Recensioni per
Gli inganni del dolore
di Rosmary
Ciao cara Rosmary, |
Sono sempre più convinta che la seconda persona singolare sia perfetta per le storie drammatiche e per nient'altro XD o più semplicemente è così perfetta per le storie drammatiche che non vale la pena usarla per nient'altro. Ho sempre pensato che descrivere il lutto sia una delle cose più difficili in assoluto per uno scrittore, perché alla fine significa un po' chiedersi veramente che cosa si prova quando si subisce un lutto ed è un pensiero difficile e ingombrante. A volte si finisce per ripetere parole scontate e già sentite, solo per non dover ci pensare veramente. In quel contesto usare una prima persona singolare significherebbe mettersi così tanto nei panni della persona che soffre da rendere necessaria una certa misura di immedesimazione anche mentre si scrive, mentre usare una terza persona singolare vuol dire voler mettere una distanza fra sé e il proprio personaggio che forse tutto sommato è eccessiva. Forse descrivere il lutto con parole così vere è emotivamente accettabile solo se si finge di stare conversando con il proprio personaggio, se si scrive come se gli si stesse attribuendo quei sentimenti, anziché chiedergli come si sente o fingere di essere lui per esprimere come si sente. |
Ciao Rosmary, mi ero persa questa breve storia e ho pensato di rimediare lasciandoti un parere, dato che è scritta benissimo e ferisce come un proiettile. Remus è un personaggio su cui si potrebbero spendere pagine e pagine e non si riuscirebbe mai a dire tutto, ma in questa storia ne offri uno scorcio dilaniato, spezzato, che graffia lo schermo. Sembra di vedere un lupo ferito, dove ogni immagine ce lo restituisce ringhiante, sofferente, prostrato di fronte alla porta di una casa dimenticata e odiata, dove nemmeno il ricordo di Sirius vi aleggia più. Ho amato in particolare la descrizione di Tonks, o meglio: il collegamento tra lei e la sensazione di Remus di essere contagioso; è una descrizione forte, diretta, straziante. Il finale aperto è giusto per l'atmosfera e il contesto in cui è ambientata la storia e a tal proposito trovo il titolo in grado di riassumere il senso di tutto quanto, è perfetto. Complimenti meritatissimi, una storia ebbra di dolore, ma bella da spezzare il fiato. |
Ciao! |
Recensione premio |
È passato del tempo, Rosmarina. Non troppo, ma un po’ ne è passato, così com’è passata l’acqua sotto i ponti e sono volate via le nuvole nel cielo estivo. Io cresco, tu anche ma, alla fine della storia, ci ritroviamo sempre qui per un caffè nel nostro stile: qualche sguardo, e molte parole significative. |
Ciao Rosmary, |
Ciao Rosmary! |
Cara Rosmary. Avrei dovuto riconoscerti, probabilmente ed effettivamente qualcosa, dentro di me, ti ha riconosciuta perché, dopo aver letto questa breve storia, sono andata a visitare il tuo profilo, assodando che effettivamente avevo già letto di te: La baita e l'esilarante "tutto per un pollo". Va a finire sempre così, sai? Apro le storie, le leggo quasi sempre fino alla fine e, o non mi hanno incuriosita abbastanza, oppure mi rendo conto di essere stata attratta da quel medesimo stile. Raramente mi sorprendo nel conoscere qualcosa di "nuovo". Tutto questo lungo preambolo per dire che ogni parola che hai versato in questa fic (e aggiungo che ho amato molto anche l'impaginazione) è stata perfetta: leggendoti siamo tutti Remus, sentiamo la sua stanchezza, la delusione nei propri confronti, l'amore represso, il dolore sempre e costante. |
Ciao! |