Ho finito di leggere la storia, e indubbiamente ho trovato un buon livello di originalità e di interesse. E' certamente stata molto impegnativa sia da scrivere che da leggere.
Dal punto di vista formale i primi capitoli erano scritti abbastanza bene, poi c'è stato un cambiamento repentino attorno al n.8 mi pare, e la parte successiva avrebbe bisogno di una energica revisione. Niente che non si possa fare in poche ore, a trovare la persona giusta.
Dal punto di vista dei contenuti, non sono sicuro di avere capito la storia al cento per cento, benché si faccia un po' più chiara verso la fine.
Una perplessità è che Internet viene immaginata come un'entità molto accentrata, con un suo cuore centrale e un 'cane da guardia' autocosciente che si incattivisce.
Mi risulta invece che la struttura di Internet sia molto distribuita, e sia nata proprio per costituire una rete di comunicazione ridondante, in grado di continuare a funzionare anche dopo una parziale distruzione dovuta ad un attacco nucleare da parte dell'Unione Sovietica.
Ma immaginiamo che ci sia un qualcosa di concentrato, che magari non è tutta la rete ma è collegato in rete e con la possibilità di interagirci. Questo non sarebbe da considerare il cuore di Internet, ma potrebbe esistere.
Ma come sarebbe nato? I computer di quarant'anni fa erano molto più limitati di quelli attuali, e così pure i loro sistemi operativi; nessuno poteva sostenere un'intelligenza capace di autoevolversi.
Inoltre questi computer e i loro sistemi operativi avranno avuto bisogno di successive sostituzioni e manutenzioni; impensabile che ciò sia avvenuto se c'era un mostro informatico in grado di far impazzire gli operatori con cui si interfacciava, ed è altrettanto impossibile che queste operazioni di sostituzione e manutenzione abbiano perpetrato questo mostro senza volerlo. Se lo hanno fatto, allora l'accesso al sistema doveva essere possibile con semplici modalità senza richiedere un essere modificato geneticamente.
Se la storia fosse ambientata in un non proprio prossimo futuro in cui la tecnologia fosse un po' regredita e ci si limitasse a usare e mantenere sistemi messi a punto venti anni prima, la cosa sarebbe già un po' più credibile, magari togliendo il riferimento al millennium bug.
Un altro aspetto che non mi ha convinto è che alla fine i cattivi si rivelano troppo cattivi, una volta sfrondata la loro versione dei fatti, e i buoni troppo buoni. Questo mi ha dato una sensazione un po' stucchevole. Che bisogno ha il tipo di farsi accompagnare dai 'pacificatori' coi fucili, rivelandosi cattivissimo, solo per cercare una ragazzina alla quale non avrebbe mai potuto far sparare? E il padre di Hugo, che spinge la sua cattiveria al punto di far sabotare la centrale elettrica della città? Non bastava tagliare due fili o aprire un separatore? Ma poi, la base sotterranea non aveva un suo sistema per generare elettricità?
E poi, che senso ha costruire una base decine di chilometri sotto terra? E' tecnicamente impossibile e del tutto inutile, venti o trenta metri sotto terra la avrebbero protetta da qualunque pericolo.
Anche la scena in cui lei, col casco che le chiude la visuale, spara e azzoppa una marea di guardie solo basandosi su generiche indicazioni di direzione del sistema non ha niente di credibile.
Poi la contemporaneità dell'attacco finale, in cui quattro o cinque fazioni diverse attaccano nello stesso momento e nello stesso modo creando una battaglia di tutti contro tutti, sembra messa apposta per creare solo confusione.
Insomma, trovo che una revisione in cui qualche punto poco credibile venga smorzato o giustificato in modo più convincente migliorerebbe la solidità della trama.
Sia chiaro che questa non vuole essere una stroncatura, ma un invito a rivedere e migliorare un lavoro di buon interesse. |
