Recensioni per
Il bianco è un colore crudele.
di Myrose

Questa storia ha ottenuto 2 recensioni.
Positive : 2
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
05/12/18, ore 16:56

Uso del pacchetto e degli eventuali bonus: 10/10

Il pacchetto DOPPIO ALLO SPECCHIO è stato impiegato in maniera eccelsa: anche in questo caso, ho apprezzato che sia stato utilizzato un bonus fuori gara (mi riferisco alla candela, che compare, sì, ma solo come mero elemento di contorno), mentre invece spicca per importanza il grande ritratto della regina Frigga, che offre l’occasione, insieme agli oggetti che caratterizzano la stanza da letto di Odino, di ripensare ai primi incontri con la donna che sarebbe diventata sua moglie e con l’adozione travagliatissima di Loki. La tua interpretazione del disturbo mentale di Odino è una traccia presente e sottilissima: il vecchio re è spaventato a morte dalle immagini che vede, ride in maniera nevrotica di fronte alle figure anche quando queste escono dallo specchio. Mi chiedo se la sua mente non avesse già subito un contraccolpo nel momento in cui gli è stata portata la notizia delle morte di Loki che, sommata a quella di Frigga, potrebbe aver spezzato il nerbo del vigoroso re degli Aesir. Mentre il vecchio re si strappa i capelli di fronte alla visione di un se stesso decisamente protervo e più giovane, ho visto l’orrore.
Una menzione in particolare va per la poesia. Non è indicato nelle note e non ho trovato riscontri nel web – tra quattro mesi ti invito a farlo – ma attendo conferma: l’hai scritta tu? L’ho apprezzata moltissimo, e complimenti: sei lirica.
Il modo in cui hai legato frase, invece, accompagna una chiusa davvero potentissima che mi ha lasciata col cuore che batteva fortissimo nel petto e pure una mezza lacrimuccia, ti dirò. Il doppelgänger come tema è stato pienamente rispettato.
 
Grammatica e stile: 9,50/10 (4.5 grammatica – 5 stile)

Stile barocco, sontuoso, ermetico, ricco di aggettivi d’altri tempi. Mi è sembrato di leggere un testo scritto un secolo fa, anche due. Il che direi è piuttosto appropriato visto che mi parli non dei figli sbarbatelli di un dio orbo e crudele, ma del dio della poesia in persona: Odino. Ho trovato una marea di “d” eufoniche e di maiuscole anche lì dove non era necessario ci fossero. Le prime non sono state conteggiate, le seconde hanno subìto una penalizzazione. Mi rendo conto che in alcuni casi andavano a enfatizzare i concetti, ma anche senza il tuo testo sarebbe stato decisamente incisivo. Ho penalizzato il mancato uso dell’apostrofo con il femminile. L’unica virgola che avrei voluto differentemente è su “Frigga amore mio.” La frase mi è risultata meno scorrevole delle altre.
Ma torniamo allo stile. Non l’ho trovato pesante perché sei stata molto brava a formulare le frasi e hai utilizzato la punteggiatura come neanche Serianni. Incisi perfetti, subordinate perfette, vocativi a posto (tranne che per quel Frigga amore mio). Ho controllato ogni vocabolo e preposizione che hai usato e sono rimasta colpita da questo stile incredibilmente aulico e dalla potenza delle tue frasi.
Luna [e tutte le altre maiuscole ]
alla imponente 
Ma mi hai ingannato, Frigga amore mio, perché non hai seguito le mie raccomandazioni e mi hai lasciato solo.” 
Odii [no valutato perché uso antico attestato, ma tieni presente che oggi la Crusca ha stabilito che debba essere odi.]

IC/Caratterizzazione personaggio: 10/10
Odino
Ho approfondito il personaggio anche nel parametro seguente: mi limiterò a dire che la tua interpretazione dell’Allfather è estremamente IC e canonica. Il rapporto con Frigga è visibile solo in alcune battute del film, ma si percepisce chiaramente come la morte della donna sconvolga il vecchio re spingendolo a decisioni scriteriate e folli che Thor contrasterà con veemenza. Il rapporto con Loki è quello che emerge con chiarezza nel terzo film della trilogia: il figlio adottato è stato tirato su non in maniera ottimale – e di questo Odino si pente – ma i genitori amano i figli con la loro dose infinita di difetti. Sono dei miracoli ambulanti e Loki, per Odino, lo è. Il grande assente cui non è dedicata che una parola o due è Thor, il primo figlio scappato su Midgard a combattere Malekith. Ti perdono questa mancanza assegnandoti comunque un punteggio pieno perché Odino ha appena ricevuto la notizia della morte di Loki, questo figlio incompreso così tragico e amato.
Frigga
La regina defunta degli Asi appare in questa shot breve ma intensa mitigata dal ricordo del marito ancora teneramente innamorato di lei. E già questa cosa sola mi è piaciuta moltissimo. Fulcro della shot è anche il rapporto privilegiato che la donna ha sempre avuto col figlio minore, adottivo, ma non per questo meno caro. Ella appare in tutta la sua grazia e maestà come la colonna portante della famiglia reale asgardiana e dell’equilibrio di Odino, che, senza di lei, è smarrito e vacilla.
Loki
La presenza di Loki nella shot è contenutissima, eppure… l’ho amato e di nuovo qui tu hai rischiato grosso perché è raro che mi piaccia la sua trasposizione. Quale soldato attraversa rapidamente lo spazio che lo separa dal suo re? Uno che non lo è. La ripresa di Dark World è semplicemente perfetta, così come la natura del dio degli inganni colta attraverso il ricordo di Odino: un ragazzo dai forti e appassionati affetti, crudele e intelligente, geloso e brillante. Un’arma di cui Odino si innamora. La sua entrata in scena finale è altamente teatrale e degna del personaggio, così come la fondamentale scena del sopracciglio inarcato. Loki recita rune e non comprende il padre (non è mai riuscito a vedere in maniera obiettiva il loro rapporto, come gli fece notare Frigga sempre in TDW (scena nella prigione). Perfetto.
 
Livello di introspezione: 10/10

Odino non era un personaggio facile da gestire, anzi. È complesso: un uomo anziano straziato da un lutto, un re furbo che tratta (come dice e conferma anche la Hela di Thor: Ragnarok, tra l’altro) e che ha con il dio degli inganni un rapporto che nell’Edda è più viscerale e profondo di quanto non appaia nei film. Nonostante ciò, sei riuscita a offrire del personaggio uno squarcio davvero a tutto tondo. Il re che medita sul suo operato ed è pieno di amarezza per la compagna di una vita che lo ha abbandonato è stato straziante, così come l’orrore legato alla visione del bambino morto e la sua difesa vana e disperata di salvare quella creatura di cui si è innamorato. L’amore per Frigga e per Loki, l’orgoglio per il retaggio degli Asi, la soddisfazione finale ormai corrosa dalla pazzia che Loki non riesce a cogliere (lo capirà solamente in Ragnarok) con quel sopracciglio inarcato. Odino è potente e disperato e si svela anche per quello che è: un uomo che aveva uno scopo utilitaristico, ma che non ha avuto la forza di portare a termine fino alla fine. Il merito, il tramite, è Frigga, la bianchissima ed eburnea moglie che crea il collegamento non solo con il ricordo di Loki bambino e l’amara constatazione degli errori di una vita, ma anche con una dimensione affettiva e magica che coinvolge Frigga. È tramite lei e la sua dolorosa assenza che Odino si concede il lusso di smettere i panni di re guerriero e di diventare padre e marito in lutto, è tramite lei e il suo amore per lei che si concede di ripercorrere gli errori fatti con Loki. Eppure, il personaggio presenta anche delle potenti sfaccettature: Odino, nel momento in cui l’esperimento magico (l’incantesimo potentissimo di Loki) lo avvolge e ormai folle nemmeno tenta -  o forse non può? – ribellarsi. Accetta la sorte e, anzi, è orgoglioso di quel figlio. Pur sapendo di avergli avvelenato il cuore e insegnato a essere il dio del caos, lo ama nella sua essenza più crudele. Magnifico. Così sono fatte le persone: di idiosincrasie, di incongruenze che non sono incoerenze, ma molteplici facce di un unico prisma. I miei più sentiti complimenti.

Gradimento personale: 5/5

Tu hai corso un rischio infinito, con questa storia. Sei andata a vendere il ghiaccio agli eschimesi proponendomi una narrazione appartenente al fandom Thor. Un fandom su cui leggo pochissimo per una questione di gusto che esula da questo contesto, ma che conosco come le mie tasche. Ciò non è andato a tuo favore, perché di base io non amo leggere storie su Thor, ma la tua shot è di quelle che ti fanno davvero battere il cuore. Odino è un personaggio estremamente complesso che tu hai saputo sviscerare colmando alcuni vuoti del canone con grande bravura e riallacciandoti anche all’Edda. Poi c’è il simbolismo di quel bianco come Frigga, come Loki bambino e adulto, come la neve e la luna. Simbolo di purezza e corruzione allo stesso tempo, serpeggia nella shot ed è l’indice più vero della follia dilagante che ha ormai piegato il corpo e la mente dell’Allfather. Lo stile barocco e sontuoso non ha reso ostica la mia lettura, ma anzi ha aggiunto pathos a un missing moments che, temo, da oggi in poi non riuscirò più a immaginare diversamente. La scena e la riflessione di Odino vanno diritti al cuore scavando tra amore e pietà, dolore e rimpianto – un tema tipico dell’età avanzata – e colpiscono per la loro intensità. L’uso dei numerosi dialoghi aggiunge drammaticità a una storia veramente lodevole sotto tanti, tantissimi punti di vista.
Storia semplicemente stupenda e bellissima.
Totale: 44,5

Recensore Junior
13/11/18, ore 12:40

Buongiorno cara Myrose,
per la prima volta mi accingo a lasciarti una recensione, visto che stavolta hai scritto in un fandom che conosco!
Purtroppo la Marvel ci ha mostrato sempre troppo poco di Loki e dei suoi poteri magici, quindi questo tuo missing moment sulla sopraffazione di Odino è un tocco geniale e che ho apprezzato tantissimo.
C'è molto di Odino in questa tua storia, ma c'è anche molto di Loki, perché il potente incantesimo che fa leva sul dolore e la debolezza del sovrano degli Asi, per la morte della moglie e anche per la notizia appena giunta della morte di quel figlio rinnegato, ma mai dimenticato, esacerbandoli in un misto di compiacimento perverso, rancore e orgoglio per la propria superiorità è quanto di più IC potevi immaginare.
Odino si trova ad affrontare il proprio doppio, che tale in realtà non è, perché scopriamo che si tratta di un incantesimo intessuto ad arte da Loki. Ma Loki è più simile ad Odino di quanto entrambi vogliano riconoscere e ammettere anche con loro stessi, e quindi in definitiva il loro è un confronto tra due uomini che si rinfacciano a vicenda proprio ciò che li rende uguali, più di quanto avrebbe mai potuto fare un vero legame di sangue. Cosa che Odino, in un ultimo attimo di acuta e spietata lucidità, coglie con un misto di stupore e forse orgoglio, e la proclamazione di Loki come divinità dell'Inganno è il riconoscimento tardivo e ormai inutile del suo valore.
E Loki, per un breve brevissimo battito del cuore, tentenna. Ma è solo un istante, perché ormai è davvero troppo tardi per fermare ciò che è iniziato nel momento in cui ha stretto tra le mani lo Scrigno degli Inverni.
Del tuo stile e del tuo lessico, invece, che posso dire? L'Accademia della Crusca ti farà un monumento, sallo, e confesso che ho scoperto due – tre termini in cui non mi ero mai imbattuta prima...ma per fortuna c'è google!^^
Spero di avere l'occasione di leggerti ancora!
A presto
S.