Prima Recensione Premio per il contest "La magia delle parole - II Edizione"
Ciao!
Come promesso inizio con quest'attesissima storia dal punto di vista del buon vecchio Lunastorta. Ho impiegato più del previsto per passare, ma ti posso garantire che ho avuto bisogno di un po' di tempo e diverse riletture per racimolare il coraggio di iniziare questa recensione. E ti avverto fin da subito: sarà una recensione lunga e strana. Ho letto la storia quattro volte, e tutte e quattro le volte mi ha lasciato con un macigno nel petto.
L'ho trovata densa, profonda, malinconica e dolorosa. Sei riuscita a farmi soffrire con Rem, a struggermi per il suo stesso amore, districandomi tra lealtà, amicizia, buon cuore e un demone dentro la carne che lui chiama "lupo" ma che io comprendo essere "umanità". La voce del lupo -> Rappresenta perfettamente il lato famelico e voglioso di tutti gli esseri umani, ma con Remus acquista il doppio significato.
Remus è più uomo di quello che crede. Attraverso gli occhi di Harry (che poi in realtà il narratore che usa la Rowling è uno di quelli un po' strani secondo me, più onnisciente che altro) abbiamo limitato la sua figura, almeno di primo acchito, a quella dell'uomo che lotta contro la maledizione del lupo mannaro, un uomo posato, controllato, gentile, invecchiato dalla sua continua battaglia; ma c'è sempre stato molto di più, e io l’ho sempre saputo. Lui ha combattuto diverse battaglie dentro di sé, e lo ha fatto più silenziosamente di Sirius in un certo qual senso. Remus ha lottato contro il suo amore (forse perché prima di tutto non si è mai sentito degno di essere amato, e credo che questo lo dica a Harry nel terzo libro quando racconta dei suoi anni a Hogwarts), contro le sue paure (anche se queste hanno sempre strappato un pezzo di vittoria, lo hanno fatto quando ha rinunciato alla sua cattedra, lo hanno fatto quando è scappato da Tonks), sentendosi ogni giorno della sua vita inadatto alla società e immeritevole di un’amicizia con cui, come qualsiasi uomo, entra in conflitto. La sua natura maledetta ha influenzato molto il suo modo di considerarsi, tanto da attribuire al lupo molti degli aspetti della psiche umana: la gelosia per James, l’aver amato in segreto la sua donna, l’aver pensato a lei. Nella tua storia, di rimando, egli attribuisce al lupo il suo egoismo, il suo disperato tentativo di concedersi all’amore di Tonks, la debolezza con cui dice sì e smette di lottare. Non considerandosi degno di amore, ogni volta che se ne concede un po’ per lui è un furto che fa alle persone che ama e alla vita stessa. In verità, Remus non è mai sceso a patti con la sua condizione di dannato. Ecco cosa lo rende così malinconico, a tratti depresso e contorto. E penso che tu abbia fatto un lavoro immenso e straordinario nel caratterizzarlo. Ancora una volta, hai saputo perfettamente entrare nella testa di un personaggio di questo bellissimo mondo.
Ciò che scoprendoti ho avuto la sorpresa di capire è il fatto che non sono l'unica persona a questo mondo ad avere una certa visione dei malandrini. Per esempio, l'amore di Remus per Lily: è uno di quei tratti che si possono più facilmente intuire dai film piuttosto che dai libri, uno di quegli indizi che secondo me la Rowling ha chiesto di inserire nella pellicola, come è stato per il caso Silente. Dio come vorrei che scrivesse sulla loro generazione! Nella tua storia, è un amore puro ma che lui vive come un peccato, qualcosa di bianco che il suo non accettarsi gli fa vedere nero. Penso che uno dei grandi punti forti di questa storia sia la capacità di spingere il lettore a fare vedere oltre la convinzione del personaggio; e il fatto che tu ci riesca usando una prima persona, e quindi mostrando tutto dagli occhi e dalla mente del suddetto, ti dia ancora più merito. Remus si crede cattivo e traditore, il lettore vede un immenso senso di amicizia e abnegazione; lui sente il lupo, il lettore percepisce la sua profonda umanità; lui crede di resistere a Tonks, il lettore capisce che cerca di resistere al fantasma della solitudine; lui lotta per espiare, il lettore gli augura serenità e soffre per lui.
Qui risiede un altro punto di forza. Qualcuno potrebbe associare questo amore segreto a quello di Severus, eppure quello che viene fuori sono sostanziali differenze. Ho sempre visto l’amore di Severus in parte come un’idealizzazione: Lily per lui rappresenta la luce, il suo riscatto, la bellezza che ai suoi occhi di bambino è stata negata; Lily è qualcosa che gli è stato strappato via, e lui non l’avrebbe mai ceduta pur forse non riuscendo mai a trovare il coraggio di confessarle il suo amore. Remus, invece, decide deliberatamente di lasciarla andare, sceglie la felicità di lei, va oltre gelosie e maschere. Remus ha la stessa capacità di Lily di vedere al di là. Ha cuore, e qui si vede tutto.
Una cosa che però mi è mancata è l’onesta gentilezza di Remus, a livello di sentimenti intendo. La storia è un po’ estremizzata: penso che l’amore di Remus per Lily sia da considerarsi in maniera più pura, mentre qui brucia della stessa intensità (ma differente per modi ed decisioni, come detto sopra) a quello di Severus, che tu abbia reso i sensi di colpa verso James in maniera molto forte. Ho invece apprezzato il fatto che, nonostante Remus continui a vedere in Tonks il suo amore perduto, tu abbia accennato a uno sbocciare d’amore sincero per lei. Ecco io avrei preferito che tu puntassi di più e in maniera più genuina sull’ammirazione che lui ha verso questa ragazza, e leggermente meno al fatto che sia un sostituto di Lily. Il paragone sarebbe nato lo stesso perché Remus vive nel suo passato e in ciò che ha perso, ma sarebbe stato bello vedere maggiormente sviluppato il loro amore al di là del mero “sentimento egoistico”. Ne fai un accenno, io ne avrei voluto di più; per esempio alla tomba o durante il matrimonio. Avrei visto bene un maggior contrasto di sentimenti.
Inoltre abbiamo la stessa idea sul personaggio di Lily Evans. Secondo me, ci sono tanti piccoli indizi, alcuni più palesi grazie ai ricordi di Severus nel settimo libro ma che già sospettavo da sempre, che rendono questo personaggio qualcosa di più della madre di Harry e della moglie di James. Lily non è solo quella con un bel caratterino e la mente arguta, con l'intelligenza vivace e con la risposta pronta. C'è una dolcezza in lei e una profondità che a volte si mischia con una vena malinconica. E' un personaggio che vive in modo intenso i suoi sensi di colpa e si dà completamente ai rapporti d'amicizia; e questo la rende molto affine al personaggio di Remus. Credo che posseggano la stessa sensibilità, perché in maniera differente sono un po’ degli estranei del mondo della magia (lui in quanto lupo mannaro, lei per le sue origini babbane). L'ha fatto con Sev, lottando contro tutto e tutti finché ha potuto, lo ha fatto accanto a Remus andando al di là della sua condizione (che poi, mi vien da chiedere: lei lo sapeva? e quando e come lo ha scoperto? Secondo me sì, era tanto intelligente quanto i malandrini, ma il suo approccio è stato indirizzato più alla parte tormentata di Rem piuttosto che a quella maledetta). La “tua” Lily è fragile e crudele, e credo che sia un po’ lo stesso modo in cui l’ha vista Sev: crudele perché non si rende conto di quanto male fa amando un altro, e fragile perché sia Sev sia Rem hanno cercato di proteggerla. E Remus lo fa seguendo il dettame più bello al mondo: ti voglio, ma preferisco che tu sia felice. Credo che forse avresti fatto bene in questo punto a battere sul fatto che Remus non si sente degno di amore, e sarebbe stata un’altra analogia perfetta con Tonks. Invece il Remus giovane non si ferma mai a considerare le sue “reali” possibilità. Io credo che il tratto “non merito amore” che lo contraddistingue sia qualcosa nato fin da piccolo, fin quando era sua madre a fare da scudo tra lui e l’altra sua identità; forse non era congeniale per il taglio che hai dato alla storia, ma credo che saresti stata in grado, anche solo accennandolo, a inserirlo, a dare quest’altra sfumatura, senza nulla togliere al “voglio che sia felice”.
Detto questo, la durezza di Lily nasce come un’armatura tra il mondo e la sua fragilità, lo vediamo anche nel suo ultimo scontro con Sev, di notte, con le braccia incrociate al petto per difendersi dal freddo e dall’ennesimo dolore. A Lily non viene data una compagnia. Mentre abbiamo imparato a conoscere James e Sirius e Remus come un gruppo, alle amicizie di Lily non viene mai dato uno sfondo. Io mi chiedo se ne avesse di vere; dopotutto, non è lei che dice che le altre ragazze non fanno che chiederle perché è amica di un serpeverde? Lily quindi è una persona riservata, che protegge la sua parte più intima. Ecco perché il gesto di lei che si nasconde dietro le mani, e dietro quelle mani non c’è debolezza ma paura mista a gioia, il fatto che il suo sorriso sono labbra trattenute, che i suoi occhi si muovono, tremano, viaggiano sul volto di Remus, il fatto che non porti trucco al suo matrimonio, che abbia dei difetti da ragazza genuina e forte come le mani secche e i gomiti arrosati sono tutti elementi che io trovo paurosamente canon. Ci vuole sensibilità a saper leggere in piccoli accenni un personaggio che va oltre il piacere o il detestare per la sua “angelica” figura. E tu ce l’hai!
Ho amato, quindi, la caratterizzazione di James (che per una volta non è solo quello odioso, bravo a Quidditch): “è quel che è”, modo singolare eppure non l’ho considerato duro detto dai suoi amici, perché James come tutti ha i suoi difetti però ha l’energia degli ottimisti, di chi ha la forza per restare in piedi e fare da scudo agli altri, di pensare al futuro, di costruire progetti. James è l’anima, l’invettiva, il collante in quel gruppo così assortito; e credo che tra Remus e Sirius, proprio all’inizio di questa storia, si sente il vuoto che ha lasciato proprio tra quei non-detto e il non averne parlato dopo che oro due si sono riavvicinati. Sono entrambi custodi di qualcosa che non c’è più. Anche la loro conversazione, così tagliente e allo stesso tempo di reciproca consolazione, piena di silenzi e mezze frasi riempite dall’introspezione di Remus danno la misura di quanto nel passato è stato veramente ucciso. Si sente soprattutto tutto il rimorso di Remus, il suo non sentirsi all’altezza della fiducia ricevuta, di non aver ricevuto un perdono che non credo James sentisse di dovergli. Credo che l’andare di pari passo dell’amore per Lily al rimorso verso James sia un altro punto forte della caratterizzazione, nonché della storia. Sei bravissima a tenere sempre presente l’insieme, i punti che formano il quadro, le interazioni all’apparenza singole ma che sono concatenate. Il modo in cui porti avanti questi due sentimenti mi ha davvero colpito al petto, insieme a tantissimi altri dettagli che qui in minima parte sto cercando di prendere in esame.
Una cosa che ho altrettanto apprezzato è il fatto che Remus dica “credo che lui capirebbe”: si dipinge molto spesso James come un arrogante e spietato grifondoro, sempre lì a fare scherzi, a tirare incantesimi e fare il buffone davanti a Lily, ma non bisogna dimenticare che lui è anche l’uomo che ha riposto nei suoi amici, in MINUS, completa fiducia, quello che ha accolto nel suo gruppo un figlio di Serpeverde senza fargli pesare la sua origine, quello che aveva una misura profonda dei suoi ideali, quello che utilizzava anche il suo mantello dell’invisibilità per spuntini notturni, quello che ha corso con un lupo mannaro a ogni luna piena per più di due anni. E sì, lui avrebbe capito e non gliel’avrebbe rinfacciato, se Lily si fosse tirata indietro. E sono felice che tu abbia messo questo punto nella storia.
Un’altra cosa su cui finalmente trovo qualcuno d’accordo con me: Sirius e l’amicizia. Sirius ha fatto dell’amicizia una legge, e sfido chiunque a dire il contrario. Non si è sposato, ha vissuto da reietto fingendosi il custode segreto, è fuggito da Azkaban affrontando di nuovo la vita solo per amore di Harry, ha rivissuto di nuovo come un reietto cibandosi di topi e facendo la fame per Harry. Il tradimento, in ogni sua forma ma credo che prima di tutto quello sul tema amicizia, sia l’orrore per Sirius; Sirius è disposto a uccidere per il tradimento di Minus. Sei stata bravissima a far trasparire il ruolo di “fratello” di Sirius: lui si dà completamente, difende Harry e difende Remus; e se anche si è sempre visto Sirius come il fratello di James, credo che lui lo fosse altrettanto di Rem; dopotutto, a suo modo lo è stato anche per Harry. Il buon vecchio Felpato ha sempre ricoperto un ruolo profondo, impegnativo, che forse non si addice alla sua personalità ma in cui lui metteva tutto quello che aveva. Mi piace come Sirius abbia bisogno di aggrapparsi ai ricordi per sopravvivere, mi piace come hai definito la sua parentesi di anni felici in mezzo a una vita di dolore. Molto profondo e denso.
Ciò che esce fuori predominante è il dolore di Sirius e la maniera differente con cui lo vivono lui e Remus. Sirius aveva a portata di mano una possibilità e l’ha gettata: quando senso di colpa può dare tutto ciò? Nessuno, NESSUNO, può sopravvivere, molti preferirebbero la morte, e Sirius ha scelto per sé qualcosa di peggio: Azkaban. Avrebbe potuto scappare in qualsiasi momento in quei 13 anni secondo me, ma la prigione per lui è stato un modo per nascondersi dalla sua perdita e per pagare per la sua colpa. Una colpa di cui si libera solo con la morte, e quel “Bel colpo, James!” urlato a Harry prima di morire. Tu mostri comunque il Sirius distrutto, che finge un sorriso e che trattiene la diga di disperazione, una diga che è necessario tenere in piedi in due.
Di Sirius hai mostrato benissimo il sorriso spezzato, l’eleganza ingrigita, il sarcasmo pungente, ma soprattutto quella forza che ha nel proteggere sempre gli amici, anche da se stessi. Se James è l’anima, lui è il corpo, anzi il sangue. Colui che fisicamente mette se stesso tra amici e nemici.
Osannato questo punto, trovo che il personaggio di Sirius sia fondamentale per dare maggiore intensità e il giusto peso all’angoscia e al dolore che porta su di sé Lupin. Mi piace il fatto che il primo pezzo con lui, l’unico con lui vivo, finisca con le sue parole “dobbiamo lasciare andare il passato”. E’ il modo perfetto per aprire un rubinetto che prima gocciolava soltanto, e ora sfonda una diga: Remus rimane solo, ultimo custode di un’amicizia leggendaria distrutta prima di tutto dal mondo e poi dai tanti segreti che quel mondo spinge a mantenere. Non dobbiamo dimenticare, infatti, che i malandrini vivono la loro adolescenza quando la guerra magica imperversa fuori ed è difficile stringere veri rapporti di fiducia e lealtà. I mangiamorte più fedeli a Voldemort calcavano le aule della scuola proprio ai loro tempi. Ecco, io credo che la loro amicizia sia un baluardo di rarità. Anzi, non era solo un’amicizia: era una famiglia. E lo si vede dal modo in cui loro trasportano quella grande bellezza e amore infranto e spezzato sul piccolo Harry. Ho sempre visto Harry come il figlio di quattro persone, il bambino amato da un intero gruppo di giovani.
Altro dettaglio: sei stata bravissima a far sentire la differenza di età soprattutto a livello mentale. Remus la chiama ragazzina con una vita davanti, e ne ammira la forza e l’ardore tipici dei giovani, fresco, vitale. Mentre ogni singolo pensiero di Remus è una foglia morta, un albero rinsecchito, un vecchio che si trascina nel tempo.
Tutto questo casino per dirti che, come è successo con la storia che hai presentato al mio contest, anche qui hai curato ogni singolo rapporto, sia singolarmente (Remus/Sirius, Remus/Lily, Remus/James) sia quando si tratta dell’insieme.
Credo che, se sei arrivata fin quaggiù, ti meriti almeno due parole che vadano al di là del mio amore per questi personaggi e oltre l’amore venerante che ho provato leggendo questa storia, e per cui io ti ringrazio.
Ho trovato il testo molto curato, solo piccole sviste (questa in campagna impersonale -> in questa; E mentre fantastico le spoglie della donna -> sulle spoglie; solo in questa vaga fine di svela l’unica verità -> si svela). Sono quelle che mi sono saltate all’occhio e che mi ricordo. Forse da qualche parte ho visto una virgola fuori posto, ma comunque sono refusi di distrazione che capitano a tutti (anzi, almeno mi fanno credere che tu sia umana).
Per quanto riguarda lo stile, all’inizio l’ho percepito “pesante”, riflessivo, pieno di figure retoriche e strutture sintattiche. Ho pensato che non si addicessero a un personaggio del mondo di Harry Potter, perché è molto distante dallo stile della serie. Questa sensazione, però, è durata il tempo di metà del primo pezzo e poi è svanita. Non solo perché la storia mi ha catturato, ma perché questo stile, diverso dall’altra storia, secondo me mette in chiaro alcuni punti: Remus è parte di una generazione precedente, anni 70-80; Remus è un adulto reso ancora più vecchio dal suo vissuto; e poi è Remus. In questa prima persona c’è la sua pacatezza, il suo dolore, il suo modo di porsi sempre professionale, attento. Non so come altro dirlo, quindi lo dico così: da professore, di uomo acculturato, di un uomo che vive il mondo con una prosa poetica, che sa dare una visione alla bellezza seppure non si sente di viverla. Ecco cosa mi ha trasmesso questo stile, il lessico che hai adoperato (seppure in alcuni punti ho trovato qualche ripetizione, che potrebbero anche starci in una prima persona che rappresenta un flusso di pensieri, ma che nella forma sa molto di formalità, ecco, come trovo che sia Remus), la struttura sintattica, l’andamento poetico con cui inizi quasi tutti i paragrafi: mostra tutta la sensibilità di Remus (lui è il cuore del gruppo, o coscienza). Lui è la ragione, ed ecco che ragiona su ogni singolo particolare, pur restando prigioniero dei suoi tormenti e andando quindi a ricadere sempre sugli stessi sentimenti. Alla fine, ho ammirato il modo in cui hai saputo continuare con la stessa struttura del dialogo estrapolato da Harry e da cui tutto parte. Sembra quasi che l’autrice originaria abbia ripreso il discorso da lì, mostrando ora tutto dalla mente di Rem.
Non ho trovato il testo ripetitivo nei suoi contenuti; al massimo, ho notato e apprezzato il vortice di cui è vittima il protagonista. Ho invece sentito il bisogno di un paragrafo intermedio tra gli ultimi due, dove Remus condividesse emozioni e pensieri a caldo sulla nascita del figlio.
Due sono i particolari che strutturalmente mi hanno colpito: il contrasto tra l’ambientazione primaverile/estiva e l’atmosfera autunnale/invernale, che ancora una volta esaltano l’impossibilità di questo personaggio di vivere appieno della vita. Ho notato anche che, se all’inizio i paragrafi erano temporalmente più vicini, gli ultimi non solo si sono fatti più brevi ma anche più radi, come se le forze di Remus venissero meno, come se la forza con cui aveva lottato all’inizio si fosse affievolita.
Ottima la varietà di lessico nei dialoghi, atta a caratterizzazione la voce del singolo. Il lessico più sfrontato e informale di Tonks, soprattutto, pieno di ardore, di punti di domanda che non fanno che rendere tutto più acceso, più incalzante, che entra in contrasto con la pacatezza e l’onnipresente controllo di Lupin; la gamma di termini più dolci e sensibili che usa Lily, la riservatezza che le infondono nel parlato; il lessico più vissuto e schietto e spicciolo di Sirius, quella parlata a dire “lo sai” ad andare dritto al punto e a tagliare corto (anche se nel suo caso, forse il discorso in cui esprime i suoi sentimenti è stato piuttosto lungo. Io avrei visto meglio frasi più breve e sintetiche, uno che fatica a mostrare i suoi sentimenti, che li condivide ma quasi con imbarazzo. Sì, so che parla con Remus, ma io credo che anche tra amici, certe abitudini caratteriali non si perdono nonostante si cerchi di aprirsi di più).
Una cosa che ho apprezzato e per cui apro una parentesi è la frase estrapolata da Martin e usata per introdurre un finale un po’ diverso a suo modo: ovvero, Remus è rimasto da solo, quindi quella frase profetizza e anticipa quale unica sorte può attenderlo. Quella frase taglia fuori ogni altra possibilità e io l’ho trovata perfetta perché dopo la morte di Sirius ho sempre pensato che Remus non sarebbe vissuto. Mancava solo lui del vecchio gruppo, e la Rowling ha infine riunito i vecchi amici.
Confesso, invece, di non apprezzare molto l'uso dei termini inglesi nella storia scritta in italiano. Questo forse perché io l'ho letta per ben nove volte nella sua prima edizione, dove i nomi erano Ramoso, Felpato, Lunastorta e Codaliscia. Insomma, mi suona strano leggerli nella loro forma originale.
Infine ho una domanda e alcuni piccoli consigli:
Andiamo, sei coraggiosa, sei sincera, cazzuta e anche decisamente intelligente -> cazzuta detto da Remus, anche se giovane, a una ragazza, alla ragazza che gli piace suona male. È lontanissimo dal suo carattere e dal suo lessico, un termine così informale e “leggero” lo vedrei in bocca a James, è più da persona solare, espansiva, estroversa ecco.
Fai l'errore di portare a capo la battuta dello stesso personaggio quando è composta, tanto che all'inizio penso sempre che a parlare sia l'altro, più per istinto che per altro, perché poi si capisce perfettamente chi parla.
Dunque, devo ribattere: “Tu hai potuto espiare, hai pagato per l’amore rubato”. L’ho sempre pensato ma non credevo che sarei mai arrivato a dirlo a voce alta. “Tu hai pagato per una colpa che abbiamo commesso entrambi. Che sia questo a darti tanta saggezza, oggi, Sir?” continuo, impietoso. -> Allora, amo tantissimo questa parte, dove lui dice che Sirius ha espiato per l'amore rubato, ma ho bisogno che tu mi togli un dubbio (colpa di tutte le fic che ho letto finora con coppie fanon). L'amore che ha rubato Sirius s'intende quello rubato con l'omicidio? Ovvero Sirius non ha fatto il custode segreto e per questo l'amore di Jame se Lily è stato spezzato nel fiore degli anni, e soprattutto lo ha tolto a Harry che è rimasto solo, giusto? Non intendi il fatto che Sirius sia segretamente innamorato di James, vero? Te lo chiedo perché prima di recensire, ho letto questa storia tre volte e credo che lo rifarò quando smetterà di farmi così male; e tutte e tre le volte ho avuto questo dubbio.
Il titolo di questa storia è bellissimo. All’inizio mi ha ricordato, in maniera errata, la canzone di Luca Barbarossa (che parla assolutamente di tutt’altro amore). È una canzone che fa male ascoltare, ma è bellissima e potente, delicata. È questo titolo è così: potente e delicato; e sicuramente usato con un’accezione diversissima.
L’amore rubato va oltre l’accezione di Remus, l’amore di chi ama di nascosto la donna del suo migliore amico, l’amore che ottiene anche la “creatura più indegna” come lui si crede essere. Questa storia è un omaggio all’Amore che noi riceviamo ogni giorno, quell’amore che noi rubiamo nel caos del dolore, dei problemi di ogni giorno. Quel “rubato” per me si riferisce a quella pausa di cui parla Sirius: pochi attimi di felicità strappati con i denti con cui poter resistere a una vita di dolore e fatiche. Il titolo quindi ha un significato più profondo, che tocca corde che tutti noi condividiamo, al di là delle vicende di Remus. Ma è anche l’amore che la stessa vita torna a rubare alle persone, portandosi via coloro che si amano, rubandoci il nostro angolo di paradiso. Sono due parole che io ho amato insieme e che tu mi hai fatto amare ancora di più, donandoli un significato più puro e delicato, ma allo stesso tempo doloroso.
Credo di poter chiudere quest’infinita recensione facendoti i miei complimenti e ringraziandoti per avermi donato la compagnia dei personaggi che più amo di questa saga.
A presto! (Recensione modificata il 20/03/2019 - 04:21 pm) |