Recensioni per
Bianchi fiori dai candidi steli
di blackjessamine

Questa storia ha ottenuto 11 recensioni.
Positive : 11
Neutre o critiche: 0


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Recensore Junior
23/06/20, ore 11:36

Ho trovato questa storia per caso e altrettanto per caso ho iniziato a leggerla (complice, forse, anche la brevità del brano)... e ne sono rimasta folgorata.
Amo le storie introspettive e Narcissa è uno dei personaggi che ritengo più interessanti da indagare, dal momento che si presta ad essere dipinta con mille sfumature - la giovane ingenua, la figlia devota, la madre sommessamente affettuosa, la moglie forte e fedele, la guerriera disperata - e di cui leggo più volentieri; dunque un brano interamente dedicato a lei è stato una splendida sorpresa.
Ho davvero adorato il tuo stile, fatto di metafore, figure, piuttosto che leggere sembra quasi di "guardare" la storia, di vedere la protagonista come se fosse fatta di sentimenti e rimorsi e non di carne.
Il senso del tempo che passa, portandosi via pian piano anche lei, è davvero doloroso, così come il sentimento di dimenticanza e rifiuto che si rivolge a lei, la pena di chi ha vinto senza che nessuno vedesse che stava combattendo.
Il dolore della madre spezzata, rifiutata dal figlio perchè (agli occhi di lui) incapace di proteggerlo, lontana dal marito, unico scoglio, probabilmente per sempre, è veramente terribile, ancora di più perchè veicolato dalle parole composte e quasi inerti della protagonista.
Ci sono alcune espressioni stupende:"Ricordo i giorni in cui indossavo pietre preziose con l'arroganza di una regina: lignaggio, potere, amore; tutto cristallizzato nel freddo metallo che abbracciava quelle gocce di luce.
Mi ornavo di gelo, l'armatura degli indifesi, sperando che il bagliore dell'oro fosse sufficiente a nascondere le mie trasparenze.
Adesso mi guardo allo specchio, contorni pallidi per lineamenti sbiaditi, e sorrido alla tela bianca che sono diventata."
Complimenti, è davvero una storia bellissima.

Nuovo recensore
30/01/20, ore 20:19

Ciao! 
Allora, da dove cominciare... 
Premetto che anche se di solito non leggo moltissimo fic sulla famiglia Malfoy, questa storia mi è piaciuta molto, perchè è riuscita a rendere bene l'interiorità di un personaggio piuttosto complesso: complesso perché nei libri il carattere di Narcissa è sì presente, ma fondamentalmente appena abbozzato per non togliere troppo spazio ai personaggi principali.
Per qualche motivo credo che il bianco sia il colore che tutti associamo a Narcissa e alla famiglia Malfoy in generale, e ho trovato molto interessante il paragone che hai fatto con Bellatrix che invece è "sangue e fango". In effetti si tratta di personaggi così diversi che a volte fatico a ricordare che sono sorelle. Molto bello anche lo stile ermetico, devo ammettere che ho una vera passione per le fanfiction angst che "dicono e non dicono". La ripetizione ossessiva di alcuni elementi e di alcune frasi lascia intendere la mentalità schematica, rigorosa e a tratti ossessiva di Narcissa. La metafora dei gioielli e della torre d'avorio mi ha comunicato un estremo senso di pesantezza, che credo che sia proprio l'idea dominante di tutta la storia: Narcissa è continuamente schiacciata dal giogo delle responsabilità di una vita che (forse) non ha neanche scelto, e si trova continuamente fra due fuochi: la fedeltà alla purezza del sangue o il fare la cosa giusta per la sua famiglia. Comunque la mia parte preferita resta la frase finale: "Il mio perdono, il fiore più raro, è vederlo felice, lontano da me." Una conclusione tristissima, in cui Narcissa si rende conto di aver fatto del male a Draco, seppur involontariamente, e della necessità di separarsi se desidera che suo figlio cresca migliore di lei e di Lucius. In linea di massima la cosa che più ho apprezzato della fanfiction è che sembra srotolarsi come una pellicola davanti agli occhi del lettore, restituendo alcuni flash della vita di Narcissa, che però anziché essere istantanee, sono cuciti insieme in modo molto organico. Non è un lavoretto da niente! ;) 
Davvero caratterizzazione del personaggio! A presto :)
 

Recensore Master
04/11/19, ore 15:48

Recensione premio per il contest "Le sei mogli di Enrico VIII" 1/1

Carissima blackjessamine, io ti odio. Lo so, non è un bel modo per iniziare una recensione (premio, tra l'altro), ma non credevo che leggendo questa storia avrei finito per sentirmi invasa da una sensazione immensa e potente di malinconia. Narcissa è un personaggio che mi piace veramente molto e tu, con brevi pennellate, l'hai rappresentata perfettamente in tutta la sua vita dall'inizio della sua storia con Lucius fino al dopoguerra, quando assiste da lontano all'evolversi del rapporto di suo figlio con Astoria. Alcune frasi sono state letteralmente un pugno allo stomaco: evocative, brillanti e incisive. Il tuo stile mi colpisce sempre, lo adoro davvero, e anche questa volta mi ha comunicato moltissimo. In particolare, ho apprezzato come le frasi che hai usato in tutto il testo per descrivere Narcissa abbiano creato una sottile contrapposizione con la descrizione breve ma intensa di Astoria: "Mio figlio ha una sposa che è un fragile cigno, ha dita di carta e un collo di vetro". Questa frase è veramente spettacolare. Sono colpita da come tu sia riuscita a parlare di tutti i legami più importanti nella vita di Narcissa (Lucius, Bellatrix, Draco) in poche parole e a descrivere perfino di sottofondo il rapporto tra Draco e Astoria.
Ti faccio davvero tanti complimenti, come sempre. Vola tra le preferite.
A presto!
 

Recensore Junior
09/09/19, ore 19:36

Recensione premio per il contest: "Scegli il tuo mandala e ti dirò chi sei..."

Ammetto che mi ha sempre affascinato il personaggio di Narcissa Malfoy, poi devo dire che è esattamente come l'hai descritta tu.
Appare esattamente come l'hai fatta apparire tu.
Dura, fredda, gelida, ha la consistenza di una pietra perfettamente levigata.
Eppure l'hai descritta con uno stile delicato, con un lessico che sembra un fluttuare di parole, come nuvole.
Hai descritto la sua rottura, la sua crepa interiore, facendola crollare da regina quale era.
Il rapporto che ha con il figlio è quello perfetto di una madre che, in circostanze come le sue, farebbe di tutto per proteggerlo.
Ho sempre pensato che Draco fosse il cocco di mamma, e lo si vede poi durante la guerra.
Lui è uno dei personaggi più veri di tutta la saga, e Narcissa altrettanto. Al contrario della signora Weasley, che a volte è stereotipata in una donna che si arrabatta in qualche faccenda, Narcissa rappresenta il perfetto contrasto interiore di ogni essere umano.
Si certo, lei è la regina, lei è costretta ad un ruolo in cui non può esternare neppure l'emozione che prova al suo primo bacio, ma ha quei conflitti interni che la portano poi ad essere uno dei personaggi forse più complessi.
Complimenti anche per questa breve storia.

Recensore Junior
28/06/19, ore 22:52

RECENSIONE PREMIO PER IL TERZO CLASSIFICATO DEL CONCORSO "IL VOSTRO MEGLIO"

- Titolo: Letto da solo pare un'astrazione pretenziosa, ma ripensandoci dopo aver letto la storia e averlo letto inserito nella narrazione, diventa significativo e molto raffinato.
- Stile, grammatica e scelte lessicali: il lessico è molto buono, anche se in certi casi utilizzi termini di registri lessicali diversi che accostati mi lasciano in pochino perplessa. Lo stile è elegante e lineare, senza inutili fronzoli.
- Caratterizzazione dei personaggi: dalle tue parole si capisce chiaramente la sofferenza di Narcissa, le speranze che vengono infrante, la paura, il dolore, i rimorsi e, alla fine, anche una piccola luce in fondo al tunnel. Il testo è breve, quindi non vai a scavare fino in profondità nei dettagli, ma questo approccio più “generale” funziona bene nel contesto che hai creato.
- Originalità, struttura e svolgimento della trama: la storia non ha una vera e propria trama, ma è piuttosto una riflessione in forma semipoetica. Quasi un flusso di coscienza. Ho trovato il tuo approccio “delicato”, ma denso di significato: l'ideale per descrivere Narcissa.
- Gradimento personale: la storia scorre bene e si legge tutta d'un fiato. Ho sofferto con la protagonista, ma ho anche amato e sperato con lei. Non è una storia che colpisce con i fuochi d'artificio, ma è l'atmosfera a renderla vincente.

Recensore Master
02/04/19, ore 19:09

Seconda classificata al contest "Catene". 




Grammatica: 10/10 
Perfetta! 


Stile: 9/10 
Lo stile mi è piaciuto. È denso, ricco d'immagini, lo si potrebbe definire una metafora continua. Il suo pregio più grande è l'essenza di eccesso. Difficilmente si sfocia in scelte ridondanti, e non c'è niente di nebuloso o artificioso — il che è tutto dire, visto che la storia è un monologo introspettivo che descrive ben poco di concreto. Il rischio che si corre in genere è proprio quello di presentare tanta forma e poca sostanza, alcune storie risultano aride e incapaci di comunicare perché spesso sono riempite di metafore che non si legano minimamente a quello che stanno descrivendo. Non è il tuo caso, questo stile riflette Narcissa alla perfezione, è uno specchio preciso della sua personalità. Hai effettuato scelte lessicali mirate, si vede che ti sei soffermata su ogni aggettivo e sostantivo con cura. Che siano metafore legate all'inverno o ai fiori o ad altro quelle che crei non sembrano mai messe lì "tanto per far vedere che ho un repertorio lessicale ampio" — anzi, si legano al personaggio e lo rappresentano. Quel "sorrido alla tela bianca che sono diventata" è un'immagine ricchissima, incisiva e comunicativa: Narcissa è una mente impenetrabile, trincerata nei propri silenzi, una donna impossibile da leggere, ma in questa rappresentazione ho visto molto altro — ad esempio un riferimento più immediato all'invecchiare, all'essere fragile proprio come una tela, e mi fermo qui per non divagare. 
L'uso del corsivo e dei trattini in "Me le ricordo, le labbra esangui di Draco, quando la sua carne – la mia carne – veniva lordata da un peso che nessun bambino dovrebbe portare addosso." è molto riuscito, isolare e sottolineare "la mia carne" rafforza il coinvolgimento emotivo, ricorda bruscamente e rapidamente che per una madre vedere un figlio soffrire significa soffrire in prima persona, se non peggio. Hai saputo quindi dare forza comunicativa e ambivalenza anche ai segni di punteggiatura. 
Ci sono alcuni aspetti che invece ho apprezzato meno. Per prima cosa parlo delle pause. Metterne tante in frasi brevi rende il testo frammentato, in questo caso ho avuto l'impressione di leggere i pensieri di una persona che ha tanto da dire ma finisce sempre col dire poco perché non riesce e/o non vuole farlo, perché di natura tende a controllarsi, ad essere molto selettiva e razionale. Da un lato questa scelta è in armonia con la caratterizzazione (e col pacchetto!), riflette quella sorta di rigidità mentale e inverno interiore in cui versa Narcissa mentre si racconta, ma mano a mano che si va avanti nella lettura s'inizia a sentire la necessità di snellire le pause. Questa è l'impressione che ho avuto io, cioè che il testo si appesantisse un po' troppo dal punto di vista della punteggiatura. In ogni caso si tratta dell'aspetto meno rilevante. A non piacermi sono le frasi in cui si omette il verbo, come "Adesso mi guardo allo specchio, contorni pallidi per lineamenti sbiaditi, e sorrido [...]" oppure "Fiore cresciuto accanto ad una guerriera, il fango ce l'ho nel sangue." Chiarisco una cosa, non è che odi a prescindere quest'impostazione, semplicemente non sono una fan accanita di un suo uso ripetuto e vedere più di una frase di questo tipo a distanza ravvicinata accresce il mio senso di fastidio. Non mi piace questa scelta stilistica abbianta alla prima persona, perché sembra spogliare il testo della sua spontaneità e crea quell'effetto d'impostato che non sopporto. Parlando della tua storia, poi, dove d'impostato c'è ben poco, questo aspetto soggettivo mi è saltato maggiormente all'occhio. 
L'ultima parte della storia è invece quella che preferisco. Narcissa diventa quasi telegrafica, "C'è un fiume, ne scorgo il nastro argentato da ogni finestra, e c'è un ponte, sul fiume. / Ci ho gettato i gioielli che ormai non indosserò più." e quel senso di frammentarietà di cui parlavo s'accentua. Proprio nella frammentarietà risiedono sia l'armonia che il definitivo arrivo dell'inverno. Il cerchio si chiude, Narcissa ha il suo parziale lieto fine, e insieme a lei lo stile vive la sua primavera. Frasi brevi e semplici, "Ho chiesto perdono" e "Lo vedo, sorride" isolati dal doppio capoverso, poche righe per dire tante cose diverse — la rinascita di una madre, un matrimonio felice, un figlio in arrivo, una felicità conquistata: tutto sa di vero, di spontaneo, di vivo, tutto colpisce di più il lettore e diventa ancora più bello. Anche se rimane l'amaro in bocca, anche se l'inverno non se n'è andato del tutto e Narcissa ha scelto di vivere lontano dal figlio. Complimenti! 


Titolo e Introduzione: 7.5/10 
Al titolo ho assegnato 3.5. Sicuramente richiama con forza — anzi, è la protagonista della storia, però non mi ha catturata. Avrei preferito "Bianco fiore dai candidi steli", il singolare per rifersi appunto a una singola persona, anche se il plurale sta ad indicare le molteplici bugie e fragilità di Narcissa (e il suo perdono). A primo impatto ho trovato il titolo "debole" a livello visivo, incapace cioè di aprire uno scenario memorabile nella mente del lettore: nel mio caso questo scenario non è stato né ricco, né ben definito, ma giusto un pochino invitante. Avrei preferito un titolo più corto e incisivo. 
All'introduzione ho assegnato 4, penso che possa attirare l'attenzione. Mi piace la linearità che ha con lo stile, nel suo essere costituita da frasi brevi e dense di significato offre infatti un assaggio della storia stessa, anticipandone il mood generale. Se da un lato l'incisività stilistica permette al lettore di avere immediatamente un'immagine precisa di Narcissa, dall'altro c'è un aspetto ambiguo che non mi ha convinta del tutto. La Narcissa che ci presenti per la quasi totalità dell'introduzione ricorda un foglio accartocciato su se stesso, un fiore fragile e stanco, mentre la frase finale "E l'inverno lascia il posto alla primavera" esprime il contrario. La "e" sottende un rapporto di continuità, ma il senso metaforico di quello che vuoi dire è tutt'altro: l'iniziale condizione d'inverno interiore si è spezzata, per Narcissa c'è un nuovo inizio, un'occasione di rinascita. Quest'ambiguità, più stilistica che contenutistica, può costituire l'elemento determinante che invita chi legge a togliersi il dubbio e a cliccare sul link della tua storia, ma in me ha creato confusione, non sapevo se interpretarla come un'anticipazione positiva o negativa. 



IC e caratterizzazione: 15/15 
La tua Narcissa mi ha sicuramente ricordato quella dei libri: schiva, riservata, disposta a qualunque cosa per proteggere suo figlio. Già dall'inizio della storia si avverte la sensazione di avere a che fare con una persona a cui è stata preclusa la libertà di scegliere come vivere. Narcissa nasce in una famiglia Purosangue, la famiglia le impone di conformarsi all'élite di cui fa parte sia nei modi che nell'aspetto, e la spinge a seguire perennemente un sentiero già tracciato. "Mi ornavo di gelo, l'armatura degli indifesi, sperando che il bagliore dell'oro fosse sufficiente a nascondere le mie trasparenze." è una descrizione particolarmente significativa che in poche parole ci dice tanto della personalità di Narcissa: era tutta apparenza. Narcissa ostentava potere, gioielli e freddezza per sentirsi forte e indipendente. "Adesso mi guardo allo specchio, contorni pallidi per lineamenti sbiaditi, e sorrido alla tela bianca che sono diventata." ci dice che le cose sono cambiate, ci mostra la Narcissa provata dal post-guerra, la Narcissa invecchiata e rinata che finalmente decide di non nascondere più le sue debolezze interiori. Quando decide di gettare via i suoi gioielli capiamo che si sta lasciando alle spalle la donna che è stata, un passato di sacrifici e bugie. L'unico ponte di collegamento che rimane fra le due Narcissa della tua storia è l'amore che nutre per il figlio. Astoria, nella sua marginalità, riveste un ruolo significativo nel suo essere "la tiepida luce dell'alba di primavera" che "non indossa gioelli" perché "non deve nascondere le sue debolezze dietro gelide pietre": è la sposa perfetta per chi ha sofferto vivendo in un mondo di sangue, finzione e imposizione. Narcissa ci dimostra che approva la scelta di Draco perché Astoria è tutto ciò che lei non ha potuto essere alla sua età, ovvero l'opposto di ciò che provoca infelicità. Astoria può essere e vivere come vuole, non è in catene, "il suo riso è un canto d'uccello" e nel suo ventre sono racchiuse "speranze dorate", non "un manto di calce" o gelo. Questa contrapposizione non solo mi è piaciuta, ma l'ho trovata anche calzante per esprimere il lieto fine della tua storia. 
Tornando a Narcissa devo dire che anche se ci sono rimasta male per lei ho apprezzato il finale amaro. Narcissa ha ottenuto perdono dal figlio? Non è certo, ma solo intuibile — Draco sorride solo per la propria felicità o sorride anche alla madre che ha perdonato? La certezza che abbiamo è la scelta della protagonista, la consapevolezza del fatto che non sia riuscita a perdonarsi del tutto. Decidere di stare lontano dal proprio figlio per amore è un gesto altruista ed egoista, coraggioso e codardo, meraviglioso e terribile, indice di forza e fragilità: in tutte queste sue caratteristiche riflette la complessità di fondo del personaggio, le sue mille facce, i suoi sottintesi. La tua Narcissa è sicuramente degna di nota, un personaggio a tutto tondo. 



Utilizzo elementi: 15/15 
Gli elementi erano: 
1. Neve 
2. Abuso 
3. "I want to be forgotten / I want you to forgive / How i'm losing all this / It's just the way i live / Running my way towards oblivion / Inside my head smokescreen's gone / Leaving all this to be undone." 
Inizialmente non avevo pensato di darti il punteggio massimo per l'uso che hai fatto del secondo elemento, ma mi sono resa conto che sarei stata ingiusta. Ti avrei penalizzata per averlo usato in modo diverso da quello che mi aspettavo (te ne parlerò in "gradimento personale"), non per una mala interpretazione. 
Ti faccio tanti complimenti perché questo pacchetto non era semplice da usare. Non solo hai evitato di scadere nel banale e di usare i tre elementi con superficialità, ma hai saputo rendere giustizia a tutti e tre. La presenza dell'inverno, che da bando doveva esserci a prescindere, si fonde con l'elemento del pacchetto senza tuttavia annullarlo. Hai scelto di rendere la protagonista stessa un fiocco di neve: Narcissa è algida, bella e pulita come la neve, tutto ciò che fa e la circonda rimanda al bianco, al gelo, alle trasparenze tipiche dell'inverno. Significativa è la frase "esco poco, e lo faccio soltanto nelle albe gelate" perché ci dice che la protagonista replica l'inverno e la neve in tutto, anche nei gesti. Della neve Narcissa non possiede soltanto la bellezza e il candore, ma anche la fragilità, per questo si sporca. Narcissa sposa un Mangiamorte ed è costretta a sottostare al volere di Voldemort, a sacrificare se stessa per proteggere la propria famiglia, a vedere e sentire atrocità. Narcissa subisce un abuso continuo: dai genitori che le impongono di vivere da perfetta Purosangue, dal marito che la trascina in una causa più grande di lei, dalla sorella che non fa nulla per aiutarla a proteggere il figlio ma, anzi, smania di buttarlo in pasto al lupo — da Voldemort, che minaccia lei, suo marito, suo figlio, e che la fa vivere nel terrore costante di toglierle ciò che ha di più caro per un errore non suo. Ma se da un lato Narcissa subisce continui abusi, dall'altro è lei stessa ad abusare di qualcosa: gioelli, potere, cognome per proteggere se stessa, bugie continue per proteggere la sua famiglia. Mi è piaciuta l'ambivalenza che hai dato al secondo elemento del pacchetto. Con la citazione, che era complessa da gestire, sei stata veramente fantastica. Il testo rimanda a un senso generale di abbandono, stanchezza e inevitabile rassegnazione, e tu hai incluso tutto questo nella tua protagonista. Narcissa vuole essere sia dimenticata che perdonata, la sua scelta di vivere in una "torre d'avorio e cristallo", isolata da tutti e lontana dal mondo, implica che perderà tanto — come l'occasione di essere nonna. Narcissa non riesce a evitarlo, ha scelto di vivere in questo modo perché è vittima dei rimorsi e non ha saputo perdonarsi. L'immagine finale che ne ricaviamo è quella di una donna che ha smesso di erigere barriere difensive nella propria mente — elemento positivo — ma che allo stesso tempo si annulla poco alla volta, che invecchia lasciandosi scorrere la vita davanti in una condizione di auto-privazione — elemento negativo. 
Hai reso giustizia a questo pacchetto, incastrando gli elementi fra loro in modo naturale. Se avessi letto la storia senza sapere che partecipava a un contest non mi sarei accorta di nulla perché non c'è niente che sembra inserito a forza per volere di qualcun'altro. Complimenti! 



Gadimento personale: 7/10 
La tua storia mi è piaciuta per tutti i motivi che ti ho elencato. Ti ho assegnato 7/10 perché per mio gusto personale avrei preferito qualcosa di più avvincente che non si riducesse a un monologo interiore. La storia inizia con Narcissa che si racconta e finisce con Narcissa che si racconta, non ci sono particolari colpi di scena. Nel finale c'è un effetto sorpresa, certo, perché scopriamo soltanto nelle ultime due righe che Narcissa ha deciso di stare lontana dal figlio e di vivere in isolamento, ma non è questo il tipo di effetto sorpresa che mi conquista. In genere prediligo storie più dinamiche, dove entrano in scena almeno due personaggi e dove le cose succedono, anziché venire raccontate. Sono consapevole di averti messa di fronte a una tematica delicata e difficile da trattare con l'elemento "abuso", apprezzo l'assenza di superficialità con cui l'hai gestita, ma avrei preferito qualcosa di più crudo, riferimenti meno velati. Con questo non dico che avresti dovuto necessariamente parlare di abuso fisico, bensì che avrei preferito una resa più angst, estremista, e meno malinconica del concetto di "abuso". Mi è poi rimasto un piccolo pallino: che fine ha fatto Lucius? Ad ogni modo la tua storia è pregevole, l'introspezione e la caratterizzazione della protagonista sono molto accurate, coinvolgenti e memorabili. 



Totale: 63.5/70 



Alla prossima :D

Recensore Master
23/03/19, ore 18:30

Recensione premio per il contest: [Inedite e Edite] Concorso a tema (l'amicizia) organizzato da dreamkath, rilasciata da Setsy
Primo posto: rec 2/3

Sono veramente felice di aver scelto, a istinto, questa storia nel tuo carnet. Narcissa è in effetti un personaggio controverso, più di Severus che è stato diviso tra due fuochi, si può dire. Lei è rimasta indistinta, non interessata a fare qualcosa di particolarmente malvagio, ma neppure con la spina dorsale o la coscienza di appartenere al ramo ribelle della famiglia. Credo che tutto, come hai detto qui in modo magistrale, si sia giocato sul suo grande amore per Draco, che ha sorpassato quello per Lucius, rendendola in realtà più debole, almeno fino alla fase finale. La sua descrizione come qualcosa di candido e immacolato è incredibile, poteva rivelarsi un terreno scivoloso perché è semplice accostare cose come la neve, il freddo, la purezza, invece ogni definizione non ha fatto che apportare dettagli fino a formare un quadro completo. Lei era una ragazzina delicata e forse immersa in un mondo di fiabe finché non ha incontrato quello che sarebbe stato il suo sposo; ho apprezzato molto che tu abbia detto che le frasi romantiche di Lucius sono da romanzo, vuote, anche se si adattano davvero alla fanciulla che ha di fronte. La neve può bruciare quando meno te lo aspetti… Le belle mani candide di Narcissa sono rimaste ferme, bloccate, e la loro trasparenza e fragilità di carta è aumentata giorno per giorno, come è successo al suo cuore. Quella che ho letto è una rinuncia alla vita per non prendere posizione, come se agire fosse uno sforzo che potesse sciogliere questa principessa di neve. Non ha difeso bene suo figlio dalle pretese del Signore Oscuro, lasciando che lo sporco che lei aveva rifuggito si versasse su di lui, che certo ai suoi occhi è ancora un bambino. La descrizione delle braccia che sono fiori dai candidi steli è veramente poetica, ma quello che mi colpisce di più è il paragone con la calce che copre i delitti. In effetti, il bianco è il colore della morte, non il nero; questo è dovuto a una sovrapposizione della figura medievale dell’oscura mietitrice con suo mantello color della notte, ma lo scheletro è bianco, e così il vuoto, la carta bianca da riempire di qualcosa, le parole cancellate. Inoltre la calce mi ha ricordato certi omicidi di associazioni criminali, una cosa che fa sparire le persone. Tutto è toccante, ogni parola, hai usato un linguaggio raffinato ma non arcaico, restando in linea col fandom – per quanto i personaggi non parlino certo così bene! – non allontanandoti in modo estremo dal canone, scelta per me sempre migliore anche quando significa da parte dell’autore mettere un freno alle sua capacità. Tanto più qui, visto che non hai dovuto farlo. La parte finale è molto tenera; non so quanto sia IC che Draco sia commosso dall’arrivo del piccolo Scorpius, ma non si può neppure dire il contrario, in fondo è molto cambiato, e poi serviva per introdurre la chiusura: Narcissa è felice della felicità del figlio, anche se non è dipesa da lei, ma dal dono di un’altra.
Penso di non aver mai letto un tale inno a questo personaggio, uno scavo così profondo e pieno di comprensione per questa donna che resta sempre un po’ in secondo piano, ho sentito molto amore da parte tua, e credo che il segreto sia questo.
Baci innevati,
Setsy
 

Recensore Veterano
19/03/19, ore 21:34

Recensione premio per la partecipazione al contest "Tell me about... your OTP"

Mi sono resa conto dopo che avevi chiesto che fosse recensita questa storia ed io come una stupida sono partita a recensire a testa bassa la prima storia che mi ispirava sul tuo profilo ma meglio per te, ti ritrovi con una recensione in più che male non fa mai!
Passando alla storia, mi piace davvero molto e devo dire che il modo in cui scrivi di Narcissa mi fa impazzire, è molto simile all'idea che ho di lei nella mia testa, bravissima! La Narcissa che descrivi è umana, piena di rimorso e che mi ha messo molto tristezza all'inizio ma ho apprezzato davvero molto la conclusione, la presenza di Astoria e i paragoni che, almeno dal mio punto di vista, hanno alleggerito il clima del racconto.

Recensore Master
13/02/19, ore 19:57

Wow, Greta! Mi hai saputo emozionare con questo scritto breve, sei stata bravissima, avevo letto anche io questo pacchetto e credo che tu ne abbia tirato fuori un capolavoro. Sei riuscita a fare tuo il pacchetto, rendendo giustizia al personaggio di Narcissa, uno dei più forti e al tempo stesso fragili dell’intera saga.
Mi é piaciuto moltissimo il continuo riferimento al bianco che trovo davvero adeguato a Narcissa, così come la sua arrendevolezza nei confronti di Lucius, trasformatasi poi in forza. Questa donna ha fatto del suo meglio per il benessere del figlio e, alla fine della guerra, si ritrova sola, pur se consapevole che almeno Draco ha trovato il suo happy ending e credo che questa sia la sua vittoria più dolce, perché c’è la speranza di un futuro migliore per la famiglia di Draco e Astoria.
Trovo che le tue descrizioni siano state tutte delicatissime e sei riuscita ad incorporare benissimo il titolo nel testo, così come la sensazione di malinconia che pervade tutto il testo...
È una storia che finisce dritta nelle preferite!
Un abbraccio e buona serata,
Francy

Recensore Veterano
12/02/19, ore 23:54

Buonasera Greta, o dovrei: buonanotte.
Non avendo nulla da fare sto girovagando un po' in cerca di qualche storia non letta, e quando ho notato nella sezione autori preferiti che avevi aggiornato ho deciso di dare un occhiata, non sapendo che c'era anche questa bellissima poesia su Narcissa Black e forte di curiosità l'ho letta.

Guarda, sono rimasto senza parole, giuro; più leggo le tue meravigliose idee e più mi piacciono.
Sono sempre rimasto affascinato dalla più piccola delle tre sorelle Black, e qui hai riportato delle sensazioni, momenti passati e presente in maniera a dir poco eccelsa, d'altronde il nome dell'OS dice tutto; senza la necessità di dialogo in prima persona bastano solo i pensieri della Dama Gelida a render l'idea del suo personaggio, raccontando in poche parole i vari momenti che l'hanno segnata dal passato sino al presente quando si riferisce ad Astoria.
I complimenti suonano sprecati su questa piccola poesia, ma li meriti tutti, brava davvero; inoltre ho notato che sta partecipando a un contest, incrocio le dita per te 🤞🏻e un grande in bocca al lupo.

Alla prossima,
Giuseppe.

Recensore Veterano
05/02/19, ore 22:30

Ehilà~! ヾ(^∇^)
Ho appena trovato il link per la tua storia sul forum (io sono TryggrHeill, piacere!) e non potevo non venire a ficcanasare un po’… Non ti nascondo che, data la difficoltà intrinseca che c’era nel costruire una trama che riprendesse consequenzialmente tutti gli elementi del pacchetto, sono davvero curiosa di leggermi il resto delle storie del contest— anche perché io stessa per raccapezzarmi ho finito per farmi schemini dappertutto hah hah hah! È stata una bella maratona e sono sicura che, per chi abbia deciso di proseguire fino al traguardo, l’aver trovato un escamotage creativo per far funzionare il tutto sia stata una gran soddisfazione.
La qualità del tuo lavoro, ad esempio, ha sicuramente beneficiato dei tuoi sforzi, quindi ti faccio i miei complimenti. Sei riuscita a creare una meravigliosa atmosfera sospesa, di gelo e rimpianto (che, in parte, mi ha ricordato quella fiaba della Regina delle Nevi, anche lei una donna ferita che ha scelto di gelare il suo cuore per non soffrire) e ad impreziosirla con la grande attenzione che hai dato sia alla scelta delle parole che alle descrizioni degli stati d’animo di Narcissa… Molto liriche, delicate e che rivelano la sua ben celata sensibilità e senso di colpa. Alla fine della storia, dopotutto, la donna ha apertamente dimostrato che, come per Draco, la sua lealtà non è mai stata verso Voldemort o la sua ideologia, ma verso la sua famiglia. Narcissa abbandona i gioielli e, con essi, la sua maschera gelida. Un gran peccato che il suo personaggio sia stato esplorato così poco nella saga originale ma, d’altronde, è a questo che servono le fanfiction, quindi non mi lamento!
Riflettendoci, sono certa anch’io che Narcissa abbia visto nell’amore che Draco ha provato (e sono certa che continui a provare ancora) per Astoria un modo per espiare e per fargli ritrovare parte della felicità perduta. Come l’arrivo della primavera porta simbolicamente un nuovo inizio, Astoria porta in sé una nuova vita e la possibilità di ricominciare. Per lo meno per Draco.
Bel lavoro! Ti rinnovo ancora i miei complimenti e buona fortuna per il contest! ( •̀ᄇ• ́)ﻭ✧