Recensioni per
Tra cielo e terra – Mezza conversazione
di SherryVernet

Questa storia ha ottenuto 4 recensioni.
Positive : 4
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
09/08/20, ore 16:22

Prima di tutto, mi sembra doveroso scusarmi di nuovo per il ritardo… sappi, è ormai il mio marchio di fabbrica, la puntualità non so manco dove stia di casa.
Dopo di che, metto già le mani avanti per dirti che temo sarà una recensione un po’ caotica, quindi abbi pazienza e bear with me, nella speranza che non risulti troppo incomprensibile.

La prima cosa che mi ha colpito è stata la canzone. Di solito io e le canzoni italiane non ci frequentiamo, ma questa penso fosse anche la sigla di un cartone (Street fighter, possibile?) e quindi la conoscevo e oh, ho apprezzato. Tra l’altro ne approfitto anche per dire che raramente leggo songfic, perché più di tanto non mi piacciono, ma la tua è strutturata in modo più simile ad una fic normale e quindi mi ci sono buttata subito a pesce.

Il titolo si rifà alla canzone, certo, però ammetto che quel “mezza conversazione” stuzzica non poco la curiosità. Inoltre trova immediatamente il suo senso nel modo in cui hai impostato la fic, perché con un racconto in prima persona che parla ad un altro interlocutore, l’idea è esattamente quella di una conversazione… ed effettivamente si tratta di una conversazione a metà, perché abbiamo la possibilità di ascoltare soltanto la voce di Duo.
Particolare e originale, davvero, non me l’aspettavo. Ma in effetti col fatto che non ho mai avuto la possibilità di leggerti, non sapevo davvero cosa aspettarmi e posso dire che sei stata un’ottima sorpresa.

Purtroppo come ti dicevo conosco i personaggi, ma ho visto le puntate talmente tanti anni fa quando le hanno trasmesse la prima volta in tv che non ricordo assolutamente nulla se non i loro nomi e pochissimo altro. Inoltre non ho mai guardato gli amw. Però nonostante questo sono stata felice di rispolverare quei pochissimi ricordi che avevo e di aver trovato tra queste righe un Duo che è sicuramente più maturo, più invecchiato e perfino un più cinico di come si presentava nell’anime. C’è un momento, in cui quel “pilota zero-due” si ripete come una cantilena, in cui addirittura sembra rinnegare quel sé stesso passato, quell’immagine che tutti avevano di lui, per appiccicarci sopra invece una realtà ben diversa e meno sorridente.

L’animo scanzonato e allegro del Duo passato, si è indurito, ma nonostante tutto riesco a vedercelo ancora benissimo il ragazzino esagitato e un po’ rompipalle (#sorrynotsorry) ma che sapeva certamente il fatto suo, dietro ad ogni spigolo e alla crudezze del discorso che rivolge alla ragazza. Mi piacciono poi tutti questi riporti all’alcol, come ci costruisce sopra tutte le metafore di una vita difficile, passata a far la guerra e poi a illudersi di aver raggiunto la pace. È duro, è crudo, è disilluso.

E poi poco per volta, se già fin dall’inizio questa fic è un pugno in faccia, arriva anche la coltellata al cuore. Inizi con l’infilare hint sulla morte di Relena, su quella di Heero – così devoto e ligio al dovere – e poi mi hai semplicemente uccisa e lasciata a morire nel passaggio: [ Ho celebrato un triplo funerale: per lei che era altrove, in un gran mausoleo, come si conviene; e per noi, tutt’e due, che eravamo nessuno, ma ci appropriammo d’un nome e lo facemmo nostro – forse ci ritagliammo un angolino, un posto segreto, in cui fingere insieme d’essere qualcuno; forse, alla fine della fiera, fu solo nel sepolcro. ]
È qui soprattutto che ho riconosciuto tutti i riferimenti all’anime e muoio per i parallelismo che ci sono trai due, così diversi l’uno dall’altro eppure così simili, a partire dai nomi di cui si sono appropriati, seppure per due motivi diversi. E lo sai, io patteggio per la HeeroxDuo e per forza di cose qui li ho colti e sì, ho colto anche le sfumature da threesome e le ho davvero apprezzate. Ma già fin dall’inizio quando parla di Relena, nata per essere politicante, si legge un certa predilezione di Duo nei suoi confronti, per poi diventare chiaro quando parla del matrimonio che ha celebrato tra Heero e Relena e dell’erede che invece lui ha dato alla ragazza, nonostante Heero fosse sempre presente. E a dire il vero il dubbio che stia parlando alla loro figlia (alla sua di figlia) viene già fin dal principio, quando le dice che avrebbe preferito vedere gli occhi di Heero nei suoi, e invece ci si ritrova quelli di uno sconosciuto – e da subito ho immaginato che fosse stesse parlando di sé e che quello non fosse altro che sprezzo per se stesso. E tutti questi richiami ai due comunque li ho amati davvero tanto, ma in generale ho apprezzato molto la fic che, come ti dicevo, ho trovato molto particolare per lo stile e anche il fatto che la canzone torni e venga ripresa in più punti dalla narrazione e infilata così bene nelle parole di Duo mi ha fatto piacere.

Menzione d’onore comunque va all’unica treccia che sa fare e che immagino sia stata uguale alla propria e a quella che gli si vede sempre addosso nell’anime/manga. Quel pezzo ammetto che mi ha fatta sorridere.

Ammetto che all’inizio lo stile particolare mi ha presa un po’ a ceffoni, che non ero pronta a quello che sarebbe venuto dopo, ma mano a mano che ho proseguito con la lettura mi ci sono trovata proprio immersa in quello che a conti fatti è un monologo di Duo – un po’ come quelli che si hanno in un bar, davanti a troppi bicchieri vuoti (e non per nulla… XD).
L’amarezza e l’asprezza della narrazione sono comunque stati i punti chiave che davvero mi hanno fatto apprezzare questa fic, e per quanto io ci capisca poco di alcool e affini, ho amato tutte le metafore.
Complimenti davvero.

Recensore Master
25/07/20, ore 07:32

Ciao!
Mi dispiace, non conosco il fandom di cui scrivi, ma nonostante ciò voglio provare a farti una recensione quanto più completa possibile :)
Ho iniziato a leggere questa storia prendendola come un’opera originale e si legge abbastanza bene anche così! Nonostante ciò qualche riferimento mi è sfuggito, ma ho continuato imperterrita la lettura.
Anche così posso dire che ho apprezzato particolarmente lo stile da te adottato.
Usi una sintassi ben costruita, che si legge da sè, tanto che un periodo tira l’altro quasi in automatico in una lettura fluida.
In particolare talvolta i passaggi sono quasi “duri”, tanto da colpire il lettore e rimanere impressi, il che è un deciso punto a tuo favore.
Ho apprezzato i ragionamenti del protagonista, li ho trovati sì talvolta sconclusionati, nel senso di quasi astratti, vittima di un’euforia e una certa ebbrezza.
Lui parla con freddezza e cinismo, usa una sincerità disarmante nel suo essere fredda.
Questo mi ha colpita molto, il tuo essere riuscita a entrare bene nella mente del personaggio e dargli una psiche tale da mostrarci le sue emozioni contrastanti e forti. Non è cosa da poco!
In generale quindi l’ho trovato un buon lavoro :)
Anna

Recensore Master
18/06/20, ore 18:55

Cara Sherry, ^^

che bella, l’ho letta tutta d’un fiato (perdona il ritardo, ma questa settimana ne sono successe di ogni), ma torniamo alla storia. L’ho trovata un pugno sullo stomaco per la sua profondità, per la schiettezza, per il rimpianto e per le tematiche affrontate che non sono semplicemente delicate come indichi nelle note, ma trattate con una gentilezza, una pietà e un’attenzione che raramente si trova su questo sito. In genere le storie in cui ci sono threesome sono una scusa per mostrare scene rosse esplicite. Qui di esplicito non c’è niente. Abbiamo un Duo Maxwell vecchio e disincantato che non vuole stare a sentire le chiacchiere della figlia di Relena, un personaggio che non compare se non come interlocutore di un lungo monologo che Maxwell fa con lei, con se stesso e col bicchiere. Le tematiche sono infinite, ma ne ho individuate principalmente quattro: la fede, la guerra, l’amore e la morte, per dirla un po’ alla Ariosto.

La fede è un qualcosa in cui Duo Maxwell palesemente non crede. È un ex militare che ha provato su di sé la fame e ha vissuto una feroce guerra e questo lo rende disincantato non solamente nei confronti dell’uomo, ma anche di Dio. La vita religiosa permette di avere un ruolo tranquillo e ben definito nella società. Ha la pancia piena a patto di officiare una serie di riti volti ad avvicinare l’uomo al divino e a quel Regno dei Cieli promesso e che rappresenta la vera vita. Questo concetto però è totalmente estraneo all’ex soldato che hai incontrato troppo spesso la morte: egli è totalmente disincantato e non vuole concedere la propria assoluzione nei confronti di un mondo e di un corpo che non riconosce più perché l’età adulta e le perdite lo hanno reso cinico, uccidendo definitivamente quelli che potevano essere gli ideali passati. I riferimenti religiosi riferibili al linguaggio e ai gesti della mortificazione, come quando viene menzionato il cilicio o nell’esclamazione domineiddio, vogliono proprio esaltare e parlare della parte più oscura della fede – il cilicio è un modo per essere degni, per punire la carne ed esaltare lo spirito, ma Duo Maxwell quando parla della morte è estremamente materialista, come quando smentisce che la terra è lieve a chi è sottoterra, quasi come se l’aldilà non avesse questa importanza.

La guerra è perdita. Di amici, di famiglie, di opportunità, di ideali, di innocenza. L’occhio con cui il prete osserva la ragazza e i vezzeggiativi che usa per appellarla e allontanarla è critico. Lei, ingenua, incapace anche di legarsi i capelli correttamente, crede ancora in qualcosa in cui Duo ha smesso di prestare ascolto. Lentamente, però, mentre Maxwell tenta di prendere le distanze dalla ragazza, qualcosa cambia. I riferimenti a Relena e a Heero ormai morti e a quel passato da combattente forse per colpa dell’alcool si fanno più pressanti, finché con una delicatezza che raramente trovo in ambito amatoriale viene spiegato quello che non viene mai detto apertamente. Che Relena e Heero si amavano, sì, e che Maxwell, amico di entrambi, li ha sposati. Che Heero non poteva dare figli a Relena e allora, in virtù dell’amicizia e dell’amore, Duo si è trovato coinvolto. La figlia di Relena in tal senso diventa uno specchio dell’esistenza di Duo, un qualcosa con cui lui deve necessariamente fare i conti, ma da cui fino alla fine tenta di allontanarsi – splendido il pezzo in cui la supplica di non chiedersi come fosse il suo naso o in cui parla del colore dei suoi occhi parlando di una casualità. La delicatezza con cui hai scritto questa vicenda d’amore e di morte scegliendo questa confessione fatta da un prete (e non credo che ciò sia un caso) è ammirevole e, come dicevo, a colpire è la delicatezza con cui parli di necessità (avere un erede), amicizia e amore – mi chiedo Heero, sempre così vicino a Relena, come deve essersi sentito nel dover chiedere all’amico un favore del genere. Potrei andare avanti ancora a lungo a parlare dello stile scorrevolissimo ed elegante della tua scrittura, del modo in cui ci mostri l’amarezza di un uomo che ha visto la morte in faccia troppe volte e che ha perso troppe persone, di questa ragazza che alla fine gli pone davanti il passato e il futuro, dandogli l’occasione per uscire da quella bettola per. Insomma, in poche parole è qualcosa di veramente, veramente bello <3.
Complimenti, mo torno a lavora’ (ebbene sì)
Shilyss

P.S.
Bellissimo anche il titolo **

Recensore Master
18/05/20, ore 14:47

Ciao, piacere di conoscerti.
Gironzolavo per le pagine autore e ho scovato la tua. Sedotto dalla tua presentazione, ho cercato qualche storia da leggere.
Purtroppo - sono pessimo - non conosco nessuno dei fandom che ti piacciono, o perlomeno non lo conosco abbastanza da leggere delle fanfic, perché mi perderei metà dei riferimenti.
Ho scovato fuori questa storia e ho deciso di leggerla come un'originale, anche se purtroppo mi sarò perso tante cose non conoscendo quasi per niente Gundam Wing.
Ho sempre pensato che il cinico sia un idealista deluso, e la tua storia sembra darmi ragione in pieno.
Mi piacciono moltissimo il tuo linguaggio e il tuo stile, adoro la tua prosa dura, graffiante, che non fa sconti, che ti sbatte le cose in faccia. I discorsi del protagonista sono quelli di una persona ubriaca, ma non tanto da sragionare. Di una persona esacerbata, piuttosto, che tramite l'alcol raggiunge quello stato in cui non te ne frega più niente, in cui dici quello che devi dire, e di solito lo dici con lucidità e precisione.
Mi immagino - non la conosco - la fanciulla a cui il protagonista si sta rivolgendo, la vedo fissarlo perplessa, forse incapace di controbattere, mentre sulla guerra e sulla vita in generale riceve una lezione che nessuna Academia potrà mai impartire.
Avrei mille altre considerazioni da fare, ma non vorrei annoiarti. Ti dico solo che questa oneshot mi è piaciuta davvero tantissimo, complimenti!!