Ciao!
Molto carina. Hai fatto riferimento ad un bel periodo nella storia, il momento in cui non si sa come ripartire, l'attimo di contemplazione e di riposo.
Già alla prima domanda di Hank si capisce quanto lui ci tenga a quel ragazzo, il percorso che hanno fatto insieme li ha uniti, adesso entrambi si conoscono un po' di più.
È stata gentile la richiesta di Hank, non gli farebbe affatto male avere un coinquilino (magari così potrebbe limitarsi un po' quando è a casa e smettere definitivamente di giocare alla Roulotte russa, in fondo adesso ha un ragazzo da proteggere).
Leggendo però ho incrociato delle ripetizioni leggermente spiacevoli. Come:
""Qualcosa non va, Hank?" gli chiese il giovane androide. Connor osservava Hank, con minuziosa attenzione come era solito fare (...) " considerando che è già stato Connor a chiamarlo sarebbe andato bene non ripetere il nome. Per esempio mettere:" Connor lo osservava".
Oppure qui:
""Senti..." Hank iniziò a tentennare. Non sapeva come diglielo, si vergognava al solo pensiero di dover dire quelle parole, ma non poteva evitarlo, anzi, non voleva" hai scritto il verbo "dire" due volte nella stessa frase, e risulta un po' ripetitivo. Sarebbe stato lo stesso con "pronunciare quelle parole" o "enunciare" ecc.
Comunque è molto bella. Ho notato un leggero cambiamento nei modi esasperati di Hank, che invece si dimostra più imbarazzato, ma il modo di parlare è lo stesso.
Bel lavoro, alla prossima! Ciao! |