Ciao, Rosmary! *-*
Anche se con immenso ritardo, eccomi qui a recensire questo vero e proprio gioiello (che finisce immediatamente tra i miei preferiti!)
L'ho letteralmente adorata! Ogni signola virgola è perfetta e sono più che contenta di essere stata io a vincere questo premio (e tra l'altro complimenti, perché sei stata velocissima a scriverla... più di me con la mia recensione!)
Ma passiamo alla storia, che voglio analizzare bene (te lo meriti dopo i giudizi accuratissimi che ci hai lasciato tu), anche se sinceramente non so bene da dove partire.
Non so se te l'ho mai detto, ma io adoro come scrivi, hai uno stile meraviglioso, fluido ma estremamente incisivo e in questa drabble ti sei superata. Tu probabilmente non lo sai, ma io adoro sviscerare le storie in ogni loro minimo dettaglio, anche (e soprattutto) nel caso di storie brevi. Questa l'ho trovata un po' criptica a prima lettura, ma credo proprio che fosse quello il tuo intento e sinceramente devo dire che ho gradito. Questa è una di quelle storie che devi leggere più e più volte per poterne godere appieno e ogni volta che lo fai ti piace sempre di più e cogli sempre più dettagli (da qui anche l'inserimento automatico nelle preferite).
Ho adorato il fatto che questo sia un testo che parla per immagini. Sono vividissime, il lessico che hai usato è meraviglioso, evanescente a volte e netto delle altre.
Mi è piaciuta tantissimo l'impaginazione, la struttura che hai scelto di dare alla storia, l'alternarsi di dialogo e di testo normale, l'uso del trattino lungo... Tutto fa capire come questa sia la dilatazione di un solo istante e in più, tu sei riuscita a dare temporalità a quello che non so neanche se possiamo definire come "tempo": quanto durano i primi attimi dopo la morte? Riesci però a calare il lettore in un'altra dimensione, perfettamente evanescente, letteralmente "di un altro mondo", separata e a-spaziale. Complimentissimi, soprattutto perché mi hai fatto percepire la completa distanza dal mondo dei vivi, a cui Voldemort si è aggrappato disperatamente e a cui ancora adesso, in fondo in fondo, cerca di tornare, nonostante la sconfitta.
Non so se è voluto, ma ho trovato una specie di contrasto tra lo stile e il lessico: il primo fatto di frasi relativamete brevi, spezzate a metà (che è meraviglioso poi, da pazza ossessionata amante della simmetria e dei rimandi), mentre il secondo è quasi barocco: è ricercato, complesso, oserei dire altistonante nonostante il soggetto che stai descrivendo e il fatto che tu riesca a renderlo come se fosse corporeo. Probabilmente non mi sto spiegando e questa recensione sembra un flusso di coscienza delirante e troppo pieno di digressioni e parentesi, ma quello che voglio dire (e che lascia confusa anche la sottoscritta) è il fatto che in sole cento parole tu riesci a rendere perfettamente un macrocontesto indefinito e comunque a caratterizzarlo con immagini pulsanti, vividissime.
Ma andiamo avanti, perché mi sto dilungando, e passiamo ad un'analisi più approfondita.
Partiamo dalla Morte e quindi dai dialoghi, che mi hanno fatta saltellare di gioia (adoro il tema della relazione Volds - Morte e in particolare mi piace leggere delle storie dove questa è "personificata" in un certo senso). Anche senza la tua spiegazione (che comunque mi è stata utile) si può capire come la morte trasudi compiacimento - alterigia -, di come stia godendo della sua vittoria - ingorda di terrore. In un certo senso, mi ha ricordato lo stesso Voldemort, se lui fosse stato al posto della Morte e ci fosse stato un qualsiasi nemico sconfitto al suo: crudele nel suo giocare con la preda, nel cercare di procurarle anche la più piccola speranza per il fatto che forse, forse, non andrà così. La resa è perfettamente IC in questo senso e sei anche riuscita a conferire una dignità, una grandezza a Voldemort, che non cade a pezzi neanche in una situazione simile e che io personalmente ho molto apprezzato. Sembra il confronto quasi alla pari di due grandi menti, solto che noi sappiamo benissimo che non dovrebbe essere così. Più scrivo più noto la sovrapposizione di questi due personaggi: cosa accade quando un uomo che è stato la Morte in terra viene a sua volta colto dal destino?
Le prime tre righe non-dialogate, se così si può dire, hanno la stessa struttura: un'immagine astratta - un'immagine tangibile/un gesto che ho trovato efficacissima per rendere lo scambio tra i due personaggi: silenzioso da un lato, verbale dall'altro. Le parole di una si contrappongono ai gesti dell'altro, effetti di queste stesse parole. Meraviglioso.
Mi piace il climax che hai costruito all'interno del testo tramite le due frasi in corsivo - si passa dal silenzio ostinato all'angoscia pulsante. Il tutto attraverso gli incubi che poi sono gli stessi che vede Harry a "King's Cross": Voldemort viene sconfitto in quel momento - non nell'isante in cui viene colpito dal suo stesso incantesimo e cade al suolo, ma nel non-istante in cui si rende conto che entrambe le alternative che gli si prospettano davanti sono la sua sconfitta, sono tutto ciò contro cui lui aveva lottato. La sua è la fine del re costretto nell'angolo e messo sotto scacco, non della pedina divorata all'improvviso.
La lotta tra i due è resa benissimo anche dal modo con cui si rivolgono l'uno all'altro: "Mio signore" e "Padrone" da un lato e "Mia signora" dall'altro, sembrano quasi alla pari, un re e una regina che si parlano. Solo che noi sappiamo benissimo che c'è una diseguaglianza, che la regina ha messo il re sotto scacco e che i suoi appellativi sono irrisori, mentre lui alla fine si arrende davvero, è costretto come tutti gli altri mortali a piegarsi. Approfitto proprio di questo per dire che il titolo che hai scelto di dare a questa storia è veramente azzeccatissimo e calzante, riassume perfettamente il fine, è abbastanza accattivante, ma soprattutto crea un contrasto con la figura del protagonista, che in vita è stato solo un signore e un padrone e che in questa specie di universo parallelo, di limbo, che sei riuscita a rappresentare vede tutto rovesciarsi - e nonostante questo, la Morte sussulta. Mi piace pensare che persino lei dall'alto della sua onniscienza si fosse illusa di essere riuscita ad ingnannarlo, peraltro la sua è la stessa superbia del Signore Oscuro.
Stupenda e incisiva la frase finale, che tu sei riuscita a rendere IC al 101% e che paradossalmente è l'ultima frase che il personaggio di Voldemort direbbe.
Bellissima inoltre l'immagine del rovo di consapevolezza, probabilmente la mia preferita di tutta la drabble.
Unici due appunti da fare: in primis, mi sembra che il punto fermo non vada dentro alle virgolette del discorso diretto, al massimo fuori (ma potrei sbagliarmi) e in secondo luogo, nonostante capisca il perché della scelta grafica, secondo me sarebbe stato più incisivo mettere la risposta di Voldemort centrata, come chiusura del suo dialogo più diretto con la Morte.
Per concludere, ci tengo a ringraziarti per un regalo così meraviglioso e a dirti che non potrei essere più contenta di come hai sviluppato questo prompt che ti ho dato!
Ci saranno sicuramente delle cose che mi sono dimenticata di dire, ma pazienza, al massimo sicuramente tornerò in futuro a stressarti!
Bacionissimi da un'esaltatissima
Black Beauty (o Bella Black, che dir si voglia ^^') |