Recensioni per
La città maledetta
di alessandroago_94

Questa storia ha ottenuto 16 recensioni.
Positive : 14
Neutre o critiche: 2 (guarda)


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Recensore Master
03/06/21, ore 14:41

Buon pomeriggio Ale,
caspita, sono stata sorpresa da questa lettura.
Sei riuscito a descrivere la mentalità problematica del protagonista molto bene, non è evidente riuscire a parlare di come certi problemi psichici e distorsione dell'amore, possano far esplodere una furia omicida. La sua ricerca è diventata una vera e propria ossessione, considerava la fretta come un rifiuto nei suoi confronti, quindi iniziava ad odiare la persona che aveva davanti a tal punto da ucciderla. Completamente fuori di testa! La sua pazzia è stata un crescendo, prima era sempre molto attento, alla fine ha perso completamente il controllo.
Il figlio di Matteo seguirà le orme del padre, ho questa sensazione, perché anche il padre ha notato uno strano comportamento in Alex, dopotutto, non ha avuto una minima reazione di shock davanti alla madre morta.
Sei stato bravissimo, sei riuscito a creare un'atmosfera perfetta per il genere di testo, spiazzante e sconvolgente. Complimenti, davvero tanti tanti complimenti, hai fatto un ottimo lavoro. Sono certa che l'hai curato e studiato molto attentamente, il risultato è eccellente proprio per questo motivo ^^

Recensore Master
26/02/21, ore 11:04

Eccomi qua. Scusa la sparizione, ho avuto l'influenza ( influenza solo, eh ) ed ero KO.
Adesso sono tornata e si riprende proprio dalla storia che avevo detto avrei letto.
Ero incuriosita, a questo punto, volevo proprio leggerla.

Che dire? Beh. Il padre è uno squilibrato come il figlio, però non so perché, mi sembra meno ' raffinato ' ( oddio, che parola grossa per questi qua ), insomma, è molto meno ' lavorato ' di Alex.
Infatti dura solo una storia e comunque è messo veramente male a testa.
Eh sì, cerca qualcuno da amare, ci prova anche con gli uomini, ma il risultato è il medesimo, nessuno pare essere all'altezza delle sue aspettative e quindi li ammazza. Tutti.

Braccato si toglie i sassolini nella scarpa ammazzando anche la moglie e poi ci prova con il figlio, ma... quello è più cattivo di lui e riesce a farla franca.
Sin da piccolo è davvero strano, Alex, non mi stupisce che abbia generato tanta curiosità in chi ha letto questa storia.
Difatti se il padre è un prototipo, Alex è il mostro perfetto, che dopo aver ereditato i tratti del padre è diventato qualcosa di molto, molto peggio.

Noto che ci sei andato anche più leggero con le descrizioni di ammazzamenti, qua stavi ancora ' rodando ', per poi dare il via al mostro perfetto che non ha limiti né confini.

Posso dirtelo? Hai dei gusti davvero strani, ma tutto sommato credo tu abbia fatto centro, in effetti incuriosisce, e molto.

Ok, adesso posso iniziare ' Budapest ', alla prossima, che sarà... forse oggi, al massimo domani!

A presto!

Grazie per aver iniziato SOLDIER contro, quando ti ho fatto l'altra recensione vengo a risponderti.
(Recensione modificata il 26/02/2021 - 03:50 pm)

Recensore Master
19/12/19, ore 17:49

Ciao carissimo^^
Ci ho messo un po' di tempo, ma alla fine sono riuscita a leggere tutto questo racconto.
Inizio dicendo che ho apprezzato la citazione iniziale, Palahniuk è un autore che apprezzo molto, anche se devo assorbire il suo cinismo a piccole dosi.
Comunque ho ritrovato molto di quest'autore (e anche di Bret Easton Ellis) nel tuo racconto, sia per lo stile che per i temi trattati.
Il tuo protagonista è davvero interessante, a mio parere sei riuscito a rendere molto bene la sua caduta nell'abisso, passo dopo passo lo vediamo perdere il controllo e il senso della realtà.
Assistiamo alla sua inevitabile autodistruzione, causata dalla sua ossessione per un'ideale di amore distorto e malato.
Se prima Matteo era un omicida seriale attento e meticoloso alla fine lo vediamo esplodere nella più pura follia, tra violenza e rancore.
L'unica parte che mi ha un po' lasciata perplessa è quella con Mauro, non capisco come egli abbia potuto fidarsi di Matteo e lasciarsi convincere in quel modo. Non so, forse avrei capito se Mauro avesse percepito fin da subito la pericolosità di Matteo e avesse deciso di non contraddirlo per paura della sua reazione...o se nel rapporto tra due si fosse già creata una certa fiducia. Comunque è soltanto un mio dubbio, preoccupandomi per qualsiasi cosa non mi sarei mai comportata in quel modo xD
Comprendo che sia stato davvero difficile e impegnativo, sia dal punto di vista letterario che emotivo, scrivere questo racconto.
Davvero complimenti, hai saputo dipingere un quadro vivido e macabro della follia umana tramite questo personaggio.
Alla prossima! :)

Recensore Veterano
30/06/19, ore 23:29

Ciao ^^
Premesso che questo tipo di storie in genere non sono il mio genere (scusa la ripetizione). Mi sono decisa a leggere questa storia, dopo Smerigliatrice angolare. Devo dire che non sembrano affatto 10mila parole, a me sono sembrate molto meno, perché il testo scorreva fluido. Ho trovato le costruzioni delle frasi adeguate e ho apprezzato la velocità delle frasi finali, che danno quel senso di spirale sempre più stringente, come una vocina che continua a ripetere al protagonista "presto, presto", sapendo che non ha più tanto tempo per fare ciò che gli suggerisce la mente. E di certo è una mente contorta, che hai saputo creare e caratterizzare bene. Secondo me hai fatto bene a non scendere esageratamente nel dettaglio (cosa sono le pasticche miracolose, ad esempio?), a me piace questo lasciare al lettore la possibilità di immaginare qualcosa, senza che sia tutto definito al 100% in maniera precisa. Comunque non so se dipende dal fatto che ho letto prima l'altra, ma mi è piaciuta più smerigliatrice angolare. Però è bello leggere le origini di Alex! Mi piacerebbe sapere che c'era nel pacchetto del concorso xD. In sostanza mi è piaciuta molto.

Recensore Junior
18/05/19, ore 23:01

È sempre difficile scrivere storie del genere. E no, non mi riferisco alla violenza e alle tematiche presenti in questo racconto, ma alla malattia psichica da cui è affetto Matteo, e di cui noi non sappiamo neanche il nome. Comunque, innanzitutto procederò con ordine e, come lasciatoti detto nella mia ultima recensione, sono voluta passare a leggere qualche altra tua storia. Stavolta cambio genere e recensirò questo tuo dittico, diciamo: La città maledetta e Smerigliatrice angolare (che ho letto erroneamente per prima e, dopo aver letto che era il seguito di un’altra storia, sono andata a cercare il seguito).
Di noir in questo racconto c’è poco o nulla: il protagonista ha sì un carattere auto-distruttivo (su questo punto tornerò in seguito), ma la corruzione del sistema legale e politico di cui il protagonista è vittima, non viene affatto analizzata. O, perlomeno, in maniera blanda e superficiale.
Innanzitutto, il mistero su ciò che faccia Matteo alle malcapitate che incontra è chiaro fin dal primo paragrafo: il riferimento ai guanti, puliti per non lasciare alcuna traccia, suggerisce già al lettore che cosa effettivamente faccia Matteo. E gli effetti dei farmaci che prende (per quale motivo li prende, poi? Non è dato saperlo, non viene specificato. Non sono farmaci per l’insonnia, come ho dedotto inizialmente, ma dei tranquillanti, credo) fanno aumentare il dubbio, che diventa praticamente una certezza.
Di Matteo non è chiara la professione: è uno psicologo o uno psichiatra? Si tratta di due figure diverse tra di loro e i suoi pazienti abituali fanno propendere per la prima ipotesi, mentre il fatto che, forse, questi presunti farmaci riesca a procurarseli da solo, per la seconda. Anche questo dettaglio non è specificato.
Inoltre, non è dato saperlo neanche dall’approccio professionale che utilizza con Mauro. Innanzitutto, alla prima seduta, questo tono amichevole da parte dello psichiatra/psicologico non credo proprio che sia professionale. D’accordo il darsi del tu, per permettere al paziente di liberarsi ed essere più a suo agio, ma, oltre a questo approccio ambiguo, ho trovato davvero scandalosi i pensieri di Matteo sugli omosessuali, che cozzano di gran lunga col sentimento che scaturisce verso Mauro in un giorno. Ora non venirmi a dire che Matteo ha un evidente disturbo mentale e questo giustifica il tutto, ma che cosa ci ha visto Mauro in Matteo? Lui, paziente, lascia la propria casa con la TV accesa e segue il proprio medico curante e ci fa sesso?! Se Matteo ha la giustifica della malattia mentale, Mauro non può avere certo quella della bonarietà e pacatezza. Perché sarà pure omosessuale, ma non credo che sia stupido.
Ritornando alla vicenda più strettamente investigativa (passami il termine non proprio specifico), Matteo non è che sia prolisso di dettagli. Queste donne che lui uccide, da quanto traspare, sembrano essere davvero numerose e, oltre ai servizi che lui ascolta alla TV (messi appositamente per noi lettori per comprendere cosa faccia effettivamente Matteo la sera, quando incontra queste donne per strada), non è dato sapere nulla su indagini, sospettati e varie inchieste. Davvero la polizia trova dei cadaveri sulla battigia, col medesimo modus operandi e non ha qualche sospettato? Magari, più che mostrare dei blandi servizi sul ritrovamento, potevi mettere delle inchieste con gli interrogatori di familiari e amici delle vittime, così da far comprendere al lettore che, sì, c’è un serial killer in circolazione, ma non è il protagonista. O, almeno, il lettore non lo sa ancora e lo scopre con più gradualità. Che poi, la maggior parte di questi assassini sono sessualmente deviati: Matteo uccide solo donne e fotografa persino i loro cadaveri. Vuoi farmi credere che le strangoli e basta? Che non si diverta un po’ con loro, prima o dopo la morte? Del resto, lui afferma di essere in cerca di un amore vero che queste donne, con le loro parole sbagliate, dimostrano di non sapergli dare. Tuttavia, sarebbe stato più coerente col disturbo mentale attribuito al tuo personaggio che queste donne venissero violentate e poi uccise, se non, addirittura, uccise e poi violentate. Un altro dettaglio, sempre riferito al suo modus operandi, sono le fotografie. Lui le tiene nel telefono, con la possibilità di poter essere, anche per sbaglio, scoperto? Sarebbe stato più credibile che le foto venissero trasferite su una chiavetta, piuttosto che rimanere alla merce di tutti nel suo telefono.
Della psicologia di Matteo, come precedentemente accennato, non mi è chiara l'evoluzione del suo pensiero. Nel corso della seduta con Mauro, passa da pensieri aberranti sugli omosessuali, nella sua mente prende pure in giro il suo paziente, affermando che uno non può, dal giorno alla notte divenire omosessuale, (tuttavia, scoprire di amare il proprio stesso sesso, dopo un’esistenza da eterosessuale, non è così assurdo come potrebbe essere e accade più di quanto si possa credere) e, infine, è incuriosito e folgorato dal suo atteggiamento impacciato, tanto da credere che lui sia la persona a cui dover destinare il proprio amore. Questo passaggio è poco chiaro e ambiguo. Matteo sarà un malato mentale, ma ancora non riesco a spiegarmi come possa ritenere da un giorno all’altro, prima fastidioso il suo paziente e, dopo, semplicemente adorabile. Ancora più ambiguo è Mauro, che segue il proprio medico curante in vestaglia e lasciando la propria casa incustodita. Evidentemente, il sesso e le pillole devono averlo fatto rinsavire perché si sarà accorto che il suo medico curante non ci sta con la testa e decide di chiamare la polizia. Sulla chiamata i tempi sono mal gestiti: intercorre troppo tempo fra Matteo che si accorge di non aver il telefono, sale in camera a controllare e Mauro che riesce a parlare con la polizia. Che poi, se ha avuto il tempo di prendere il telefono, perché non prendere anche le chiavi della casa e della macchina, prendere l’indirizzo e fuggire abbastanza lontano da Matteo ma abbastanza vicino dalla casa? Invece no, bisogna scrivere la scena della morte di Mauro, il tutto per far morire anche Lucia (forse l’unico personaggio coerente in tutta la storia) e fare tutto quel teatro con Alex e i pensieri da matto del padre.
Insomma, se intendevi scrivere un noir non ci sei per nulla riuscito. È chiaro fin da subito cosa, effettivamente, faccia Matteo e ho trovato il rating rosso persino esagerato per il modo blando in cui le scene sono descritte. Bastava benissimo un rating arancione, se non addirittura giallo, visto che gli unici riferimenti velati agli omicidi sono le acque rossastre a causa della morte più violenta di Massimo.
Su Alex non mi esprimo fin troppo (anche perché so già di che cosa si macchia), ma i figli di assassini hanno una predisposizione genetica e, credo, se vivono in un ambiente sano e assistiti dalle adeguate figure professionali, non ereditano la pazzia dei genitori. Tuttavia, non sono così sicura che certi sintomi di perversione violenta si manifestino in così tenera età.
Comunque, su Alex ti darò un giudizio più completo in Smerigliatrice angolare.
Arabella

Recensore Junior
22/01/19, ore 20:30

Buonasera!
Mi sono imbattuta per caso in questa one shot e non ho potuto fare a meno di lasciare un commentino.
L'odio, il livore o anche il semplice mormorante risentimento contro qualcuno  sono purtroppo sintomi di un malessere che colpisce il portatore altrimenti sano di quei sentimenti. Come la febbre è segno di una alterazione delle armoniche del corpo, l'odio e i suoi succedanei sono segni di una seria disarmonia spirituale. Tuttavia mentre la febbre non ci crea imbarazzi e anzi la comunichiamo repentinamente per raggiungere al più presto il male di cui è sintomo e debellarlo, dell'odio e del livore rancoroso esterniamo sì le espressioni, ma ci guardiamo bene dall'accettare che altri indaghino sulla malattia. Ciò  comporta un aggravamento del malessere e un ulteriore fragilità dell'anima.
Complimenti, anche nella prosa ti sei dimostrato un ottimo scrittore!

 

Recensore Master
11/01/19, ore 18:28

Caro Alessandro! ^^
Una storia ambientata a Cervia! Non una storia di marinai o di spiagge, ma una storiaccia noir di quelle che si immaginerebbero ambientate in qualche sonnolenta cittadina americana, una storia a metà tra Ted Bundy e il thriller psicologico. Come il buon vecchio Ted, anche il nostro ha una doppia vita, nella quale pare assai bene integrato: ha una professione stimata, indice di un ottimo livello intellettivo e culturale; una famiglia in crisi a causa della sua stessa mancanza di autocontrollo, con un figlio decisamente inquietante (mi ricorda il mocciosetto malvagio de “Il presagio”), ma in fondo anche qui non siamo troppo distante dall’ordinario; e poi ci sono i momenti in cui il nostro protagonista esce decisamente dall’ordinario e si trasforma non tanto in marito traditore, quanto in assassino.
La narrazione in prima persona aiuta ad entrare in particolare empatia con il protagonista: e vien quasi da condividere il suo desiderio di fare piazza pulita di fronte a queste tizie da una botta e via, che cercano sesso e basta, mentre lui vorrebbe l’amore. Questa ossessione per l’amore chiesto e negato è il motivo conduttore della storia: è ciò che vediamo crescere e dilagare con sempre maggiore accelerazione, fino alle sue estreme conseguenze. Il motivo scatenante, che spezza la routine con delitto e porta il protagonista a perdere progressivamente il controllo della sua vita è il suoi incontro con il misterioso Mauro: un uomo puerile con un grosso problema d’identità, quanto meno all’inizio, che in breve diventa però, agli occhi del protagonista, simbolo ed incarnazione di quel desiderio d’amore, un amore puro in maniera paranoide, che lui stesso avverte in modo lacerante e ossessivo. Mauro in realtà avrebbe semplicemente bisogno di aiuto: finisce tuttavia per trasformarsi in simbolo e, alla fine, per divenire ostaggio.
Che dire, una bellissima storia. Come ambientazione, ti dirò, mi è venuta in mente Cervia quando hai parlato delle saline. I fenicotteri di Cervia, invece, mi sono proprio sfuggiti: sarà che frequento più la montagna e che al mare non vado da diversi anni…
Molto ben organizzata la trama, meravigliosamente caratterizzato il tuo personaggio, senza esagerazioni e perfettamente in linea con il tipo di mentalità paranoica che gli hai costruito addosso. Spesso si legge di individui che in un raptus di follia arrivano a far fuori in maniera efferata anche le proprie famiglie: qui ne abbiamo un esempio, descritto con la puntualità di un manuale di psichiatria. Un caso emblematico, e che tuttavia suscita una profonda simpatia perché arriviamo a condividere le sue motivazioni, la sua rabbia, la sua profonda disillusione. Devo dire che ho amato profondamente questo personaggio: “C’è bisogno di amore, di un’overdose d’amore…” cantava Zucchero. E quanto aveva ragione!

Recensore Master
07/01/19, ore 01:28

letta nel 2018 e mi ritrovo a recensire solo ora.... 🙈🤦‍♀️
ne approfitto caro Ale per farti gli auguri di buon anno in ritardo!
dicevo: l'avevo letta alla sua pubblicazione e ne ero rimasta molto colpita, sia per lo stile che hai usato per narrare questa vicenda e per la trama intricata ma soprattutto per il cosa/come/chi hai scelto di trattare. sinceramente non ti vedevo per questo contest, seppure ti conosco pochissimo non mi aspettavo ti saresti cimentato nella testa di un protagonista del genere, un tizio con un disturbo compulsivo di questa portata che ammazza donne, dall'apparenza così "normale", ma che sotto nasconde questo bisogno di amare in maniera distorta la gente che incontra, uccidendo chi, incappando in lui in quel modo non condivide il suo bisogno nella stessa modalità e maniera.
perchè amare e essere amati è un bisogno insito in ogni essere umano (gli antichi dicevano che è un essere finito che tende all'infinito diciamo) ma a questi livelli non è amore ma odio, forse inasprito da privazioni e da mille delusioni ricevute nel corso della vita ma pur sempre ingiustificabile e ingiusto nei confronti degli altri e a cui, patologia o meno non si dovrebbe mai cedere il passo.
ben scritta inquietante e davvero politicamente scorretta, primo posto meritato direi, anche se mi stavo chiedendo per tutto il tempo "Cosa? lui? ma che ha scritto? O.O 😂"
alla prossima Ale!
Nala

Recensore Master
29/12/18, ore 15:18

Ciao Ale, eccomi a recensire un'altra delle tue storie ^^
Di questo racconto ero molto curiosa e tu lo sai, lo avevo segnato da un po' tra le storie da recensire, ma poi ne abbiamo anche riparlato da poco e così non ho più potuto resistere e l'ho letto, e direi con molto piacere!
Oh, mamma... ma Matteo è proprio un mostro! Certo, il suo disagio purtroppo è dovuto da disturbi mentali che non si possono curare facilmente, e certamente lui non è in grado di gestirli da sé, anche se prende quei farmaci... totalmente inutili, direi.
Mi è piaciuto molto il contrasto tra il lavoro di Matteo - psicologo - e la sua infinita follia... insomma, lui voleva dare consigli agli altri e poi si comportava così? Ma come ha fatto Mauro a essere così ingenuo e a fidarsi di lui? Possibile che non abbia sospettato nulla fino all'ultimo momento?
Certo, poi è dovuto morire, Mauro, ma almeno la sua vita è valsa la pena: il mostro è stato trovato, eliminato per sempre, prima che potesse fare del male anche al piccolo Alex... anche se... sai che questo bambino mi inquieta? Ho il terrore che diventi come suo padre, e allora? Scriverai qualcosa sul futuro di Alex?
Sarei proprio curiosa di sapere che fine farà l'orfanello!!!!
Mauro, poverino, ci è andato di mezzo come tutte le altre vittime, con la differenza che è stato portato anche in quella casa ed è pure andato a letto con quel... quel...
Oddio, mamma mia, Ale! Una storia folle, ma veramente bella!!!!
Hai scritto un bel Noir, entrando ancora una volta nella follia umana, e facendoci entrare nell'atmosfera di questa città oscura e maledetta.
Complimenti, Ale, davvero. È stato un piacere leggerti anche qui :3
Ci sentiamo presto, grazie per ciò che sei riuscito a comunicarmi, un racconto davvero toccante e degno di te! ♥

Recensore Veterano
13/12/18, ore 22:34

Ehm, ciao. Si ciao (visto che è da tanto che non ci sentiamo...ok, un minuto di silenzio per la battuta triste.), perché mannaggia a te, sai come far incuriosire la gente. Se te lo stai chiedendo, mi hai messo una pulce nell'orecchio riguardo al contest e quindi questo è un ringraziamento per aver sopportato i miei interminabili audio mentre scleravo (in realtà sono qui perché ero estremamente curiosa ma che resti tra noi ;)) e non avermi ancora piantata in asso dopo tutto questo tempo. Sei una persona fantastica. Beh, tornando alla storia. Che dire, tra biberon e fenicotteri rosa sono veramente rimasta uccisa. Uccisa dalla semplicità e scorrevolezza che ho riscontrato nelle tue parole, perché sai, penso che tutti noi in fondo, abbiamo quel piccolo matteo che vive e si nutre di rancore e rabbia. Si nutre del bisogno che abbiamo di amare ed essere amati...quasi ossessivamente. Tu hai descritto una parte che presto o tardi, chi più in grande, chi più in piccolo, ci troveremo ad affrontare. Certo, Matteo è uno psicopatico e si spera che nessuno sia come lui, però purtroppo non è così. L'amore e la gioia sono la nostra vera natura e spesso la gente si concentra più sui drammi che su questo. O crede di essere nel giusto con le proprie ossessioni malate che sostituiscono la vera gioia. Ho trovato molto buffo e di stile ( degno di te ovviamente) far riscontrare il protagonista in uno psicologo con problemi mentali ahahah, quando si dice l'ironia del caso XD. E nonostante tutto, mi sono pure messa a ridere (ormai mi conosci, se non rido non sono in me) quando matteo ha pensato "Spiro, e mi sento ancora una merda.". Io ho pensato "spira, e a quanto pare, con il mai una gioia non vale la regola del 'finchè morte non ci separi'" :D È molto bello leggere i racconti delle persone che conosci e a cui vuoi bene perché spesso, trovi piccoli pezzi di essa all'interno. (Si, ho trovato un pezzo del tuo dito tra le righe, te lo spedisco assieme al regalo di compleanno XD). A me piace molto il modo in cui scrivi, mi rendi le parole piene di significato e lo adoro. Detto questo ti chiedo scusa se la recensione non è tutto questo granché ma sono vecchia e stanca, ti prego di perdonarmi giovanotto, detto questo ti do un bacio bavoso della buonanotte, un buffetto affettuoso e dopo aver tolto la dentiera e preso la pastiglia per l'Alzheimer, vado a nanna. Perdona questa povera anima inutile quanto la sua recensione, penso di esserci nata così stupida. Ps. so che tu sei vecchio come me in fondo, per questo ti voglio bene hihihi 😂 Lety❤

Nuovo recensore
03/12/18, ore 15:45

Premetto che questo racconto è veramente scritto bene e la trama è quasi perfetta, la sola cosa che mi ha lasciata perplessa è il fatto che, quando uccide l'uomo, cambiando modus operandi e la firma il giornalista fa riferimento al killer, ma potrebbe trattarsi di un altro assassino. Non capisco come possano attribuire quell'omicidio al medesimo killer

Recensore Master
01/12/18, ore 12:05

Ciao carissimo^^
che dire? Una storia veramente inquietante. Un uomo dall'apparenza "perfetta" che però pian piano ci rivela un preponderante lato oscuro. È una persona che vive un'esistenza parallela e insospettabile, nella quale compie crimini efferati. Non tollera le frustrazioni, un rifiuto - o semplicemente l'incapacità dell'altro di rispondere alle sue aspettative in materia di oggetto d'amore - è in grado di scatenare una furia distruttiva e omicida. Da una parte vediamo un aspetto di disturbo dipendente, ma dall'altro abbiamo un bisogno ossessivo di controllo sull'oggetto amato, bisogno che sfocia nella violenza non appena le aspettative non sono più soddisfatte. Mi ricorda molto il personaggio di una novella di Thomas Mann, purtroppo l'Alzheimer ora non mi fa ricordare il titolo, ma anche lì c'era un tizio che si prendeva cura di oggetti d'amore, per i quali assumeva il ruolo di protettore e difensore, salvo diventare poi terribile e violento fino all'omicidio non appena l'oggetto d'amore non appariva più totalmente dipendente da lui. Mi ricordo il particolare l'episodio in cui raccoglie il randagio per strada, non lo rievoco qui perché sono particolarmente cinofilo e starei male per tutto il giorno.
In breve, senza scomodare Thomas Mann, hai saputo interpretare molto bene questo personaggio. Capisco che tu l'abbia odiato, come dici nelle note, ma ce l'hai presentato e l'hai fatto vivere per noi, mostrandocelo in modo realistico ed emozionante.
Complimenti e in bocca al lupo per il contest!^^

Recensore Master
29/11/18, ore 17:11

Ciao, Alessandro.
Anche questo è un racconto degno di nota.
Hai trattato temi delicati e violenti allo stesso tempo. Non è per niente semplice creare personaggi del genere come il tuo protagonista e inserirlo in una trama altrettanto complicata.
Hai inserito perfettamente gli effetti di disturbi patologici che portano a concepire e a mettere in atto un amore malato e sbagliato.

Complimenti,
auguri per il Contest!

-Bigin

Recensore Master
29/11/18, ore 12:11

Mi hai mandato il cervello in tilt. Ci sono così tante cose che vorrei dire... che non so da che parte cominciare, quindi aspettati un aggiornamento a questo commento o un po' di messaggi privati.
Cambierei solo le parole con diminutivi che distraggono in questo racconto drammatico "culetto" e "pantofoline", anche perché le hai usate parlando di uomini adulti.
Riguardo ai rapporti umani hai creato personaggi/trame/contesti alquanto complessi. Si vede che ci hai lavorato molto stavolta sono io a dirtelo. Apprezzo davvero tanto che tu pian piano provi a superare i tuoi limiti accettando di scrivere storie che sono una scommessa con te stesso, perché tu sei tutto il contrario del tuo protagonista e non sei nemmeno una persona così complessa. E' un complimento, naturalmente, e mentre leggevo pensavo come hai fatto tu che sei un ragazzo buono e semplice ad architettare questa trama, ad arrivare a conclusioni che per tanti sono il risultato di anni di tensione con se stessi e con gli altri.
Allora mentre leggevo facevo mille collegamenti tra Matteo e la sua famiglia, le ragazze che attira per poi farle fuori, l'incontro con Mauro da cui si è fatto proprio abbindolare, le sue riflessioni... tutti i motivi che quei personaggi avrebbero se esistessero nella realtà. E, visto che la storia è tanto attuale è facile immedesimarsi, mentre facevo tutti quei collegamenti mentali mi veniva spontaneo farli anche con le altre tue storie che ho letto e, sinceramente mi sono anche posta tante domande sui miei personaggi e su di me.
Ci sono anche passata da quelle saline e ho visto quei fenicotteri, anche sei m avevano colpita di più quegli uccelli acquatici che non sono ancora riuscita a capire quali fossero (una via di mezzo tra le gazze e i gabbiani).

Il pacchetto che hai scelto era fra quelli che avevo visualizzato e so quali erano le richieste. Trovo che tu abbia fatto un ottimo lavoro. In bocca al lupo per il contest.

Unici appunti: dopo averci presentato le ragazze e la famiglia cominci a dilungarti un po' infatti ti ho letto a riprese: un po' ieri sera, un po' stanotte, all'alba (sì, ho dormito meno bene del tuo protagonista :P) e fino a poco fa.ah, e so che è un'abtudine tutta romagnola, ma hai scritto ***Ricordo all’improvviso che ho rimasto un ultimo conto in sospeso*** che mi è rimasto un conto in sospeso.

Come SSJD, voglio il seguito con il figlio che è tutto un programma.

Recensore Master
29/11/18, ore 08:52

Caro Matteo. Anch'io ho un problema. Sono uno scrittore di questo sito e sono mesi che tampino due per farle decidere finalmente di uscire con me. Ieri sera, grazie a te e al tuo modus operandi di merda, mi hanno scritto che hanno deciso di annullare l'appuntamento. Inutile dirti la mia delusione quando hanno sottolineato che il motivo della loro disdetta era il fatto che conoscere qualcuno su un sito internet non é proprio il massimo... Il che mi ha fatto pensare che sia totalmente colpa tua, stronzo. Felice viaggio all'inferno. Ssjd Caro Alessandro, scusa lo sfogo. Ovviamente era uno scherzo (mai preso appuntamenti con persone conosciute su internet), volevo solo buttare benzina sul fuoco nel rogo in cui Matteo brucerà per l'eternità... Buffo come questo contest stia tirando fuori personaggi che tutti noi che stiamo partecipando, non avremmo mai pensato di descrivere. Il mio é una merda, il tuo anche e quello di Marylondon pure. Sono tutti personaggi infimi, cresciuti in una società quantomeno normale (tu addirittura hai ambientato la tua storia a Cervia... Uno mi dice Cervia e io penso alle vacanze in famiglia, bambini sulla spiaggia a fare castelli di sabbia, l'alba sui fenicotteri ancora assopiti. Non ad una cittá maledetta) in famiglie apparentemente oneste. Tutto un bel contorno. Ma poi c'é la disperazione (come nel mio racconto) o la follia, nel tuo e in quello di ML. Perché di follia si tratta, no? Una visione completamente distorta del concetto di amore. Amare é donare, non togliere (la vita) a chi non desidera corrispondere. Non si può punire il libero arbitrio con l'odio. Tutto é sbagliato in Matteo. Dall'avere una famiglia che lui ritiene non lo ami, all'avere un lavoro in cui inevitabilmente viene a contatto con gente con problemi. Non puoi risolverli a loro se i tuoi sono più grandi! Immagino la fatica che anche tu hai fatto per immedesimarti in un personaggio cosí 'terribile'. Non é facile. Come piccolo appunto vorrei dirti che, a mio parere, una persona in quelle condizioni non ha momenti di lucidità in cui pensa "cosa ho fatto, cosa sto facendo". Sono in un mondo staccato dalla realtá, completamente, senza sprazzi di luciditá. Vuole uccidere anche suo figlio, senza poi fortunatamente riuscirci. Ma fortunatamente per chi? Che vita avrá questo bambino? É vero che buon sangue non mente? Potresti scrivere un seguito: Vent'anni dopo... 😉 Alla prox e buona fortuna per il contest! Ssjd

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