Recensioni per
Sabbia e cenere
di TigerEyes

Questa storia ha ottenuto 3 recensioni.
Positive : 3
Neutre o critiche: 0


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Nuovo recensore
31/07/19, ore 23:23
Cap. 1:

Potrei dire che questo racconto (del quale spero in un seguito) è stato dissacrante, Kenshiro descritto in termini non lusinghieri e paragonato quasi ad un predone del deserto, si discosta molto da quanto ci siamo abituati a sentir dire sul Salvatore di Fine Secolo. Tuttavia, non è così, questo racconto non è affatto dissacrante, ma anzi, a mio modesto punto di vista, eleva ancora di più Ken nell'olimpo degli Eroi, gli eroi dimenticati. Il tuo Kenshiro vaga nelle lande post apocalittiche come un sopravvissuto, come chi accetta il suo destino suo malgrado, ma in più, rispetto all'anime e il manga, come un dimenticato.... Si, perché come diceva Merlino nel film "Excalibur" :"La sventura degli uomini, è che essi dimenticano". La vita continua (quella stessa vita che a Ken è stata negata), quindi un Salvatore risulta superfluo, e diventa un semplice, sporco viaggiatore del deserto accompagnato da un bambino ossuto, quello stesso bambino ossuto che è, in realtà, l'unico segno del retaggio di Hokuto, e delle battaglie compiute dal Successore. Solo Re Nero sembra voler ricordare al mondo che Ken è lì, con il suo travaglio interiore e le battaglie che non smetterà mai di combattere. Sono molto curioso di scoprire i motivi dell'ostilita' di Sara nei suoi confronti. Ancora complimenti.

Recensore Veterano
02/06/19, ore 09:47
Cap. 1:

Intanto voglio davvero farti i complimenti, sono su questo sito da un paio di settimane (sempre nella sezione di Ken il Guerriero) e mi pento vivamente di non aver voluto leggere questa storia prima di adesso. Sembra davvero di leggere un romanzo, scrivi da Dio (sono sicuro che hai dei romanzi nel cassetto, e ti auguro ogni fortuna con quellli :-) )
Mi piace molto come hai delineato questa Sara, decisa ma compassionevole. Sbaglio o è un po' più decisa della Sara dell'oav di Toki? Poi non è molto professionale per un medico minacciare i suoi pazienti, ma in un mondo post-apocalittico neanch'io avrei vergogna a ricordare a tutti l'importanza del mio ruolo sociale, la sopravvivenza prima di tutto XD Poi mi chiedevo: se lei è solo un medico, come fa il villaggio a respingere sempre con successo gli attacchi dei banditi? è solo perché hanno abbondanza di cibo e uomini, e sono ben organizzati? Oppure (ho letto la nota finale) siccome lei conosce gli tsubo, può anche combattere? (io sto pubblicando una storia su un gruppo di guerriere di Hokuto, inutile dire che l'assenza di una singola guerriera Hokuto nella serie mi ha sempre lasciato un po' perplesso). Comunque ha senso che Toki le abbia insegnato almeno a guarire. Il personaggio di Sara aveva molto potenziale e sono felice che tu l'abbia ripreso. Se continuerai la storia non mancherò di seguirla :-)
(Recensione modificata il 02/06/2019 - 09:48 am)

Recensore Junior
04/03/19, ore 22:00
Cap. 1:

Per esordire ti dico che sei un talento con qualsiasi cosa tu scriva! Il prologo di questa ff l’hai scritto così bene da farmi venire i brividi: mi sembrava davvero non di stare a leggere una storia ma di stare a guardare la parte finale dell’oav di Toki. Sei stata bravissima!
E poi, dopo questo prologo magistrale ci porti all’interno della tua storia, dove piano piano ci immergi in questa ambientazione post apocalittica, narrata attraverso i pensieri e i ricordi di Sara. In poche righe ci comunichi tutta la durezza di chi vive in quel mondo, in quella “pietraia infuocata” dove la pioggia “pareva sempre un miracolo che tutti temevano non si ripetesse più”. Mi ha fatto molta tenerezza anche il pensiero dei vestiti non più alla moda, ma confezionati ora da “rettangoli di tela grezza”. E che nostalgia sei riuscita a trasmettere quando Sara ripensa ai vestiti “di bassa qualità, che un tempo si compravano al mercato” e che ora invece erano custoditi gelosamente. Con queste poche pennellate sei riuscita non solo a descrivere il mondo ma anche i pensieri e i sentimenti dei sopravvissuti che per forza di cose non riescono a smettere di pensare al passato, al “prima”.
E poi, quasi a distrarre Sara dai suoi pensieri, arriva questa notizia spiazzante: un uomo in groppa al “cavallo più sproporzionato che avesse mai visto, probabilmente l’unico prodotto decente sfornato delle radiazioni”. Che amara e al contempo divertente ironia: le radiazioni che hanno devastato tutto e hanno modificato esseri umani, ma che hanno fatto anche qualcosa di decente. Stupendo!
Ma dove ti sei superata è stata la descrizione di Ken. Non le solite lodi sperticate, miste a riverenza. No, sei riuscita a descriverlo in maniera viva, proprio come potrebbe fare un reduce di una catastrofe atomica che ricorda ancora delle cose del passato: “uscito direttamente da uno di quei film anni ’80 dove i supereroi maledetti e muscolosi la facevano da padroni” e che “visto di spalle, pareva un incrocio fra Stallone in Cobra e Mel Gibson in MadMax”. Hai detto proprio il vero, quello che tutti pensano ma che nessuno ha mai avuto il coraggio di dire. Ma sei andata anche oltre, dando più realismo a Ken e anche una certa dose di buon senso alla storia: con quel sole e caldo micidiali, è davvero ridicolo andare in giro “coperto di nero dalla testa ai piedi”. La leggenda del Salvatore ormai è un ricordo sbiadito fra la gente, tanto da far si che lo si incominci a vedere come un essere umano normale, tanto da far si che agli sguardi degli abitanti del villaggio “non doveva apparire dissimile dai ceffi da cui erano abituati a difendersi”. Sei riuscita davvero a farmi sentire l’ambientazione, a strapparmi un sorriso e anche a presentare un mondo ben noto in una chiave nuova. E poi, mentre ero tutto preso a immaginarmi Ken, leggo le parole “Zio Ken”! La storia si infittisce. E qui inizia a farsi tutto chiaro: il ragazzo che è con Ken è il figlio di Raoh, mentre apprendiamo anche che Sara ha avuto un figlio da Toki.
Ma la parte finale è quella che ho adorato di più: mi hai smitizzato completamente un mito, rendendomelo però più vivo e reale e ciò lo apprezzo molto. Anche Ken puzza! Anche Ken ha bisogno di un bagno. Quello che però non è cambiato è la mancanza di espressione di Ken, che non comprende neanche cosa debba farci con una spugnetta di metallo. Lo hai descritto magnificamente! Niente emozioni, niente espressioni e frasi essenziali, come quella che dice alla fine: ““Non sapevo avessi avuto un figlio da Toki. Dobbiamo parlare”. Parlare di cosa? Ora sono davvero curioso. Spero aggiornerai presto. Mi sta piacendo molto il tuo modo di narrare questo mondo e questi personaggi. Davvero brava!