Recensioni per
Der Hölle Rache
di meiousetsuna

Questa storia ha ottenuto 13 recensioni.
Positive : 13
Neutre o critiche: 0


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Nuovo recensore
01/04/20, ore 13:16

QUARTA CLASSIFICATA

“Du wird erblassen”
di Setsy

Vincitrice del Premio Speciale “Miglior Titolo”


Grammatica e stile: 9.5/10
(5/5 grammatica e 4.5/5 stile)

Grammatica: non ho riscontrato errori grammaticali e/o di battitura.

Stile: l'utilizzo della prima persona ti riesce davvero bene, senza contare che il POV di Levi non è cosa facile.
La sua introspezione si miscela molto bene agli elementi del canon che già conosciamo a quelli che hai aggiunto tu, creando così un equilibrio che si protrae fino alla fine della Flashfic.
I pensieri di Levi sono diretti, privi di fronzoli o giri di parole, a tratti anche crudi; hai adattato in maniera egregia lo stile alla personalità del personaggio che è l'unico POV dello scritto e per questo ti faccio i miei complimenti.


Titolo e trama: 10/10
(5/5 titolo e 5/5 trama)

Titolo: “Du wird erblassen”. “Dovrai impallidire”.
Sono felice di aver studiato tedesco alle superiori perché quando ho letto il titolo la prima volta, sono riuscita a tradurlo immediatamente e già dall'inizio mi aveva incuriosita.
Penso che la mia adorazione per questo titolo sia giunta a livelli estremi nel momento in cui ho realizzato il suo significato ambivalente una volta terminata la lettura della Flashfic: da una parte abbiamo Eren che, a causa di tutto il sangue che sta perdendo per le botte ricevute, sta impallidendo; dall'altra invece abbiamo Levi, che impallidisce più “dall'interno”, se così possiamo dire, perché realizza che Eren è la sua anima gemella e suscita un turbinio di emozioni in lui che quasi non riesce a controllare.
“Du wird erblassen”. Credo che potrei ripeterlo una giornata intera senza stancarmi mai: è struggente e meraviglioso al tempo stesso, è onnipresente nella Flashfic dall'inizio alla fine e lo trovo anche poetico nella sua drammaticità.
Inoltre si sposa perfettamente con il luogo in cui è ambientata la storia, perché l'universo di Shingeki no Kyojin è ispirato anche alle cittadine tedesche.
È assolutamente bellissimo.

Tutto questo mi ha portata a decretare la tua storia come vincitrice del Premio Speciale “Miglior Titolo”.

Trama: come ho già scritto prima, mi è piaciuto il modo in cui hai miscelato gli elementi del canon a quelli che hai aggiunto tu, senza contare che la scena che hai rivisitato penso sia una tra le più iconiche di tutto Shingeki no Kyojin.
Vedere tutto attraverso il punto di vista di Levi è stato interessante, perché se nel canon le motivazioni dei suoi gesti ci vengono spiegate in un secondo momento – a udienza ultimata –, qui lo capiamo fin da subito.
Leggo Soulmates!AU in tutte le salse, quindi sono sempre curiosa di scoprire come gli elementi che indicano tale genere vengono sviluppati nel corso della storia: quello dell'iniziale della propria anima gemella incisa in una determinata parte del corpo (spesso il polso, come in questo caso) l'ho letta diverse volte, ma qui posso dire di averla “riscoperta” sotto una luce completamente diversa perché in un primo momento ha quasi il sapore di una condanna, di una non accettazione.
Questa rivisitazione non solo mi è piaciuta tantissimo, ma l'ho trovata anche perfettamente in linea con l'universo canonico di Shingeki no Kyojin.


Caratterizzazione dei personaggi: 10/10
(5/5 Levi e 5/5 Eren)

Levi: la sua caratterizzazione è perfettamente in linea col personaggio.
È il Levi che sono solita conoscere nella prima parte, quando ciò che hai scritto riflette ancora quanto accaduto nel canon, ma è anche un Levi perfettamente riconoscibile nella seconda parte, quando aggiungi il fattore Soulmates!AU.
In particolare sono riuscita a riconoscerlo perfettamente perché il background di Levi è quanto di più disumano possa esserci, pertanto so quanto abbia sofferto e patito in passato.
Di conseguenza, ho immaginato che quando pensa “Non ti perdono di non essere lui” si riferisca al fatto che Eren non sia Erwin – anche perché Levi stesso nella prima parte specifica: “Però c’è Erwin che mi fissa, e per lui farei di tutto, anche mettermi in mostra” – e quando pensa “come posso odiarti per non avermi salvato, se non eri nato?” si riferisca al fatto che quando Levi era bambino, Eren non era ancora nato, vista la differenza d'età che intercorre tra i due ed è come se per un attimo lo avesse accusato di essere nato al momento sbagliato, di non averlo salvato in tempo.
Quella di Levi è una caratterizzazione perfetta.

Eren: anche in questo caso, la sua caratterizzazione è perfettamente in linea col personaggio.
Il fatto che sia una Soulmates!AU giustifica pienamente la sua immediata arrendevolezza nei confronti dei colpi subiti e anzi, ci fa capire che è stato il primo tra i due ad accorgersi di aver trovato l'altra parte di sé – il fatto che lecchi la suola della scarpa di Levi, la stessa che ha usato per colpirlo, mi ha fatto scattare questa ipotesi.
Mi è piaciuto il modo in cui risulta perfettamente IC attraverso il punto di vista di Levi e ancora di più mi è piaciuto come tu sia riuscita a rendere coerente il suo comportamento in base al contesto in cui il personaggio è stato calato.
Ottimo lavoro.


Gradimento personale: 9/10

La storia mi è piaciuta tantissimo, hai svolto un lavoro egregio e non smetterò mai di dirtelo: il titolo è stupendo, credo che sarà la mia rovina – vorrei quasi tatuarmelo…
Hai aggiunto un vero tocco di classe non solo a un momento iconico del Manga, ma anche agli avvenimenti futuri, perché da qui in poi immagino che le cose cambieranno sia per Eren che per Levi.
Ti ringrazio per questa intensa lettura, sei stata bravissima.
Grazie per averla scritta.


Totale: 38.5/40

Recensore Veterano
08/09/19, ore 12:52

[Valutazione del contest "Un fiume di soulmate!AU]

Titolo:
Questo titolo mi fa sorridere ogni volta che lo leggo, perché ha un’aria austera e ufficiale che in realtà nasconde una dolcezza genuina e quasi ingenua, con quel “giuramento” sbandierato ai quattro venti che soltanto alla fine rivela la sua vera natura.



Caratterizzazione dei personaggi:
In quest’ultima storia vediamo tutto quanto attraverso gli occhi di Eren. Un Eren convalescente, che non si cura minimamente di essere letteralmente senza braccia e preferisce passare il suo tempo ad ammirare un Levi in versione massaia.

Ho trovato questo suo atteggiamento molto verosimile, perché in fondo Eren non si è mai preoccupato delle proprie ferite. Insomma, non viene chiamato “idiota suicida” a caso, no?
Inoltre, ho apprezzato moltissimo il sottolineare come la sua preoccupazione principale per quelle menomazioni sia stata inizialmente verificare che la “L” riaffiorasse. Come a dire: non mi importa del dolore né del mio corpo dilaniato, basta che mi lasciate Levi.
Davvero molto tenero nella sua genuina ingenuità, perché dopotutto Eren è soltanto un ragazzino innamorato ed è giusto che faccia ragionamenti del genere.

Mi ha fatto sorridere anche quella sua gioia infantile nel constatare che – probabilmente – Levi tiene lontana Mikasa per gelosia, perché lo trovo un dettaglio estremamente in linea col personaggio che siamo abituati a conoscere.

Invece, quelle frecciatine più o meno arroganti con cui cerca di provocare Levi sono qualcosa di assolutamente nuovo, che però ben si accordano sia al tipo di rapporto che si è instaurato tra loro sia – soprattutto – all’evoluzione che lo stesso Eren ha avuto nel corso della tua raccolta. Quindi, nonostante nel contesto originale sarebbero sembrate assolutamente fuori luogo perché Eren mai e poi mai si sarebbe sognato di mancare così tanto di rispetto al “suo” capitano, qui risultano tranquillamente IC.
Dopotutto, come dicevo, è pur sempre un adolescente… e in quanto adolescente il sesso è un pensiero fisso – soprattutto se si trova sdraiato a letto, solo nella stanza con il suo compagno.


E Levi… lui è perfettamente se stesso sempre e comunque. Anzi, forse lo sembra addirittura più in questa storia che nelle altre, probabilmente perché lo vediamo di nuovo dall’esterno e dobbiamo leggere i suoi pensieri e sentimenti solo attraverso le sue azioni – esattamente come nell’anime e nel manga – senza avere un “accesso diretto” alla sua mente.

Di lui mi è piaciuto tutto, dal modo in cui fa la “massaia” con lo stesso impegno con cui combatte o tortura alla velocità con cui si infiamma alle provocazioni di Eren.
Soprattutto, però, ho apprezzato moltissimo la delicatezza che trapela dietro alle sue frasi sboccate e ai suoi modi bruschi… e quella premura con cui infine concede ad Eren ciò che desidera stando però attento a non fargli male.
O meglio, a non fargliene più di quanto sia necessario per il suo piacere.

Una piccola nota di merito per quel “Apri la camicia, Eren. Già, non puoi. Fastidioso”, perché è una battuta così tremendamente da Levi che farebbe quasi venire i brividi se non mi avesse fatto ridere come una pazza immaginando la sua espressione scocciata!


Tornando ad Eren, ho molto apprezzato che in questa storia sia tornato a riflettere sulla sua decisione di procurarsi da solo quella ferita quasi fatale. Inoltre, mi è piaciuto che lui stesso si sia reso conto – a posteriori, ma meglio di niente – che è stata una gran cavolata e che ammetta con se stesso di aver sbagliato perché, a differenza di Levi, è troppo impulsivo e non riesce a ragionare con lucidità.

E poi, nel finale, troviamo ancora quell’irruenza che gli è così tipica sia nelle tue storie che nel canon. Un’irruenza che da un lato lo porta a lasciarsi andare completamente e senza alcuna vergogna alle attenzioni di Levi, dall’altro lo spinge a snocciolare quel giuramento romantico e un po’ teatrale, che tuttavia non stona affatto nel contesto.

Dopotutto, Eren e Levi quando sono soli si rinchiudono in un mondo tutto loro dove non devono rendere conto di niente a nessuno, e possono ben concedersi – per una volta – di abbassare le difese e abbandonarsi a un momento di dolcezza.



Stile e trama:
Lo stile di questa storia è nettamente in contrasto con il finale della precedente, e non soltanto per il cambio di punto di vista – che comunque si avverte moltissimo – ma per una commistione di ritmo e atmosfera che non potrebbero essere più diverse di così. In primo luogo, troviamo di nuovo un connubio quasi alla pari tra introspezione e azione che rende la lettura scorrevole ma tranquilla, pacata, senza nessuna accelerazione o rallentamento improvvisi che rendono perfettamente l’idea di questo momento intimo e tranquillo.

La pace dopo la tempesta, oserei dire, dato che ci troviamo in un punto della storia dove ormai il peggio è passato, i guai – o almeno quelli più imminenti – sono risolti e ai nostri due protagonisti non resta altro da fare che godersi questo inaspettato ed effimero angolo di paradiso.

Il punto di vista di Eren si avverte moltissimo, ovviamente, e mi piace come tutta la storia sia narrata attraverso la sua lente soggettiva e un po’ infantile.
La giovane età di Eren, infatti, è uno degli altri elementi che più concorrono a creare un contrasto di stile con le storie precedenti, dove la maturità e l’esperienza – spesso negativa – di Levi gli impedivano di abbandonarsi a pensieri completamente romantici e lasciavano sempre una vena cinica o malinconica di sottofondo.

Eren, no. Lui quando pensa a Levi lo fa come se fosse circondato da cuori e fiorellini; lo ama e lo ammira ai limiti dell’adorazione, ed è una cosa così dannatamente tenera che mi fa venire voglia di strapazzarlo di coccole (salvo poi ricordarmi che Levi non apprezzerebbe).

Sul serio, mi piace questo suo modo di abbandonarsi a pensieri anche sdolcinati che però sono perfettamente in linea con la fase che sta vivendo: in fondo Eren è pur sempre un adolescente, anche se un adolescente soldato e mutaforma, quindi è giusto che nei momenti di tranquillità si conceda di comportarsi secondo la sua vera età e non come il mondo si aspetta da lui.

La scena di Levi che pulisce e rassetta la camera è assolutamente perfetta sia per il suo personaggio che per la situazione, così come – te ne ho già parlato – mi piacciono i tentativi di Eren di provocarlo abbastanza da convincerlo a “punirlo”.

L’unica cosa che mi stona è una frase di Levi: “Sta zitto, bastardo, lo sto facendo per te, la pulizia è essenziale, perché vi piacesse vivere come dei maiali non lo capirò mai, per fortuna ci sono io a farvi lavorare”.
Anche in questo caso, ciò che non mi convince non è il contenuto – che al contrario mi sembra assolutamente coerente con il personaggio e la situazione – ma la punteggiatura. So di essere ripetitiva e mi dispiace, ma tutte queste virgole consecutive rendono piatta una frase che invece avrebbe molte potenzialità.

Oh, e confesso di avere qualche dubbio anche con lo scambio di battute successivo. Un’inezia, in realtà, ma te la chiedo lo stesso per essere sicura di aver capito bene: quando Eren dice “Fino a prova contraria quello che aveva una madre che faceva…” si riferisce al “bastardo” che aveva detto Levi prima? O sono io che ho preso fischi per fiaschi e in realtà intendeva tutta un’altra cosa?

Comunque sia, questo gioco di provocazioni è delizioso, e mi fa morire dal ridere la considerazione di Eren sul fatto che Levi non si sa mai quando scherza o quando è incazzato sul serio e conclude che dipende “da quanto trova tollerabile chi ha davanti”. Un genio, quel ragazzo!

Mi piace anche l’accenno al Legame che si ha subito dopo: Eren riflette sulla sua ferita fisica e su quella metaforica che ha inferto di conseguenza anche a Levi e sottolinea che loro “si sentono”.
È un’informazione sul funzionamento del Legame di cui finora il lettore non era a conoscenza, e ho apprezzato che sia stata fornita così tra le righe anziché con una spiegazione enciclopedica perché in questo modo risulta naturale e perfettamente inserita nel contesto.

E poi… e poi c’è Levi che finalmente cede alle provocazioni del suo compagno e si dedica a lui perché “in fondo te lo devo”, ed è una cosa tenerissima ma non stucchevole che fa sorridere senza però snaturare il personaggio di Levi.

Dulcis in fundo, ho trovato perfetto quel “ti amo anche io” bisbigliato in risposta all’accorata dichiarazione di Eren, così piano che nessuno può dire con certezza se sia uscito dalle labbra di Levi o dalla fantasia di Eren… ma, in ogni caso, va benissimo così.



Gradimento personale:
Quest’ultima storia è dolce e romantica, fluffosa quanto basta per farmi sorridere dalla prima all’ultima parola ma non tanto da risultare esagerata o inverosimile. Mi è piaciuta davvero tanto, anche perché nel loro mondo è raro che Eren e Levi abbiano momenti così sereni, ed è stato bello leggere per una volta qualcosa – quasi – completamente privo di angst.









Valutazione generale della raccolta: Der Hölle Rache

Titolo raccolta:
Innanzitutto devo dire che, nonostante solitamente prediliga i titoli in italiano, ho molto apprezzato la tua scelta di utilizzare invece il tedesco: come hai detto tu stessa nelle note, è molto adatto a questo fandom per una lunga serie di particolari, e aiuta – secondo me – ad entrare ancora di più nell’atmosfera della raccolta.

Anche la scelta del titolo vero e proprio della raccolta mi è piaciuta: ho visto e ascoltato “La furia infernale” e l’ho letteralmente adorata. Inoltre, anche il significato generale – e il messaggio finale che ne deriva – è particolarmente adatto alle storie che hai scelto di raccontare.



Sviluppo del soulmate!AU
L’elemento soulmate è fondamentale in questa raccolta, sia per la trama che per la caratterizzazione dei personaggi, e trovo che sia stato gestito molto bene: non solo spieghi al lettore in cosa consiste, ma analizzi anche sfumature più controverse quali l’invidia delle altre persone – perché in un mondo come quello di SNK è estremamente difficile riuscire a trovare il proprio soulmate – e i sentimenti contrastanti di paura ed emozione che prova Levi al momento della scoperta.

L’unica nota dolente – diciamo così – sta nel fatto che la tipologia di soulmate!AU da te scelta come principale in realtà risulta solo in secondo piano, e nell’intera raccolta è la lettera che Levi ed Eren hanno sui polsi ad avere l’importanza maggiore: è quella lettera che Levi maledice nella prima drabble, è quella che nella seconda storia gli permette di capire che Eren è il suo soulmate, è quella che Eren gli accarezza nella terza storia ed è sempre quella che nella quarta Eren si premura di verificare che ricompaia nonostante le amputazioni delle braccia.

Invece il discorso del “solo il tuo soulmate umano ti può uccidere volontariamente” viene citato esplicitamente soltanto nella terza drabble – prima con quel breve cenno a Mikasa e alle sue possibili ritorsioni e poi con il colpo di scena finale – e viene velatamente accennato nella quarta citando la ferita che Eren si è fatto infliggere da Levi.

Onestamente, credo che in un mondo del genere – dove le persone muoiono come mosche per colpa dei Giganti – questo soulmate!AU non abbia avuto la possibilità di esprimersi al pieno delle sue potenzialità. Probabilmente – ma questa è solo la mia opinione – sarebbe stato meglio scegliere come soulmate!AU principale la lettera sul polso, e aggiungere comunque la ferita autoinflittasi da Eren tramite Levi con un altro espediente.

Di contro, ho molto apprezzato che la lettera che compare sulla pelle di entrambi non solo abbia un’importanza notevole in tutta la raccolta, ma venga arricchita da numerosi particolari quali il modo in cui riemerge dopo essere stata graffiata via o come è diventata incandescente nel momento in cui Levi ed Eren si sono finalmente trovati.



A presto!
rhys89

Recensore Veterano
08/09/19, ore 12:48

[Valutazione del contest "Un fiume di soulmate!AU"]

Titolo:
Un titolo tanto poetico quanto criptico, seppure molto bello. Il collegamento con la storia c’è, ma non è così immediato come nelle altre: occorre leggere bene tra le righe e cogliere ogni sfumatura, e solo a quel punto riesci a dire “ma certo, ecco di cosa parlava!”.



Caratterizzazione dei personaggi:
In questa storia, vediamo un Levi finalmente consapevole che si ritrova suo malgrado a riflettere su Eren e sul loro Legame. La cosa che mi è piaciuta di più, è che nonostante la vena romantica che pervade tutta la storia – ora più in superficie, ora nascosta dietro una maschera di cinismo – il nostro Levi non risulta mai snaturato, ma rimane sempre fedele a se stesso.
Lo vediamo in quella prima riflessione iniziale, quando ammette di aver nascosto tutto ciò che potrebbe indebolirlo – come il ricordo di sua madre e del suo passato – in un angolo nascosto della sua anima, oppure quando si rivela orgoglioso dei “suoi” ragazzi… orgoglio che, ovviamente, non paleserà mai. Anche questo è estremamente da Levi, così come la considerazione del “devono credere di non essere mai abbastanza” così da migliorarsi sempre di più, perché in definitiva il suo scopo è quello di mantenerli vivi, non di coccolarli.

E, tra una considerazione e l’altra di Levi, troviamo una piccola e deliziosa chicca con Hanji (ma quanto la adoro!), che con un’unica occhiata capisce che “voi maschi vi fate male anche per giocare”. Che dire, l’ho trovata assolutamente perfetta e fedele a se stessa, soprattutto con quel sorrisetto sadico che fa capolino sul suo viso quando li lascia soli per… “andare a raccogliere dati”. (Certo, come no…)

Ho apprezzato molto anche il contrasto tra Eren e Levi… o meglio, il contrasto del modo in cui vivono questo loro Legame: lo avvertono entrambi in modo assoluto e inevitabile, ma mentre Levi cerca in ogni modo di tenerlo a bada ed evitare di abbandonarvisi perché sarebbe una distrazione e le distrazioni nel loro mondo sono fatali, Eren sviluppa subito una devozione totale per Levi, si concede completamente e senza riserve. In fondo è solo un ragazzino, nonostante la guerra l’abbia fatto crescere in fretta, e la sua giovanissima età più l’affetto ricevuto durante l’infanzia rendono estremamente verosimile questi suoi comportamenti da adolescente innamorato qual è.

Molto tenero il modo in cui però Eren cerca un po’ di limitarsi con le “sdolcinatezze”, concedendosi di accarezzare la “E” sul polso di Levi solo quando dorme e mordendosi le labbra per non lasciarsi sfuggire quel “ti amo” che Levi, comunque, avverte lo stesso.

Levi che non può negare a se stesso la forza di ciò che lo lega ad Eren e questo lo spaventa da morire, perché è consapevole che in questo modo sono diventati l’uno la debolezza dell’altro… eppure nemmeno lui può fare a meno di concedersi di cullarsi – di tanto in tanto – nell’agrodolce consapevolezza di essere stato dannatamente fortunato a trovare il suo soulmate, perché sa bene che ben pochi nel loro mondo possono permettersi di dire lo stesso.

Fa capolino anche Mikasa, in questa storia, e ovviamente lo fa per proteggere Eren. Trovo assolutamente perfetta questa sua piccola comparsata che dura giusto il tempo di “promettere le più atroci torture” a Levi se farà soffrire Eren, perché in fondo proteggere il suo “fratellino” è il principale scopo della sua esistenza, e onestamente sarebbe stato strano il contrario: non importa che Levi sia tecnicamente il suo superiore e probabilmente anche un uomo ben più forte di lei, quando si tratta di Eren queste bazzecole passano in secondo piano.

Mi è anche piaciuto quella che sembra l’ombra di un profondo rispetto che Levi prova per Mikasa, che trapela dalla sua considerazione sul fatto che – nonostante tutto – non sarebbe il tipo da manomettere la sua attrezzatura per farlo uccidere dai Giganti.

Nel flash-back sul ricordo della loro prima notte insieme – subito dopo il processo di Eren – vediamo distintamente quanto sia combattuto Levi, riguardo a quel Legame appena scoperto.
Anche qui, è molto bello il contrasto tra l’approccio di Eren – sicuro al limite dell’arroganza – e quello di Levi, che invece si sente quasi in colpa per qualcosa su cui non ha neppure il controllo.

Mi è piaciuto l’accenno al fatto che – oltre a tutto il resto – una piccola parte di Levi registra con una fitta al cuore anche la verginità di Eren. Può sembrare una cosa da niente, ma per lui è l’ennesima conferma del trovarsi davanti un ragazzo giovanissimo, con alle spalle un passato che non potrebbe essere più diverso dal suo… e che adesso e per sempre sarà destinato a lui e lui soltanto.
E mi è piaciuto ancora di più quando, in seguito alla tenera e innocente richiesta di Eren di un bacio – di nuovo nettamente in contrasto con il brusco ordine di Levi di calarsi i pantaloni e piegarsi sulla scrivania – lui non possa fare a meno di sciogliersi e concedergli anche più di ciò che Eren gli chiede (e più di quanto lui stesso pensi di meritare).


Ho trovato molto interessante, nel paragrafo finale, questa tua interpretazione sull’incapacità di Eren di trasformarsi: in questo universo che hai creato è assolutamente verosimile che Eren rifiuti inconsciamente la sua natura di Gigante perché teme che lo allontani da Levi.

Altrettanto verosimile è la sua scelta avventata di pugnalarsi tramite Levi, perché seppure non funzionasse lui certamente preferirebbe morire insieme a Levi e ai suoi compagni, piuttosto che sopravvivere sapendo di essere stato inutile.

E, da brava testa calda, nella foga della battaglia non si rende conto che – così facendo – è come se oltre a se stesso avesse pugnalato anche Levi. Dritto al cuore.



Stile e trama:
Il ritmo della storia è lento e costante per quasi tutta la sua durata, con una netta prevalenza di parti introspettive che ricordano molto da vicino un lungo flusso di coscienza, interrotto solamente dal breve racconto dell’incontro con Hanji.
Tuttavia, anche in questa storia, nonostante la forte componente introspettiva la narrazione non risulta mai appesantita, e la lettura procede spedita da un pensiero all’altro e da una considerazione all’altra senza intoppi e senza mai perdere il filo del discorso.


La descrizione del rapporto di Levi ed Eren è il vero fulcro attorno a cui ruota tutta la storia, – come è giusto che sia – ma ho apprezzato che tu abbia anche dato spazio ad argomenti diversi, seppur ovviamente in modo ridotto.

In particolare, ho apprezzato l’accenno iniziale all’orgoglio nascosto che Levi prova per le sue reclute, ma anche il rispetto per Mikasa e la cinica considerazione sul ruolo del sesso nella Città Sotterranea – così diverso da quello che ha per Eren.

Riguardo proprio Eren, mi è piaciuto come viene delineato il loro rapporto in relazione anche a quelle tendenze sadomasochistiche che hai introdotto nella scorsa storia. Mi è piaciuto perché, pur continuando su questa linea e non facendo mistero del fatto che Levi apprezzi comunque questo genere di attività, ti sei premurata di sottolineare che lo stesso Levi agisce così perché è ben consapevole che a Eren tutto questo piace, e parecchio.

Perché il Levi che conosciamo può fingere quanto vuole di essere un sadico bastardo, ma noi sappiamo bene che non è così. Che dietro quella maschera di menefreghismo è una persona fondamentalmente buona e che, se non fosse sicuro al cento per cento che il suo compagno non solo “sopporti” ma proprio abbia bisogno di queste “punizioni” perché senza dolore non sente di meritare nulla, non si permetterebbe mai di trattarlo così.


Con il cambio del paragrafo c’è un netto cambiamento anche di stile: ci ritroviamo catapultati in un flash-back sul primo confronto di Eren e Levi dopo il processo, e qui abbiamo una notevole componente di azione diretta e dialoghi, che tuttavia viene comunque alternata a una buona dose di introspezione per permetterci di continuare ad osservare Levi da vicino e conoscere i suoi pensieri e le sue emozioni in un frangente così delicato.
E, proprio per questo, abbiamo la possibilità di apprezzare appieno il netto contrasto tra le sue parole secche e i suoi ordini bruschi con quelli che invece sono i suoi dubbi e le sue paure più intime… oltre ai suoi desideri, ovviamente.


Nell’ultimo paragrafo si cambia di nuovo, sia stile che scena che posizione temporale.

Riguardo a quest’ultima, c’è una cosa che non mi torna: nella seconda frase dici che “domani ci attende uno scontro decisivo”… e subito dopo lo scontro è già cominciato.
Non guardo questa serie da un po’ e quindi magari mi sono persa qualcosa per strada io, ma non capisco se lo scontro di cui parli è effettivamente lo stesso che poi troviamo già in atto nella frase successiva oppure sono due cose diverse…

Ma torniamo alla storia.
A inizio valutazione ti ho detto che il ritmo prosegue lento e costante fin quasi alla fine… ecco, siamo arrivati a quel “quasi”.
Perché se all’inizio abbiamo una quasi totalità di introspezione e col flash-back troviamo una commistione quasi alla pari tra introspezione e azione diretta, qui l’azione prende totalmente il sopravvento e le cose succedono così in fretta che il lettore rimane spiazzato, ritrovandosi alla fine ad osservare orripilato il sangue che da Eren cola su Levi senza quasi essersi reso conto di come diamine sia potuto succedere.
E questo… questo è assolutamente perfetto, perché è esattamente quello che ha provato Levi in quei folli attimi prima di un gesto che oltre che disperato è stato anche molto stupido per tutte le milioni di cose che sarebbero potute andare storte.

E la storia finisce così, con quelle gocce salate che non possono essere lacrime che si accumulano negli occhi di Levi, mentre si rende finalmente conto di quanto è successo quando ormai non può più fare niente per evitarlo. Proprio come noi.



Gradimento personale:
Sicuramente, la cosa che più mi è piaciuta di questa storia è come hai sviluppato il rapporto tra Levi ed Eren, contrasto tra i pensieri e le emozioni di Levi e i suoi modi bruschi… che però non turbano minimamente Eren, anzi. Perché in fondo lui non ha bisogno che qualcuno gli dica come è fatto Levi: lo sa già, lo sente dentro. E lo ama anche per questo.



A presto!
rhys89

Recensore Veterano
08/09/19, ore 12:47

[Valutazione del contest "Un fiume di soulmate!AU"]

Titolo:
Un titolo semplice eppure molto interessante per la sua ambivalenza: è ripreso nella storia sia nel suo senso letterale “perdere sangue” con Eren che viene picchiato ancora e ancora, sia nel senso più metaforico con Levi che impallidisce nel momento in cui scopre che Eren è il suo soulmate.



Caratterizzazione dei personaggi:
Il protagonista indiscusso è di nuovo Levi. Un Levi più adulto, stavolta, presentato in un momento ben noto a noi fan. Mi è molto piaciuta l’introspezione che gli hai dato in questo frangente così particolare, immergendoti nella sua testa per tentare di spiegare quali siano stati i suoi pensieri dietro la sua espressione – quasi – sempre impassibile.
Levi mostra alla corte così come al mondo intero una maschera di freddezza dietro cui però si nasconde una certa vena di sadismo di cui Levi stesso è a stento consapevole, ma che non lo disturba più di tanto… al contrario di quella “E” che brucia sul suo polso.
Il fatto che Levi non accolga questa rivelazione con gioia – o stupore o meraviglia – ma quasi con rabbia è tremendamente IC, soprattutto per il background che gli hai creato con la prima drabble: sarebbe stato innaturale per uno come lui dimenticare i propositi di vendetta a lungo covati nel suo cuore, a prescindere da quanto forte fosse già quella strana attrazione per Eren; tuttavia, da persona estremamente razionale qual è, nonostante la rabbia iniziale Levi si rende subito conto che tutto il rancore provato per il suo soulmate finora sconosciuto non ha più ragione di esistere, perché – come dice lui stesso – come mai avrebbe potuto aiutarlo, se all’epoca non era ancora nato?

E poi veniamo a Eren. In effetti di lui non sappiamo molto più di quanto già rivelato nel canon, ma intanto mi è piaciuto come con poche frasi gettate quasi casualmente qua e là hai dipinto accuratamente il suo ritratto da “idiota suicida”. E poi… e poi ammettiamolo: durante quella famosa scena del tribunale tutti hanno pensato che in realtà Eren non fosse poi così tanto dispiaciuto nel farsi malmenare da Levi… o almeno, io l’ho pensato di sicuro, visto come lo guarda subito dopo!
Ad essere sinceri fino in fondo, devo dire che questo suo manifestare così apertamente il suo desiderio di sottomissione all’inizio mi ha un po’ stonato perché non collima perfettamente con la caratterizzazione originale. Tuttavia, dopo averci pensato su, ho capito che il fattore soulmate!AU qui gioca un ruolo chiave anche per la caratterizzazione. Perché se nell’opera originale l’orgoglio di Eren probabilmente gli impedirebbe di comportarsi così con uno sconosciuto, qui Eren sa (grazie alla L che gli brucia sul polso) che Levi non è uno sconosciuto qualsiasi, bensì l’altra metà di sé, colui che è destinato a rendere finalmente completa la sua vita. In quest’ottica, la sua arrendevolezza è decisamente giustificata e – almeno secondo me – anche in linea con il suo personaggio.



Stile e trama:
Nonostante la quasi totale assenza di discorsi diretti e la grande quantità di introspezione la flash non risulta niente affatto pesante, anzi: grazie soprattutto ad una sintassi pulita e costituita prevalentemente da coordinate per asindeto il lettore non perde mai il filo del discorso e ogni frase risulta di immediata comprensione.

Il ritmo della narrazione è piuttosto incalzante, tuttavia la lettura viene talvolta rallentata da un uso eccessivo delle virgole. A volte non è nemmeno un problema di pause, quanto piuttosto della “monotonia” delle pause stesse, date quasi sempre da virgole.
Sicuramente non mi sono spiegata bene, quindi ti faccio un esempio: “Mi dico che è un’ordalia necessaria, ma la verità è che ci sto provando gusto, sento un’eccitazione sconosciuta che mi vibra dentro, non mi sono mai sentito così vivo.”
Potrebbe diventare: “Mi dico che è un’ordalia necessaria, ma la verità è che ci sto provando gusto: sento un’eccitazione sconosciuta che mi vibra dentro… non mi sono mai sentito così vivo.”
Ovviamente solo un esempio spicciolo per spiegarti cosa intendevo, nulla di più.

Tornando a noi, c’è veramente molto Levi, in questa storia. Tanto, così tanto che nel leggerla mi sembra di sentire al sua voce raccontarmi sia i fatti concreti che i suoi pensieri più intimi… e questo è assolutamente perfetto per una narrazione in prima persona.

Mi è piaciuto molto anche l’accenno iniziale a quella che è la più importante filosofia di Levi: “fidarsi è il peggior errore”.
Viene citato quasi di sfuggita, tanto che potrebbe passare inosservato, ma nasconde una profonda e amara consapevolezza maturata negli anni probabilmente a un prezzo troppo alto per poter essere descritto. Tanto più che Levi non è tipo da guardare al passato: impara dai suoi errori o da quelli degli altri e si lascia il resto alle spalle… o almeno ci prova.

Altro particolare che ho trovato interessante è il passaggio dal masochismo descritto nella prima drabble a questo sadismo latente che, tuttavia, ha una natura completamente diversa: se nella prima drabble c’era il bisogno di farsi del male fisico per sopportare quello psicologico, qui la voglia di far del male ad Eren nasconde un desiderio e un bisogno inizialmente sconosciuti, che però vengono subito a galla nel momento in cui si ritrova a vederli riflessi con chiarezza negli occhi vogliosi di Eren.

Voglia a cui il suo corpo risponde con un brivido… e con quella “E” sul polso che “brucia come l’inferno”.
E così Levi si rende conto in un istante che quella lettera non appartiene a Erwin, che il suo rancore non ha ragione di esistere… e che è destinato ad amare un pazzo – anzi, un idiota suicida.

Sono un gran mucchio di scoperte in un lasso di tempo così breve, e ho trovato la reazione di Levi molto realistica: si passa dall’incredulità alla rabbia e alla consapevolezza in un lampo, e altrettanto velocemente si ritorna alla rabbia e di nuovo all’accettazione.

Inoltre, mi è piaciuto anche come hai alterato la scena canonica inserendoci pochi particolari chiave che ne ripropongono una lettura completamente diversa; soprattutto perché sono attimi che potrebbero essere facilmente passati inosservati a chiunque non fosse nelle immediate vicinanze e quindi non vanno ad intaccare la verosimiglianza della narrazione.



Gradimento personale:
Adoro quando una storia ripropone scene già note del fandom aggiungendo l’introspezione del protagonista, e qui hai gestito questo espediente in modo davvero eccezionale. Inoltre, quelle piccole e sostanziali aggiunte sono state quel che si dice “la ciliegina sulla torta”.



A presto!
rhys89

 

Recensore Veterano
08/09/19, ore 12:46

[Valutazione del contest "Un fiume di soulmate!AU"]

Titolo:
Titolo molto crudo e di forte impatto emotivo, perfetto per una drabble in cui si respira un’atmosfera opprimente priva di qualsivoglia spiraglio di luce.



Caratterizzazione dei personaggi:
In questa prima storia abbiamo soltanto Levi. Un Levi ragazzino, tra l’altro, che è da poco rimasto solo al mondo.
Tutta la drabble è permeata da quel cinismo che lo accompagnerà anche nella sua vita adulta e che è diventato un po’ la sua firma… ma attraverso quelle parole fintamente menefreghiste si intravede tutto il dolore che gli ha provocato la morte di sua madre.
Un po’ come, tra le cicatrici che si è autoinflitto, si intravede quella E che lo fa arrabbiare tanto da meditare vendetta contro quell’anima gemella che, proprio nel momento del bisogno, rifiuta di farsi vedere.
Una rabbia, questa, che oltre che essere conforme con la sua caratterizzazione originale è anche perfettamente compatibile con il periodo che sta vivendo. Insomma, Levi qui è molto giovane e sta passando quello che è probabilmente il momento peggiore della sua già difficile vita… e quella E che compare proprio adesso sembra farsi beffe di lui. Quasi a dirgli “sì, c’è qualcuno destinato a te, ma neppure lui può salvarti… sei da solo e lo sarai sempre”.
Qualcuno può biasimarlo per quel giuramento di vendetta con cui si chiude la storia? Io no di certo.



Stile e trama:
Lo stile di questa drabble è crudo e secco, nonostante la sintassi articolata da proposizioni non troppo brevi; è interessante proprio questo contrasto, tra l’armonia data dalle proposizioni perlopiù costituite da coordinate per asindeto e il lessico aspro che invece trasuda tutta l’amarezza e il risentimento che prova lo stesso Levi in quel momento.

Riguardo allo stile, ho solo due minuscoli appunti da farti.

Il primo, si riferisce alla frase “Non puzzerebbe di meno, ma non importa”. Si tratta giusto di un’inezia, ma secondo me questo punto ha leggermente interrotto la fluidità del racconto: quel “non puzzerebbe di meno” si rifà logicamente alla frase precedente, ma sembra completamente slegato dalla successiva nonostante quel “ma non importa” che li lega insieme.
Forse, ai fini della logica narrativa, sarebbe stato meglio slegare le due parti della frase e legarle invece a quelle che la seguono e precedono con qualcosa del tipo: “… come si chiamava? Non puzzerebbe di meno. / Non importa, comunque: nello stomaco…”
Ovviamente è solo la mia personalissima opinione, sei libera di ascoltarla o anche di ignorarla, come preferisci.

Seconda cosa, ho notato nella seconda metà della drabble un uso forse eccessivo della virgola, che rallenta un po’ il ritmo della lettura.
Es: “Non farti mai trovare, allora, perché il mio nome, per te, sarebbe Vendetta” --> eliminando anche soltanto la virgola prima di allora il senso della frase resta inalterato, ma la lettura è più fluida: “Non farti mai trovare allora, perché il mio nome, per te, sarebbe Vendetta.”

Detto questo, mi è piaciuto moltissimo questo breve excursus sul passato di Levi, soprattutto perché la scena è estremamente verosimile: sappiamo bene dal canon come fosse difficile la vita nei bassifondi, e questo Levi che quasi impazzisce per la fame e il dolore è assolutamente realistico.

L’immagine di lui che cerca di grattare via quella lettera maledetta che è apparsa all’improvviso è di fortissimo impatto, e si lega perfettamente al proposito di vendetta con cui si conclude la drabble.



Gradimento personale:
Mi è piaciuto moltissimo questo Levi così diverso da come siamo abituati a vederlo, ma al tempo stesso così realistico da poterlo immaginare senza il benché minimo sforzo.



A presto!
rhys89

 

Nuovo recensore
07/07/19, ore 09:30

Ciao Setsy! Sono qui per rilasciarti la terza recensione premio per il contest del fluff. Ho deciso di leggere questa perchè il concorso di rhys era davvero bello, io purtroppo non ho avuto l'ispirazione e mi son dovuta ritirare, ma l'idea era fantastica e la coppia Levi\ Eren mi piace tantissimo, perciò eccomi qui. Ovviamente questi quattro capitoli mi sono piaciuti davvero tantissimo. La drabble iniziale dove parli di Levy, della sua infanzia e della rabbia che prova verso 'E' l'ho trovata davvero molto d'impatto, piena di immagini e di frasi forti ma adatte al personaggio e all'ambientazione del fandom. La frase dei ratti e dei nomi mi è rimasta proprio impressa. Nella seconda ho davvero adorato il momento nel quale hai descritto la scena di Levy che prende letteralmente a calci Eren. Lo hai fatto in maniera davvero molto dinamica, non so se sia stata influenzata anche dall'anime, ma mi è proprio sembrato di star vedendo un film. Sei riuscita ad amalgamare perfettamente la parte descrittiva e visiva a un tipo di narrazione molto veloce, che dava proprio l'idea di azioni in movimento e che si stavano verificando proprio sotto l'occhio del lettore. Mi è piaciuto moltissimo anche quando Levy capisce che non può nemmeno prendersela con lui perchè appunto Eren non era ancora nato, quando aveva bisogno di lui. La terza mi ha fatto piangere, ovviamente, mi è venuta un'ansia allucinante, e grazie a Dio lieto fine nella quarta one-shot. Mi è piaciuto moltissimo come tu abbia adattato lo stile anche al cambio del pov, quando passa a Eren nell'ultimo capitolo anche il tuo modo di scrivere si adatta a questo personaggio. Questo capitolo è stato anche divertente, cioè nell'amarezza le battute di Eren su Levy che pulisce sono state fantastiche. Il finale l'ho adorato, davvero molto commovente, si è percepita proprio l'incredulità e la gioia di Eren quando si è sentito dire 'ti amo' dal Capitano.
Insomma, proprio una bella storia, l'aggiungo tra le ricordate!
A presto Setsy. ^^
EDIT: (ultimamente mi dimentico sempre le cose) non ti ho detto che lo stile l'ho adorato e che scrivi veramente troppo troppo bene, sei sempre super convolgente e la tua storia è praticamente un aspirapolvere a risucchio dall'inizio alla fine.
(Recensione modificata il 07/07/2019 - 09:33 am)

Recensore Master
01/05/19, ore 09:57

Ciao! *_*
Eccomi finalmente qui a concludere questa minilong ricca di sorprese. Sì, perchè il capitolo dal punto di vista di Eren mi ha proprio sorpreso. Già dal titolo mi sono messo a ridere (immaginandolo urlato da Eren, col suo solito tono "calmo"... XD)
Poi, ancora una volta questa storia delle pulizie XD ma insomma, tra il processo è questa ce le abbiamo messe dentro tutte...
Però Sì, ha fatto ridere anche questo. E in confronto al dramma dei capitoli precedenti questo è stato proprio il finale giusto, secondo me!
Niente, la coppia non riesco a immaginarmela ancora per quanto riguarda il Canon, soprattutto dopo la terza serie parte 1, ma gli indizi ci sono e in ogni caso questa storia mi ha coinvolto (sarà perchè scrivi SEMPRE benissimo... mah... ;-)
Complimenti sentiti!
Alla prossima^^
mystery_koopa

Recensore Master
25/04/19, ore 14:56

Recensione premio per il contest "Senza tempo" 2/2

Ciao! Questo è un capitolo che mi ha lasciato senza parole, sappilo. Non perché mi ha sorpreso o scioccato o scandalizzato, ma proprio perché no so cosa dire, come se si commentasse da solo. Senza dubbio da un punto di vista tecnico è ben riuscito: le diverse scene sono separate sia temporalmente che graficamente, la forma è abbastanza cruda, in perfetto stile AoT, e la trama a metà strada tra missing moment e what if che hai scelto funziona benissimo.
Provo ad analizzarlo un pezzo per volta, magari riesco a tirare fuori qualche frase di senso compiuto. ^_^
***Apparentemente non sembriamo bene assortiti, non in quel senso.*** Questo l'ho sempre pensato anch'io: Eren e Levi paiono opposti, ma in realtà non lo sono, eppure non si potrebbe assolutamente definirli simili. Non sono compatibili né si completano come due opposti, ed è forse questa cosa più di tutte la stranezza e il fascino di questa coppia, per le persone a cui piace. Io ho questo odio smisurato per Eren e non riesco a vederlo con NESSUNO (ma chi lo sopporta uno così? Giusto Levi, ma i metodi si sono visti!), ma la tua interpretazione mi è piaciuta: ce li vedo entrambi a nascondere i propri sentimenti all'altro, sebbene siano fin troppo evidenti tanto da deteriorarli internamente.
Le riflessioni iniziali di Levi sono senza dubbio interessanti (passando ad altro, Hanji Zoe è messa pure peggio di loro come ossessioni...), sia per quanto ha riguardato il suo passato che il suo presente (compreso il riferimento a Mikasa). Sei riuscita a prendermi molto nella prima parte del racconto.
Per quanto riguarda invece le scene intime tra i due, ti confermo che non saprei proprio come commentare; il rating è arancione, sì, perché non ci sono descrizioni grafiche, ma emotivamente questa OS è stata un bel colpo, lasciatelo dire! Non in senso negativo, proprio no, ma proprio per la presa fatta sul lettore.
***Dovevo amarti, non trattarti così, ma non so farlo.***
***“Poi mi bacerai?”***
Secondo me in queste due frasi sono ben riassunti i due personaggi per quanto ha riguardato l'intero capitolo, è forse è stata proprio la seconda persona a rendere al meglio il POV di Levi a questo punto, sembra che si stia riferendo a Eren ma non solo.
L'ultimo paragrafo... beh, che roba! Anche perché davvero Levi potrebbe ucciderlo per il tuo prompt... anche se quello vulnerabile è sembrato lui, per un istante.
Adesso davvero, sono proprio senza parole. Questa storia mi ha davvero lasciato una conferma, sta a te indovinare quale! (tanto sarà facilissimo *_*)
Beh, complimenti!
Passerò prossimamente per l'epilogo. A presto!
mys-kun

Recensore Master
25/04/19, ore 10:46

Proseguo ora con questa lettura.
Beh, lo sai che questa interpretazione della scena del processo da fangirl impazzita non l'ho mai capita, ma ehi, mi rendo conto che la mentalità femminile può essere mooolto diversa (***finge di non pensare a certi libri che le sue amiche reputano interessanti nonostante siano tremendi*** XD)
In ogni caso, sei stata molto brava nel far risultare possibile questo missing moment, calibrando con attenzione la parte canon a quella di interpretazione. Sarò strasincero, avevo provato a immaginare i pensieri di Levi in quel momento, ovviamente in tutt'altra direzione, ma devo ammettere che questa cosa delle iniziali sui polsi (che ricordiamocelo, non è la parte più importante della soulmate! Chissà se si uccideranno a vicenda XD) ha dato al tutto un'impostazione quasi più... introspettiva? Sì, perché le sue motivazioni mi sono sembrate molto interessanti, e tutta la dicotomia tra vendetta e riconoscenza potrà avere uno sviluppo anche originale. L'IC di Levi, quindi, per me è perfetto. Eren masochista invece non ce lo vedo molto, vedremo nel secondo capitolo.
In ogni caso, bravissima per lo stile!
A presto,
mystery

Recensore Master
23/04/19, ore 21:10

Buonasera Milady Setsuna! *_*
Come annunciato, eccomi qui.
Allora, per adesso non c'è molto da dire, se non che l'atmosfera di questo raccolta emerge già da questo primo mini-capitolo.
L'IC di Levi, per ora, è perfetto: si vede perfettamente la rabbia che cerca di reprimere, ma non ci riesce e non può che sfogarsi con l'autolesionismo. Tematica molto delicata e che avrebbe potuto essere sviluppata superficialmente, ma ovviamente hai saputo gestirla nel modo più corretto possibile, senza entrare nei particolari ma esprimendone ugualmente la forza emotiva.
E quella lettera E che si riforma non promette nulla di buono... ci credo che la vendetta per Levi (che in questo momenti è completamente a terra) appaia l'unica possibile soluzione a una vita del genere.
Sono curioso di vedere anche la tua versione di Eren, lo ammetto, perché nell'anime non è esattamente un personaggio sopportabile...
Poi, il titolo: Der Holle Rache dal Flauto Magico del divino Mozart, lo sai che quando tiri in mezzo la lirica e la musica classica io mi sciolgo! Per ora direi che "La vendetta dell'Inferno" esprime bene questo prologo!
Come sempre, bravissima! Non vedo l'ora di andare avanti con la lettura; tuo, sempre,
mys-kun
(Recensione modificata il 23/04/2019 - 09:11 pm)

Recensore Veterano
05/10/18, ore 08:09

Ciao Attack of Titans, uhm? Sei piena di sorprese. Non solo per il fandom, ma per lo stile. Mi piace. Le occhiaie di Levi... Eren è così... vivo? in confronto, ma tutta l'oscurità del primo non può venire che bilanciata dal secondo. Sto apprezzando davvero questa serie, come l'altra, anche se latito nei commenti Per la cronaca, potrei forse lavorare su un certo suggerimento... A presto

Nuovo recensore
04/10/18, ore 16:21

Ciao!
Trovo davvero interessante questa raccolta che stai scrivendo, anche l'idea delle iniziali che emergono dai polsi mi piace.
Inoltre riuscire a descrivere e rendere un'idea in 500 parole non è affatto semplice (sono un'amante della drabble quindi so quello che dico).
Al prossimo atto!
Drop

Nuovo recensore
03/10/18, ore 08:37

Hola~
Inizio con il complimentarmi con te per questi due meravigliosi capitoli.
Il primo, benché breve ( e anzi, forse proprio per questo ), offre al lettore un assaggio così vago e insoddisfacente di ciò che sarà la raccolta, che è impossibile farselo bastare : si deve assolutamente proseguire nella lettura. Il secondo capitolo - sono stata felicissima del fatto che fosse più lungo - getta le basi di quella che sarà- suppongo - una relazione in via di sviluppo dei due. Anche se posso immaginare chi sia quel " lui " , il mistero suscitato da quelle poche frasi in corsivo non è che uno stimolo irrefrenabile a volerne sapere ancora. A livello di contenuto quindi penso sia palese quanto mi piaccia il tuo lavoro ( TI PREGO CONTINUA, NON MI LASCIARE TUTTO IN SOSPESO ). Per quanto concerne l' aspetto formale , non trovo nulla da dire. Grammatica corretta, lessico semplice e periodi brevi e concisi : il tutto rende la narrazione fluida, lascia letteralmente che gli occhi scivolino da una parola all'altra. Ancora complimenti . Spero in in un tuo prossimo aggiornamento. Bye ~
(Recensione modificata il 03/10/2018 - 08:39 am)