Recensioni per
Lettere di un disertore
di Moonage Daydreamer

Questa storia ha ottenuto 5 recensioni.
Positive : 5
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
03/01/19, ore 19:19

QUINTA CLASSIFICATA, CON UN TOTALE DI 40,25/45
Lettere di un disertore, di Red_and_Black

Grammatica e Stile: 9,75/10
“Fermarci non possiamo” – “Non possiamo fermarci” sarebbe una forma più scorrevole; in questo caso consideralo un appunto di stile, non un errore grammaticale.
“ma non è .facile” – errore di battitura, hai inserito un punto prima di “facile”
“se lo siano procurato” – “se lo fossero procurato”, la narrazione è al passato
La grammatica, come vedi, è quasi perfetta: sottraggo quindi il minimo, ovvero assegno 9,75 a questo parametro.
Sullo stile, invece, oltre alla frase che ti ho precedentemente riportato l’unico problema è costituito da frasi un po’ troppo lunghe, anche se non in modo eccessivo. Questo piccolo difetto infatti è “mascherato” molto bene grazie a un utilizzo eccellente della punteggiatura, sempre appropriata e diversificata nel modo giusto. In particolare, ho apprezzato davvero tanto le diverse citazioni classiche che hai deciso di inserire nel testo, in quanto hanno aiutato a caratterizzare il protagonista, rendendolo originale e diverso rispetto agli altri personaggi della storia e di quelli comuni nel genere (riprenderò poi questo discorso nella caratterizzazione). Ho riscontrato anche un buon uso del lessico e delle descrizioni: soprattutto l’ultima parte ha avuto un impatto abbastanza forte per il modo in cui è stata scritta, facendo sembrare un’uccisione quasi una cosa normale, come la vedevano i soldati dell’epoca. Mi è piaciuta anche l’impaginazione, in particolare l’originalità che hai impiegato nell’utilizzo del corsivo: solitamente infatti è usato per la parte epistolare, mente tu hai invertito i due caratteri ed è una cosa che ho apprezzato, essendo le lettere l’argomento principale della storia. Inoltre, le lettere sono certamente verosimili, e questo è un punto a tuo favore. Ti assegno anche in questo caso la penalità minima di 0,25 per le piccole imprecisioni. La media dei due punteggi è di 9,75/10.

Trama, Originalità e Caratterizzazione dei personaggi 10/10
La trama non è molto articolata, ma non presenta incongruenze o salti così bruschi da poter compromettere la comprensione del testo; in questo caso, però, la semplicità della trama ha posto l’attenzione su altri particolari a cui hai deciso di dare più importanza, per cui non credo che costituisca un punto a tuo sfavore. L’originalità invece è un po’ penalizzata dall’espediente delle lettere, ma grazie alle citazioni letterarie (che differenziano il protagonista da tutti gli altri soldati della storia, analfabeti, e da quelli che si ritrovano nella maggior parte delle opere sulla Prima guerra mondiale), allo stile e all’impaginazione sei riuscita a non far risultare banale questo racconto. Ritornando sull’originalità del protagonista e sulla sua condizione sociale, ho anche un altro commento: i “letterati” del tempo, infatti, almeno all’inizio del conflitto partivano come volontari per gli ideali classici di patriottismo/amore della patria (se ne potrebbe discutere, ma più o meno il concetto è quello), mentre Emanuele no, e questa differenza è delineata oltre che dai fatti dal buonissimo uso dell’introspezione che hai eseguito. Tuttavia, il senso di vergogna per il suo comportamento emerge molto forte dalle sue lettere, così come l’attaccamento ai cari (testimoniato anche dal fatto che, morendo, ripeta il nome dell’amata) per cui ha compiuto tale, vano, gesto. Sugli altri personaggi ho poco da dire, nel senso che non hai delineato in modo particolareggiato la loro individualità: sono gli “altri”, i soldati comuni che si sono ritrovati a combattere una guerra che non è mai stata loro; e, dal mio punto di vista, questa è stata la scelta migliore. Assegno 10/10.

Attinenza al contesto storico e ai contenuti del bando: 9,5/10 (5+5)
Per quanto riguarda il primo punto della richiesta non ho nulla da segnalarti, se non che l’accuratezza delle tue ricerche e la precisione sulla geografia, sulla numerazione delle armate, sulle condizioni delle trincee, ecc.… è stata da parte mia davvero gradita, perché ha denotato il tuo profondo impegno nella realizzazione di questa storia. Per quanto riguarda invece il secondo punto, sono stato un po’ in dubbio: è vero che la giudice originaria aveva approvato il fatto che la storia si svolgesse dopo la fine di un’offensiva, e non di una guerra intera, però che il rientro a casa sia causato da una diserzione mi è parsa un po’ una forzatura… nel senso che mi aspettavo una cosa diversa, con quella domanda, ecco. In conclusione quindi hai rispettato il bando, ma non sono del tutto convinto che questa storia sia perfettamente aderente a questo parametro. Tolgo solamente mezzo punto per correttezza verso coloro le cui storie erano completamente adatte alla richiesta iniziale.

Pathos e Atmosfera: 2/5
Questa era forse una delle richieste fondamentali del contest, ma a mio parere non è stata sviluppata fino in fondo: ad eccezione della breve sequenza dove descrivi il sogno del protagonista non ho ritrovato una grande caratterizzazione degli ambienti, che comunque sono descritti a sufficienza per poter capire le condizioni in cui si muovono i personaggi ma non molto particolareggiati. Però, la cosa che secondo me è più mancata nella storia e che ha comportato l’elevato abbassamento del punteggio è stata la tensione, il pathos, che non ho sentito in nessun punto della storia. Sarà certamente qualcosa di soggettivo, il mio parere non è assolutamente di un esperto in materia, però da semplice lettore mi è mancato “quel brivido” che mi facesse essere certo della presenza di questa determinata richiesta. In ogni caso, la storia è molto bella anche senza questa componente.

Titolo e Introduzione: 4,5/5
Il titolo è molto classico, per un racconto di questo genere, ma è adatto alla tua storia ed esprime fin da subito quell’intensità drammatica che la caratterizza (in particolare nell’ultima sequenza epistolare). L’introduzione, invece, anche se attinente mi è sembrata fin troppo neutra, contrariamente alla storia stessa. In conclusione, quindi, assegno un punteggio di 4,5.

Gradimento personale: 4,5/5
Come credo di aver già espresso, la storia mi è piaciuta ed è riuscita a coinvolgermi: probabilmente, non essendo io il giudice originario ho dato meno peso alle richieste proprie del bando e mi sono concentrato solamente sulla storia in sé, in quanto amo molto il genere storico. Tuttavia, c’è stato davvero quel qualcosa di mancante che non mi ha fatto dire “questa storia è perfetta”, ma si tratta veramente di un insieme di dettagli che solo in pochi riescono sempre a gestire: in particolare il tuo stile mi ha convinto e coinvolto! Non assegno il punteggio pieno solo perché altre storie mi hanno fatto immedesimare maggiormente, ma ti faccio i miei complimenti per questa bellissima storia, davvero

Recensore Master
04/12/18, ore 00:10

Ciao e piacere di conoscerti! Un piacere infinito, perché ho amato profondamente la tua storia, così piena di umanità, di malinconia, di significato. Disertare equivale a tradire, a macchiarsi del massimo disonore, di una colpa incancellabile, per la quale si merita di essere fucilati alle spalle, come chi sia colto nell’atto di fuggire? Io non l’ho mai pensato… e tanto meno mi è capitato di pensarlo questa volta, leggendo questa vicenda così profondamente umana e reale, così intensamente struggente. Il giudizio sul protagonista, un giudizio spietato, quasi fosse la guerra stessa a punirlo giunge, per il nostro protagonista, al termine di una lunga serie di peripezie, che accompagnano il suo esodo, la sua fuga dalla guerra e soprattutto dall’ingiustizia. Abbiamo modo di seguire i suoi pensieri, i suoi aneliti, le sue paure. L’amore per Livia – nome “di una volta” che ci rimanda proprio al tempo dei nostri nonni e bisnonni, e che rende l vicenda ancor più “di famiglia” – fa da filo conduttore e motivo d’azione, di una scelta che non contempla il tradimento ma l’amore per la vita. Dove sono i grandi ideali per cui lottare se non nell’amore, nella vita vissuta in pace, negli affetti familiari? Da che mondo è mondo, le guerre si combattono non per la grandezza della Patria (quella è la scusa di sempre) ma per il potere e i quattrini, entrambi appannaggio di pochi. Oppure si può combattere per la propria liberazione, ma questa è un’altra storia… la prima guerra mondiale è stata, oserei dire, l’emblema della guerra incomprensibile e incompresa: poveracci da tutta Italia venivano spediti al fronte come carne da cannone, gente semplice i cui ideali erano appunto la casa, i campi, la donna amata.
“Fratelli…” sussurra a un certo punto il protagonista, nel momento in cui incontra altri come lui, che hanno scelto la fuga, il ritorno a casa, la Patria, quella vera. E non si può fare a meno di ricordare Ungaretti, quella poesia in cui la parola “fratelli” emerge in tutta la sua grandezza e fragilità.
La morte del protagonista, infine, giunge quando ormai il lettore si è affezionato a lui, ha a cuore la sua causa, e fino all’ultimo si pensa, si spera che i ragionamenti del tenente Ferraris vadano a parare da tutt’altra parte, proprio perché ha visto morire così tanti dei suoi. Ma Ferraris è il tipico esempio di ufficiale del tempo, di quelli che mandavano gli altri a morire, e le sue ragioni puzzano così tanto di retorica, di istruzioni acquisite sui banchi dell’accademia, così distanti dal mondo della gente reale e semplice, quella che sa bene per cosa vale la pena vivere e per cosa morire. Ferraris rappresenta il vero volto della guerra, che non ha pietà per nessuno, neppure per altri italiani come lui. Non riconoscersi più nel volto dell’altro, non riconoscere più il “fratello”: questi sono gli effetti del militarismo, del nazionalismo, di tutti gli “ismi” che formano il retroscena ideologico delle guerre, coprendo di falsi ideali quelli che sono i reali motivi, sempre quelli: il potere e i quattrini, da sempre.
Ottimo racconto, ben scritto, misurato, commovente e originale: lo conserverò tra i miei preferiti, e mi auguro di vederlo sul podio del contest.

Recensore Junior
18/11/18, ore 12:07

Ciao!

Sono molto commossa. Non sono mai stata una lettrice di storie ambientate durante le guerre, eppure per caso mi sono imbattuta in questa. Sono molto felice d'averla letta, poichè mi sembrava di vivere davvero le stesse emozioni dei protagonisti. Grazie per averla scritta!

Recensore Junior
16/11/18, ore 13:27

Intenso e ben scritto. Emerge tanta umanità in questo testo. Complimenti, poi, per le numerose citazioni e per la documentazione svolta, senza poi parlare dell'ottima introspezione nei vari personaggi. Un racconto crudo ma dal linguaggio quasi pacato e dalla narrazione scorrevole, che sa entrare nel cuore del lettore. Davvero un bellissimo racconto, merita molto.

Recensore Master
15/11/18, ore 14:36

Buon pomeriggio.
Woow!
Strabiliante.
Un testo che è davvero di qualità, in tutti i sensi.
Complimenti... sento che questo racconto farà molta strada :)
Buona giornata :)