Ciao, è stata una sorpresa quando ho visto che questa storia c'entrava con "If you come on to me" e non che non me l'aspettassi (anzi), ma credevo ti ci sarebbe voluto più tempo. Credo di essere stata quella persona, o almeno una delle persone, che ha sentito un po' la mancanza di Mycroft nell'altra storia che è invece molto incentrata su Lestrade e sul caso che sta seguendo. Questa invece è tutta costruita su Mycroft e devo dire che ha ripagato grandemente la sua assenza nell'altra storia.
La prima cosa che voglio dire è che Mycroft mi è piaciuto parecchio, l'ho trovato davvero lui, quindi molto IC. Cosa non da poco. Nell'altra storia le sue apparizioni erano filtrate dallo sguardo di Greg il cui punto di vista non era ovviamente oggettivo. Lestrade vede Mycroft in una certa maniera, ma quello che pensa, le cose che prova e che stanno tutte nascoste dietro la sua apparente freddezza, quelle non può vederle. E vengono mostrate tutte quante qui. Hai fatto un buon lavoro d'introspezione, non è molto approfondita, ma è sufficiente a caratterizzare Mycroft. Mi è piaciuto molto il modo in cui hai descritto le sue faccende quotidiane e come tra queste si intromettano Sherlock e i sentimenti/pensieri per Lestrade. La vita di Mycroft viene percepita come molto sedentaria e quasi noiosa (lo è per chi non ama la politica), si divide tra riunioni, appuntamenti, scartoffie... tutto l'opposto del fratello che invece lavorativamente parlando è iperattivo, si muove tantissimo sul campo, fa e agisce. Mycroft invece no. E questo è arrivato moltissimo, nonostante le sue abitudini giornaliere siano passate un po' in secondo piano. La storia si snoda attraverso tutti gli imprevisti in cui incappa, da Sherlock che fa danni e che Mycroft è costretto a far sorvegliare costantemente, fino quanto succede con Lestrade e che, per quanto sperato e desiderato da Mycroft, arriva in modo imprevisto. Mi è piaciuto molto il fatto che Mycroft avesse una bella cotta da tempo, ma che per correttezza non osasse far nulla. Si è sempre tenuto in disparte, fino a quando Lestrade non era ufficialmente divorziato, a quel punto si lascia andare come non pensava avrebbe fatto. Da quel momento ci viene mostrato il tutto dagli occhi di Mycroft. E qui Sherlock diventa più presente e lo è in maniera quasi ingombrante. Mycroft sembra infastidito dal doversene sempre occupare. E qui mi è piaciuto tantissimo, perché il modo in cui Mycroft percepisce John Watson è quasi divertente. Si ha sempre l'impressione che Mycroft lo veda come una persona che protegge suo fratello, ma qui sembra che lo veda come un compagno di giochi che non fa altro che fomentare Sherlock. Secondo me è un altro punto di vista sul rapporto tra lui e John molto interessante. Io credo che la verità stia un po' nel mezzo, John protegge anche Sherlock ma è anche vero che è un vero e proprio compagno di merende.
Per tornare alla Mystrade. Sono contenta che tu abbia deciso di scriverla. E spero ne arriveranno altre, sempre di questa serie, in futuro.
Koa |