Recensioni per
Broken Fairytales
di queenjane

Questa storia ha ottenuto 66 recensioni.
Positive : 66
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
29/08/19, ore 03:07

Ed eccoci alla fine...
La fine, in tutti i sensi, col Leitmotiv del cavaliere che cavalca il vento col suo baio. Alexei in uniforme da soldato, che si paragona ad Achille, fa davvero tenerezza: mi sembra quasi di vederlo, come se in quel momento si sentisse invincibile, invulnerabile perfino alla malattia.
Mi è tornata in mente la frase di una canzone di un gruppo metal, di cui adesso non ricordo il titolo: "Träume bedeuten Unsterblichkeit" (i sogni significano immortalità) e non so perché, la trovo adattissima a lui.
Complimenti e alla prossima!
(Recensione modificata il 29/08/2019 - 03:08 am)

Recensore Master
29/08/19, ore 02:57

Rieccomi^^
Non mi starò a ripetere sulle sue solite cose, sai già quanto trovo vera e sentita la tua caratterizzazione di Alexei.
Mi ha colpito in particolare questo pezzo: "per quello che avevo non vi era cura, ho passato mesi, anni, a fingere di dormire, i miei genitori e i medici che parlavano sopra la mia testa, come se fossi un idiota. Ero malato, mica scemo, trattarmi sempre come un bambino piccolo o un infermo alla lunga mi riempiva di rabbia. Potevo solo cercare di stare bene."
Mostra un ragazzo maturo nonostante la giovanissima età, disilluso ma forte, che sa di non volere compassione né bugie da parte di chi crede di poter così (falsamente) mitigare le sue sofferenze. Un pezzo molto significativo.
E mi leggo anche il prossimo^^

Recensore Master
29/08/19, ore 02:48

Rieccomi di nuovo.
I sogni come via di fuga dalla prigionia, è un po' il filo rosso che collega tutti gli episodi della raccolta. Adesso si va avanti tra condizioni sempre più precarie, la malattia, le malelingue, mitigate appena da distrazioni effimere e fugaci... ma la natura incurante continua a fare il suo corso, gettando addosso ai tuoi personaggi un velo d'indifferenza.
Molto toccante, complimenti.
Vado al prossimo!

Recensore Master
09/08/19, ore 14:19

Ciao^^
Bellissimo questo pezzo: la cruda realtà, fatta di dolore fisico e spirituale, e il sogno, che invece lenisce il dolore e trasporta Aleksey in una dimensione dove la malattia e la prigionia non esistono più, ma c'è solo lui, fiero e coraggioso sul suo destriero, che si aggira per una landa benedetta dalla primavera...
È molto commovente, ma anche straziante, pensare che questa immagine sia venuta a "soccorrerlo" anche in punto di morte.
E nulla, come sempre complimenti per la tua capacità di evocare emozioni forti con poche parole.

Recensore Master
09/08/19, ore 13:44

Rieccomi^^
Che bello, hai citato la marcia funebre di Sigfrido!
Non ho davvero parole per esprimere quanto amo quella composizione, e non sapevo che fosse stata eseguita anche per il funerale di Wagner.
Ma a parte questo, qui fai un parallelo significativo: le morti di Wagner e Ludwig, i funerali sontuosi, gli onori tributati... e poi quelle dei Romanov, uccisi al pari di bestie senza dignità e seppelliti in una fossa comune.
Due immagini decise e contrasti inconciliabili, che stridono in maniera quasi dolorosa.
Vado avanti!

Recensore Master
09/08/19, ore 13:36

Ciao^^
È sempre molto toccante il modo in cui parli di questa famiglia, delle privazioni e le ingiustizie a cui è stata sottoposta dopo la caduta dell'impero. Eppure, mantengono sempre la stessa regale, ieratica dignità, anche di fronte alla rovina imminente: li vedi soffrire, perché le condizioni miserevoli hanno provato i loro corpi, ma i loro volti non vogliono mostrare il dolore e le loro posture non si privano del portamento di un tempo.
Un'immagine molto forte e significativa, che come sempre riesci a rendere in poche righe...
Proseguo!

Recensore Master
13/04/19, ore 19:58

Ciao^^
Ho rivisto gli scenari che avevo già avuto modo di apprezzare in un'altra storia e mi è salita la nostalgia: si respira quasi un'aria di quotidianità, un sapore di casa... ma c'è sempre una sottile malinconia che fa da filo conduttore alle vicende, ricordi di tempi andati e che forse non ritorneranno mai più: gli aquiloni che volavano, i racconti di Cat, la prima uniforme e le esercitazioni militari... e al momento, perdersi a rievocare il passato sembra l'unica consolazione a un presente tutt'altro che lieto.
Complimenti anche qui^^

Recensore Master
12/04/19, ore 23:29

Ciao^^
Molto bello anche questo "slice" di Aleksej, alla fine pure io mi sono affezionata a lui e a Cat. E come sempre adoro il fatto che tu nei fatti storici inserisca i tuoi personaggi, come Felipe Rostov-Raulov (che a questo punto, penso sia uno dei figli di Catherine il Dragone, giusto?) nella battaglia tra russi e napoleonici. Adoro come tutto sia collegato, da una storia all'altra, come un grandissimo albero genealogico che attraversa molti secoli e mezzo mondo.
È davvero appassionante leggere le tue storie. Bravissima!

Recensore Master
10/04/19, ore 16:39

Ciao^^
Ho adorato questo capitolo, dalle magnifiche descrizioni e le atmosfere quasi "fiabesche" di Versailles.
Colgo un significativo parallelo tra Marie Antoinette e la zarina Alessandra: due regine straniere, incomprese e invise al popolo, proprio alla vigilia di una rivoluzione. Due figure tragiche, a cui forse la Storia non ha mai reso degnamente giustizia (del resto si sa, a scriverla sono i vincitori), e che tu rendi fragili e umane.
Come sempre complimenti per come reinterpreti la Storia e rendi vivo ciò che i libri riducono a vuote nozioni.
Sono ripetitiva, lo so, ma sono complimenti meritatissimi!

Recensore Master
07/04/19, ore 00:49
Cap. 7:

Ciao, rieccomi^^
Che bello ritrovare Cat, la tua Cat, che ormai per me è diventata un membro della famiglia reale a tutti gli effetti xD
E di nuovo il parallelo con Ludwig, laddove ci parli dell'amore tra Alix e Nicola, del tutto inusuale per una coppia di reali: "adora Nicola, lo vorrebbe rinchiudere nel suo piccolo mondo, nelle stanze private, ma non sono una comune coppia borghese, gli piaccia o meno, sono i sovrani di Russia, gli unti del Signore, con precisi doveri, non si possono nascondere dietro i cancelli del palazzo di Alessandro, come Luigi II di Baviera faceva, celandosi nei suoi favolosi castelli e scambiando il giorno per la notte e la notte per il giorno"... ed è qui che si capisce il peso di un ruolo simile, che è ben poco esaltante ma comporta doveri spesso troppo gravosi per una sola persona (o due, in questo caso)...
Bellissima la parte finale, dove dici che per lo zarevic essere trattato come un bambino normale equivale a sentirsi un re.
Quello che mi piace delle tue storie, come sempre, è la tua capacità di condensare in poche parole così tanti concetti, riferimenti, emozioni e una ricostruzione storica veramente impeccabile.
Complimenti!^^
(Recensione modificata il 07/04/2019 - 12:50 am)

Recensore Master
06/04/19, ore 17:15

Rieccomi.
La rovina incombe... la figura della zarina è ammantata di uno spessore sempre più tragico, che ricorda da vicino quella di Maria Antonietta.
Bellissima la citazione iniziale, mi ricorda molto anche la simbologia della ruota della fortuna medievale, che fa sì che sorti opposte e alterne si avvicendino. In questa fase dalla Storia, siamo al punto in cui il re cade in basso e perde la corona, l'era della plebe e dei piccoli borghesi. Come in un ciclo...
Sempre molto belli questi capitoli, complimenti!
(Recensione modificata il 06/04/2019 - 05:16 pm)

Recensore Master
06/04/19, ore 01:55

Mi piace questo parallelo tra Ludwig e Alessandra, due personalità controverse e vittime delle peggiori dicerie. Tu ci restituisci di loro un ritratto umano, di gente che forse sotto sotto non era portata per il ruolo che ricopriva, ma suo malgrado era costretta ad accettarlo.
È davvero triste la sorte della zarina, vista come una nemica solo perché tedesca, insultata, coperta di accuse infamanti e calunnie. Si respira sempre quest'aria di ineluttabilità, di fine imminente, che tu come sempre riesci a ricreare con poche parole e passaggi quasi poetici, come questo: "Ignorando il segreto, le persone scambiavano la sua tensione per alterigia, il viso una maschera, si sentiva una bara, una simulatrice." (mentre io per esprimere concetti molto più semplici scrivo polpettoni orrendi...).
Leggere i tuoi scritti è come un viaggio nel tempo a 360°, coinvolgente e mai pesante.
Complimenti!

Recensore Master
06/04/19, ore 01:23

Rieccomi qua, e permettimi di citarti, stavolta, perché questo capitolo parla da solo...
"Era uno splendido bambino, alto, magro, con lineamenti fini, i capelli castani con riflessi ramati, gli occhi azzurri, zaffiro e indaco, che viravano al grigio quando aveva qualche pensiero."
Sempre ottime le descrizioni, che riescono non solo a trasmettere immagini vivide, ma anche a dare un'idea della personalità, come se le caratteristiche fisiche in un certo senso corrispondessero alle sfumature caratteriali.
"un ragazzino povero era un re in confronto a lui, avendo la salute"
"gli pareva incredibile che suo padre, che regnava su un sesto del mondo emerso, considerato un semidio, non fosse in grado, come sua madre, di sollevarlo dal dolore, di far cessare la sofferenza che lo attanagliava"
Bellissimi anche questi due pezzi, che secondo me riassumono alla perfezione tutto quanto: i titoli nobiliari, il potere, la ricchezza, sono inutili orpelli quando non puoi avere la salute o godere della stessa libertà di cui godono tutti i tuoi simili. Perfino un uomo come lo zar di tutte le Russie, purtroppo, non può nulla di fronte alla sofferenza del figlio... due passaggi molto profondi, che sei riuscita a rendere alla perfezione con poche ma efficaci parole.
Vado avanti!

Recensore Master
06/04/19, ore 01:15
Cap. 3:

Un passaggio molto bello e poetico, anche questo giocato sui contrasti.
Si apre con un presagio infausto, la nascita del bambino che porta un nome foriero di speranza e al tempo stesso di rovina.
La cerimonia del battesimo è molto suggestiva, e fa davvero tenerezza vedere un personaggio storico in veste d'infante, che piange e si dimena come tutti gli altri neonati, quasi ignaro di tutti gli onori che gli vengono tributati.
E infine, la terribile scoperta dell'emofilia, che porta a una spontanea associazione tra Ludwig e Aleksej, due personalità molto diverse ma ugualmente sventurate e, forse, incomprese.
Curioso è il fatto che, mentre leggevo la parte finale ascoltando una trasposizione strumentale del Parsifal di Wagner, è partito un rintocco di campane...
Come sempre, mi piace quello che scrivi perché mi fai imparare un sacco di cose, aneddoti dimenticati e piccoli retroscena che la storiografia ufficiale tace, preferendo concentrarsi sui grandi eventi.
Proseguo ancora xD

Recensore Master
06/04/19, ore 01:02

Sto leggendo questa storia con Wagner in sottofondo, e posso dire che si sta rivelando un sottofondo azzeccato. Se nel capitolo precedente regnavano la speranza e le atmosfere epiche e fiabesche, qui è la desolazione a fare da padrone, mentre la famiglia imperiale russa si trova, dopo la sconfitta, a un passo dal tracollo.
E come si può negare che la fine della Grande Guerra non sia stata un vero e proprio spartiacque tra due epoche completamente diverse e in parte contrapposte?
La fine di un'epoca, come ho scritto anche in altri commenti, una sorta di crepuscolo degli dei (o meglio, per citare un'altra composizione di Wagner, il Götterdämmerung).
Sto un po' divagando, forse, ma i tuoi scritti sono sempre così carichi di spunti che non riesco quasi mai a frenarmi xD
Proseguo^^

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