Eccomi qui come promesso!
Premetto dicendo che il mio rapporto con le romanticherie è un po’ particolare, mi piace il romanticismo ma non quello eccessivo, mi piace quando c’è la sensualità nel mezzo. Questo qui è un buon compromesso a queste cose che ho elencato.
Ci sono i sorrisi spontanei e impossibili da celare delle romanticherie, ma c’è anche lo spasmodico bisogno dei due ci cercarsi, quella continua attrazione che io personalmente, e qui si vede da cosa scrivo, adoro tantissimo.
La storia inizia con la ragazza che si chiede se il suo outfit è esagerato, outfit che poi alla fine si è rivelato qualcosa di bellissimo, per me. Se posso fare un appunto: quel osato osare non è proprio il massimo da leggere, probabilmente il primo osare io lo avrei sostituito con un sinonimo.
In questo stesso paragrafo abbiamo anche la prima introduzione di lui, sappiamo presto che loro, diciamo, si sono già conosciuti in senso biblico e questo è stato scritto e spiegato da una bella riflessione della ragazza, mi andava e l’ho fatto, in soldoni.
Comunque nonostante ci frequentassimo da ormai qualche mese a questa frase ho capito perché la mia insegnante di mediazione orale ci dice che noi “comunque” lo abusiamo, qui, lo avrei decisamente apprezzato di più seguito da una virgola, ma onestamente lo avrei proprio tolto, alla principale non serve, è una concessiva, basta il nonostante.
Con l’introduzione di lui scopriamo anche come si sono conosciuti loro, quegli incontri casuali che ti segnano (e che sono una cosa che sempre mi fanno mormorare quel aw).
Ho adorato come sia uscita la proposta dell’appuntamento.
E qui c’è il momento clou, lei scopre quanto sia sexy quella sera e lui se la mangia con gli occhi e io qui tipo con gli striscioni a fare il tifo per lei, davvero.
Si provocano, si stuzzicano, c’è un tira e molla che dura dalla prima all’ultima riga che, in un certo senso, ricalca la passionalità che caratterizza questi due.
«Signori, avete deciso cosa ordinare?» il cameriere che ci aveva scortati al tavolo ci interrompe.
«Sì, ordiniamo l’uscita: ce ne andiamo». E qui solo applausi. Il ripiego che hanno scelto è la soluzione a tutto, sempre detto io.
Il finale è quanto di più giusto potevi scrivere, sembra così naturale dopo tutto quello che è successo e, non ti nego, mi piacerebbe sapere ancora di più su di loro.
Mi è piaciuto tanto che le ultime frasi di entrambi fossero uguali.
Spero di poter leggere qualcos’altro di tuo presto! |