Recensioni per
Debito di sangue
di JulyChan

Questa storia ha ottenuto 6 recensioni.
Positive : 6
Neutre o critiche: 0


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Recensore Veterano
10/11/18, ore 20:24

Dopo tanto tempo è stato piacevole scovare per puro caso una drabble su personaggi a me tanto cari. Che dire, uno spaccato interessante su uno degli aspetti più privati, originali e meno approfonditi della vita dei coniugi Lestrange. Ambizioso immaginare cosa possa passare nell'anima di una Bellatrix consapevole di essere gravida, ma la rappresentazione che ne dai tu ai miei occhi fila: l'amore rende deboli e l'amore supremo, ovvero quello di una madre per il figlio, è la debolezza più grande di tutte, pertanto va eliminata. Anche a costo di uccidere una parte di se stessa che nulla potrà restituirle e che la cambierà per sempre. Un atto sofferto io lo immagino, perchè ci sono cose, suppongo, che una come Bellatrix non può permettersi il lusso di provare, cedendo a una umanità che ha scelto di abbandonare. Ti dirò, l'avrei preferita più lunga e più approfondita, ma ha comunque stuzzicato il mio interesse un po' assopito per questo fandom. Alla prossima ;) 

Recensore Master
18/10/18, ore 21:44

Ciao July!

Eccomi qui a riprendere il mio giro di recensioni ^^

Ho trovato la tua drabble intensa e drammatica: leggerla è stata come ricevere un pungo allo stomaco, perché lascia scossi e 'disturbati' all'idea che Bellatrix, pur di non scadere nel rischio d'amare, si liberi della sua creatura. La conosciamo disposta a uccidere (o meglio, smaniosa di uccidere!) un cugino e una nipote, ma riscoprirla capace di sacrificare perfino la sua stessa carne è terrificante, anche se la trovo una scelta assolutamente IC. Anzi, non mi stupirei se addirittura, pur di non rischiare di restare incinta, di diventare madre, non avesse preso qualche decisione drastica per evitare questo terribile inconveniente.

In effetti, il tema di Bellatrix e della maternità mi ha sempre intrigata, non in senso positivo (cioè, non l'ho mai potuta immaginare madre, o presa dal desiderio di diventarlo), ma negativo: credo che lei non fosse in grado di capire l'amore di una madre, e mi piace pensare che sia stata questa la sua condanna, sia in senso metaforico (è stata condannata a una vita senza amore), sia in senso letterale (è morta uccisa da Molly, perché ha sottovalutato l'amore di una madre). E sono convinta che non abbia mai nemmeno capito davvero quanto Narcissa amasse Draco: non credo l'avrebbe mai perdonata per aver tradito Voldemort (anzi, ne sono abbastanza certa), e a una parte di me dispiace che sia morta prima di scoprire che Harry fosse sopravvissuto.
In quella storia finii perfino per immaginarla fantasma, immaginando che il fatto di non essere stata madre come la sua 'faccenda in sospeso'.
Questo per farti capire quanto mi intrighi il tema!

Volevo anche farti i miei complimenti per l'uso del prompt: credo fosse molto complicato, ma sei riuscito a renderlo in modo magistrale.

Infine, ti faccio i miei complimenti per la cura del testo sia stilisticamente (e per il lessico utilizzato) che graficamente, due elementi che secondo me nelle drabble – quelle drammatiche in particolare – vanno di pari passo.
Hai strutturato la tua storia in modo da renderla coinvolgente e, mi ripeto, 'disturbante', facendo scoprire a poco a poco il cuore della storia (ad esempio, quel 'Non lo volevi' all'inizio sembra rivolto a Rodolphus, poi si scopre che invece è in 'dolce' attesa.)
Mi è anche piaciuto il fatto che tu sia stata chiara senza mai essere esplicita: non parli di gravidanza, non parli di aborto, ma entrambi sono presenti, sono due autentici macigni che fanno venire un groppo alla gola.

Insomma, complimenti davvero!

Recensore Master
16/10/18, ore 23:45

Valutazione del contest Sfida alle 100 parole – V edizione

Grammatica: 10/10
Perfetta!

Stile e lessico: 9/10
Dal punto di vista stilistico, trovo che tu abbia adottato una struttura molto evocativa. Il tempo presente della narrazione che incespica nel passato unito alla seconda persona narrante è un insieme capace di inglobare il lettore nella bolla creata dal racconto, lasciandosi trasportare dalle parole che raccontano una storia già passata, già sporca. La seconda persona è qui accusatrice e rivelatrice di peccati commessi, si rivolge quasi con arroganza alla sua interlocutrice, scaraventandole addosso moniti, colpe e condanne – “l’amore si paga”, “l’amore si odia”. La sintassi lineare e i capoversi separati gli uni dagli altri tramite l’interlinea danno al testo un ritmo particolare: le frasi scorrono rapide per poi arrestarsi tutte, nessuna esclusa, alla pausa forte rappresentata dal punto e a capo – una tecnica che fa sì che il lettore abbia quel tempo sufficiente a metabolizzare ogni espressione e momento prima di passare alla riga successiva. Visivamente, la simmetria creata tra il primo e l’ultimo capoverso, messa in evidenza dalla scelta di centrare il testo, dà l’impressione di un testo chiuso, circolare, in cui tutto accade per accadere ancora – quell’amore che si paga è, in fondo, lo stesso amore che si odia.
È un testo ricco di immagini, che si serve della metafora per narrare l’innamoramento, la resistenza all’amore stesso, persino l’aborto (“Senti solo il sapore del sangue e del vomito mentre uccidi un po’ te stessa”). Uno stile evocativo che ti ha permesso di trattare tematiche davvero molto delicate senza eccedere né banalizzare: le tue parole lasciano trasparire tatto e riserbo – c’è la voglia di raccontare, ma c’è anche il bisogno di farlo nella maniera giusta.
La punteggiatura è utilizzata laddove è giusto che sia, e l’escamotage dei due punti ha avuto il duplice pregio di alleggerire i periodi e di strizzare concetti in un numero più ridotto di parole. In tal senso, dimostri di avere dimestichezza con la brevità.
Il motivo per cui, malgrado i pregi detti, il punteggio non è superiore a 9/10 è la gestione dell’unico discorso diretto della narrazione, l’unico virgolettato:

    • • “L'amore è un morbo che si contrae facilmente. Annientalo, figlia mia, e scegli il rispetto”: il problema non è a chi appartengano queste parole (quel “figlia mia” è eloquente in tal senso), il problema è che questa battuta apre la seconda parte della drabble, quella che segue l’asterisco – e quindi visivamente separata dalla precedente –, e che non è in alcun modo distinta dai capoversi successivi. Una simile struttura dà l’idea che la frase di Druella venga pronunciata nel presente del racconto e che la frase e quanto segue condividano lo stesso contesto spazio-temporale, ma così non è. È sufficiente il capoverso successivo a capire che le parole di Druella appartengano a un altro piano temporale, che siano una reminiscenza interpretata da Bellatrix a proprio modo (è difficile ipotizzare che Druella, moglie e madre di antico lignaggio, consigli alla figlia di praticare l’aborto). Il capoverso successivo, infatti, riprende la narrazione interrotta con l’asterisco, e il discorso diretto – data l’assenza di altri referenti – non può essere interpretato che come un ricordo che riaffiora e dà alla protagonista il coraggio di compiere un gesto che, si intuisce, le costa una piccola porzione di dolore. Qualora non dovesse essere così, cioè che il piano spazio-temporale del discorso diretto e di ciò che segue sia lo stesso (che il discorso diretto avvenga “in diretta”, insomma), la struttura resta debole, perché non c’è alcun referente che rafforzi questa ipotesi (e renderebbe problematica la caratterizzazione di Druella, che avrebbe consigliato alla figlia di sbarazzarsi dell’erede, un “elemento” cui i Black così legati alla dinastia tengono in modo particolare).
La natura dubbia dell’espressione appena analizzata è l’unica perplessità relativa all’aspetto stilistico del tuo racconto.

Passando al lessico, non ho alcun appunto da fare. È ricercato, evocativo, carico di sfumature. Nessun termine è scelto a caso, anzi ogni parola si intreccia alla precedente e alla successiva allo scopo di creare immagini d’impatto nella mente del lettore. Per fare qualche esempio di ciò che intendo, la scelta di usare parole come “carne”, “ventre” è oculata: il primo dà una sensazione di rudezza, è cruda, la seconda richiama palesemente l’amplesso e il concepimento (il ventre materno). Anche la frase pronunciata da Druella vanta un registro linguistico oculato ed è capace di riprodurre un parlato sofisticato estremamente caratterizzante: in particolare, è lodevole la scelta di “figlia mia” in luogo del nome, è un’espressione solenne. Bravissima!

Concludendo, stile e lessico sono ottimi e denotano la tua grande dimestichezza con la scrittura (ma di questo ero già consapevole conoscendoti come autrice!), c’è solo una pecca che, per i motivi già esposti, penalizza la comprensione del testo e di conseguenza la sua immediatezza – il che è un vero peccato, perché paradossalmente più è sofisticata e meritevole la struttura stilistica, più un solo dettaglio è in grado di indebolirla (proprio perché tutto è concatenato e retto dall’insieme). Al di là di questo dettaglio, comunque, hai fatto un ottimo lavoro e difatti il punteggio resta alto.

Titolo: 2.5/5
Sono stata molto indecisa sul punteggio da assegnarti in questo parametro. “Debito di sangue” è un titolo forte, non scontato, d’impatto, a suo modo cruento – quindi, riesce ad essere un presagio di sventura coerente al contenuto della tua storia, ne richiama il genere drammatico e introspettivo, i contorni cupi. È inoltre un titolo oggettivamente d’impatto perché associa due sostantivi forti a livello di significato come “debito” e “sangue”, il che immagino possa attrarre lettori. D’altro canto, però, “Debito di sangue” è anche un concetto, un concetto però assente nella drabble, dove non c’è spazio per nulla che sia associabile all’idea di “debito”: in che modo la protagonista o il suo agire maturino un debito o siano in debito di sangue sfugge totalmente. Pur tentando di associare l’espressione “debito di sangue” all’aborto (interpretandola metaforicamente, quindi), non sono riuscita a cogliere la relazione. Quello della protagonista, più che un debito, è un “dazio”, perché lei paga col sangue (suo figlio) la scelta di odiare l’amore. Questa incoerenza tra titolo e contenuto mi ha convinta a non assegnarti un punteggio superiore a 2.5/5; punteggio non inferiore per i pregi detti in precedenza. È possibile che sia stato un mio limite quello di non vedere la relazione titolo-contenuto, ma per quanto mi sia sforzata non sono riuscita a ravvisarla in alcuna sfumatura.

Utilizzo del prompt: 10/10
“L’amore si odia” è un prompt sicuramente complesso, perché è un concetto cui ispirarsi, una sentenza che indirizza una storia non ancora scritta. Nella tua drabble, il prompt si manifesta apertamente solo nell’ultimo capoverso, quando viene citato testualmente. Tuttavia, è innegabile che nell’intera storia si respirino un dolore e una decadenza e una necessità di odiare l’amore: il prompt è lì, tra i tormenti di Bellatrix e nelle sue insane convinzioni, messo in scena dalla prima all’ultima riga attraverso quest’idea geniale di un amore che si paga e che pertanto si può soltanto odiare. Sei stata brava nel rovesciare completamente la prospettiva con cui canonicamente si guarda all’amore: da positivo a negativo, da motivo di vita a causa di morte – concretizzando il prompt in una delle scelte più tormentate e discusse di tutte le epoche. Gestire questo prompt non era semplice, ma tu sei stata veramente bravissima. 10/10!

Caratterizzazione e IC dei personaggi: 9/10
I personaggi chiamati in causa nella tua storia sono tre: Bellatrix, l’indiscussa protagonista, Rodolphus e Druella.
Iniziando da Rodolphus, non posso fare altro che complimentarmi con te per la sua piccola comparsa. Seppure sia appena accennato, la sua caratterizzazione non fatica a emergere, e lo vediamo così come la Rowling ci ha fatto intuire che sia: innamorato della moglie e devoto alla causa di Voldemort.
Passando a Druella, abbiamo qui una comparsa molto più importante ai fini della narrazione: le sue parole si rivelano determinanti nella vita della figlia, che sceglie di seguire il suo consiglio sino ai risvolti più estremi. Come ho già detto a proposito del registro linguistico, la maniera in cui Druella parla e dunque si palesa al lettore è coerente a quanto sappiamo di questa donna altera e aristocratica: emergono il distacco, lo stoicismo e il cinismo che tanto hanno caratterizzato nel corso della saga la nobile casata dei Black. Il motivo per cui il punteggio non è superiore a 9/10 è tuttavia legato a questo personaggio: laddove la sua frase andasse collocata nel presente del racconto, ci troveremmo in presenza di una Druella che suggerisce alla figlia di abortire. Dai pochi elementi che abbiamo a proposito dei Black e di Druella possiamo dedurre che fosse simile a Walburga, quindi legata alla dinastia, al sangue puro e alla reputazione; questi elementi, uniti al fatto che parliamo di una donna che è stata lei stessa madre ed è nata, immagino, tra la fine del XIX secolo e i primi del XX, mi portano a trovare poco convincente una Druella che maturi un suggerimento simile. Trattandosi però di un dettaglio e sostanzialmente di un “punto interrogativo” legato a una situazione stilistica, ho ritenuto che la penalità più equa fosse anche quella minima.
Arrivando finalmente alla protagonista, ho trovato Bellatrix decisamente convincente. Nonostante abbiamo un’idea un po’ diversa su di lei (io credo che lei amasse, sia pure a modo suo), la caratterizzazione restituisce l’immagine di una donna spietata, forte, che odia ogni debolezza – e l’amore è la debolezza più grande – e che non è disposta a tollerare nulla capace di frapporsi tra lei e i propri obiettivi. Inserito in una simile cornice, il gesto estremo e profondamente egoista che chiude la drabble risulta coerente sia alla caratterizzazione del tuo personaggio sia alla controparte cartacea. Ho apprezzato anche il barlume di umanità che la investe nel rendersi conto che un figlio potrebbe mutare ogni priorità a dispetto persino di se stessa – perché potrebbe amarlo, un figlio. Non hai scelto una circostanza semplice, ma hai saputo gestirla molto bene, davvero brava!

Totale: 40.5/45

Recensore Master
23/09/18, ore 19:48

Che bellezza vedere una tua nuova storia **-**
Ammetto che mi ero un po' preoccupata non vedendoti più perché io stessa ultimamente non ho più scritto praticamente nulla e sapere che un'autrice così brava non scriveva più mi spezzava davvero il cuore. E' stato bello rivederti in concorso con me, sono certa che sarai sul podio! Detto ciò, vado a motivare il mio commento: la storia, seppur breve, è chiara, concisa ma non troppo e capace nonostante la brevità di dare la giusta sensazione angosciosa. Ottima caratterizzazione di Bellatrix,mi piace che tu l'abbia posta in un momento così catartico e mi piace come hai usato il prompt, era sinceramente difficile e io, da persona comune, probabilmente l'avrei associato a Voldemort. In definitiva, ottimo lavoro!

Recensore Master
22/09/18, ore 19:42

Ciao!
Sono sempre io, e sono sempre qui perché siamo compagne di avventura anche in questo contest XD.
Di nuovo, anche qui valgono alcune delle considerazioni che ho fatto nella scorsa recensione: non sono per niente esperta di drabble, quella per questo contest è stata la prima che ho scritto, e le vostre sono anche le prime che leggo. Quindi, innanzitutto vorrei farti i complimenti per essere riuscita a restare nei limiti della sfida e a riuscire a scrivere qualcosa di sensato avendo a disposizione solo 100 parole: insomma, secondo me, abituata a viaggiare sulle frequenze del migliaio di parole come minimo sindacale, è già un'impresa non da poco e del tutto degna di rispetto XD.
Il tuo pacchetto era secondo me molto complesso:Bellatrix è un personaggio estremamente complesso, e cercare di associarla in qualsiasi modo all'amore era una bella sfida.
All'inizio, quando ho letto le prime frasi, per un attimo mi sono spaventata, perché temevo che tu rischiassi di scivolare sul (secondo me) pericolosissimo pendio di The Cursed Child. E invece no.
Devo ammettere che a una prima lettura la tua scelta non mi aveva del tutto convinta, non so per quale motivo, ma mi sembrava ci fosse qualcosa che stonasse un po' (non a livello stilistico, ma proprio come scelta del tema centrale). Ho riletto tutto a distanza di qualche giorno, riflettendoci meglio, e devo ammettere di essermi un po' ricreduta. Sono perfettamente concorde con le riflessioni che inserisci nelle note: trovo sia perfettamente plausibile che Bellatrix non abbia permesso a nulla di frapporsi fra lei e la sua causa, e mi piace anche il fatto che tu abbia cercato di descrivere una Bellatrix, se non sana, per lo meno ancora con qualche legame con la realtà. E' in effetti molto interessante pensare che un'esperienza del genere possa averla inevitabilmente segnata, contribuendo a gettarla in quell'abisso di follia, egoismo e crudeltà di cui è prigioniera la donna che conosciamo nei libri.
Mi è piaciuto anche l'accenno a Druella, al netto di ogni calcolo temporale: sappiamo quanto la famiglia Black fosse ossessiva e ossessionata, ed è interessante vedere una Bellatrix ancora giovane, ancora legata, in qualche modo, a questa famiglia che sembra avere dei tentacoli da cui è difficile staccarsi in maniera non violenta.
A presto!

Recensore Master
19/09/18, ore 16:11

Ciao!
Partecipo anch'io al contest di Rosmary e sto passano a leggere le altre drabbles.
Credo che tu abbia scelto di interpretare il personaggio di Bellatrix in modo molto originale, o almeno, io non avevo mai letto nulla del genere (anche perché non frequento molto il fandom). Tuttavia, credo che tu sia riuscita a risultare coerente con il personaggio, senza snaturarlo o andare nell'OOC. Ho sempre pensato ce Bellatrix non sia capace di amare una persona, ma soltanto un'idea "astratta": è così per la causa di Voldemort, ma anche per questo ipotetico figlio mai nato. Lo ama perché lo sente dentro sé, perché è una pare di sé, ma continuare ad amarlo significherebbe andare contro ciò che lei è sempre stata e ciò in cui lei crede. Ecco, prima delle note l'avevo interpretata così, ma in effetti la sostanza è più o meno la stessa...
Secondo me hai anche interpretato il prompt nel modo giusto, per quanto riguarda il personaggio di Bellatrix, ma credo che avresti potuto farlo risultare più presente all'interno della storia, nel senso che dopo averla letta non avrei potuto dire con certezza quale fosse la sua tematica centrale. Per il resto, grammatica e stile molto buoni.
Un saluto