Recensioni per
The Regretful Life and Times of Wei WuXian
di Ellie_x3
Che dolore. |
Intanto grazie. Grazie per fare amore a questo povero piccolo fandom che noi italiani bistrattiamo al momento. Merita così tanto amore che sono quasi commossa che qualcun altro lo ami e ci scriva. |
Ciao! Eccomi qui per lo scambio, e perdona l'attesa ^^ Dunque, come ti anticipavo non so nulla del fandom, ma ho provato a informarmi un minimo, più che altro sulle relazioni-base tra i personaggi per non rischiare di perdermi. "Shijie", se non ho capito male, significa essenzialmente sorella adottiva. Non so come Wei Wuxian, che mi figuro come un personaggio piuttosto intrigante e particolare, sia entrato in contatto con Jiang Cheng e sua sorella, ma mi ha molto colpita la considerazione su come lei fosse un "bellissimo porto in cui tornare" quando anche Jiang Cheng vacillava. Le voleva bene, questo pare evidente, e l'ha uccisa per incidente ma è deciso a non ammetterlo, più per la sua natura di bugiardo che per un vero motivo. Le voleva bene, ma non è nel suo carattere essere sincero con Jiang Cheng - neanche in sogno - e comprendere il suo dolore. Alle sue domande di rabbia disperata risponde con "Che importa?", incurante di quel che ne conseguirà. "“É tardi per pentirsi.”", questa è la convinzione di Wei Wuxian. Una convinzione che quasi contrasta con la convinzione che permea tutta la storia, l'ingiustizia della morte di Jiang YanLi, che non sarebbe dovuta morire. È la percezione di quest'ingiustizia che ho avvertito in ogni singola parola della flash: all'inizio, nell'introduzione 'distaccata', diciamo oggettiva del narratore, che ci parla di Jiang YanLi come bellissima e di ciò che sarebbe potuta essere. Sarebbe potuta - ma non potrà, non può. La parte centrale del testo è l'incubo di Wei Wuxian, il posto ideale per affrontare i suoi sensi di colpa, l'unico a cui non può sottrarsi, forse non potrà mai. È nell'incubo che Jiang Cheng, non quello vero ma quello che immagina Wei, sfoga la sua rabbia sull'assassino di sua - loro - sorella. È tutto percorso da una vena di inevitabilità, quasi malinconia, ma non esattamente. Ha una psiche complicata, Wei Wuxian, e tu permetti a chi legge di immergercisi completamente. Ci sono rimorso e rassegnazione, nel suo inconscio. Wuxian non affronta i suoi sensi di colpa, nell'incubo; li lascia parlare, ma non risponde. Lascia che il fantasma di Jiang Cheng si sfoghi su di lui. Non gli interessa difendersi, neanche con sé stesso. Non c'è niente da difendere, forse. Certe cose accadono e basta. La frase finale è molto incisiva, d'impatto, racchiude perfettamente il senso di tutta la storia. "Jiang YanLi non sarebbe dovuta morire", e questa frase ce la presenti come Verità. L'ho trovato un messaggio molto forte, da brivido. Scrivi molto bene e trasmetti quel che vuoi trasmettere; ho trovato un'unica imprecisione (e l'ho notata solo perché copiando la frase qui sotto me l'ha sottolineata di rosso), la " È " con l'accento acuto invece che grave. Un'inezia, insomma, ma te la segnalo in caso volessi correggerla. È stata una lettura davvero intensa, al termine della quale posso solo farti i miei complimenti! Un saluto, Mari |