SECONDA CLASSIFICATA, CON UN TOTALE DI 42,15/45
Fire burning on snow, di Ile_W
Grammatica e Stile: 9,9/10
“ma non conoscono neanche…” – “ma non conosco…” errore di concordanza singolare-plurale (probabilmente di distrazione)
“il giorno prima in cui…” – “il giorno prima di quello in cui…”
La grammatica è praticamente perfetta, per cui ho deciso di assegnarti un punteggio di 9,75 su 10 a questo parametro per i due minimi errori presenti.
Lo stile invece… è assolutamente sublime, perfetto. In un certo senso questa storia mi ha ricordato una delle mie, per la tematica e l’ambientazione più o meno simili e soprattutto il modo in cui hai deciso di raccontare la vicenda: hai creato un perfetto equilibrio tra il mondo crudo e reale della guerra e quello onirico – accentuato anche dall’uso del corsivo – dei ricordi di casa e dell’incontro con la giovane russa (proprio questa parte della storia mi ha lasciato molto stranito fino a quando non sono arrivato al finale; te ne parlerò poi nella sezione apposita). La tua prosa è risultata molto poetica e incisiva, in grado di esprimere alla perfezione i sentimenti e gli stati d’animo del protagonista, nonostante la narrazione in prima persona che a volte può risultare controproducente. Anche il lessico è ottimamente dosato, molto semplice e per questo adatto al protagonista ma mai ripetitivo. Nessun dubbio sull’assegnarti il punteggio massimo.
Pertanto, facendo una media approssimata, il punteggio finale è vicinissimo al massimo.
Trama, Originalità e Caratterizzazione dei personaggi 9/10
Per quanto riguarda la trama non ho rilevato alcuna incongruenza, anche perché la stessa è comunque abbastanza semplice; in un certo senso, il fatto che quella narrata sia una storia vera ha penalizzato un po’ l’originalità, che non è data neppure dal modo in cui associ le descrizioni (ad esempio la neve) alla situazione del protagonista e a ciò che gli succederà alla fine della storia. Parlando però del finale, è stato davvero un colpo al cuore, fortissimo e inaspettato: in un certo senso non riesco a commentarlo, da quanto mi ha lasciato senza parole… soprattutto per il modo in cui l’hai raccontato, che l’ha reso davvero d’impatto.
Passando ai personaggi, sono essenzialmente due. Vincenzo, il protagonista, è molto ben delineato dall’introspezione, attraverso la quale non ci comunichi solo i suoi pensieri e i suoi sentimenti in quegli istanti, ma ciò che lo caratterizza come persona: le profonde radici che lo legano alla terra e alla famiglia, la semplicità sia della vita che dell’animo e l’espressione diretta dei sentimenti, senza interferenze. In questo modo sei riuscita a rendere giustizia a una persona vera, che continua a esserlo nonostante sia riportata su carta. Il flusso dei pensieri segue un ordine non propriamente logico, ma più “umano”: da una parola in una frase, infatti, ricrei la frase successiva, che magari non ha nulla a che vedere con la precedente. E in una storia come questa è certamente un pregio, che pone l’attenzione su ciò che la guerra provoca al singolo, e non sui suoi effetti generali.
La giovane russa, invece, è un personaggio molto particolare: non brilla certo per originalità, perché rappresenta il topos dell’inafferrabile speranza nel futuro, ma dal mio punto di vista è perfetta così. La sua descrizione è molto sentita, soggettiva, tanto che la conseguenza del loro primo incontro e il loro dialogo così “intimo” (parlo soprattutto del fatto che si capiscono con gli occhi nonostante si conoscano appena e dei piccoli gesti con cui parlano e lentamente si avvicinano) paiono davvero naturali, quasi inevitabili, come la morte che poi colpirà a Tambov.
Questa è una storia raccontata per non dimenticare una persona importante, e per questo ancora più intensa, e non nego che tutte le emozioni trasmesse dal modo in cui l’hai raccontata mi sono davvero arrivate, nonostante appunto la mancanza di una vera originalità a livello “letterario”.
Assegno 9/10.
Attinenza al contesto storico e ai contenuti del bando: 10/10 (5+5)
Non ho nulla da dire, entrambe le richieste sono state rispettate alla perfezione. Rileggendo la domanda che mi avevi fatto al momento dell’iscrizione ora ne ho capito il senso e, che dire, la tua idea è stata semplicemente perfetta. Giustamente tu e la tua famiglia non saprete mai tutta la verità, solo il tragico epilogo, ma questo racconto, un misto tra ciò che realmente è accaduto e ciò che sarebbe potuto accadere, è stato molto vero, sia dal punto di vista storico che da quello emotivo.
Pathos e Atmosfera: 4/5
L’atmosfera della tua storia, dove la neve è simbolo di morte e dolore, è forte già dall’introduzione e si accentua con l’inizio dell’introspezione; il contrasto tra l’interno della piccola casa e l’esterno è decisamente degno di nota, infatti a valorizzare questo aspetto è stata soprattutto la tua abilità nelle descrizioni degli ambienti. Quello che forse manca, rispetto alle altre storie, è proprio il pathos, la tensione, che tuttavia non sarebbe stata completamente adatta a una storia simbolica come questa.
Titolo e Introduzione: 4,25/5
Parlando del titolo, devo dire che è la parte dell’intera storia che mi ha convinto meno, sia per la lingua utilizzata, che stona con il contesto, che per il suo significato. È vero, il fuoco ardente sulla neve potrebbe essere un’immagine intrigante e iconica per rappresentare il soldato sulla neve che ancora vive, ma in un certo senso per il modo in cui è inserita perde un po’ d’incisività risultando quasi neutro; assegno 3,5 punti su 5. L’introduzione, invece, è scelta è perfettamente per quanto riguarda le frasi prese dal testo, per cui ad essa assegno il punteggio pieno. La media dei due punteggi risulta così 4,25 su 5.
Gradimento personale: 5/5
Credo che questa sia la storia che, nell’intero contest, mi ha colpito di più dal punto di vista emotivo; fin dalle prime righe era chiaro che l’avevi scritta veramente con il cuore, e anche senza leggere le note ho ritrovato la tua grande vicinanza alla vicenda narrata. Inoltre, amo molto queste storie ricche di contrasti tra la dura realtà e una felicità effimera, entrambe unite dai dolorosi ricordi di ciò che si ha lasciato alle spalle. Non posso che assegnare il punteggio pieno. |