbe essere stato trovato, su chi fosse stato, ma credo che si raggiunga il culmine di questa montagna russa d’emozioni nel momento in cui inizia a percepire il ricordo di Eliza, mutando quindi atteggiamento all’istante, come spesso accade quando si tratta di lui.
Hai descritto la scena in modo eccellente, riuscivo quasi a vederlo, preso dalla frenesia del momento, mentre gira su sé stesso alla ricerca della sfera. La reazione di lei potrebbe sembrare un po’ irruenta, corrergli dietro e immobilizzarlo non è di certo la migliore delle tattiche, ma credo che, dal suo punto di vista, fosse semplicemente stato sopraffatto così tanto da aver bisogno di una fuga, per cui le sarà parsa come una necessità del momento. D’altra parte, ha affrontato l’intera situazione con molta maturità, è vero, ha un po’ perso colpi all’inizio, quando sperava in un intervento di Lea per poter calmare Jane, ma alla fine ha trovato un’eccellente soluzione alternativa, tanto lo abbiamo capito che in questa storia i problemi, a meno che non ci sia la nostra figlia di Apollo a disposizione, si risolvono praticamente tutti a suon di botte.
Concludiamo la visione di questo paragrafo con il punto di vista di Nathan sulla situazione. Innanzitutto, apprezzo molto il fatto che anche nello shock sia stato consapevole abbastanza da rendersi conto di non essere lucido e di aver bisogno, quindi, di un aiuto di qualsiasi tipo. La cosa che mi è piaciuta di più, però, è quanto il fatto che Jonas descrivesse Lucy fosse più una necessità che un desiderio. Quando si parla di lei, il resto ha smesso di aver importanza, non vuole davvero saperne nulla del diavolo di motivo per cui tutto quello sta accadendo, gli basta soltanto avere qualcosa a cui aggrapparsi, che l’immagine ben stampata all’interno della sua mente sia confermata come tale, poiché deve essere certo di poter conservare questo ricordo in un archivio mentale per la sua intera ed eterna esistenza. Posso capire, in qualche modo, il meccanismo che è in corso per lui e ammetto di aver sofferto io stessa, nel rendermi conto di quanto fosse ignaro della brutalità di una di quelle tante immagini.
La situazione, in ogni caso, si prospetta davvero particolare. È stato un paragrafo ricco di emozioni contrastanti ed eventi e, nonostante siano ben lontani dal raggiungimento del loro obiettivo reale, posso dire che lo definirei come uno dei punti forti del capitolo, specialmente per la sua complessità, per non parlare del fatto che, alla fine, sono venute fuori molte più cose di quanto avessero programmato.


E finalmente, ho concluso! Lo so, lo so, sono in un ritardo stratosferico, ma almeno questa volta ce l’ho fatta. Ammettilo, ti mancavano le mie recensioni del tutto sconclusionate e incoerenti. A proposito, so che a volte potrei essere stata ripetitiva, altre volte potrei aver parlato di qualcosa che era già stato menzionato in precedenza come se fosse la prima e cose del genere, ma era la soluzione più pratica che io abbia trovato, prova a capirmi e a perdonare l’enorme caos che è questa recensione. Visto che ci sono, ne approfitto anche per lanciarti una sfida: alcuni paragrafi sai già quando sono stati recensiti, altri credo sia abbastanza chiaro che sono un po’ più grezzi… secondo te, qual è stato l’ordine con cui li ho presi in considerazione? Sono curiosa della tua teoria ù.ù
Tornando al capitolo, mi sembra il caso di fare una piccola considerazione: amo i testi così corposi, ho espresso più di una volta il mio apprezzamento per i tuoi mega capitoli, ma nonostante io non abbia alcun problema nella loro lettura, risulta già tutto più complesso nel momento vero e proprio in cui ne devo parlare. Per farti capire, a un certo punto, per riuscire a comprendere a cosa dare la priorità rispetto ad altro, ho dovuto iniziare a stampare paragrafo per paragrafo ed evidenziarmi le frasi che attirano di più la mia attenzione, altrimenti non sapevo più da dove cominciare. È la stessa ragione per cui ancora non sono riuscita a recensire i capitoli precedenti, c’è davvero molto di cui parlare, quindi con dei capitoli così corposi può risultare difficile orientarsi. In ogni caso, capisco perfettamente la difficoltà che si può provare nel trattenersi dallo scrivere, ma mi sembrava comunque giusto fartelo sapere!
Va bene, adesso ti lascio stare, che domattina ho scuola e la professoressa di greco ha intenzione di spiegare, sappi che se mi dovesse dire qualcosa perché potrei dormire in piedi darò la colpa a te :D
A presto!
Baci
;*
Zoey
PS. Come al solito, non ho la minima intenzione di rileggere tutto perché sono stanca morta, quindi se qualcosa non ha senso sai il motivo. E, altra piccola cosa, ho notato che almeno un paio di volte hai aggiunto una e di troppo al cognome di Jonas. Okay, ora ti lascio stare davvero, lol

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