PRIMA CLASSIFICATA: "Everyone is Alone" di Angel Texas Ranger, con 41,8/42
Titolo: 2/2
Che dire? Hai “rovesciato” il titolo della canzone, aumentandone enormemente la carica di angst già solo così: da Nessuno è solo a Ognuno è solo è un attimo. In ogni caso, è perfetto, perché oltre a richiamare la canzone illustra la realtà della storia: in ogni flash c’è un personaggio che prende le sue decisioni da solo; nel caso di Menta perché Scarlet-Violet non è con lei in quel momento, in quelli di Aberdeen e Pervinca sono loro stesse a decidere di “isolarsi” e assumersi il peso delle loro decisioni senza parlarne con chi hanno attorno, con il marito per Aberdeen o con Babù – o Tomelilla – per Vì. Dall’altra parte, in tutte e tre le scene c’è un personaggio che assiste, solo e sconvolto, alle decisioni prese dall’altro – tutto perfetto.
Grammatica e stile: 9,8/10 [4,8+5]
La grammatica è veramente molto buona, non ho trovato errori.
A livello ortografico ti segnalo, ma senza togliere punti, una frase che credo scorra meglio con una virgola prima del “ma”:
"«No!» urlò[,] ma nessun Dio ascoltò il suo grido disperato."
Oltre a essere un’inezia, è più che altro una preferenza soggettiva.
Ho invece sottratto due decimi di punteggio per un uso scorretto del trattino:
-giocattoli, scarpe, torsi di mela, pezzi di pane sbocconcellato, pomodori succosi-
Confondere trattino e lineetta è un errore molto comune (in cui cadevo anch’io, fino a non molto tempo fa); per intenderci, il trattino è quello che hai usato qui, corto (-), la lineetta è invece un “trattino lungo”, (–). Hanno funzioni diverse: per racchiudere una frase incidentale, dovresti usare la lineetta. Inoltre, tra il segno e la parola dovresti lasciare uno spazio.
Per ulteriori referenze ti lascio un link alla Treccani che spiega nel dettaglio gli usi di questi due segni di punteggiatura – personalmente l’ho trovato utilissimo.
Per quanto riguarda lo stile, l’ho amato! È perfetto per il tono delle storie che racconti, ogni vocabolo è scelto con cura. Si mantiene alto, ma non stona mai con le vicende che racconti, anzi le avvalora.
Anche la struttura che hai dato alla storia mi è piaciuta moltissimo: tre flash, tre squarci diversi, separati e al contempo uniti dai versi della canzone che dovevi usare. Bellissimo!
Utilizzo Pacchetto: 5/5
Tecnicamente, non eri tenuta a inserire tutti gli elementi del pacchetto in ognuna delle flash, ma ho molto apprezzato che tu l’abbia fatto.
Ho già detto qualcosa sull’utilizzo (ottimo) della canzone nella sezione titolo, quindi non mi dilungherò al riguardo; posso aggiungere giusto che la frase propria del pacchetto si sposa particolarmente bene con la prima flash, dove Mentafiorita sbaglia a tutti gli effetti: Aberdeen e Pervinca, tutto sommato, hanno ottime ragioni per i loro “errori”.
La prima per me vince anche per l’uso del pane e del bianco: ho trovato molto suggestionante l’immagine del cavaliere che offre il pane a Menta, e il suo accettarlo come simbolo di corruzione, così come il contrasto tra l’abito immacolato di lei e il mantello nero dell’emissario.
Anche nella seconda il pane è ben inserito, sia come spunto per l’uscita di Aberdeen, sia come odore percepito da Edgar, sommerso dalla brezza marina e presto seguito dalla donna. Qui il bianco figura in posizione finale, quasi in contrasto con il finale precedente, che si chiudeva sul nero del mantello che inghiotte Menta.
La terza invece si apre sul nero, una marea di nero: su questi l’immagine del volto bianco porcellana di Vì spicca con forza, creando un effetto molto potente. Il pane, invece, è più secondario, misto ai vari oggetti lanciati dai bambini di Fairy Oak, ma è presente, e in un modo che ho trovato molto originale. Hai pensato a ogni dettaglio, e questo l’ho molto apprezzato!
Dunque: ottimo lavoro con il pacchetto, non posso lamentarmi di nulla. Bravissima!
IC: 10/10
Hai utilizzato vari personaggi, nonostante la brevità di ogni scena. Anche così, grazie al tuo stile in grado di combinare immagini fortemente simboliche a un’ottima introspezione, che anche concentrata in una singola frase restituisce perfettamente i tratti fondamentali del personaggio, le figure che muovi sono tridimensionali, assolutamente diverse l’una dall’altra.
Non solo sei riuscita a distinguere i tuoi personaggi, li hai anche resi assolutamente aderenti agli originali. Leggendo di Mentafiorita, Scarlet-Violet e Aberdeen, in particolare, mi sono venuti i brividi!
L’ultimo scorcio di Menta che ci è stato mostrato nel libro era proprio questo: una ragazza, poco più che bambina, spaventata e sola. È veramente il tipo che potrebbe fidarsi così, spontaneamente, del primo straniero che le offra un pezzo di pane, soprattutto in quella condizione. Ottimo anche il puntuale riferimento ai rami dell’albero che si tendono come a volerla proteggere, tra l’altro, richiamando il salice.
Scarlet-Violet, preoccupata e triste per l’errore che vede compiere all’amica, è perfetta.
Aberdeen è un personaggio di cui nell’opera canonica non sappiamo praticamente nulla, se non che è morta perché, appunto, può esistere un solo Assoluto Potere alla volta. Senza stare tanto a pensarci, avevo sempre dato per scontato che lei fosse “semplicemente” morta nel dare alla luce Shirley, ma l’ipotesi che mi hai mostrato tu è davvero suggestiva. Mostra tutto il suo amore di madre nel sacrificarsi per il bene della figlia, sacrificarsi alle Leggi che Edgar non può comprendere. E non dimostra il minimo rimpianto, nel farlo: sorride soddisfatta al marito, prima di svanire. Hai costruito un personaggio piuttosto complesso, ma assolutamente credibile: mi è piaciuta moltissimo.
Niente da ridire neanche su Edgar, marito ovviamente disperato e, al contempo, Non Magico che in quanto tale non può comprendere, non del tutto, il gesto della moglie.
Le gemelle sono proprio loro: se con gli altri personaggi avevi, da una parte, il vantaggio del loro essere poco esplorati – vantaggio che implicava al contempo la difficoltà di ricostruirli in modo credibile –, con loro era l’esatto contrario: di Vaniglia e Pervinca conosciamo ogni sfumatura, Felì ci racconta tutto di loro. Il rischio di uscire fuori dai loro personaggi era dunque più concreto, ma non è successo. Ho esitato un secondo sull’espressione di Babù, che descrivi come “tradita e addolorata”. Al momento della battaglia finale, Vaniglia praticamente sa che Pervinca arriverà, la sta attendendo. In ogni caso, ho riletto il pezzo, e l’espressione di Vaniglia non ci viene descritta: in più, anche se la descrizione iniziale fa pensare proprio a quella battaglia, nelle note della storia c’è “What if?”, e invece di arrivare su un cavallo bianco qui Vì arriva su un destriero nero, insieme a un emissario (Humulus, immagino). Insomma, potrebbe anche essere un’altra ipotetica battaglia, o comunque la stessa con l’ipotesi che Vaniglia non abbia compreso il piano dell’altra. Tutto questo per dire che ho trovato comunque molto convincente la scena, e non tolgo punti per questo.
Trama: 10/10
Ogni flash ha una trama singola, ma sono tutte legate da uno stesso filo: un personaggio sbaglia, un altro soffre per l’errore.
La quantità di emozioni e dettagli che sei riuscita a inserire in ogni flash, sempre tenendoti al di sotto di quattrocento parole, è incredibile.
La sintesi è un dono, uno che tu sicuramente hai: schizzi i tuoi personaggi in poche, semplici frasi, rendendoli comunque vividi e completi, tridimensionali.
Posso solo farti i miei complimenti per questo, a maggior ragione perché hai scritto delle “what if?”, che teoricamente potrebbero richiedere più spazio perché tutto risulti chiaro al lettore, ma così non è stato in questo caso: hai inserito tutto talmente bene nel canone che non serve nessuna spiegazione aggiuntiva, le scene che ci presenti parlano da sole.
Ne ho già parlato nella sezione IC, quindi senza dilungarmi oltre ti dico che le ho trovate molto originali e ben sposate con la trama canonica.
Gradimento personale: 5/5
Si è capito che ho amato ogni singola parola che hai scritto? Se così non fosse lo ripeto: ho amato le tue flash!
La prima, in particolare: è talmente suggestiva. Sarà che ho sempre amato le vicende del Libro Antico, sarà che hai immaginato un what if? geniale su Mentafiorita e Scarlet-Violet, ma l’ho proprio amata, mi ha colpita moltissimo.
Le altre non sono da meno, comunque; di tutte mi è piaciuta l’attenzione ai dettagli. Penso all’ultima, con gli oggetti lanciati dai bambini nell’inciso, e alle sensazioni degli abitanti di Fairy Oak, sullo sfondo, di Vaniglia e Pervinca in primo piano, ma anche alla seconda, con l’odore fragrante del pane, il pretesto usato da Aberdeen per allontanarsi.
Inoltre mi è piaciuto tantissimo come hai combinato la canzone al testo.
La conclusione, “Hard to see the light now – Just don’t let it go”, che si sposa bene con tutte le flash e benissimo con l’ultima, è assolutamente perfetta.
Così come il titolo, di cui ho già parlato.
Ti rinnovo i complimenti: hai svolto un lavoro magnifico!
Grazie ancora per questa meravigliosa storia! |