Beh, non c'è che dire: questa è una storia singolare.
Per la sua caratteristica fisica, Herla mi ha ricordato Hela, la dea della morte nella mitologia norrena, per metà fanciulla normale e per metà... non proprio viva.
A questo punto mi piacerebbe sapere cosa hanno combinato i suoi genitori per ridurla in questo stato, cosa speravano di ottenere.
Indipendentemente dal come o dal perché, ne è uscito un personaggio laconico, jettatore involontario e quindi solitario.
Pare che prenda la sua vita con una certa rassegnazione, forse anche con poco interesse verso quello che le è precluso e prosegue per la sua strada come se non avesse alternativa.
Insomma, un personaggio che sembra privo di slanci o di interesse, se non per la sua storia pregressa, eppure un drago non è mai un essere totalmente passivo.
Mi piacerebbe sapere cosa avevi in mente per lei. ^^'
La prosa, molto semplice, quasi annoiata nel descrivere la quotidiana solitudine e persino le bizzarre catastrofi che accadono intorno a Herla, come se fossero cose del tutto banali, rendono molto bene la personalità della draghessa, il modo in cui affronta quello che la circonda.
La frase iniziale, in particolare, è molto ben riuscita. Anche l'episodio del tipo morto di tetano dopo aver pestato un chiodo è spiritoso pur essendo raccontato come qualcosa che, in fondo, non le strappa più di un sorriso.
Alla prossima. ^^ |
