Recensioni per
Notorious, l'amante perduto
di mikimac

Questa storia ha ottenuto 25 recensioni.
Positive : 25
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
11/12/18, ore 01:26
Cap. 12:

L'implacabile vendicatore... in questo istante vedo lo Sherlock/Batman del pilot, giuro! bellissimo, un angelo giustiziere! *-*
Ammettere quali sono i sentimenti che proviamo è più difficile che esternarli, poi per uno come il nostro investigatore la cosa è doppiamente complessa, visto che li ha negati per una vita
Ma se davanti a Mycroft può tentare di salvare la faccia, non può non andare nel panico quando lo capisce nel suo cuore, e la parte più bella (di tutta la long, per me) è la scena dell'apparizione del "fantasma" di John che parla sulla panchina, è perfetto, un IC da spavento
La parte assolutamente canonica, quella del prelievo di un John semiconsciente dalla casa dove stanno per ucciderlo, mi ha regalato tanta soddisfazione, perchè ho pensato alla faccia di Mary che sa di stare per essere assassinata dai suoi ex amici, che gioia!
Hai sia seguito che innovato il film con enorme maestria, e visto che è un tipo di narrazione è diversa dai ritmi delle pellicole attuali l'hai resa appetibile e attuale, bellissima
ricorda che ti aspetto presto, che siano movieverse o i tuoi vampiri
baci contenti,
Setsy

Recensore Master
11/12/18, ore 00:31
Cap. 12:

Chissà perché, ma probabilmente si riferiscono a qualche immagine che fa parte dei miei ricordi, mi colpiscono quelle tende bianche che svolazzano liberamente alle finestre di una stanza, e le altre che, invece, si muovono appena, "bloccate dai pesanti tendaggi color crema". Le prime addobbano la camera di Sh, le seconde contribuiscono a nascondere alla vista la persona che sta in quella stanza e cioè John, decisamente prigioniero della malvagità senza scrupoli di Theodore e di sua figlia.
Magari non è certamente decisivo ai fini della narrazione e dello svolgersi delle vicende, ma ho notato questo tuo tocco che rivela una singolare attenzione ai particolari che trovo delizioso.
Hai messo bene in risalto l'immagine, solo apparentemente rilassata, di Sh al suo risveglio. Infatti sembra tranquillo e dedito solo alla pigra (pessima) abitudine di gustarsi la prima sigaretta del mattino, che non rimane l'unica ma, in realtà, il suo eccezionale cervello sta lavorando su dei dati che non riesce a sistemare in un assetto definitivo. Lo tormenta, in effetti, l'immagine di John, il suo sorriso, la sua cordialità contagiosa. Tutto questo da archiviare, decisamente, nella categoria, per lui pericolosa, dei sentimenti, ma l'operazione gli sta risultando piuttosto difficile. Perciò e, dico io, per fortuna, decide di chiarire con l'interessato la situazione che non gli dà tregua.
È un percorso mentale che tu descrivi con attenzione ed efficacia, rendendolo concreto in gesti ed in atteggiamenti ben definiti, come quello di liberarsi con sveltezza dal lenzuolo, di sedersi sul letto, di spegnere la sigaretta per essere poi operativo. 
Parallelamente, ci fai dare uno sguardo nella camera in cui è prigioniero John, in evidente pericolo di vita, che non ha nemmeno più la forza di reagire ai suoi aguzzini.
Proseguendo nella lettura, trovo la comparsa in scena di un John al massimo della sua forma: è ovvio che non si tratta di un fantasma ma della proiezione del Mind Palace di Sh che trasmette al consulting delle conclusioni chiare ed inequivocabili, sulle quali la mente brillante stava lavorando alacremente. E la situazione diventa lampante per Sh: John è in grave pericolo.
Fai agire un grande Mycroft, che non risparmia il suo sarcasmo al fratello, ma che, poi, interviene con tutto quello che è in suo potere, come sempre, sempre con l'intento di salvare Sh da possibili sbandamenti. Sì, perché lui ha perfettamente capito che John è importante per il fratello e che può diventare davvero la sua ancora di salvezza nei confronti dei fantasmi del suo passato, nutriti dalla solitudine e dall'incapacità di trovare qualcuno con cui condividere la vita in maniera sincera ed all'insegna dei sentimenti più profondi.
Hai descritto in modo efficace l'irruzione decisa di Sh nella camera di un John sempre più debole ed ho trovato davvero speciale quel "Cosa ti hanno fatto, amore mio?" che ha risolto tutti i dubbi di Sh, di John ed ha definito, senza più incertezze o malintesi cosa c'è davvero fra di loro.
Infatti la conferma ce l'abbiamo nella felicità che traspare dalla reazione, sia pur sommessa, viste le sue condizioni, di Watson. 
Efficace anche il modo con cui Sh tratta Theodore e Mary: ormai nessuno più può separarlo dalla persona che ama.
Grandioso quel "Non è un mio problema" che Holmes sibila nei confronti di una Mary sconfitta ed impaurita.
Infatti comprendiamo perfettamente che, per lei e per suo padre, la sorte sarà non favorevole: quel
 "tono gelido " con cui la richiama Chappel ed il brivido freddo di paura, che tormenta la sua schiena, sono più che eloquenti.

La tua storia si chiude con un finale che é dolce come un abbraccio e che ha tutta la bellezza di un futuro certo e condiviso con amore. Bravissima.
P.S. Ricambio di cuore i tuoi graditissimi auguri!
N.B. E chi lo dimentica il magnifico vampiro de “Il mio odiato amato nemico”?!

Recensore Master
04/12/18, ore 12:01
Cap. 11:

carissima, eccomi appena in tempo, credo che oggi posterai la fine!
povero John, siamo alla parte dell'avvelenamento, un grande classico dei gialli di ogni tempo
il caffè già versato non si accetta mai da nessun suocero, John, sei proprio uno sconsiderato... e lo credo che sta sempre male e non si regge in piedi
Mary e suo padre sono una bella coppia, e lei ha la freddezza giusta per una cosa del genere, infatti riesce a rimanere impassibile, mentre la faccia di Theodore almeno mostra la cattiveria in superfice
Sherlock è davvero mangiato dal rimpianto e la gelosia per non capire: come fa il più intelligente investigatore del mondo a scambiare un effetto chimico per ubriachezza?
E' che adesso è predisposto a cercare un male ovvio, già conosciuto, e giustificarsi per non cercare di andare avanti con John
sai che conosco il film, ma che sono io a temere per una variazione finale con omicidio multiplo, amichetta...
p.s Theodore è il gatto della mia più cara amica, ed è la creatura più dolce del pianeta ^__^
baci senza veleno,
Setsy

Recensore Master
01/12/18, ore 23:03
Cap. 11:

Il capitolo si apre con l'atmosfera particolare di un mattino che inizia per John con la certezza di essere innamorato di Sh e la convinzione di non essere ricambiato da lui.
Non c'è comunque dolore o sofferenza, l'esperienza del bacio inaspettato della sera precedente funziona per Watson come un anestetico, perché lui ne ha colto gli effetti travolgenti nel suo cuore. E tanto gli basta per sentirsi dentro ad un sogno bellissimo.
Come, con accurata precisione, fai notare tu, ora la sua missione prioritaria non è tanto riabilitare il nome del fratello e scoprire gli intrighi che hanno portato alla sua morte e condanna sociale ma aiutare Sh nelle sue indagini. Il consulting, per lui, è diventato oggetto di un desiderio struggente che lo coinvolge totalmente.
Lo descrivi davvero catturato dalla magia di un momento che, purtroppo, John è convinto sia stato importante solo per lui.

Ma non é così: un effetto destabilizzante il bacio l'ha avuto anche per Sh, forse più devastante, perché, in una realtà individuale complessa come quella del consulting, l'impatto dei sentimenti con il monopolio della ragione ha l'effetto di un'esplosione atomica.
Da questa situazione, così, deriva la sua decisione di allontanarsi da Londra e, soprattutto da John, come comunica a Mycroft.
Grande, Mycroft: ha già capito che il fratello è oggetto di uno sconvolgimento sentimentale, evidentemente il più importante della sua vita e, tutto sommato, ne è contento perché, così, qualcuno di interessato sinceramente potrebbe occuparsi con affetto del difficilissimo Sh.
A questo proposito, molto ben scritta risulta la scena tra i due fratelli Holmes, che si regge tutta sul filo di una tacita, ma evidente, consapevolezza di quello che Watson rappresenta e quella tra Sh ed un John sempre più spento.
Ci hai saputo trasmettere, a noi che ben sappiamo quello che stanno tramando Mary e suo padre, tutta l’angoscia che si annida nel, sempre più definito, pallore di John e nella sua andatura incerta e “quasi barcollante” che, ovviamente non sfuggono ai due fratelli Holmes.
Ma la rabbia e la gelosia impediscono a Sh di dar retta alla voce infallibile del cuore che gli trasmette un bruttissimo presentimento.
Indimenticabile l’incontro tra lui e John al parco, entrambi intimamente sconvolti da quello che un semplice bacio è riuscito a scatenare in loro.
Hai sottolineato i problemi fisici di Watson e, noi che sappiamo cosa sta succedendo, veramente avremmo voglia di prendere Sh e di sbattergli la testa contro il muro per scuoterlo. Ma, è logico, la rabbia e la gelosia offuscano, come ben dici tu, il suo sentire.

Il capitolo si chiude con un’altra panoramica sulle allucinanti colazioni a Villa Morstan, in cui si sta consumando lentamente l’omicidio di John.
Sei davvero riuscita, a tal proposito, a trasmetterci l'atmosfera ostile e quasi surreale di quello che sta vivendo Watson, che ha lo spessore di un livido, tragico allestimento dominato dal diabolico sorriso di Theodore e dal connivente silenzio di Mary.
Quanta ansia hai saputo concretizzare in quell’immagine di John che tenta disperatamente di fuggire dai suoi assassini!
Davvero, ora aspetto con impazienza ciò che seguirà alla sua perdita di coscienza in seguito al suo progressivo indebolimento, a causa del veleno somministratogli.
Brava.

Recensore Master
28/11/18, ore 13:00
Cap. 10:

cara, buongiorno! sono molto in ritardo, ma finalmente ho rivisto il film, e sono qui a farti un grande applauso
non mi ricordavo per niente la parte iniziale, e se dopo il matrimonio le cose sono state forse più semplici, l'inizio deve essere stato difficilissimo... come hai fatto? i personaggi non aderiscono, e sai qual'è il risultato? che la tua versione mi sembra quella giusta e le differenze di Hitch mi infastidivano O___O rendiamoci conto!
fantastica!!!
questo è il capitolo fondamentale, direi. C'è ancora il famoso bacio di Sherlock e John, e la scoperta di Mary dell'inganno di suo marito
No, non solo quello affettivo (comunque sconvolgente, per quanto lei avesse ampiamente sospettato delle sue inclinazioni verso l'investigatore/giornalista sedicente), ma quello come complice della legge nello stanare il pericoloso traffico di sostanze in casa Morstan
E ora Johnny deve morire! eh no, non avrai mica... devo avere paura?
posso saperlo?
un bacio preoccupato,
Setsy

Recensore Master
23/11/18, ore 16:10
Cap. 10:

La finzione del bacio improvviso nella cantina di Villa Morstan, com'era
prevedibile, si sta rivelando sempre più come, invece, la realizzazione di un
qualcosa di magico e molto, molto vero. E, come tu bene descrivi, non è solo la forte e travolgente emozione di John a campeggiare sull'impareggiabile pathos della scena (quanta invidia per Watson, ebbene sì) ma ora abbiamo la certezza che anche per Sh il "teatrino" del bacio improvviso abbia una chiara valenza di attrazione ("...John lo
aveva baciato. Con trasporto. Con passione..."). È, infatti, uno Sh confuso ed, ora, seriamente preoccupato per il "suo dottore"che lascia, a malincuore la villa. La riflessione che tu hai scritto nelle Note finali, sulla vera Mary ed il suo
atteggiamento nei confronti di John, non mi trova completamente d'accordo.
Infatti concordo con te sul sentimento che lei prova per lui, intenso e sincero, indubbiamente. Però,
secondo me, nella lucida spia e nello spietato killer che convivono in quella
piccola donna, apparentemente dolce e comprensiva, non manca, proprio per il suo passato particolare, un senso di cieca lealtà al dovere da compiere assegnatole. Per
cui, ripeto, secondo me, sì, Mary avrebbe ammazzato John. Dunque, e arrivo al punto, il
personaggio che fai agire in questa storia, qui dominato dalla personalità
paterna, ha delle forti connotazioni IC. Mary è una delle figure più complesse e controverse
dell'universo sherlockiano dei Mofftiss e, fino ad ora, l'hai resa con efficacia. Ritrai con convinzione un John ormai perso tra arcobaleni ed unicorni rosa,
abbagliato dalla visione di uno Sh che lo bacia con trasporto,
che pasticcia con la famosa chiave della cantina. E, per Mary, si accende sul marito una spietata e fredda luce inquisitoria.
Anche in questo capitolo è ben presente la tua originale capacità di connotare l’ambiente, in cui si svolgono le vicende, in maniera dettagliata, elegante, con una cura riguardo alla scelta dei termini che trovo sempre di alta qualità.
Infatti, uno sguardo accurato e sapiente lo trovo, a parte nella descrizione iniziale della festa e del suo clima particolare, mi sono soffermata piacevolmente sul ritratto efficace che fai della camera, o meglio dell’atmosfera, di Thedore, in cui una sconvolta Mary va a cercare risposte che, sicuramente, sa già quali saranno.
“…Le prime luci del giorno entravano dalle tende socchiuse e illuminavano Mary…”: mi è sembrato di essere presente in quella scena particolarmente significativa in cui si decide del futuro di John e Mary, fedele, quest’ultima, sopra ogni cosa all’autorità paterna, e che sacrifica il suo amore per la logica del potere incarnato dal padre. Quel suo abbassare, muta, la testa, è la firma sulla sentenza di morte per John, il traditore.
Hai saputo creare, come dicevo, il giusto clima di tensione e d’ aspettativa. Io non dimentico quello che ho provato durante la lettura della raccolta “E le stelle stanno a guardare” e, ancora più intensamente, riguardo alla Serie “Il mio odiato amato nemico”. Qui siamo ad un buon livello qualitativo, non c’è dubbio, ma chi dimentica lo Sh vampiro che trasforma la sua mostruosità in un moto eterno d’amore per il suo John??!
Bravissima. Storia avvincente e, ripeto, della versione cinematografica che non ricordo, non me ne faccio un problema, perché qui ci sono loro due. Punto. E sei tu che ce ne racconti le vicende.
(Recensione modificata il 23/11/2018 - 04:32 pm)

Recensore Master
18/11/18, ore 19:15
Cap. 9:

Ti confesso che il film, cui ti riferisci, pur avendolo visto sicuramente, non lo ricordo bene ma questo non m'interessa. Potrei recuperarmelo e riguardarlo, per confrontarlo con la tua storia, ma è un passaggio che non m'interessa molto.
Sono sicura che, nella tua capacità di ragionare e scrivere, tu sia riuscita a non tradire la sceneggiatura originale ma voglio gustare tranquillamente le peripezie di quei due che tu ben sai, perché è quello che hai prodotto tu che mi attrae, avendo già gustato le tue storie precedenti e sapendo che, qualitativamente, come scrittura e contenuto psicologico ed umano, dai dei punti a molti altri Autori della Sezione.
Trovo ancora una volta un uso sapiente del contrasto, come sai fare bene tu, per mettere in risalto determinati contenuti, in particolare stati d’animo. Mi riferisco alla prima parte del capitolo in cui descrivi l’atmosfera accogliente e rassicurante della camera da letto dei coniugi Watson: la luce morbida delle lampade, le note di una canzone che contribuiscono ad un’atmosfera rilassante, il benessere di un bagno e di un momento intimo di coppia, la prospettiva di una serata piacevole. Gli ingredienti per la descrizione di un tranquillo ed appagante ménage ci sono tutti ma, ecco che getti una luce fredda e spietata su quello che John sta vivendo davvero, nonostante le apparenze: una finzione, null’altro che una finzione, espressa in una successione di gesti ed atteggiamenti falsi, che trovano la loro perfetta espressione in quei due termini, “ipocrita perfetto”, con i quali tu fai da suggello al ragionamento che John fa tra sé e sé.
Ed arriviamo alla festa, in cui l’ingrediente principale, o almeno quello che io ritengo tale, è la presenza di uno Sh terribilmente affascinante, e John non riesce ad esserne immune. Il problema è che, molto probabilmente, Mary si è accorta del turbamento che è trascorso sul volto e nel comportamento del marito, rivelato dal rossore repentino alle orecchie ed alle guance e dall’irrigidimento che l’ha paralizzato per un attimo, folgorato dall’aspetto di Holmes e dalla sua voce.
“…il cuore di Sherlock si esibì in una strana capriola..”: del resto, però, tu ci fai notare che nemmeno Sh è indifferente alla presenza di John.
Tutto questo tu lo descrivi con una terminologia ed un’acutezza di osservazione che mi lascia sempre lettrice soddisfatta e partecipe di quello che succede sulla scena.
Il preludio alla scena della cantina è scandito dal livello del vino consumato dagli ospiti, come in una spietata clessidra.
La tensione è palpabile, l’ansia domina la scena, ma il bacio finale è spettacolare nella sua finzione che, in realtà, è di una verità travolgente.
Certo che si tratta di uno stratagemma per giustificare la loro presenza in quell’ala della casa ma immagino l’energia e la convinzione che entrambi mettono in quel bacio…
Ovviamente attendo con ansia la reazione di Mary, che, sicuramente, sarà notevole. Probabilmente sarà tratta in inganno proprio dal sospetto, da lei espresso precedentemente che, tra i due uomini, ci sia ben più di una semplice, formale simpatia.
O, almeno, speriamo.
Un bel capitolo, ricco di spunti e di sana tensione narrativa.

Recensore Master
18/11/18, ore 11:01
Cap. 9:

buongiorno, cara!
eccoci qui con un altro bel capitolo... devo ammettere che vedere John e Mary amoreggiare e lavarsi via l'odore di sesso mi da fastidio allo stomaco, ma è ovvio che vada bene così, anzi! sei bravissima a mostrare come John sia convincente. Verrebbe quasi da trovarlo divertente, pensando che poi - al solo vederlo vicino a Sherlock in salotto - la cara moglie diventi subito sospettosissima di qualcosa e anche il padre. In fondo indovina un po' ambedue le cose, e se avendo la coda di paglia è chiaro che creda di avere intorno delle spie, è meno ovvio perchè capisca che Sherlock è attratto.
Ah, sì! E' l'Amore, la Johnlock che colpisce senza pietà! *_____________*
rassegnati, Mary, è nell'aria!
Questo senza dubbio è il capitolo più bello, perchè c'è la scena madre del fim, quella indimenticabile e meravigliosa in assoluto. Quel bacio dato perchè era l'unica cosa abbastanza grave e offensiva da distogliere addirittura l'attenzione dal nascondere un crimine
e giustamente, in epoca attuale, ci vuole un bacio più "scandaloso" per fare effetto
oddio, quanto voglio leggere il prox capitolo!
p.s, perchè questa storia ha molti p.s. personali: posso andare a mangiare e bere dalla cantina dei Morstan pure io? cena e bevande gratis sono meglio, ahahahahha!
un bacio misterioso,
Setsy

Recensore Master
14/11/18, ore 12:05
Cap. 8:

buongiorno, bellezza, come stai?
il capitolo di adesso mi ha fatto tornare in mente più vividamente il film (che ho intenzione di rivedere prima che la tua storia termini)
John non è una spia nata - chiedere le chiavi per un posto sospetto da esaminare non è il massimo - ma così è proprio IC
lui non è diabolico, anche se intelligente... Mary sicuramente lo batte, in senso negativo
poi quel simpaticone del padre ha già tutti gli atteggiamenti giusti per embrare il più pericoloso
ma il cruccio di John, giustamente, è un altro.
alla fine di tutto perdere ogni scusa/occasione per stare i compagnia dell'affascinante Sherlock, che dal canto suo, sta soffrendo nel medesimo modo
non sarebbero loro due, altrimenti, che nervi mi danno a volte!
ps il colpevole è il maggiordomo! \°0°/
no, è un'altra storia?
un bacio grande,
Setsy

Recensore Master
11/11/18, ore 00:48
Cap. 8:

La parte iniziale di questo capitolo si regge sul contrasto tra l'atmosfera romantica del matrimonio, dei fiordi, del magnifico cielo stellato e lo stato d'animo di John che, comunque, sembra rassegnato a recitare la propria parte di marito innamorato e devoto. Quella che rendi significativa é la sua convinzione che la vita che ora lo coinvolge sia, comunque, possibile perché è convinto di non essere adeguato a suscitare interesse sentimentale da parte di Sh.
Il primo impatto con villa Morstan è davvero squallido e deludente, tu l’hai reso con precisione, anche attraverso le luci spente e l’assenza del suocero che, evidentemente, non gradisce la scelta della figlia.
Il più normale sembra Edgar ma, si sa, il maggiordomo è sempre una figura un po’ particolare e, spesso, risulta più “familiare” ed accogliente di altri che dovrebbero esserlo non per lavoro.
Connoti Thedore come una figura che suscita antipatia, già in precedenza lo abbiamo notato, ma ora si conferma anche che John viene considerato un intruso scomodo in quel posto, tanto da limitargli la libertà di movimento praticamente a casa sua.
Ecco l’accenno che tu fai nel titolo alle chiavi che gli vengono negate all’inizio.
L’incontro tra John e Sh, al parco di Kensington, è segnato dalla forte tensione che scorre tra i due. E la situazione del “non detto” e del “non fatto” ritorna, classicamente IC, tra disistima di sé, malintesi e insufficiente coraggio nell’esprimere la verità che è lampante, visto che sono innamorati persi l’uno dell’altro.
In più, quindi, ad alimentare il tono agitato del colloquio emerge anche la gelosia che Sh prova, e difficilmente riesce a nascondere, nei confronti di John che gli appare “rilassato e abbronzato”, secondo lui per il benessere derivato dal matrimonio.
Ecco il tono tagliente con cui il consulting replica all’ammissione di Watson di non essere riuscito ad avere le fatidiche chiavi.
Adesso che mi viene in mente, visto che le hai citate nel titolo, potrebbero avere una valenza anche simbolica, visto che il cuore dell’uno, come quello dell’altro, ha proprio bisogno di essere aperto come una porta chiusa e liberare quello che nasconde davvero.
Lettura molto piacevole, davvero.

Recensore Master
09/11/18, ore 10:43
Cap. 7:

Come sempre, nelle tue storie, ciò che circonda i personaggi che agiscono sulla scena sembra davvero riflettere il loro stato d’animo.
Quella “giornata calda e afosa”, tormentata da un “vento caldo e umido” e dal riverbero accecante del sole, è quanto di meglio si addica a ciò che sente John, ormai condotto dalla propria scelta di sposare Mary.
Infatti non riesce a guardarsi intorno perché abbacinato dalla luce troppo intensa e sente di aver perso il controllo delle proprie emozioni, con quel suo cuore che batte impazzito.
L’ansia, la delicatezza e la pericolosità dell’impresa in cui si è impegnato lo stanno opprimendo ma c’è qualcosa di ben più profondo che lo dilania: ha la consapevolezza di essere innamorato di Holmes ed in lui c’è la speranza che quest’ultimo fermi il tragico gioco in cui si trova. Un ostacolo, molto IC, è il sopraggiungere della disistima di sé in lui che lo convince che Sh “non era interessato a lui”.
Tutto questo intreccio di dati visivi e di situazioni emotive li ritrovo già nelle tua introduzione al capitolo e, ovviamente, sono un invito a proseguire nella lettura.
Una scena costruita efficacemente vede il confronto, IC senza dubbio, tra i due fratelli Holmes sulla difficoltà della situazione ma, soprattutto, sul fatto che “caring is not an advantage” perchè lo sguardo indagatore di Mycroft e la sua notevole perspicacia hanno scoperto che l’interesse di Sh nei confronti di suo fratello non è puramente professionale.
Ma, secondo me, il punto di forza più intenso del capitolo è il confronto tra gli Holmes e un John chiaramente in difficoltà ed in attesa di un cenno da parte di Sh, che possa porre fine all’assurdità di ciò che sta per fare.
Hai descritto efficacemente la diplomatica ipocrisia di Mycroft, ovviamente interessato solo al buon esito delle indagini e, soprattutto, la tensione palpabile tra Watson e Sh, espressa in un vero e proprio rimpallo di sguardi imbarazzati, da parte di John, e di taglienti osservazioni del consulting che mascherano, ma non troppo, la sua delusione e la sua rabbia nell’apprendere la notizia dell’imminente matrimonio tra Mary e l’uomo di cui, evidentemente, è innamorato.
Una situazione suggestiva, per cui, chi legge, si frega le mani contento perché di “carne al fuoco” ne hai sistemata molta e molto ben individuata come potenzialità di sviluppi narrativi: lo stato d’animo di Sh, arrabbiato e deluso, quello di John, deluso pure lui nell’attesa di un segnale da parte di Sh suo interessamento a lui, la figura di Mycroft sempre foriera di complicazioni, l’oscuro intreccio spionistico. E, soprattutto, campeggia la tensione che un sentimento ben preciso, ma nascosto, fa scorrere a fiumi sulla scena.
Scena che connoti splendidamente, in chiusura, con “nuvole nere” e cielo plumbeo”. Ovviamente.
Brava.

Recensore Master
01/11/18, ore 16:51
Cap. 7:

ce l'ho fatta! per un pelo (cioè per un'ora!)
Ecco,amo quando Mycroft entra in scena e deduce il suo fratellino: mi dispiace ammetterlo, ma dei due quello un pochino pochino più intelligente è davvero lui
La gelosia gli lampeggia sotto gli occhi come un freccia al neon: Sherlock si è innamorato di John, e ora il suo animo è combattuto tra il caso e gli affari personali; in ogni caso dovrà soffrire, perché i sentimenti sono per i perdenti..
John d'altro canto non se la passa molto meglio, anche perché lo escludo proprio il parziale ritorno di fiamma, si sta sacrificando, tanto ormai è fino al collo in questo pantano e deve galleggiare
e, come da canone, Sherlock si allontana con aria disperata perchè non ha saputo o potuto catturare il cuore di John prima della moglie
piccino mio, la faccia me la vedo di fronte come se fosse la puntata...
sono ansiosa di vedere come hai adattato il resto, andando avanti si avvicina la parte più succulenta del film
(p.s amo SherlyxAlfred Hitchcock! a me piace L'uomo che sapeva troppo, ci avevo anche pensato, ma è troppo diffcile)
super baci, a presto
Setsy

Recensore Master
31/10/18, ore 20:55

cara, purtroppo sono rimasta un capitolo indietro causa salute e preparativi per partire domani... ma che leggo? ti sei fratturata il gomito? T__T come stai adesso?
non preoccuparti delle risposte, anzi,non so proprio come tu stia pubblicando, spero che fossero capitoli già scritti!
ma veniamo a noi: qui la gelosia, piano piano si lascia riconoscere
E chi ci crede che Sherlock non sia personalmente disturbato dal tubare di John e Mary?
che in effetti da una certa irritazione: ma lui deve farlo - molto James Bond, fare tutto per la corona! - anche se arriva davvero all'estremo.
Ora deve sposarla e non voglio nemmeno immaginare le conseguenze: voglio leggerle direttamente ;)
Il padre di Mary è orrendo, ma oltre ad essere giusto come movieverse so che quando c'è un familiare di John, quindi anche il suocero va bene, è sempre spietato e messo li per farcelo odiare
Cosa c'è nelle bottiglie del vino? sai che ora mi ricordo perfettamente la stupenda scena della cantina ma non il contenuto delle bottiglie? erano solo avvelenate?
L'atmosfera di Ascot è perfetta ed elegante, pareva di vederla, sei stata davvero accurata, è un grande classico delle ambientazioni inglesi, quindi non si può toppare su questo!
bella, non so se domani faccio in tempo a leggere il prox, oppure lo farò subito domenica
un bacio grande, riprenditi
ti mando il Dott. Watson?
tua, Setsy

Recensore Master
25/10/18, ore 17:21

Leggendo il capitolo, non avevo dubbi sul tuo riportarci le immagini di Ascot con la tua consueta precisione ed immediatezza nel cogliere anche i particolari più significativi, come per esempio, la guerra di sguardi ed invidie che infiamma l’atmosfera tra il pubblico femminile, mentre quello maschile, ma ne ero certa vista l’universalità della natura dell’ ”altra metà del cielo”, è attenta alla corsa e basta, senza particolare attenzione a ciò che sta attorno. Tipico.
Un altro particolare che hai messo in risalto è stato il vuoto che domina il palco della famiglia Watson, elemento, questo, frutto del pregiudizio e della cattiveria, di cui John sta sentendo la pressione.
Un punto di forza, dal punto di vista anche tecnico e narrativo, è la tua descrizione della corsa dei cavalli, che animi di termini densi di movimento, d’energia e di velocità, dando davvero il senso di ciò che sta succedendo sulla pista (“…scalpitavano… potenza delle loro zampe… uno sparo… si lanciarono sulla pista….”).
Ma, da fedele johnlocker quale sono, tra la folla sto cercando Sh e tu me ne offri una visione impareggiabile, con quei ricci corvini al vento, l’elegante completo nero e l’immancabile colpo al cuore di quello sguardo color acquamarina.
In questo capitolo fai emergere in modo più deciso l’attrazione che John prova per lui ed introduci un personaggio decisamente gustoso ed intrigante: la gelosia di Sh. Questi si mostra spudoratamente disgustato dal comportamento affettuoso di Watson nei confronti di Mary e John, cogliendo che qualcosa non va, entra in agitazione. Quel suo “io non sono gay” detto a Mary non è rivolto a Sh o alla signora Hudson, ma a Mary ed ha la consistenza fragile di una penosa bugia.
Il finale è proprio foriero di sviluppi molto interessanti. Non ho dubbi che il bacio che Watson ricambia nei confronti della Morstan sia pensato per tutt’altra persona…

Recensore Master
25/10/18, ore 16:47
Cap. 5:

Capitolo, questo che si apre in mezzo ad uno sfavillio di rubini, smeraldi, topazi ed…occhi chiarissimi e del color dell’oceano. Il tutto approfondito e reso più prezioso dalla tua sapiente capacità di descrivere, offrendo l’effetto di una visione tridimensionale, diretta e suggestiva.
Via via sta diventando, sempre più palpabile, l’attrazione che Sh prova per John, e che tu sottolinei con sguardi, gesti, veloci pensieri.
Per ora, Watson ci sembra ancora provato da ciò che è successo al fratello e dall’impegno che gli richiede la missione di scoprire il vero colpevole della brutta storia. Staremo a vedere.
Intanto la voce di Mycroft condisce la scena iniziale con un po’ di sano IC, rievocando il mitico “Caring is not an advantage”, che racchiude tutto il senso del gelido autocontrollo dell’iceman e la sociopatia del fratello minore.
La cena si svolge in un clima allucinato, dove succedono cose strane e partecipano personaggi che appaiono un po’ fuori contesto, come i quattro uomini non accompagnati, escluso John, sul quale Mary ha progettato decisamente una vita.
Intrigante, anche dal punto di vista “giallistico” tutto il contesto. John vi si muove a suo agio, Sh rimane ancora sullo sfondo, ma penso proprio che non vi rimarrà a lungo.

P.S confermo: i vini italiani sono fantastici. Io opto per i rossi.
N.B: e vogliamo ricordare la voce particolare e tritaovaie di Alberto Lupo?!

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