Ciao. Ho visto che la storia è stata scritta con il tema di halloween, quindi quale giorno migliore se non questo per leggerla e recensirla? :)
Ho visto la prima serie di Free un po' di tempo fa, quindi perdonami se farò qualche strafalcione con le caratterizzazioni e tutto. Spero anche di aver capito bene col dire che il personaggio POV sia Rin e che - ma dai! - Haruka sia il misterioso ragazzo che lo bacia.
Parto col dire che il titolo mi è piaciuto, sopratutto perché, dopo aver letto la storia, ho capito che il suo significato e legame con il testo è molto sottile, più di quanto mi aspettassi, e questo mi è piaciuto perché mi dà modo di interpretarlo secondo la mia comprensione della storia. Allora, credo che il titolo sia un indizio col dire che si sente nostalgia dell'estate. L'estate che sa di uscite con gli amici, di nuotate e di profumi che l'autunno porta via. Haruka col suo bacio porta un attimo di nuovo l'estate, il sapore del mare, la sensazione dell'acqua per la precisione. Inoltre mi è piaciuto come il senso di movimento implicito nel titolo sia il parallelismo con Haruka che scappa dall'aula e di Rin che lo insegue, in quel piccolo angolo di cielo notturno, dove si scoprono.
Credo che, nonostante Haruka sia mascherato e non venga mai fatto il suo nome, sia riconoscibile dai suoi silenzi, dal modo in cui scappa la prima volta, dal brontolio insoddisfatto che fa quando capisce che Rin ha fame. Il loro incontro/scontro è molto surreale, tutta la storia ha una patina davvero insolita, ma questo non fa che esaltare la profondità e il peso dei silenzi, del loro trovarsi in silenzio, capirsi anche a buio; si percepisce quasi un dialogo silenzioso, dove uno sembra sentire i pensieri dell'altro.
Rin è IC, senz'altro. Nonostante nell'anime all'inizio viene presentato e caratterizzato dai suoi modi un po' bruschi e dalla sua sete di vittoria, si capisce pian piano che la verità è che la solitudine lo mangia dentro, e questo tratto diventa il protagonista in questa os. Rin si ritrova alle prese con un tentativo maldestro di socializzarsi, di trovare il suo posto in una squadra, in una scuola nuova; ma fallisce miseramente. Hai reso benissimo il suo atteggiamento schivo, schizzinoso e diffidente. Mi piace il modo in cui è disgustato dall'aspetto estetico del cibo e da quanta fatica fa, nonostante il normale sapore, a mandare giù qualcosa. Mi piace il fatto che la prima volta lo insegue, mentre la seconda lo lascia andare, come se lui per primo dovesse capire cosa veramente era successo in quel bosco e in quella stanza. Molto bene il modo in cui hai reso la sua parte più riflessiva, pensierosa, il suo lato da osservatore; e in effetti, per gran parte dell'anime, Rin non fa che osservare da lontano i suoi vecchi amici, e credo che questo sia un altro tratto che lo caratterizzi.
Grammaticalmente ho trovato qualche refuso qua e là: si tratta di virgole mancanti a chiudere qualche inciso, e una o due parole da aggiustare, nulla di che.
Lo stile è stato particolare, come ti accennavo prima. All'inizio mi è piaciuto il modo in cui hai parlato di Ottobre e Novembre, quasi in un climax "di stagioni" che da Ottobre arriva fino a Novembre, quasi in una sublimazione, dal vuoto di Ottobre alla venerazione di una morte quasi poetica. Ho trovato però un po' pesante il seguito. Ci sono molte metafore, molti simbolismi. Il tutto mi è risultato davvero un po' carico, nell'insieme. Alcune frasi sono piuttosto ingarbugliate, alla lunga ha reso la lettura un po' difficoltosa. Quello che a volte mi confondeva era che mi sembrava che a un certo punto fosse Rin stesso a pensare, e che quindi tu riportassi i suoi pensieri. In questi casi, forse sarebbe stato meglio adoperare il corsivo, in modo da renderli subito distinguibili dalla fluidità della narrazione.
Una cosa che invece ho apprezzato è stata la riflessione sull'acqua: è l'elemento collante tra la prima e la seconda parte, ed è anche l'elemento che unisce i due personaggi. Mi è piaciuto il riferimento alla vasca da bagno, a sottolineare che il pensiero di Rin tornava sempre ad Haruka. Ma più di questo mi piace come nella prima parte l'acqua non è capace di impedire ai nemici di avvicinarsi, non può difendere; ma nella seconda parte, questa passività dell'acqua diventa letale, perché l'acqua può soffocare, è ingannevole, traditrice, senza rimorso e morale. Il suo cullare è quasi inquietante, al pari di una sirena ammaliatrice che ti consola mentre ti trascina verso i fondali degli abissi.
A presto! |