Recensioni per
Ultima notte nelle Filippine
di ghostmaker

Questa storia ha ottenuto 6 recensioni.
Positive : 6
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
03/01/19, ore 13:21

SETTIMA CLASSIFICATA, CON UN TOTALE DI 36,75/45
Ultima notte nelle Filippine, di Ghostmaker

Grammatica e Stile: 6,5/10
“…alla firma dell’armistizio, avvenuto sulla USS Missouri, tra…” – “…alla firma dell’armistizio tra… avvenuta sulla USS Missouri” vista la lunghezza della frase ti consiglierei di eliminare in questo modo un’incidentale (appunto semplicemente stilistico); inoltre, ci vuole il femminile “avvenuta” perché il soggetto è “firma”
“ Il19° ” – “ Il 19° ” errore di battitura
“che lì aspettava” – “che li aspettava”
“e soprattutto, tutte, molto…” – “e, soprattutto, tutte molto…”
“anche non per loro scelta” – “anche se non…”
“c’era una donna…” – “c’erano…” perché ci sono tre soggetti grammaticali
Le età dei bambini: come possono saperle i soldati? Con un “circa” la frase diverrebbe verosimile (appunto stilistico)
“Anche se hanno firmato l’armistizio, si dice in giro nella Compagnia, che ci siano ancora degli scontri a fuoco con delle sacche di resistenza costituite da uomini che non accettano la resa” – errore di sintassi che toglie senso logico al periodo: “si dice in giro, nella Compagnia, che, anche se hanno firmato l’armistizio, ci siano ancora degli scontri…”
“Steven, fece” – “Stevan fece” mai separare soggetto e predicato verbale con una virgola in assenza di incisi
“mentre dormiamo quindi…” – “mentre dormiamo, quindi” vista la lunghezza della frase una virgola sarebbe consigliata
“ottenne l’opportunità” – “aveva ottenuto l’opportunità” In generale ho riscontrato un problema della consecutio temporum durante l’intero flashback: per azioni anteriori al passato remoto della narrazione principale si usa il trapassato prossimo (regola derivante dal latino, se dovesse servire una fonte)
“Norman continuò a fare il suo lavoro” – “Norman aveva continuato a fare…” stesso discorso
“Le cose cambiarono” – “Le cose erano cambiate” stesso discorso
“su quest’isola” – “su quell’isola”, perché il narratore è esterno
“a lui tanto straniera da porsi spesso la domanda sul motivo…” – il concetto è comprensibile, ma la frase è grammaticalmente e stilisticamente poco chiara… sarebbe da riformulare
“nonostante che il suo ultimo” – “nonostante il suo ultimo”
“a perfetti sconosciuti così” – passi dalla riflessione alla narrazione, pertanto sarebbe necessario un segno di punteggiatura
“scriveva sulle parti bianche, lasciate libere in precedenza, della lettera indirizzata all’amata Betty” anche in questo caso ti consiglierei di eliminare l’inciso
“queste ultime ore lontano di casa” – “quelle ultime ore lontano da casa”
“fossero dei civili” – “sarebbero state dei civili”

Come vedi ho rilevato davvero molti errori, soprattutto per quanto riguarda la sintassi e i tempi verbali; in generale ho trovato l’aspetto formale curato solo superficialmente, per cui assegno un punteggio di 5/10 alla grammatica. Per quanto riguarda invece la parte puramente stilistica, oltre agli errori e alle imprecisioni che ti ho precedentemente segnalato non ho trovato altri difetti. In particolar modo h apprezzato le tue scelte lessicali, sempre coerenti con il contesto e mai fuori luogo, così come l’utilizzo dei frammenti di lettera per “spezzare” il flusso principale della storia; li hai collocati nei punti giusti, in modo da non spezzare il ritmo regolare che ho molto apprezzato. Sicuramente la sintassi debole in alcuni punti ha un po’ penalizzato le descrizioni, ma alcuni passaggi mi sono davvero piaciuti: hai certamente curato questi particolari, tralasciando in secondo piano l’aspetto generale, come ho precedentemente detto. Ad esempio, la mia frase descrittiva preferita è stata quella precedente alla seconda parte di lettera; un punto positivo anche per i dialoghi, quasi sempre realistici e ben caratterizzati.
In conclusione, ho deciso di assegnarti un punteggio di 8, che bilanciato al precedente dà un risultato finale di 6,5/10.

Trama, Originalità e Caratterizzazione dei personaggi 7/10
Partendo dalla trama, non ho trovato alcun buco o incongruenza, eccetto che per un particolare che esplicherò nella caratterizzazione; riguardo invece all’originalità non trovo nemmeno in questo caso punti negativi, in quanto la storia non sarà certamente un’immensa novità, ma non riporta nemmeno i soliti stereotipi del genere (se si eccettua l’espediente della lettera). Avrei forse preferito soltanto vedere la reazione di Betty alla lettura della seconda lettera.
Passando invece ai personaggi ho qualche dubbio in più, in particolare sui due protagonisti: soprattutto Norman mi è sembrato un personaggio ben caratterizzato, ma se devo essere sincero abbastanza banale: il rapporto che costruisce con il piccolo Alon è molto bello, anche se forse tutto succede un po’ velocemente, ma in particolare ho notato che hai tralasciato l’introspezione diretta, esprimendo i suoi pensieri quasi esclusivamente attraverso le lettere. In generale ho deciso di non penalizzarti eccessivamente per questa scelta, che però non mi ha trovato totalmente in accordo (questo è solamente un mio parere personale, nulla più).
Su Alon invece ho solamente un dubbio: come fa a saper dire il suo nome, essendo sordo (e quindi non conoscendo il suon delle parole) e, con grande probabilità, senza nemmeno saper scrivere?
Infine, ho trovato gli altri personaggi solamente accennati, solamente “qualcosa” per dare vita ai dialoghi (la nonna, i soldati) oppure senza un minimo di caratterizzazione e costruiti in breve al fine di agire (Paco, di cui direttamente non sappiamo nulla, se non che a compiere quel gesto suicida può essere stata la nonna – che, per inciso, ha trattato anche motivazioni a mio parere poco valide effettivamente, ma coerenti con la condizione sociale del personaggio -). Infine, su Betty non ho molto da dire, se non che è semplicemente una destinataria quasi misteriosa, fino all’ultima sequenza, dove comunque non si discosta dalla classica donna americana “da film sulla guerra”.
In conclusione, posso quindi dire che sulla trama verticale hai svolto un buon lavoro, così come sulla base della caratterizzazione dei personaggi, ma che ho trovato tutto poco approfondito orizzontalmente o affatto originale.
Ti assegno quindi un punteggio di 7/10.

Attinenza al contesto storico e ai contenuti del bando: 10/10 (5+5)
La tematica del bando è perfettamente rispettata in ogni richiesta, e allo stesso modo ho trovato il contesto storico ben approfondito, sia per quanto riguarda la fine della guerra in sé che per le condizioni di vita dei soldati e della popolazione filippina. In generale il clima di velatissima tensione che hai inserito lungo tutta la narrazione è molto vicino a quello che si poteva respirare lì in quel periodo. Quindi, assegno il punteggio pieno.

Pathos e Atmosfera: 5/5
Come ho accennato nel parametro precedente, la tensione appare fin dall’inizio, anche se per dei lunghi tratti non si nota nemmeno; in generale sei stato molto bravo a rendere la situazione iniziale (dove i soldati erano all’erta contro qualsiasi possibile pericolo) molto più calma, facendo in modo che il colpo di scena risaltasse ancora di più; il fatto che sia poi il solo protagonista ad accorgersi in tempo dell’ordigno, e che decida di sacrificarsi per salvare il bambino più piccolo, crea il clima perfetto per l’ultima scena. Complimenti anche qui.

Titolo e Introduzione: 4,25/5
Ho deciso di assegnare un punteggio di 4/5 al titolo perché, pur trovandolo attinente al testo, mi è parso troppo classico e decisamente “già visto” (da “Ultima notte a Parigi” in poi…”)
Ho assegnato invece 4,5 all’introduzione, invece, perché ho trovato che attiri ottimamente il lettore, come dovrebbe fare, ma che leggendola si ha l’impressione che manchi qualcosa che poteva già essere esplicato senza anticipare nulla della trama; in effetti si limita a presentare il contesto e a nominare il protagonista, e finendo di leggerla il primo pensiero che mi è venuto in mente è “E poi…?”
In un certo senso ciò è un bene, perché induce il lettore a proseguire, ma quel senso di “mancante” rimane ugualmente.

Gradimento personale: 4/5
Questa storia mi è decisamente piaciuta: ho apprezzato molto l’umanità di alcune scene e l’introspezione molto realistica, così come la cura nella trattazione del contesto e l’espediente delle lettere. Solamente la grammatica e lo stile ti hanno leggermente penalizzato, in quanto a tratti la lettura è risultata difficoltosa per la presenza concentrata di diversi errori. Tuttavia, il punteggio rimane certamente positivo!

Recensore Master
04/12/18, ore 01:03

Una storia commovente, che ti prende a poco a poco, e alla fine sì, davvero ti ritrovi con le lacrime agli occhi, a pensare... Le parole finali che Norman rivolge a Betty sono da incorniciare: fanno pensare al momento di più elevato pathos di un film, a uno di quei momenti centrali che riassumono il senso di tutta la storia e che rappresentano il messaggio che deve giungere allo spettatore... ciò che bisogna assolutamente portarsi a casa, insomma. Morire "dopo" La conclusione di un armistizio è davvero una pessima ironia della sorte... morire allo scopo di salvare un bambino è invece un gesto capace di riscattare qualsiasi enormità, qualsiasi orrore, direi quasi capace di esorcizzare la guerra. È quello il vero armistizio, quando non ci sono più stranieri ne' nemici ma solo un padre e un bambino, messil l'uno di fronte all'altro. Salvando Alon, il protagonista salva se stesso, ritrova le sue ragioni, gli ideali veri, il significato della vita. E la pace assume il suo più completo significato. Tanto che la scena in cui Betty, dopo aver ricevuto la notizia, si siede nella tranquillità della sua casa a leggere le ultime lettere di Norman, appare soffusa da una quieta malinconia, senza disperazione ne' rabbia. C'è un sottofondo di pace, anche in questaltre scena triste.
Una bella storia, che conservero' tra le preferite. Ti segnalo però - e non me ne volere - un errore diciamo così storico: la televisione è diventata il mezzo di comunicazione per eccellenza a partire dalla metà degli anni Cinquanta, in Italia così pure negli Stati Uniti. Il mezzo di comunicazione per eccellenza al tempo della seconda guerra mondiale era la radio, tutt'al più (ma non certo al fronte ) il cinegiornale. Sicché il fatto che i protagonisti apprendano la notizia dell'armistizio alla televisione appare un po' fuori luogo. ..
Storicità (o storicismi) a parte, la tua e' una bella storia : originale, profonda, commovente. Davvero questo contest ha tirato fuori il meglio di noi... A te faccio, in particolare, un gigantesco in bocca al lupo.

Recensore Master
27/11/18, ore 19:10

Ciao, eccomi qui per la terza recensione premio. Che dire? Direi che hai fatto un bel lavoro. è difficile scrivere una storia su fatti e personaggi storici realmente accaduti, ma tu ci sei riuscito bene.
Tornando alla storia. Io pensavo che il nostro Norman si ricongiungesse con la moglie ed invece... no. Mi sono commossa. Ma penso che hai reso la cosa più reale perché la guerra funziona così, c'è chi torna e chi no.
Mi sarebbe piaciuto un finale diverso, in cui si vede la moglie che si dispera che si fa forza e che magari va avanti.
A presto.

Nuovo recensore
15/11/18, ore 10:19

La tua storia è molto piacevole da leggere ed è scritta in maniera diretta pur risultando sempre molto delicat anche nei momenti più drammatici. Ho apprezzato molto anche l'inserimento dei due stralci di lettera. Complimenti!

Recensore Master
03/11/18, ore 13:53

Buon pomeriggio.
La scena del piccolo che porge il pezzo di banana è stata bellissima...
Complimenti, un testo tenace, scritto bene.
Mi è piaciuto molto.
In bocca al lupo per il contest.
Buon fine settimana :)

Recensore Junior
01/11/18, ore 17:57

Vorrei scrivere molte cose, ma non saprei neppure da dove iniziare. E' un testo intenso, coinvolgente e capace di trasmettere una commozione pungente. La scrittura è molto dettagliata e precisa, ma scorrevole, anche nel raccontare i fatti storici veri e propri (la resa del Giappone all'inizio), senza stancare o annoiare. Poi, di mano in mano, il racconto diventa più intimo, nel senso che dalla Storia con la "s" maiuscola si passa alle vicende private di un uomo che sente di aver fatto il suo dovere e non vede l'ora di tornare a casa, ritrovandosi, però, a dover dimostrare un gesto di umanità. Nel corso della narrazione, poi, sono riuscito a percepire una certa tensione che è riuscita a tenermi sulle spine sino alla fine. Gli estratti delle lettere contribuiscono a dare ancora un maggior taglio umano alla vicenda, riuscendo a farci ricordare quanto sia orribile la guerra e come questa costringa gli uomini ad azioni terribili e coinvolga innocenti. Davvero, non saprei cos'altro dire, sono semplicemente commosso. I miei più sinceri complimenti.