Recensioni per
Il mio raggio di sole
di reesejordan

Questa storia ha ottenuto 12 recensioni.
Positive : 12
Neutre o critiche: 0


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Recensore Junior
21/11/18, ore 11:56

Di una profondità assoluta i sentimenti e i pensieri del colonnello..un punto di vista che di rado si legge...una rivisitazione degli ultimi avvertimenti molto profonda e sotto una luce particolare..verissimo l'amore ha molte facce anche quella dell'amore paterno...a presto 😊

Recensore Junior
28/10/18, ore 21:48

Testa di Legno... ci ho messo un po' a capire che si trattasse di lui. Un personaggio che non può non stare simpatico, anche se non ha esattamente un ruolo di primo piano... sembra così timido, gentile e di buon animo- fuori posto in mezzo ai soldati della Guardia Francese.

Mi piace la sua ammirazione per Oscar- integerrima e completamente diversa da questo capitano de Gouffre. Mi piace il modo in cui rivede in lei la moglie morta, e sente di poter vedere in lei la figlia che non ha mai avuto.

La frase finale è davvero tanto bella- un'ammissione di grande vulnerabilità fatta da un ufficiale, che dimostra quanto è profondo il suo sgomento di fronte alla realizzazione di avere perso qualcuno che sente così importante.

Bellissima storia, con un punto di vista originale e carica di sentimento. Complimenti.

Recensore Master
25/10/18, ore 22:06

Il colonnello D'Aguille, un personaggio defilato ma immensamente umano!

Recensore Master
25/10/18, ore 18:45

Povero, testa di legno mi ha fatto una tenerezza quando ha detto a oscar che la moglie era morta di ti si, sarebbe stato un buon padre per lei.

Nuovo recensore
24/10/18, ore 23:44

Un' altra perla da aggiungere alle precedenti, sei sempre piu' brava, sempre piu' a fuoco, sempre piu' originale. Trovo questo componimento delicato e struggente, ricco di sentimenti a tutto tondo. Ho molto apprezzato che tu scrivessi in prima persona dal punto di vista di D'Agout, lasciandocelo intuire solo verso la fine, poiche' si tratta si di un personaggio secondario ma dall'animo gentile e il cui contributo si e' dimostrato fondamentale: e' stato l'unico a capire la malattia di Oscar, ed e' stato grazie al suo silenzio che i soldati della Guardia Nazionale hanno potuto unirsi ai rivoluzionari.
La tua rivisitazione dell'anime vista dal suo punto di vista e' centrata, pertinente e credibile, pare davvero di sentir parlare lui in prima persona, e non e' facile spaziare da un personaggio all'altro mettendosi nei suoi panni, cio' dimostra la tua grande capacita' di entrare nella pscologia dei singoli personaggi per coglierne le sfumature.
Ho particolarmete apprezzato la descrizione e i dialoghi nel piccolo episodio in cui D'Agout vede Oscar e Andre' scambiarsi tenerezze. Davvero brava. Complimenti.

Recensore Master
24/10/18, ore 22:02

Commossa e spiazzata. Fino all'ultimo non ho capito chi era il narratore degli ultimi giorni di Oscar. Un testimone attento, educato, molto affezionato al comandante, se lei avesse avuto un padre così non avrebbe sofferto le pene dell'inferno per raggiungere la felicità completa, lasciandosi alle spalle l'agonia. Anche se poi il destino è stato crudele, o forse no perché loro sono rimasti insieme anche nell'altrove. E il colonnello Dagout è rimasto solo. Disegnato benissimo questo personaggio, anche lui con una vita difficile e pregna di lutti terribili. Bravissima come sempre. A presto 💓😍

Recensore Master
24/10/18, ore 20:03

Ohhhh 😍 ma stai parlando del Colonnello Dagout (Credo che si scriva così 😊) Ma come fai ad emozionarmi con qualsiasi personaggio? 💝 È come se raccogliessi la parte migliore di un frutto e ne facessi un dolce prelibato...Così tu fai con ogni personaggio che scegli per le tue storie (Questo è quello che mi arriva, ovviamente il mio cuore è la mia mente, percepiscono questo) Complimenti carissima 😘

Recensore Veterano
24/10/18, ore 18:16

Ci ho messo un pò di tempo a capire che il vero narratore dietro le quinte fosse appunto, il Colonnello D'Agoult.
Lo si comprende dopo, quando confronta la somiglianza tra Oscar e la moglie defunta propria a causa dello stesso male che avrebbe dovuto uccidere Oscar stessa.

E soprattutto, dal ricordo del vecchio comandante (questo tale comandante de Gouffre) che per nulla poteva somigliare a lei: vizioso, lussurioso, scansafatiche e poco incline al lavoro.
Esattamente l'opposto dei valori che Oscar ha invece poi trasmesso ai suoi soldati.

E ovviamente, D'Agoult era forse l'unico che avrebbe potuto maldestramente trovarsi da passivo spettatore di fronte a quel bacio tra lei e André.

Molto originale, i miei complimenti!

Recensore Master
24/10/18, ore 16:21

E' una bella figura quella del Colonnello d'Agout che, nella storia di "Lady Oscar", finisce a fare da spettatore, prima e da testimone, da depositario di un segreto e da alfiere, poi. E' un uomo onesto, ligio al dovere e fedele ai suoi principi, ma non è un fanatico. Sa capire senza scendere nel pietismo e rimanendo saldo in ciò in cui crede.
Vede in Oscar, a tratti, la moglie morta, a lei accomunata dalla malattia e, a tratti, la figlia mai avuta.
E' strano, però, che non abbia battuto ciglio davanti all'amore di Oscar e André, perché, pur essendo un uomo buono e mite, era, pur sempre, il frutto e il figlio della sua epoca. Si vede che si faceva i fatti suoi. :-D

Molto interessante è la ricostruzione del malcostume che serpeggiava, imperava e pasceva in quella caserma, prima dell'arrivo di Oscar. Il precedente Comandante era il disonore dell'esercito e, per portare avanti le sue gozzoviglie e, sicuramente, per intascare una percentuale, chiudeva un occhio sugli illeciti traffici dei soldati: do ut des.
Così, tutti vivevano corrotti e contenti.
Posso capire, quindi, che uragano abbia portato Oscar in caserma, visto che, oltre alla stranezza della situazione di lei, aveva anche dato all'andazzo quotidiano un considerevole giro di vite. Se si proviene dal permissivismo e dal malcostume, l'onestà ha bisogno di tempo per essere riconosciuta, accettata, apprezzata e fatta propria, perché, nel breve periodo, il lassismo e la corruzione portano maggiori risultati e danno soddisfazioni più grandi.
Lasalle, soldato non particolarmente brillante, si è deciso a delinquere nell'interregno, quando la musica era cambiata, la vecchia protezione era venuta meno e tutti, tranne lui, se ne erano accorti.

Complimenti!

Recensore Master
24/10/18, ore 16:06

"Sembra proprio la mia Anne"
Sinceramente ti dirò, appena a questo punto del racconto ho compreso chi fosse il soggetto narratore che ci racconta la sua storia personale a fianco di Oscar, André, Alain, Jacques.... naturalmente parli del colonnello D'Agout..senza menzionarlo mai.
Veramente efficace intenso e vibrante questo" focus"inedito su un personaggio minore, schivo, riservato ma molto intuitivo e umano..... povero era chiaramato persino "Testa di legno" da quello sbruffone di Alain....
La personalità del colonnello è resa in maniera encomiabile!
Mi sono piaciuti anche alcuni flashback su Oscar e André che l'uomo avrebbe visto in teneri atteggiamenti (da qui credo la nota ooc), la finale che ci regali è bella da togliere il fiato. Ti stai superando. Egregia!!
(Recensione modificata il 24/10/2018 - 04:11 pm)

Recensore Master
24/10/18, ore 16:00

I rimandi al manga sono ormai una tua caratteristica, che io amo perché complessivamente lo preferisco all’anime. Li usi, questa volta, per evidenziare la contrapposizione di Oscar: il suo sembrare altera e sprezzante, e il suo sapersi mettere nei panni del popolo.
Li usi per sottolineare quanto duramente si sia guadagnata la stima di soldati rozzi e brutali che, appena saputo di avere una donna nobile in caserma, hanno avuto tutti lo stesso violento pensiero. E se non proprio tutti, gran parte!
Ed è dolce come una contrattura che si scioglie al calore quel “Sono innamorati e maledettamente incoscienti.”. Tutto quel paragrafo, che dedichi al loro amore, è struggente e si carica di una dolcezza paterna perché vista con gli occhi di un uomo che avrebbe potuto e voluto esserle padre.
Il Colonnello lo fai arrivare fino alla fine, in questa tua os. Dall’entrata in scena di Oscar nella caserma dei soldati della Guardia, fino a quando con essi sparisce per sempre nell’orizzonte della Storia.
“Mi tengo la testa fra le mani” e “Ascolto i cavalli uscire dal cancello, rendono la disperazione di un uomo che ha perso la moglie e che adesso sta per perdere anche la figlia che non ha mai avuto. È una disperazione impotente, la sua, che rende il finale immensamente triste ma assolutamente necessario.
Sai dare voce anche ai dettagli apparentemente meno importanti; ai pensieri che entrano da porte di servizio. Tu li fai passare tutti dall’entrata principale: quella della tua enorme sensibilità.
A presto, carissima.
Ilaria
(Recensione modificata il 24/10/2018 - 04:00 pm)