Recensioni per
Fine dei Romanov
di alessandroago_94

Questa storia ha ottenuto 15 recensioni.
Positive : 15
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
28/01/21, ore 13:07

Ben gli sta, a questo.
Che orrore. Ma davvero credeva che assassinando lo zar la società sarebbe diventata più giusta?
Non hanno imparato nulla dalla Rivoluzione Francese? Poi si cade in una spirale di violenza che inghiotte anche chi ha scagliato la prima pietra.
Se tu uccidi verrai ucciso, anzi, questo si è ammazzato con le sue mani, distruggendo la Russia e privandola dei suoi medici.
Veramente io non so come abbiano potuto uccidere così a sangue freddo quei poveri disgraziati.
Li stavano già punendo in tutti i modi, facendoli vivere come bestie e loro nemmeno si lamentavano.
Ma erano troppo scomodi, da vivi. Non fosse mai che qualcuno sopravvivesse e tornasse ad avanzare delle pretese su qualcosa.

Quindi questo si era servito persino di stranieri per ucciderli. Stranieri che li odiavano a prescindere.
Ma almeno i bimbi potevano lasciarli vivi, no?
Orrore.

Mi ha fatto impressione come hai dipinto la psicologia di questo.
E' un uomo freddo, che gode mentre prepara il suo piano.
Ma sei potente a prendertela con i deboli.
Purtroppo i Romanov hanno pagato ciò che erano e nulla più.

Beh, io all'epoca non c'ero e forse è facile giudicare da fuori, per covare una simile rabbia il tipo doveva averne passate di ogni.
E poi in passato erano veloci a levarti di mezzo senza riguardo.

Cos'è? Sindrome di Stoccolma al contrario?
Dopo averli uccisi fa backtracking, come nei videogiochi?
Torna sui suoi passi per capire cos'ha fatto?

Anche qui prima persona. Sempre efficace, anche in questo contesto terribile.
Meno male che hai risparmiato i particolari più truculenti, ho letto certe cronache che fanno tremare i polsi.
Ma è stato poi lui a sparare gli ultimi colpi al bambino?
Ho visto un filmato... lasciamo stare.

Anche qui, complimenti per il lavoro.

Alla prossima.

Recensore Junior
11/04/19, ore 09:28

Recensione premio

Racconto di un eleganza indescrivibile.
Riesci a mantenere questa atmosfera calma, quasi poetica, mentre snoccioli i pensieri di un rivoluzionario estremista.
Infondo ogni buon colpo di stato, ogni Rivoluzione, ha il suo macellaio, colui che si prende carico dei sensi di colpa di tutti, colui che decidere di prestare la sua mano per premere il grilletto. Il più nobile agli occhi di molti compagni, il più macabro ai suoi stessi occhi mentre nell'intimità della propria stanza guarda il suo riflesso allo specchio.
Trovo magistrale il modo in cui hai saputo giostrarti tra i pensieri di un uomo che ha deciso di porre fine alla vita di un altro uomo, il che ovviamente non è cosa da tutti. Hai analizzato in maniera verticale quasi tutte le sfumature dei contrasti interni che Jurovskij può aver avuto in quel periodo. La presa di conoscenza che segue dopo, quando si rende conto di aver solo spianato la strada ad altri tiranni, ormai sul letto di morte.
Sembra un racconto sospeso nel tempo, come una sorta di nuvola che non riesci ad afferrare ma che vedi ed è presente.
Davvero complimenti.

Nuovo recensore
28/03/19, ore 15:01

Buon pomeriggio,

Una storia davvero commovente anche perchè ritrae lo scontro tra due modi di vivere, aristocratico/ religioso della famiglia imperiale, che nemmeno durante la prigionia ha smesso di credere e I bolscevichi, che odiano tutto ciò che rappresenta il passato o la borghesia, arrivando a massacrare non solo lo zar, ma anche ragazzini innocenti.
Il pentimento di Jurovskij mi sembra un po' azzardato, ma è verosimile che abbia avuto dei ripensamenti dopo che vede le sue idee cadere una dopo l'altra.

Recensore Junior
19/02/19, ore 18:37

Ciao :)
Da tempo mi ero ripromessa di leggere qualcosa di tuo e, dato il mio grande interesse per la storia della famiglia Romanov e della Russia pre e post-rivoluzione, ho deciso di partire proprio da questo racconto.
Ne sono rimasta colpita: hai dimostrato una spiccata capacità di descrivere bene il clima teso di un periodo che ha avuto ripercussioni importanti sulla storia d'Europa (e del mondo, aggiungerei).
La Rivoluzione proletaria, tanto agognata da Marx come strumento determinante per segnare la fine del capitalismo, ha avuto inizio non da un Paese industrilizzato e patria di quel capitalismo, ma dalla povera Russia, la cui economia era prettamente agraria...
Sembra quasi un controsenso, eppure in quel Paese, prima che negli altri, la povera gente ha preso coscienza delle difficili condizioni in cui si ritrovava a vivere; ma, come tu stesso fai dire al protagonista, le cose dopo la rivoluzione non sono state semplici e la tirannia è stata, se possibile, ancora più accentuata.
La cosa che mi ha colpito molto, oltre alla caratterizzazione dello zar, che, stando a quanto riportato dalle cronache storiche, era un uomo posato, mite e probabilmente ancora inesperto in fatto di politica quando salì al trono, è il riferimento alla figlia di Jurovskij. Si tratta di un ottimo spunto di riflessione sull'amore paterno che, a distanza di anni, gli fa trovare qualcosa in comune con l'uomo tanto odiato e poi ucciso.

Bravissimo, dunque! È un racconto che inserisco volentieri tra le storie ricordate.
Leggerò volentieri qualcos'altro di tuo :)
(Recensione modificata il 19/02/2019 - 06:39 pm)

Recensore Junior
19/02/19, ore 13:47

Da tempo sono stato lontano dal sito, per vari problemi che ho avuto in questi mesi. Questo è il primo racconto che riprendo a leggere. Ne avevo letti molti altri sul tema, moltissimi che ricostruivano la strage degli ultimi Romanov. Ma questo è quello che mi ha colpito più di tutti, proprio per il punto di vista adoperato, quel del carnefice, così spietato nel portare avanti l'esecuzione, ma così umano e partecipe di sofferenze nel rievocare i fatti. Davvero un bel lavoro.

Recensore Junior
08/01/19, ore 14:41

Finalmete, dopo mesi ho avuto occasione di leggere questo testo.

Prima di tutto un appunto microscopico: il termine "manco" stona un po' nel contesto, secondo me... Detto ciò, che dire? Veramente un racconto fantastico, profondo, impegato, realistico ed emozionante.
Le note finali sono la corona che cinge questo testo bellissimo.

Recensore Junior
01/12/18, ore 13:24

Complimenti, veramente. Mi ha fatto venire la pelle d'oca, sopratutto alla fine. Mi è piaciuto tutto di questo racconto, dallo stile narrativo all'ambientazione ai personaggi. Non c'è veramente nulla di storto. La storia che hai deciso di trattare è veramente tragica, un capitolo di storia non solo della Russia, ma mondiale.

Ancora complimenti, è stato un vero piacere leggerla!

Recensore Master
29/11/18, ore 15:03

Ammetto di essermi appassionata ai Romanov dopo l'uscita del cartone animato "Anastasia". Da allora ho letto tutto quello che mi capitasse sott mano attinente all'ultima famiglia zarista e anche agli Zar del passato.

Quando ho scoperto come sono andate davvero le cose quella notte di luglio nello scantinato di casa Ipatiev ci sono stata male. Diversi dei cecchini scelti si erano rifiutati di sparare sulle ragazze e dovettero essere sostituiti...
Ma i dettagli più raccapriccianti di quella notte si hanno sicuramente dalle memorie di Jakov Jurovskij, il protagonista del tuo racconto.
Avevo letto diverse storie sull'esecuzione dei Romanov ma mai dal punto di vista del loro "carnefice"
L'uomo che credeva nella rivoluzione, nel cambiamento, e che difronte a Nicola II si accorge che quello che lui credeva un despota è in realtà un uomo fragile (non adatto a regnare su un regno così esteso in quel particolare periodo storico, secondo me).
E poi Jurovskij deve fare i conti con i suoi tormenti interiori per il resto della sua vita: "ho ucciso un tiranno e ho spianato la strada ad altri tiranni" (è davvero d'effetto questa frase e riassume perfettamente gli anni bui che la Russia ha vissuto dopo la rivoluzione).
Un bellissimo scritto, un punto di vista inedito, un "cattivo" che si pente per aver ucciso anche se spinto da ideali in cui credeva fermamente.
Complimenti davvero!

Nuovo recensore
18/11/18, ore 21:49

Veramente un bel testo :) finalmente ho trovato la motivazione per andare a leggere e a recensire un testo dei miei pochi recensori, e ho trovato questa bella sorpresa: l'ambientazione russa e rivoluzionaria mi ha ricordato molto - e piacevolmente - libri come quelli della trilogia de "La caduta dei giganti" di Ken Follett, come i libri di Dostoevskij o come i libri di Tolstoj. In base a ciò, il testo non ha potuto che prendermi e riaccendere una passione da troppo tempo spenta per la letteratura russa. Veramente appassionante :)

Recensore Master
08/11/18, ore 21:59

Buonasera.

Come sempre, i tuoi racconti storici riescono a trasportare il lettore nel passato e a conoscere psicologicamente i personaggi.
Hai raccontato in modo molto coinvolgente le riflessioni fatte dal protagonista, che ripensa ai suoi ciechi ideali da uomo coraggioso.
La tua, è la prova che tutti possono redimersi e che nel male più profondo è possibile scovare tracce di bene.

Complimenti!

-Bigin

Nuovo recensore
08/11/18, ore 19:43

Buonaera, carissimo. 

Noto - purtroppo, aggiungerei - in ritardo che hai aggiunto una storia al profilo. E dopo questa, sei ufficialmente e ufficiosamente uno dei miei autori preferiti! 
Pensiamo alla storia: non rammento se l'ho già detto o meno, ma io adoro il modo in cui scrivi, i dialoghi sono semplici ma d'effetto, i personaggi storici resi più umani, molto più di quanto uno studio approfondito ci permette. Per quanto riguarda la parte finale del testo sono d'accordo con l'accenno di pentimento di Jurovskij, così come sono d'accordo con la caratterizzazione del personaggio. Hai davvero uno stile che invidio, ti porgo i miei complimenti. 
Mi spiace che la parentesi storica sia chiusa, con questa bellissima fic. 
Comunque sia, non mi soffermo a dire altro, non credo ce ne sia bisogno. Spero di non averti disturbato, e mi scuso se questa recensione è più corta. 

Bene, alla tua prossima storia. 

Baci, 
Soul <3

Recensore Master
07/11/18, ore 15:26

Eccomi anche qui^^
Parto subito col farti i complimenti: sei sempre stato bravissimo a immedesimarti nei personaggi più disparati, a renderli umani e tridimensionali. Anche qui, nonostante il personaggio da te scelto fosse tutt'altro che semplice da gestire, ci sei riuscito egregiamente. Dalle tue righe non emerge il classico stereotipo dell'assassino sadico e folle (o, per contro, un uomo del tutto refrattario ai sentimenti, che agisce meccanicamente e senza il minimo indugio), bensì un uomo che è sì preciso, metodico e pronto a mettere da parte i propri scrupoli in vista di un fine "superiore", ma anche capace di riflettere in maniera critica sulle proprie azioni e motivazioni, sentire il dolore delle proprie vittime, rendersi conto di quanto sia stato vano ciò che ha inseguito. Alla fine resta solo una grande amarezza per una Rivoluzione fallita, per una Patria vessata dalle conseguenze delle azioni di coloro che credevano di aver agito soltanto per il suo bene.
L'hai reso umano, e questo è solo valore aggiunto per un testo di per sé molto significativo.
Complimenti e a presto!^^

Recensore Master
06/11/18, ore 22:53

Ciao!
Wow non ho ancora letto gli altri! Ma questo mi è piaciuto davvero molto! Si è scritto davvero molto bene, poche sere fa ho visto un documentario su di loro u.u
Tu hai saputo descrivere al meglio la persona che si è macchiata del reato! Mi è dispiaciuto molto per lo zar e la sua famiglia T.T
Mi dispiace anche che sia morta la figlia del assassino ç.ç
Però non mi dispiace che muoia l'assassino... mi devi perdonare , ma non mi dispiace affatto!
Comunque complimenti! :*
Fuji.

Recensore Junior
06/11/18, ore 15:49

Mi piace scrivere racconti che si posizionano in momenti precisi della Storia ma difficilmente riesco ad entrare nella psiche dei personaggi che l'hanno creata per poterne raccontare le gesta dal loro punto di vista e quindi adoro leggere i testi di chi riesce a farlo. In questo racconto, come in quello di Garibaldi, riesci a portare il lettore ad immedesimarsi nel personaggio attraverso i suoi pensieri ma anche alle azioni perché perfettamente centrate nel contesto in cui si svolgono gli eventi.
Mi piace molto il tuo modo di scrivere e anche questo testo è stato un piacere da leggere.
Complimenti.

Ivan

Recensore Master
06/11/18, ore 14:49

Carissimo,
complimenti per aver scritto uno dei testi più belli che io abbia mai letto su questo sito. Il tuo stile si è fatto meravigliosamente maturo, e la tua capacità introspettiva è veramente notevole. Complimenti vivissimi per il taglio dato alla storia, e per la scelta del tema: io personalmente no partecipo a questo contest anche e soprattutto perché non avrei saputo cosa scrivere. Al di là delle solite storie di serial killer, assassini per denaro o per gelosia, non mi veniva in mente assolutamente nulla. Tu hai saputo interpretare il tema del contest con assoluta originalità, cogliendo l’occasione per offrirci anche una lezione di storia e per conoscere un personaggio, come quello di Jurovskij, sconosciuto ai più (o forse solo a me che sono ignorante come un caprone). Gli ideali della Rivoluzione - di tutte le rivoluzioni di questo mondo - che diventano un credo, le idee che vengono prima delle persone: il gusto tutto umano della vendetta, i sentimenti della rivalsa e il gusto del potere. C’è veramente tutto l’uomo in questa storia, con le sue contrapposizioni, con l’inevitabile cambiamento e crescita interiore. La Rivoluzione che finisce per divorare se stessa - un’altra costante di tutte le rivoluzioni. Il sentimento di paternità, gli affetti privati, la pietà umana che devono (devono?) cedere il passo alla ragion di stato, o meglio in questo caso alle ragioni della Rivoluzione.
Un testo stupendo, che merita il primo posto al contest, senza dubbio: quanto a me, finisce di corsa tra le "preferite". Ancora bravo!