3° Classificata Avareil, Il dubbio del diavolo
Uso del pacchetto e degli eventuali bonus: 10/10
Le tue note finali sono state talmente tanto esaustive che aggiungere qualcosa qui pare pleonastico. Ho trovato brillante il modo in cui hai creato questa storia. Sei stata quella che si è discostata meno dal tracciato proposto, scrivendo del più antico ed emblematico tra i patti: quello col demonio, appunto, qui incarnato da Ade stesso, in una commistione tra il signore dell’inferno e quello degli inferi ellenico. Eppure sei stata capace di creare un testo che mi ha stregata letteralmente e che sì, conteneva tutto quello che serviva. Anche in questo caso, l’elemento del bonus (l’anello) e la mancata promessa da parte del Diavolo come di Cora stessa, che gli rivolta contro le stesse, affilatissime, armi retoriche, rappresentano i punti chiave di una vicenda femminile in cui la figura della donna spicca. La vicenda del Faust rivive nelle tue parole, se così vogliamo dire, in chiave femminile, ma mentre il primo ha avuto bisogno dell’intercessione divina, la scettica Cora decide il destino da sé: questo aspetto me l’ha fatta amare moltissimo, perché ha una forza incredibile – quella vera, quella che serve.
Grammatica e stile: 8,6/10 [ 4,1 grammatica/ 4.5 stile]
Il tuo stile è corposo e molto, molto bello. C’è una forte impronta classica nella tua penna, che si nota soprattutto nel modo di costruire i periodi: hai una scrittura ricca di incisi, aggettivi, subordinate che si rincorrono le une con le altre. E tutto questo, a me che amo i classici e leggo di tutto, piace molto, ma più volte nel corso della lettura mi sono trovata a pensare che, qua e là, ci volesse una virgola in più, tanto che alcune ti sono valse delle piccole penalità. Di refusi ce ne sono pochissimi, merito anche del testo più contenuto e, per questo, più facile da revisionare.
L’osceno figuro, che batte un piede contro il pavimento con fare infastidito, resta in attesa di una risposta tremolante; ha tutto il tempo del mondo, il signore dei morti, eppure freme, si agita, è irrequieto: la lingua lambisce… [ il periodo è lunghissimo: avrei messo un punto fermo dopo “irrequieto.”]
“Se andrai da lei saprai di tua madre” le dicono.
Eusapia Palladino, le dicono, potrebbe aiutarla a mettersi in contatto con la madre, è una
famosa spiritista, stupisce salotti benestanti, turba le menti dei presenti: “Se andrai da lei saprai di tua madre” le dicono. [questo pensiero è una sorta di flashback di Cora che riflette sull’inutilità dell’essere andata dalla Palladino, pertanto sarebbe stato meglio scrivere: “le avevano detto, avrebbe potuto aiutarla a mettersi in contatto con la madre…” La ripetizione dicono/dicono non la conteggio perché aumenta il senso di disperazione di Cora, ma vedi sopra per le virgole.]
minuto o ora prima [od ora ]
Il tono di voce basso, morbido e sinuoso la invita a prender parte alla danza perversa del Demonio: [morbido e sinuoso è un inciso e va chiuso]
“Nessuno e molti” [manca punto ]
“Qualsiasi cosa.” bisbiglia in un sussurro che la fa apparire ancora più giovane dei suoi pochi anni. [Qualsiasi cosa,” bisbiglia… ]
per un istante trema al pensiero di se tra qu0elle braccia [sé ]
e quasi vacilla mentre il Diavolo le gira intorno come fa’ una fiera famelica. […] “Perché no? Il diavolo opera in modo imperscrutabile …” [fa non va accentato http://www.treccani.it/enciclopedia/fa-o-fa-fa_%28La-grammatica-italiana%29/ + puntini di sospensione vanno dopo la parola…]
È spiazzato, Mefistofele, disturbato dalla vicinanza che egli stesso ha preteso e conquistato in un sol movimento: non presta attenzione alle parole di quella quanto piuttosto alla sinuosa danza della bocca spaccata vicinissima al polpastrello; [quella, quanto]
le fine vesti, le mani, il volto. [le fini vesti…]
“Pura resto, anche tra voi bestie, e voi, Demonio, di me avrete solo l’ombra, né il tempo né l’animo vi saranno concessi.” [ombra: né il tempo né l’animo…]
IC/Caratterizzazione personaggio: 10/10
La caratterizzazione dei personaggi è aderente e fedele a quella del mito da cui traggono origine, ma il bello di questo tuo moderno AU infelice è che potrebbe tranquillamente essere letto come fosse un originale. Cora è Persefone, la regina dell’Ade (e di Ade) che, pur consegnandosi a lui, non rinuncia a se stessa creando un parallelismo bellissimo con la sua originaria natura. Il legame con Demetra, del resto, nel mito è fortissimo e anche in questo modern!AU viene mantenuto, anche se invertito. Nell’originale, è la dea della Terra a creare i presupposti per la siccità, facendo seccare ogni cosa. Qui, invece, Cora sceglie di lasciarsi consumare. Il risultato è una donna giovane, ma tenace e caparbia.
La figura del giusto Ade e del diavolo ingannatore era più complessa da unire, a mio parere. Nonostante questo, sei riuscita a dargli umanità e ineffabilità. La fascinazione che hanno le creature ultraterrene nei confronti degli umani di cui amano la fragilità un tema che mi piace molto e il tuo Mefistofele assomiglia a quello di Faust, quindi direi che come caratterizzazione ci siamo.
Livello di introspezione: 10/10
Sei riuscita a entrare nella disperazione folle di Cora. Me ne hai mostrato la forza e l’amore, ma anche la disperazione che la spinge a fare una cosa assurda come sperperare del denaro appresso a una maga o, più in generale, a ridursi all’ombra di se stessa perché incapace di sopportare una morte assurda e violenta, anche qui splendidamente ripresa nel mito, dove però è Persefone a essere portata via da un cocchio di cavalli sbuffanti. L’animo della ragazza è anche la porta attraverso cui proporre un modello di donna ieratico che si rifà perfettamente a Demetra, all’originale: donne sole che badano a se stesse, tradite da un marito/padre assente e promiscuo (Zeus). Eppure anche l’animo del demonio è ben analizzato nelle sue pulsioni e nella sua solitudine; un finale lieto non era proprio possibile, ma quello che hai scritto tu è senz’altro il più coerente che si potesse immaginare.
Gradimento personale: 5/5
Leggendo il finale mi sono commossa. Il modo in cui hai gestito il personaggio di Cora nella sua grandezza e nella tragicità mi ha spinta a chiedere all’Amministrazione il permesso di inserire un ulteriore premio speciale. L’unica nota lievemente stonata, ma che non ti ho segnato come incoerenza perché, alla fine, enfatizza ed era sottinteso, sta nel discorso legato alla gestione del cadavere di Demetra: a Cora spetta unicamente il compito di riconoscere il corpo e scegliere gli abiti e il rosario che verrà posto nella bara. Ricostituire, lavare e vestire il cadavere è compito degli addetti alle pompe funebri. Tuttavia, in un clima di veglia funebre, ci poteva stare. Ho apprezzato le immagini dantesche che richiamano a Pier delle Vigne e quelle relative all’Eneide, così come ho amato moltissimo il finale terribilmente infelice, corredato di bellissimi riferimenti ad altre opere come il doloroso “Amabili resti.” Hai sperimentato con una coppia meravigliosa e hai ottenuto un risultato tremendo e bellissimo.
Per un totale di su 43,6/45 punti.
VINCITRICE PREMIO SPECIALE “MIGLIOR PERSONAGGIO FEMMINILE” |