Recensioni per
Fenix
di pattydcm

Questa storia ha ottenuto 20 recensioni.
Positive : 20
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
17/04/19, ore 00:03
Cap. 9:

Così è arrivata la conclusione di questa storia e, come succede per tutto ciò che ha coinvolto ed è piaciuto, c’è sempre un po’ di dispiacere, ma mi consolo pensando che tu non sparirai certo dalla circolazione e che, quindi, potrai regalarci altri momenti di lettura intensi.
Il capitolo si apre con un’immagine, finalmente, che trasmette pace e serenità perché loro due, ormai, hanno capito che l’essere, in tutto e e per tutto, una coppia è quello che avrebbe completato la loro vita in maniera piena e perfetta.
E porti a compimento anche un percorso che hai iniziato fin da subito e cioè la sovrapposizione, che John fa inconsapevolmente, tra la voce della sua coscienza e quella di sua sorella Harry che gli è sempre stata accanto e che lui ha salvato da situazioni disperate. Il legame tra i due è molto forte, ed anche John ha sempre ricevuto conforto ed appoggio da lei e ha tratto forza anche dall’aiutarla a sentirsi libera di esprimere le sue scelte di vita.
Ed è a lei che lo fai telefonare in quella che possiamo definire come la mattinata con cui inizia il futuro che lui ha sognato da tanto tempo, cioè quello vicino a Sh, senza più malintesi o apparenze devianti.
Harry coglie subito, dal tono di voce del fratello, che per lui è iniziato un qualcosa di bello e lei lo esprime con il tono aspro ma diretto di chi non è abituato a giri di parole o a atteggiamenti ipocriti.
Capisce immediatamente che “Johnny” l’ha chiamata perché è con la persona che ama e che sarà per il maggior tempo possibile.
Dolce e rassicurante quello Sh che chiede a chi, finalmente, è diventato davvero il “suo” John, se sta meglio. Ovvia la risposta e tenera come un abbraccio (“…Sì, adesso sì…”).
Meriti sinceri complimenti per l’impegno che hai profuso in questa storia sia dal punto di vista di caratterizzazione dei personaggi, sia per lo stile sempre coerente con il contenuto. E non voglio trascurare neppure la difficoltà che, sicuramente, hai incontrato nel tradurre in parole chiare, ma non banali, delle tematiche impegnative e, purtroppo, molto attuali, come i rapporti tra componenti di famiglie in difficoltà, come i suicidi in cui sono coinvolti dei giovanissimi, come il cyberbullismo. La storia d’amore tra Sh e John viene inserita in questo contesto e si alimenta della verosimiglianza delle situazioni che hai costruito.
Brava anche per la credibilità con cui hai delineato i caratteri dei personaggi “nuovi”, come Margaret, George, Lizzy.
A presto.

Recensore Master
16/04/19, ore 23:27
Cap. 8:

E così siamo arrivati, come fai dire a John, al momento di "affrontare l'ultima parte della storia".
Per loro, per noi, è chiaro che non siamo gli avvenimenti legati a Fenix ad esigere un riordino razionale, ma qualcosa di più importante.
Ciò lo evidenzi anche da ciò che Sh fa appena mette piede a casa.
Infatti, cosa molto inconsueta per lui, sempre al di sopra ed estraneo a quella che é la quotidianità del vivere, s'impegna a riordinare le sedie su cui si erano sistemati Greg ed i figli.
Da questo gesto rivelatore, e sicuramente spontaneo, comprendiamo come, anche per lui, non solo per John, sia arrivato il momento, non più derogabile, di fare chiarezza ed ordine.
Ma non a casa, nel suo cuore...

Quello che anima questo capitolo è un John determinato, deciso a non perdere più tempo nel cercare soluzioni al problema del rapporto tra lui e Sh.
Lo troviamo più calmo, non più in balia dell'auspicata gestione della rabbia, lanciata, come primaria esigenza, sicuramente in modo provocatorio, da Fox.

Hai reso molto efficacemente l'atmosfera d'attesa e di sospensione che pervade il 221b, che tu racchiudi nello sguardo di Sh perso nel caminetto. John, come ho già scritto sopra, invece, appare più determinato perché penso proprio che, in testa, abbia il motto "adesso o mai più", che esprimendoti il suo bisogno di avere chiarezza nel rapporto con Holmes.

E sono le risate che si liberano spontanee tra i due a rivelare il loro comune desiderio e la loro indubbia empatia che sono soffocati da un cumulo di malintesi, rabbia repressa, paure e disistima di sé. Tutto questo “bestiario”, però, non è attribuibile solo a Watson, ma anche all’inarrivabile, ma anche lui preda delle sue fragilità, Sh.
Comunque qui il consulting in un modo che mi è piaciuto molto perché risponde con calma alle domande di John che, ormai, fa emergere la sua gelosia nei suoi confronti, a proposito di Fox. Fermo restando che sono convinta sia più che giusto che, tra persone che si conoscono e si stimano da tempo, non debbano rimanere zone d’ombra, e quindi Watson fa bene a liberarsi dei suoi dubbi, il consulting appare padrone delle sue emozioni e risponde con efficacia a tutto ciò che tormenta John. Ti confesso che, anche a me, ha fatto tirare un sospiro di sollievo lo scoprire che Fox non era certo al 221b perché implicato in una faccenda sentimentale con Holmes, ma per una semplice necessità pratica.
John, appena apprende questo, si sente liberato dall’oppressione del dubbio e del sospetto su un possibile rivale che potesse “rubargli” il posto accanto a Sh, occupando anche quello, per lui fondamentale di collaboratore nelle indagini e, dunque, “conduttore di luce”.
Dopo l’aver saputo che Fox non insidia il suo posto vicino a Sh e aver porto le sue scuse per l’assurdità del gesto compiuto in un momento di rabbia (“…mostrandogli il polso dal livido ormai ingiallito…”), fai acquistare a John una determinatezza che ho apprezzato molto. Infatti lancia quel “siamo una coppia” che spiazza decisamente il consulting perché lo pone di fronte ad una realtà che, sicuramente, ha sempre cercato di non vedere, anche per il timore di coinvolgere l’uomo, di cui chiaramente è innamorato, in situazioni mortalmente pericolose, vista l’inquietante ombra di Moriarty che si staglia sulla scena.
E John incalza Sh, fino a fargli pronunciare la frase che, non solo per lui ma anche per tutti noi, esausti johnlocker, è un inno alla gioia, ed è quella in cui, finalmente, il consulting ammette di non volerlo assolutamente perdere.
A questo punto Watson apre davvero il suo cuore e fa capire all’altro l’importanza fondamentale che ha avuto, fin dall’inizio della loro conoscenza, nella sua vita. Infatti, dopo il suo triste ritorno in Inghilterra da reduce, e per di più con problemi fisici e psicologici, l’essere coinvolto, sulle scene del crimine, in situazioni impreviste e pericolose, quasi simili ad un teatro di guerra, dunque adrenaliniche per un soldato, ha costituito per lui la salvezza.
Tragicamente suggestiva l’immagine di quella pistola che ha costituito la sua terribile compagna di molte notti insonni…
E questa confessione così diretta, senza filtri, davvero palpitante, costituisce per Sh una verità davanti alla quale non chiudere gli occhi: ora è sicuro che lui e John sono necessari l’uno all’altro e che la sua esitazione potrebbe avere un effetto devastante su John.
Su John, che l’ha fatto sentire ammirato, diverso da quell’arrogante personaggio che il famoso consulting era ritenuto dagli altri, gli ha fatto capirte di poter amare ed essere amato.
Ed il capitolo si chiude con quel “sarei perduto senza il mio blogger” che, a mio avviso, è stata, forse, l’unica, vera dichiarazione d’amore che Sh ha fatto a John.
Davvero ammirevole il percorso logico ed emotivo che hai costruito qui, assolutamente credibile, senza ovvietà poco realistiche.
Del resto hai rispettato perfettamente le caratteristiche dei protagonisti che, sicuramente, non erano da caricare di melensaggini o di atteggiamenti troppo romantici, per esempio, affibbiando loro parole d’amore non coerenti con il loro essere.
Li hai fatti parlare con i fatti della loro vita, Sh del pericolo insito nella sua attività e John del vuoto in cui era caduta la sua esistenza prima di conoscerlo.
Inoltre hai supportato il tutto con un meraviglioso approfondimento psicologico che costituisce le credibilissime fondamenta su cui si svolgono i fatti e da cui originano i comportamenti dei personaggi.
Si nota proprio la tua competenza ed il fatto che ti appassioni molto considerare le varie figure plasmate con tutto ciò che il loro passato e le loro pulsioni hanno seminato nel loro animo, com’è in realtà, effettivamente.
Complimenti sinceri.

Recensore Master
15/04/19, ore 23:07
Cap. 7:

Trovo questo capitolo molto denso di tematiche e di elementi di relazione tra i personaggi che lo rende, secondo me, uno dei migliori.
C’è la tensione tra Greg e l’ex moglie Margaret, c’è l’intervento di Mycroft, il “disturbo” provocato da Fox ma, soprattutto, c’è l’evolversi del rapporto tra John e Sh.
Margaret, come del resto George e Lizzy, è un personaggio nuovo rispetto al canone delle Serie BBC, che hai saputo caratterizzare con positiva credibilità, perfettamente complementare a quello che, nella traccia dei Mofftiss, emergeva dalla personalità tormentata, dalla difficile realtà familiare, di Lestrade.

John, come al solito, è guidato dalla voce di Harry che lo riporta alla realtà, senza troppi svolazzi nel sentimentale: é il suo lato più concreto, secondo me di buon senso, anche se aspro e privo di illusioni consolatorie.
E poi c'è quel ritratto di Sh, l'ennesimo nel fandom, ma tu l'hai delineato con cura, quasi con affetto, tanto da risultare nuovo, originale.
I suoi occhi, le sue labbra, le sue mani...
Sinceramente è lo stesso ordine in cui, queste caratteristiche fisiche del consulting, mi ha hanno letteralmente fulminato, fin dalle prime sequenze di ASIP.
E mi è piaciuto molto come tu non ti sia soffermata solo sulla loro fisicità ma abbia alimentato le tue osservazioni su un terreno anche psicologico, profondamente innestato nell'introspezione.

A tal proposito ho trovato estremamente suggestivo il cambiamento che hai racchiuso tra la loro prima stretta di mano, che rivelava una certa asprezza e scarsa fiducia nei rapporti umani, e l'umanità "morbida e tiepida" espressa dal loro ultimo contatto. Uno Sh maturato e reso più "malleabile" e sensibile rispetto ai sentimenti.

"...Il resto di lui è qualcosa di troppo grande da poter essere sostenuto nella sua totalità...": trascrivo pedissequamente questa tua osservazione perché, il riportarla in modo indiretto, diminuirebbe la sua efficacia. Infatti, come per le parti del corpo su cui si sofferma John, per non perdersi nel resto, hai saputo renderci un'immagine mirabilmente tridimensionale di Sh, perfettamente IC e tra le migliori in cui mi sia mai imbattuta in questi ultimi anni.
Davvero, perché mi ha riportato alla mente, emozionandomi, l'impressione da subito travolgente che mi hanno fatto, come ho già scritto sopra, le prime immagini del consulting, quelle all'obitorio del Bart's, intento a frustare un cadavere sotto gli occhi adoranti di Molly.
Tornando a “Fenix”, procedendo nella lettura, emerge veramente statuaria la figura di Mycroft, anche lui sicuramente IC, che interviene per mettere a conoscenza la famiglia di Greg del pericolo mortale corso da Lizzy e, soprattutto, ne sono sicura, per proteggere lo yarder dalle bordate irragionevoli dell’ex moglie.
I suoi atteggiamenti, di fronte alle poco piacevoli esternazioni di quest’ultima, una donna che, via via, si rivela persona di scarso spessore, tendente alla banalità ed alla falsità, sono da te ritratti in modo coinvolgente.
Ad esempio, quel suo guardarla nauseato, prendendo anche fisicamente le distanze da lei, l’indirizzarle sguardi gelidi. Tutto riporta ad una corrente emotiva, molto sotterranea, che si è creata tra Mycroft e Lestrade, che potrebbe tranquillamente accompagnarci nel cuore della Mystrade.
Ma vedo che non è palese, da te, almeno per ora, questa tendenza a delineare il suddetto pairing.
E va bene così, perché non è necessario che ogni emozione umana o attrazione abbia, necessariamente, l’espressione aperta della sua realtà. Infatti, spesso, è molto più credibile il sottendere le potenziali implicazioni sentimentali che farle “esplodere” sempre e comunque.
Uno dei fili conduttori di questo capitolo, ed anche del precedente, è il persistente mal di stomaco di John che misura, e qui intervieni con un piacevole pizzico d’ironia, il livello di tensione cui, la gelosia nei confronti di Sh, lo sottopone.
E qui, l’oggetto di tanta “preoccupazione” è il giovane Fox, che si muove, spigliato e malizioso, tra la solenne diffidenza di Mycroft e la decisa avversione che John ha per lui, avendolo individuato come possibile rivale in amore.
Ed è palpabile la preoccupazione di Watson perché il comportamento di Sh, nei confronti del giornalista, è piuttosto ambiguo e sembra sottintendere un qualcosa che li leghi.
Dal punto di vista del “caso Fenix”, qui tu hai evidenziato i collegamenti con i suicidi, la ramificazione sulla Rete di canali criminali che attirano vittime ignare.
Ma, ed è l’elemento più clamoroso, ecco il nome di chi tiene le fila di tutto: Moriarty, lui, il degno, mortale nemico di Sh.
“…avete avuto occasione di conoscere poco tempo fa…”: in questo capitolo ci dai anche una precisa collocazione temporale dei fatti perché ci riporti all’atmosfera magica delle prime due Stagioni BBC, la prima, con TGG.
Il nome del criminal consulting è un elemento che porta ulteriore tensione nelle vicende che racconti, anche se era prevedibile che, in un disegno criminale del genere, fosse ovvia le sua presenza.
Davvero una “costruzione” impegnativa e ben riuscita questo capitolo, sia dal punto di vista delle relazioni tra i personaggi sia per la definizione del caso criminale che, certamente, non è banale o forzatamente complicato.
Complimenti.

Recensore Master
14/04/19, ore 00:21
Cap. 6:

Il capitolo ci porta alla presenza di Mister Inghilterra, il cui potere lo esprimi, già silenziosamente, grazie allo sguardo su ciò che lo circonda: basta solo quella "preziosa scrivania in legno di rovere", a porre un netto confine tra lui e gli altri che sono arrivati al Diogene's in forze, appunto in quattro, per parlare con lui e chiedergli una collaborazione che sembra scandalizzarlo nel suo perfetto aplomb.

Mi piace quel tuo porre, soprattutto, un John così evidentemente inferiore a lui dal punto di vista intellettivo, ma animato da un calore umano e da una sensibilità che Mycroft nasconde troppo in fondo a se stesso per poterne usufruire.
Infatti Watson cerca di capirne le intenzioni ma, pur essendo per lui quell'uomo, come bene definisci tu, "un vero enigma", riesce ugualmente a percepirne un'apertura verso la loro richiesta.

E la chiave è, come sempre, il profondo legame fraterno che lo lega a Sh e che gli fa assumere atteggiamenti che esprimono una certa empatia con chi sta vicino al fratello.
Leggendo più attentamente, potremmo addirittura azzardare l'ipotesi che anche la presenza di Greg, così diretto e senza schermature riguardo alla sua personalità, sia riuscita a trovare un varco nel muro di ghiaccio con cui si protegge l' "iceman".

Un punto di forza di questo capitolo è il monologo di Mycroft riguardante i meriti di Lestrade nei confronti di Sh. “Mister Governo inglese”, infatti, sorprendentemente, esprime un chiaro atteggiamento di riconoscimento di ciò che Greg ha fatto per il fratello, cosa che lo rende desideroso di ricambiare con l'interessamento nei confronti della situazione delicata della figlia.
Hai espresso in parole misurate ed efficaci un atteggiamento di apertura di un uomo che, sicuramente, è un personaggio criptico e difficile da inquadrare in una precisa caratterizzazione umana.
Un altro elemento, che ho trovato molto interessante, è la corrente positiva che scorre tra Greg e Sh: l’esprimi con uno scambio di sguardi tra i due, fugaci sorrisi che si specchiano l’uno nell’altro, con un insolito atteggiamento silenzioso del consulting. E fai comprendere a John che c’è, tra i due, dell’affetto e della stima reciproca, pur nella manifestazione di una quasi insofferente sopportazione l’uno nei confronti dell’altro. Il consulting sbaglia costantemente il nome dello yarder, quest’ultimo gli riversa contro l’irruenza del suo carattere. Ma, ora, comprendiamo che tutto ciò nasconde in realtà un rapporto molto bello di mutuo soccorso e fiducia.
Andando avanti nella lettura si vede come tu definisca, in maniera sempre più precisa, il ruolo e le caratteristiche del gruppo di giornalisti che hanno meravigliosamente agito e dominato la scena in “Hasta…”; qui c’è un interessante Fox alle prese con le bordate inesorabili di Mycroft, che sente come un elemento di disturbo il legame che il giovane mostra di avere con il fratello. E, sempre più disorientato ed impotente spettatore, c’è John che si trova di fronte a dei trascorsi di Sh che non gli assicurano certo tranquillità (“…è stato via un intero anno in Spagna con Fox e i suoi colleghi…”). Dunque emerge anche la gelosia del medico nei confronti di chi l’ha rimpiazzato vicino all’uomo di cui lui è sicuramente innamorato.
Un bel capitolo, secondo me impegnativo per la figura che vi domina, Mycroft, la cui caratterizzazione non è certo un affare facile.
Brava.

Recensore Master
09/04/19, ore 23:46
Cap. 5:

Molto ben ideato l'incontro tra John ed il paziente nel quale la voce della coscienza, Harry, identifica il suo futuro se continua a reprimere ciò che sarebbe vitale esprimere. Ovviamente è a Sh che John pensa, a tutto l'inespresso che ha innalzato un muro tra loro e che, ora, sta pericolosamente lanciando segnali d'allarme anche nel suo corpo. Una crepa si è aperta con quel bacio a Sh che è riuscito a sfuggire attraverso il riparo costruito con paure, pregiudizi ma, soprattutto, una scarsissima autostima e tanta rabbia inespressa.
E questo lo fai esprimere con pacata saggezza all'anziano paziente, ben consapevole che non si deve lasciar trascorrere il tempo senza pensare ad intervenire su ciò che non va.
Quasi a confermare l’atmosfera di un qualcosa di “diverso” che sembra accendersi nei rapporti deteriorati tra i due di Baker Syreet, fai giungere a John il messaggio di Sh che si conclude con parole inusuali, che destano in lui concrete speranze di un cambiamento nella malinconica routine fatta d’incomprensioni e malintesi.
Watson arriva al 221b e qui fai iniziare la parte centrale del capitolo, in cui entriamo nel vivo del caso e del coinvolgimento della figlia di Greg nella trama criminale di Fenix. Secondo me, il punto forte di ciò che ho letto, da questo momento in poi, è l’intrecciarsi dei silenzi e degli sguardi di Sh con le attese di John.
È bello scoprire tra loro un’intesa profonda che non si serve, infatti, di parole ma di comuni emozioni (“…Scuote la testa e John capisce… John annuisce… Annuisce abbozzando un sorriso…”). Questa corrente di comunicazione, visibile solo a loro due, l’hai davvero gestita con efficacia, è tutto così coinvolgente e sembra proprio di essere lì, a far rimbalzare lo sguardo tra Holmes ed il medico, cogliendo la magia e l’intesa di quello scambio che intercorre tra loro ed esclude gli altri. “Noi due contro il resto del mondo”: questo mi è venuto in mente, spontaneamente, nel riscoprire la loro intesa che pareva perduta.
Al centro della stanza poni la figura estremamente espressiva di Greg che passa dalla semplice preoccupazione professionale alla tragica consapevolezza che, dentro a quell’inferno, potrebbe caderci addirittura sua figlia.
A proposito di quest’ultima, hai ideato con esito positivo la sua caratterizzazione: Lizzy è tutto fuorchè ciò che sembra. È una ragazza che appare aggressiva, fuori dalle regole, trasgressiva ma, secondo me, è solo una giovanissima provata dalla crisi familiare e desiderosa di certezze, che nasconde la sua vera natura, fragile ed alla ricerca di punti fermi, dietro al trucco pesante ed all’abbigliamento decisamente espressione di un dissenso rispetto al mondo degli adulti.
Di fronte alla situazione chiaramente critica della figlia, fai spiccare un Greg paterno e comprensivo, che si pone in atteggiamento accogliente ed aperto al dialogo ed all’aiuto nei confronti di Lizzy.
Ad arricchire la situazione di ulteriore elemento d’interesse, fai entrare in scena Fox, uno dei personaggi più riusciti della tua “Hasta…” che rimane nella mia memoria con un sapore di qualità e di ottima lettura.
Ma la sua presenza riaccende in John la sensazione bruciante della gelosia anche perché ha capito che è da lui che è stato sostituito per affiancare Sh nelle indagini e, per questo, lo considera quasi con ostilità e prova antipatia per lui.
Andando avanti nel racconto, ho trovato particolarmente ben costruito l’intervento di Greg che, nella sua praticità ed immediatezza, rimprovera Sh per aver lasciato fuori John dalle indagini, sostituendolo con un altro.
E, nel suo discorso, lo yarder colpisce al cuore Watson, in senso buono, ovviamente, accusando il consulting di non aver compreso l’effetto benefico che il medico ha sempre avuto su di lui. Alle sue parole, John sente ciò che voleva davvero sentirsi dire, finalmente.
Così ci si prepara ad incontrare Mycroft…
Anche qui, come in “Dalle ceneri…”, dove domina magnificamente, Greg risolve le situazioni più imbarazzanti con la sua umanità che cattura pure lo spirito ribelle di Sh che, immagine divertente, lo segue, “docile come un cagnolino”.
Riaffiora la tua capacità di gestire le situazioni più difficili per il carattere particolare dei personaggi, con credibilità e partecipazione.
Qui, in questo capitolo hai “dipinto” un quadro umano d’insieme che è animato dalle più diverse personalità, animando gli intrecci relazionali fra loro con intelligenza.
Brava.

Recensore Master
04/04/19, ore 23:59
Cap. 4:

Il capitolo inizia con uno sguardo a quella che è la vita di John fuori dal 221b e cioè la pratica della sua professione medica. Purtroppo non è certo una situazione stimolante per lui, in quanto costituita dal succedersi di "raffreddori, reumatismi, gastriti". Non ci sono più le situazioni estreme del suo essere un valoroso medico militare, e la stessa scarica di adrenalina, che riceve dalla collaborazione con Sh ai vari casi, sembra affievolirsi per essere sostituita da un grande malessere, da una continua, repressa rabbia.
In effetti anche in questo capitolo abbiamo ben chiaro che la situazione personale di John è sempre più tesa e che, per lui, la figura di Sh è sempre più ingombrante e motivo di tormento perché non sa prendere le decisioni che potrebbero sbloccare il tutto.
Mi è piaciuto l’inserimento della figura di Sarah che colloquia con lui per mettere in risalto l’evidente ricaduta che la sua collaborazione con Sh ha sul suo ruolo nell’ambulatorio. È evidente il rimprovero che riguarda il suo non continuativo impegno che mette in difficoltà pazienti e colleghi, perché per lui la priorità è diventata seguire il consulting sulle scene del crimine.
Addirittura semini il dubbio che la donna tenti di “riaprire capitoli ormai chiusi” ma, nel cuore e nella mente di John, esce perdente nella competizione con l’effetto devastante che il fascino di Sh ha sul medico. E sei stata chiara, a proposito di Sarah, nel delineare questa figura dandole una sfumatura di ovvietà che la rende sbiadita anche ai nostri occhi.
Uno dei punti forti di questo capitolo è il costruire intorno a John lo scenario in cui focalizzare quell’immagine per lui così spiazzante di uno Sh che sta parlando con un punk e, soprattutto, ride in un modo che lui pensava fosse riservato solo a lui.
E di nuovo riemerge la gelosia nei confronti di Holmes, elemento questo che introduce sempre nelle ff dei momenti di sferzante energia, perché mi sembra davvero di vedere Watson che cerca di nascondersi agli occhi del consulting per spiarlo e sono istanti di vero e proprio divertimento. Interessante, poi, la sua reazione di fronte alla particolarità del ragazzo che sta conversando con Holmes: è un vero e proprio devastante attentato alla sua già scarsa autostima che lo fa porre in confronto polemico con il tizio dagli “stivali borchiati”. È ovvio che John faccia inconsapevolmente il confronto tra sé ed il punk e ne esce perdente; questo suo sentirsi perennemente “in ritardo” rispetto a Sh, non fa che aumentare la sua rabbia ed il suo risentimento.
Nella lotta che avviene nei suoi pensieri, fai intervenire piacevolmente la voce della coscienza che ha l’identità di Harry ed ho trovato interessante il parallelo che fai fare a John tra la sorella ed il consulting. “…Entrambi omosessuali, entrambi…”: la conclusione che John trae, nel disorientamento della sua mente e del suo cuore, lo porta ad accomunare le persone che ama ed, al tempo stesso, lo fa sentire solo ed incapace di superare il limite della disistima di sé.
Andando avanti con la lettura ed “entrando” anche noi al 221b, ci accorgiamo che a casa il clima sembra cambiato.
Infatti Sh si mostra più comunicativo con lui ed addirittura interessato a ciò che gli sta succedendo.
Nel clima più disteso, ma non troppo, che si è venuto a creare tra i due, grazie anche alla doccia calda (!), fai riemergere tutta la drammaticità del caso che sta continuando a preoccuparli, anche se Watson, al momento, è davvero molto confuso per capire che i pensieri che lo assillano, facendogli perdere la necessaria lucidità, sarebbero spazzati via con la sincera ammissione, soprattutto di fronte a se stesso, della vera natura dell’“amicizia” che prova per Sh.
Ti sei impegnata, a proposito di crimini, in un tema che, purtroppo, è molto attuale, e che ci mette a conoscenza di come, in Rete, i più deboli, perché ancora molto giovani, possano essere cadere in trappole che distruggono la loro vita, anche nel senso più letterale del termine.
Ma, in una situazione così particolare tra i due, sfumi sapientemente l’inserimento del caso in questione per farci tornare alla gelosia di John e quindi al fatto che non voglia ammettere di essere innamorato del suo “coinquilino”.
E, di fronte a Sh, lo fai uscire con la colossale sciocchezza di sentirsi poco bene perché l’ha visto fumare… Credo che Holmes abbia chiaramente “mangiato la foglia”, il che non sarebbe certo straordinario, vista l’acutezza della sua intelligenza, anche se, per sentire “stonate” le parole di John, non c’era la necessità della straordinarietà di un genio.
Così John fugge di nuovo davanti all’evidenza della sua situazione sentimentale e credo proprio che Sh ne sia perfettamente consapevole.
Il capitolo, però, si chiude in un modo inaspettato. Infatti parlare del caso di cyberbullismo, fa riaffiorare, nella memoria di Holmes, ciò che lui non ha mai dimenticato e cioè la sua triste adolescenza, frequentemente preso di mira dal bullo di turno. E poni positivamente il contrasto tra le sue esperienze e quelle di John, sicuramente diverso da lui nella sua più espressa fisicità ed irruenza. La tristezza, che il medico coglie nel consulting, gli provoca un moto consolatorio tenero e senza inutili dietrologie: bello quel baciarlo, quasi inconsapevolmente perché è questo gesto che il suo cuore desidera immediatamente, belle le parole che gli fai pronunciare che dissolvono, in un momento, la rabbia ed il rancore.
Come di consueto, sai ben rappresentare i moto dell’animo, collegandoli a situazioni ben precise e chiaramente rappresentate.

Recensore Master
04/04/19, ore 22:23
Cap. 9:

Un bel mattone di storia, ma non perché non sia bella, più che altro perché, come avevi accennato nell'introduzioni, i temi trattati sono delicati e difficili da digerire, anche perché sanno essere purtroppo molto attuali.
Mi è piaciuto tutto di questa storia, i personaggi magnificamente delineati, Fox l'ho adorato come poche cose al mondo, i dialoghi sono magistrali, i pezzi del puzzle si incastrano alla perfezione per tutta la narrazione. Mi sono piaciuti un sacco i figli di Greg, il loro modo di difendere il padre, l'amicizia profonda che traspare tra Greg e Sherlock, la lieve nota di umorismo che comunque appare quando dialogano, anche se in momenti non sempre felici.
Mi è piacuto molto John geloso e come improvvisamente si spaventi all'idea che Sherlock possa avere una sua sessualità e degli interessi diversi e che in qualche modo lo escludano dalla vita del consulente investigativo.
Una storia davvero bellissima, ti avrà fatto penare un po' ma il risultato è sorprendente. L'ho adorata. Complimenti.

Recensore Master
01/04/19, ore 17:40
Cap. 3:

Certo che quello Sh seduto in poltrona, con le mani giunte sotto il mento e gli occhi chiusi, appare come un monumento ai desideri di John che approfitta della momentanea “assenza” del suo coinquilino per cercare indizi del probabile tradimento del consulting con l’avvenente sconosciuto.
Altro che lo sbandierare “Io non sono gay” dietro a cui si trincera come fosse una maschera…Addirittura lo fai “scannerizzare”, con lo sguardo, la pelle lattea del presunto fedifrago alla ricerca dei segni di una notte di passione, ma non ottiene alcun risultato in merito.
Il momento particolare viene interrotto dall’ingresso di Greg che ci fa ridiscendere nei meandri inquietanti del caso che li sta occupando, ed annuncia un altro suicidio dello stesso tipo del precedente.
Immediatamente dopo fai arrivare al 221b un personaggio inaspettato e sorprendente perché è George Lestrade, figlio adolescente dello yarder.
Ecco, a tal proposito, io penso che questo inserimento nella storia sia un punto forte, perché ci avvicina ancora di più a quella figura fantastica per la sua umanità e comunicatività che è Greg.
Dunque, con quest’invenzione narrativa hai operato proprio una buona scelta, secondo me, proprio per il motivo che ti ho scritto sopra, al quale dai, come ho potuto constatare, un interessante risalto nella long successiva a questa e cioè “Dalle ceneri…”.
Il ragazzo assiste stupito a quello che tu, giustamente definisci “siparietto”: “…Se ascoltassi il tuo intuito…”. Apparentemente potrebbe sembrare, dall’esterno, una normale discussione, forse un po’ sopra le righe, tra due colleghi di lavoro, ma, noi cultori di Sh, di John e della Johnlock, sentiamo che il discorso ed il tono di Holmes hanno tutt’altra valenza e cioè sottintendono, secondo me, il loro eterno problema, di qualcosa che viene ignorato e messo a tacere ma provoca sempre più dei momenti di scontro.
Sì, perché conosciamo bene il carattere di John, accogliente e generoso sicuramente, ma non possiamo non considerare la rabbia che cova dentro di lui, nel sentirsi travolto dall’insicurezza e dalla sensazione d’inadeguatezza di fronte all’ingombrante figura del suo coinquilino di cui, non c’è dubbio, è innamorato perso.
Da parte sua anche Sh sembra aver perso qualche sfumatura della sua baldanza, perché lo percepiamo come tormentato ed il motivo, chiaramente, è lo stesso di Watson.
Quando va in scena la gelosia di John, poi, è uno spettacolo davvero coinvolgente, perché lui non riesce a tacere quello che vorrebbe nascondere.
Tu hai elaborato, per questa storia, delle ghiotte occasioni, in tal senso, ed è il bel chitarrista che è passato per il 221b che stravolge tutte le certezze di John.
Certezze che riguardavano l’indiscutibilità delle sue avventure anonime, ma la vera crisi è arrivata, come bene metti in evidenza tu, dal rendersi conto che anche Sh, se vuole, è perfettamente libero di gestirsi una vita sentimentale con altri, visto come a Baker Street si è ormai fossilizzati nei malintesi e nelle paure reciproche.
Tra i due, comunque, fai apparire Sh come il più lucido dei due, che lancia evidenti segnali quasi di rimprovero a Watson sul suo coinvolgimento e sul fatto che deriva proprio da lui, dal medico, il chiaro rifiuto ad un impegno nel senso meno fraintendibile possibile (“…Lo dici sempre anche tu…”).
Così si ritorce contro John il suo eterno sostare in una specie di limbo in cui egli si crogiola nel non prendere decisioni che potrebbero liberare la sua vita da molti ostacoli e zone d’ombra. Quel segno rosso sul polso di Holmes è l’ulteriore prova della confusione e del disorientamento che Watson ha nel suo cuore e nella sua mente.
È, comunque, grazie al tuo modo di raccontare lucido e preciso, anche quando scendiamo nell’introspezione che ci aiuta a capire meglio i comportamenti dei personaggi, che riusciamo a definire le situazioni in cui si succedono le vicende.
Ciò che fanno John, Sh od altri non è mai “buttato lì, ma ha le sue radici in un credibile terreno psicologico che tu sai perfettamente sondare.
Non sono mai semplicistici i gesti che animano la scena, tutto si può ricondurre, come possibile, a situazioni reali, dunque credibili.
E questa tua capacità di rappresentare non banalmente l’animo umano si può ritrovare anche in un personaggio secondario e completamente nuovo, dunque di difficile costruzione e cioè George, un ragazzo cui, via via tu stai dando un’interessante connotazione.
Molto significativo il modo con cui chiudi questo capitolo, con quel portone che Sh chiude sbattendolo. “Uno schiaffo in pieno viso”, come esattamente lo definisci, che va ad aumentare i complessi di colpa di John nei confronti di se stesso e della sua incapacità di superare la distanza tra le sue paure e Sh.
Interessanti ed utilissimi quegli interventi in corsivo con cui rappresenti la “voce della coscienza” di Watson, che, mi pare di capire, quasi sempre hanno il timbro scanzonato e senza pregiudizi di Harry, la sorella.
Quasi sicuramente te l’ho già scritto ma perché non mettere in evidenza ciò che dà originalità e spessore alla tua storia…

Recensore Master
27/03/19, ore 01:03
Cap. 2:

Torno da questa storia che ho lasciato tempo fa, diretta verso altri lidi, non per disinteresse, ma per cercare di tenere aggiornata quella dannata lista delle “Storie da recensire” che è il mio cruccio e la mia gioia di lettrice.

Ci sono di nuovo a leggere “Fenix” perché, come ho già scritto nella precedente recensione, mi piacciono gli orizzonti che si aprono, le tematiche che s'intrecciano, certamente non banali, il tuo modo di scrivere così efficace e...la presenza della Johnlock di cui io sarò sempre una convinta sostenitrice.

Avrei dovuto, a rigor di logica, occuparmi prima di questa e poi dell'altra tua long "Dalle ceneri..." che ne è il seguito, ma da te la trama non sovrasta mai le interazioni tra i personaggi, lo sviluppo delle loro relazioni interpersonali, perciò non mi sono posta particolari problemi adesso invertite l'ordine logico nella successione delle mie recensioni.
Il capitolo si apre con la desolazione in cui sta naufragando un appuntamento di John con una ragazza, una certa Annette.
La serata non sta certamente procedendo bene e non solo per il fatto che lui non abbia alcuna voglia di realizzare “qualcosa” ma proprio perché, molto probabilmente, è la prima volta che sente il vuoto di quel suo trovarsi con una donna qualsiasi per avere una soddisfazione fisica. Puramente fisica, perché ora, è questo il problema che tu metti bene in evidenza, John si scopre ad analizzare il comportamento di chi ha davanti ed a sentirsi deluso dalla sua pochezza. Inoltre Annette ha la pessima idea di criticare, in modo superficiale, Sh (“…Io penso che sia solo un tipo molto strano…”).
Ed, inaspettatamente in John monta una rabbia immotivata contro la ragazza che, tutto sommato, ha, come unica colpa, l’essere solamente disposta ad lasciarsi coinvolgere in un’avventura sentimentale.
Mi piace il progressivo incalzare delle argomentazioni con cui il medico crea, intorno ad Holmes, una specie di barriera protettiva, quasi considerando Annette non sufficientemente sveglia per comprendere l’esatta “portata” di un tipo come il consulting. Infatti lui si definisce “collega” di quello che “non è un semplice detective”, e le ricorda il suo passato militare che gli permette di fruire, nelle indagini, di una maggiora capacità d’azione. Insomma lo fai “schierare”, inconsapevolmente, a difesa di chi gli sta, indirettamente, ovvio, rovinando la serata.
Sicuramente hai espresso così, con il nervosismo di Watson, in “libera uscita” dal 221b, la presenza di Sh nei suoi pensieri, che sta diventando sempre più ingombrante nei confronti di altri contatti umani di tipo sentimentale.
Ma il punto forte del capitolo è ciò che succede quando lui rientra a casa e viene accolto da un qualcosa che lo destabilizza completamente: un ragazzo che esce dalla doccia, uno Sh che indossa solo la vestaglia. Lo sguardo di John fonde i due dati visivi in una possibile realtà che lo agghiaccia: il consulting ha un amante.
E qui fai abilmente cominciare una danza vorticosa di pensieri che vanno a scontrarsi nella sua mente, frastornandolo di pensieri contrastanti.
Per mettere in risalto il terribile conflitto con le più “voci” della sua coscienza, usi il corsivo, così ci metti, anche visivamente, in grado di cogliere subito il corto circuito che sta facendo impazzire John.
Impazzire, però, non dal punto di vista dell’equilibrio mentale in genere, ma impazzire di…gelosia.
Sì, perché ciò che lo sconvolge è solo la rabbia di vedere un altro così in confidenza con Sh e proprio in una serata come quella, in cui lui ha abbandonato “il campo di battaglia” per colpa di Sh, cioè a causa del pensiero costante che ormai lo tormenta e che lui “traveste” con l’alibi della sua eterosessualità.
Ma, tant’è, l’unica cosa chiara al suo inconscio è che è innamorato perso di Sh ma non vuole ammetterlo.
Un capitolo, questo, svelto, che scivola via avvincente e piacevole.

Recensore Veterano
25/02/19, ore 00:38
Cap. 9:

Ho appena finito di leggerla ed è splendida!!! Splendida, come le altre tue storie❤️. Mi sto abituando, quando vedo che pubblichi qualcosa so già che avrò davanti una lettura davvero bella e coinvolgente.
Adoro come hai trattato il tema del bullismo che non è mai facile da affrontare ma come sempre tu hai usato tutto il tatto ed il sentimento che merita.
Adoro George, così risoluto ed intelligente che aiuta la sorella e chiede aiuto quando le cose non migliorano. Un tipetto sveglio che anche con la paura della sua età fa il possibile per fare la cosa giusta ed aiutare la sorella e la sua famiglia.
Molto toccante anche Lizzy, il suo disagio interiore, la sua disperazione e la voglia di farla finita, per fortuna c'era Fox( che continua sempre di più a piacermi). Il suo rispondere ala madre di non metterla in mezzo, e di farsi un po' un esame di coscienza visto che dà sempre la colpa all'ex marito per la colpa di tutto quando invece proprio lei lasciava soli i figli per andare a farsi ripassare.
E Mycroft? Il governo inglese dagli occhi e il cuore di ghiaccio che alla fine con poche e semplici parole rimette tutti al proprio posto,facendo trasparire quanto tenga a suo fratello, quanto rivede di lui e Sherlock in Lizzy e John e quando dia atto a Greg di essere un buon padre, ben diverso dal padre degli Holmes.
Mi sembra anche di aver percepito che il governo inglese non sia del tutto immune al fascino del commissario di Scotland Yard 😏😏😏.
E poi ci sono loro... I miei due patati stupidi e innamorati
Una statua ad honorem al paziente anziano di John che gli fa aprire ancora di più gli occhi. Cosa nasconde la tua rabbia John? Amore? E allora non tenere tutto dentro e affronta la battaglia, sei un soldato no? E poi lo dice anche Fox, sono le menzogne ed i silenzi ad allontanare le persone non la verità. Perché John è geloso, geloso di come ha visto comportarsi Sherlock con un altro uomo, pensando di fosse andato a letto, pensando che il sociopatico consulente investigativo sposato col suo lavoro avesse invece delle pulsioni ed avesse trovato qualcuno con cui dargli sfogo, qualcuno che non fosse lui.
E meno male che c'è la voce di Harriet a farlo ragionare... Eh già.. Perché Johnny ti puoi fartele ripassare tutte e Sherlock no?? Tu te le ripassavi per non pensare a lui, vero? Per convincerti che andava bene lo stesso, perché pensavi che non saresti mai stato alla sua altezza vero? Mi intenerisce sempre questa cosa di John di non sentirsi mai abbastanza, di sminuirsi sempre quando invece Sherlock letteralmente lo adora ed ama. Se John Watson si vedesse con gli occhi di Sherlock Holmes..... Capirebbe quando è una persona speciale.
Amo come ha preso in mano la situazione, quando finalmente ha detto noi siamo una coppia, da sempre, e se mi voi vicino non allontanarti, nonostante Moriarty e la sua minaccia di bruciarti il cuore. Lasciami stare al tuo fianco. Hanno entrambi paura di perdere l'altro, e si amano così tanto! ❤️❤️❤️E bellissima la scena di John che si alza dal letto di malavoglia( e chi vorrebbe alzarsi da letto con Sherlock spalmato addosso?) e chiama Harriet.
Ha ascoltato quello che nascondeva la sua rabbia, ha detto la verità sui suoi sentimenti ed è riuscito a fare pace col suo passato ed ora è pronto x un bellissimo nuovo inizio anche se l'ombra di Moriarty mi inquieta sempre e non mi fa stare tranquilla.
Grazie per avermi commosso in più occasioni durante questa storia.
Alla prossima, un abbraccio Pri
Ps:sono sempre più curiosa, non vedo l'ora tu la finisca per poter leggere anche la long a capitoli. 🤩

Recensore Master
24/02/19, ore 20:22
Cap. 9:

Ho lasciato per l'ultimo capitolo alcune considerazioni riguardo al personaggio di Harry, in un primo momento volevo farlo subito (ovvero capitoli e capitoli fa), ma arrivando alla fine con la lettura mi sono resa conto invece che era meglio lasciare il tutto per il finale che conclude anche un altro aspetto della trama, che è stato per qualche capitolo messo da parte.

Nel primo capitolo ci viene lasciato intendere che John ha vissuto una situazione non dissimile da quella di George Lestrade, costretto da varie situazioni a doversi preoccupare per un possibile suicidio della sorella. Ci mostri con la tua solita chirurgica precisione che la cosa sconvolge tantissimo John, al punto da fargli offuscare la sua capacità di giudizio. Avevo pensato, allora, che questa persona fosse proprio Harry e infatti andando avanti con la lettura ci si rende conto che è proprio così che stanno le cose. Non sappiamo quelle che sono le varie situazioni familiari di John, ma quello che è chiaro che Harry ha vissuto dei momenti bui dai quali è uscita anche grazie a John. E questa telefonata che John fa alla fine e in un momento particolare ovvero dopo aver fatto l'amore con Sherlock per la prima volta, chiude un po' un cerchio. Un cerchio che hai aperto all'inizio lasciandoci porre delle domande a riguardo, e che hai chiuso ora. Alla fine. Harry è stata una presenza costante all'interno della storia, fungeva da coscienza di John. Era lei a parlare dentro la sua testa a guidarlo e a giudicarlo in tutte le cose che diceva o faceva. Lei è stata una protagonista pur non essendo mai completamente apparsa, almeno non fino alla fine. E questa telefonata nella quale ci vengono dette tantissime cose, pur essendo tutto sommato molto breve, trovo che sia la perfetta conclusione di questa bellissima storia. Emozionante, appassionate, giocata anche sul filo della tensione e ovviamente scritta davvero benissimo, come tutti i tuoi lavori. Ora, so che c'è anche Into Darkness già completa, ma non so onestamente quanto ci metterò a leggerla. Ho voluto divorarmi questa in questa domenica, ma per le prossime non so dire quando mi farò viva. Quel che è certo che è le leggerò, intanto complimenti e grazie per averla ri-editata e ri-pubblicata su Efp.

Koa

Recensore Master
24/02/19, ore 20:14
Cap. 8:

Ciao, eccomi qui a recensire questo ottavo e penultimo capitolo. Avrei potuto commentarlo anche oggi, ma ci tenevo a fare le cose per bene e non a sbrodolare parole a caso. E poi ho davvero tante cose da dire.

Prima di tutto, ora della fine la situazione si è risolta per il meglio ma i nodi non sono del tutto sbrogliati e questo è molto verosimile per un caso tanto complesso. Nel senso che il sito in sé è stato chiuso, i colpevoli arrestati e si spera che nessun ragazzino venga più istigato al suicidio (anche se è una prospettiva fin troppo ottimistica la mia, me ne rendo conto), almeno non da quella setta nello specifico dato che ha fatto vittime in tutta Europa. La figlia di Greg è sana e salva e va tutto bene. Naturalmente con Moriarty le cose non sono ancora chiuse e qui apro una parantesi, breve non temere. In un primo momento mi sono detta che far iniziare una storia tra Sherlock e John a questo punto della trama, ovvero subito dopo The Great Game, significava che sarebbero arrivati a Reichenbach e a dover decidere per il salto giù dal Barts. Cosa che di per sé è drammatica, ma che lo diventa ancora di più se si pensa a dove decidere di mentire a John dopo avergli dato tutto quanto e soprattutto dopo avergli promesso che non l'avrebbe lasciato mai più indietro per proteggerlo da Moriarty. Per come invece si sono evolute le cose e considerato che ora I Los Errores daranno la caccia a Moriarty, con l'aiuto di Sherlock, credo si possa dire che quei fatti non avverranno più. Convinzione che ormai è consolidata, ormai ne sono più che sicura ecco. E spero di non sbagliarmi perché significa dare a Sherlock e John un futuro immediato ben diverso da quello che conosciamo. In questo senso, questo caso è arrivato a proposito. Fine della parentesi.

Altra cosa che mi è piaciuta è come è cambiata la prospettiva riguardo Fox. All'inizio credevamo tutti, ma perché era John a esserne convinto, che Sherlock e quel ragazzo fossero andati a letto insieme e che poi si fosse intrattenuto anche con quel ragazzo punk, nel vicolo. Ma scoprendo che in realtà si trattava di Fox la mia convinzione in proposito si era già disgregata, e ne ho avuto la conferma dopo questo capitolo. In realtà il punto di vista è così ben filtrato su John che non potevo non vedere le cose per come le guardava e percepiva lui. Ora però sapere la verità ci ha fatto capire un po' meglio Sherlock. Uno Sherlock dedito al lavoro di detective, che ha passato una notte intera a studiare i social della ragazza morta. Uno Sherlock che ama profondamente John e al punto da non volere nessun altro nella propria vita, nemmeno una stupida avventura. Avevo visto giusto anche riguardo Fox, nel senso che era evidente che non aveva preso John in simpatia. Ma lo capisco e mi rendo conto che per Sherlock non dev'essere stato facile convincerlo che in realtà John non voleva fargli male e che quell'episodio è stato un incidente, un caso isolato che non si ripeterà più. Spero che Fox se ne sia convinto realmente. Quel che è certo che John è profondamente pentito e si vede anche dal fatto che si scusa adesso e per una terza o quarta volta. John è davvero splendido e qui l'ho adorato perché finalmente accetta quello che prova per Sherlock e dice a voce alta quelle che erano le sue paure e i suoi sentimenti. E finalmente, aggiungerei.

Il loro parlarsi è sincero, pur non essendo costellato da grandi dichiarazioni o "ti amo" vari e comunque sempre graditi dalla sottoscritta. Ho notato, a questo proposito, che difficilmente ci sono scene romantiche nelle tue storie. Tendi sempre più a farli parlare, a chiarirsi e a lasciare il resto al sottotesto o comunque al futuro (non scritto). Qui è la stessa cosa, John non dice di amare Sherlock, ma Sherlock capisce comunque che il sentimento che prova è profondo e sincero. A John è sufficiente ad accennare alla coppia per far capire a Sherlock di volere quello che entrambi sanno benissimo cosa essere, ovvero una relazione romantica e sessuale, un rapporto profondo e intimo come tutti e due sognano. E questa volta infatti si dicono tutto e ho trovato toccante il dolore di Sherlock. Il suo terrore che Moriarty faccia qualcosa a John, è emozionante. Tanto quanto il coraggio e la determinazione di quest'ultimo, specie nel momento in cui non cede alla paura o alla logica schiacciante di Sherlock, ma gli fa capire che in due sono più forti e che Moriarty non vuole fare altro che allontanarlo da coloro che ama e farlo sentire solo. E quest'ultima cosa è verissima, perché Moriarty giocava esattamente su questo aspetto e in un certo senso si può dire che nella serie abbia vinto perché Sherlock è rimasto solo e gli ha proprio bruciato il cuore come gli aveva promesso nella scena della piscina. Ma qui Sherlock non cade nella trappola del ragno, anzi si lascia convincere da John a far cadere la maschera. E per farlo di nuovo tira in ballo il rapporto splendido che Sherlock ha con Lestrade, l'amicizia profonda e sincera, fatta di affetto e stima reciproca e che è culminata in questo salvataggio alla figlia di Lestrade, di cui Sherlock è il primo responsabile. John gli fa capire tutto questo e lo fa con pazienza e parole dirette e schiette. Insomma, nel migliore dei modi e tu sei stata capace di far uscire dalle parole l'amore che provano e la passione che hanno messo in quel bacio e in quel bellissimo e meraviglioso trovarsi.

Corro a recensire anche l'ultimo perché ho altre cosine da dire che ho lasciato per il finale.
Koa

Recensore Master
24/02/19, ore 16:45
Cap. 7:

Dunque, devo confessare una cosa ovvero che il nome di Moriarty me l'ero già fatta nella mia testa mentre leggevo i capitoli passati e devo ammettere anche che non credo potesse esserci nessun altro dietro a tutto questo. Perché Moriarty era il solo a poter ideare e spingere in avanti una follia criminale come questa, un qualcosa di nato (non poi tanto casualmente) da soli sei mesi ovvero proprio dal periodo in cui la sua attività sembrava essersi incrementata. Credo che Sherlock l'avesse intuito già da prima e che parte del suo atteggiamento di rifiuto, il suo cacciare John, fosse dovuto principalmente a questo. Un tentativo di tenerlo al sicuro e di non metterlo in pericolo col Napoleone del crimine per eccellenza. Queste azioni nascondono a mio avviso un grande cuore e un amore sconfinato dietro a un gesto che trasudava invece freddezza e l'essere scostante, quasi disinteressato. Probabilmente John qui capisce tutto quel che c'era dietro a quel modo di comportarsi da parte di Sherlock: "stanne fuori" gli aveva detto e ora capisce che c'era molto ma molto di più sotto. Anzi ne sono più che sicura che ci sia arrivato a tutte le conclusioni a cui doveva arrivare e infatti da qui in avanti l'atteggiamento di John cambierà (sì, ormai l'ho già letta tutta, anzi me la sono proprio divorata se devo essere sincera). Ma per il momento, il nome di James Moriarty salta fuori in questo caso nello specifico e sorprende i presenti. A farlo a Greg è proprio John, un John che non vuole si taccia quel nome nemmeno a Lestrade e che va contro il volere di tutti perché lui lo sa che cosa vuol dire non sapere per essere protetto, ora l'ha capito e non vuole essere all'oscuro di qualcosa se ciò significa essere protetti. Al contrario preferisce sapere di che morte morirà, Mycroft forse direbbe che è il coraggio del soldato... Moriarty la sua stupidità, ma fatto sta che John è fatto proprio così. Lui crede, giustamente, che Lestrade la pensi come lui e quindi vanifica tutti i tentativi di Fox e di Sherlock e Mycroft di tenerlo all'oscuro e glielo spiattella in un attimo e lì l'ho adorato perché John è fatto così, onesto fino in fondo e leale con gli amici e tu sei stata capace di tirare fuori tutto questo in una scena brevissima e davvero molto bella e intensa. Sei stata davvero brava in questo senso e ti faccio i miei complimenti.

Margaret è indubbiamente la protagonista assoluta del capitolo, la sua presenza quasi da antagonista è in grado di oscurare un personaggio importante come Mycroft che nel capitolo passato era stato capace di prendere il centro della scena. Margaret è un personaggio difficile. Nel senso che sarebbe facile accusarla e additarla come una stronza, io pur avendola odiata per buona parte del capitolo, non me la sento di considerarla una antagonista vera e propria. Sì, forse è un po' superficiale, questo sì. Ha tradito il marito invece di stargli vicino e ha preferito la presenza rassicurante di un amante che l'amasse e glielo dimostrasse sempre con i fatti, invece che di un uomo che ama il proprio lavoro al punto da non avere nessun orario. Lestrade è un uomo dedito al dovere e alla causa ed è convinto di viverlo come una sorta di missione che deve portare avanti ovvero fare il detective e svelare assassini, rendere giustizia alle vittime e mettere in galera i criminali. Lo fa delle volte da solo, spesso con Sherlock. E ho amato il modo in cui hai parlato di loro. Si conoscono da tanti anni, più di quelli di John in effetti, ma si vogliono un bene dell'anima pur non ammettendolo. Greg tiene tanto a Sherlock e io sono da sempre convinta che lui per primo shippi Johnlock! XD Ne sono sicurissima ecco... Ma ad ogni modo il suo rapporto con la moglie ne esce a pezzi da tutto questo, e a me fa una pena infinita. Perché quella donna ha cercato di mettergli contro i figli dopo averlo lasciato e tradito più volte con un'altra persona, ma non solo perché lei disprezza tutto quanto persino il lavoro che fa o Sherlock Holmes (che in questo discorso sembra non c'entri nulla, ma in realtà è proprio lei a tirarlo in ballo a un certo punto). Indubbiamente mi spiace come sia andata a finire, diciamo che ora sembra esserne uscito anche difeso dalla figlia che ha una reazione di rabbia comprensibile dopo tutto quello che è successo. Ne esce a pezzi, ma anche più forte. Ha l'amore e la comprensione dei figli dalla sua e amici che hanno salvato sua figlia, quindi direi gli va benissimo.

In tutto questo Sherlock e John vivono una sorta di stallo. Mi pare quasi ovvio che Fox detesti John e che non faccia nulla per trattenersi, ma di questo magari ne parlerò poi. Loro due invece sembrano consapevoli di un qualcosa che poi effettivamente avverrà. Hanno solo bisogno di confrontarsi e di essere sinceri, ma per ora il loro avvicinarsi è già di per sé una manna dal cielo.

Detto questo, tornerò stasera per recensire i capitoli finali. Vorrei farlo ora e in effetti il programma era quello, ma mi rendo conto di essere un po' stanca e di faticare a mettere insieme i concetti, quindi tornerò più tardi. Anzi, mi scuso per eventuali errori.

Alla prossima.
Koa

Recensore Master
24/02/19, ore 16:20
Cap. 6:

Ciao di nuovo, dunque, ci troviamo di fronte un capitolo molto più breve rispetto ai precedenti ma che porta con sé alcuni accenni e qualche considerazione affascinate e che mi divertirò a fare brevemente.

C'è sempre un accenno al passato di Sherlock, che torna di tanto in tanto qua e là, detto da Greg o Fox oppure da Mycroft. John ne sembra quasi frustrato, perché sa di non sapere. Sa di capire soltanto una parte di ciò a cui tutti quanti fanno riferimento e questo perché Sherlock non gli ha detto nulla e Greg ha fatto altrettanto, forse credendo di non dover essere lui a raccontare certe cose. Ad ogni modo John ascolta e tace, parla poco in effetti ma osserva tantissimo. Osserva il modo in cui Mycroft parla, come si rivolge a Greg con un'insolita e mai vista gentilezza. Notando quasi un flirt sul finale, in un accenno alla Mystrade quasi impercettibile e che ho moltissimo apprezzato (perché adoro la Mystrade e ormai lo sanno anche i sassi) e che scivola via quasi non visto, indisturbato. Ultima delle considerazioni che John fa riguardo quello che sta accadendo.

Il caso si infila in tutto questo, ma quello è ormai risolto e ora devono solo pensare a come agire, a come fare per fermare tutto questo. Mi fa sorridere che per Mycroft sia quasi più importante l'informare la moglie di Lestrade di quanto successo, che dei fatti pratici. A quelli penseranno gli altri, non di certo lui che è un uomo teorico e mentale. In questo l'hai delineato perfettamente. Un personaggio acuto, sveglio, simile a Sherlock, ma diversissimo in tante piccole cose come il modo di parlare alle altre persone. Il tatto che usa nel dire le cose, diversa dall'irruenza di Sherlock, dalla sua passione. Mycroft è più apatico in questo senso, lui ha sempre quell'atteggiamento del gatto grasso sdraiato sotto un banco di pesce al mercato che aspetta solo che il pesce gli cada in bocca, quell'atteggiamento lì di chi sa che ha comunque vinto qualcosa o fatto il proprio dovere. Quindi ottimo lavoro con lui, ma anche qui non ne avevo nessun dubbio.

Per quel che riguarda la Johnlock, per adesso viene messa da parte. L'intervento di Mycroft cambia la luce su cui puntare il faro narrativo, sposta gli equilibri e fa si che i pensieri di John si concentrino su altro. Tanto che l'intero capitolo sia un'ode a: guarda quanto è bravo Lestrade. Che tutti lo apprezzino è ovvio, che lo amino come amico e collega ormai lo è altrettanto. Anche da parte di Sherlock, che è restio ad ammettere certe cose. E qui è importante osservare un qualcosa che in effetti avrei già dovuto dire capitoli fa, ovvero come John non ne sia geloso. Come non provi alcun sentimento negativo davanti a questo rapporto di amicizia e conoscenza, anzi ne è felice. Segno che da Greg, John non si sente minacciato. Il che è molto, molto interessante.

Al prossimo capitolo.
Koa

Recensore Master
24/02/19, ore 16:07
Cap. 5:

Ciao, allora... ho più o meno una tonnellata di cose da dire in questa recensione e temo non riuscirò mai a ricordarle tutte. Quindi suddividerò la recensione in parti, di modo da ricordarmi più cose possibili. Anzitutto, fammi dire che è un piacere ritrovare Fox, Sky e tutti gli altri de i Los Errores. Mi pare chiaro che questi tuoi personaggi tu li abbia amati tanto, da inserirli in più fan fiction su Sherlock. E in ognuna la loro presenza è comunque sensata, perché stiamo parlando di situazioni molto diverse tra loro, questo sì, ma è pur sempre Sherlock Holmes e i casi che segue hanno un'identica matrice da giallo/thriller. Il che significa che la loro presenza è giustificata e coerente anche qui, anche se in misura minore. Qui abbiamo solo Fox, che ha un ruolo che per ora non è ben definito. Non è chiaro che cosa ci faccia qui a Londra e perché sia venuto a Baker Street soltanto adesso, ma presumo che stesse indagando sulla stessa organizzazione che ha soggiogato e condizionato tutti quegli adolescenti e che sia ora in contatto con Sherlock.

E a proposito di Sherlock, su di lui mi soffermerò poco perché come ti ho già detto non tutto di lui capisco. Nel senso che è troppo sfuggente il suo atteggiamento. Ora sembra sempre più chiaro che stia davvero tenendo John fuori dal caso perché lo crede troppo coinvolto per poter lavorare con giudizio e distacco, ma ciò che insinua Greg nella scena finale lascia intendere che non sia affatto così. O meglio che non sia tutto qui. Forse l'assenza di John c'entra con la presenza nel caso di Fox? Per come la vedo può anche essere, ma Sherlock continua a sfuggire. Ciò che ritengo comunque positivo è che non abbia ignorato John, ma che gli abbia scritto a un certo punto, dicendogli che era il momento di tornare a casa. Ciò significa che l'insinuazione di Greg è scorretta, almeno se si pensano ai sentimenti, Sherlock non vuole allontanare John per sostituirlo con un vecchio amico. Lo vuole via magari per proteggerlo o per chissà quale altra ragione, ma di certo tiene a lui. Semplicemente è difficile capirlo.

A proposito di John, ho amato la conversazione iniziale con quel paziente. Un bellissimo personaggio che arriva e se ne va subito, una comparsa senza nome e cognome, ma che aiuta John ad andare avanti. A crescere come persona, lo aiuta a capire una cosa importante ovvero che deve lasciare andare la rabbia. Ho amato vedere come l'anziano paziente si fosse rispecchiato in John, come abbia visto se stesso da giovane e John figlio della consapevolezza di poter diventare come lui un giorno, arriva a capire che ha ragione. Che deve lasciare andare la rabbia, altro concetto che si è visto spesso nelle tue storie e che mi piace sempre trovare. Ad ogni modo, quella consapevolezza arriva al momento giusto perché permette a John di non esplodere. Sì, forse c'è del vittimismo nel suo atteggiamento a un certo punto del capitolo, ma è comprensibile e non mi sento di condannarlo per questo. Semplicemente si sente sostituito, messo da parte a pro di qualcuno che vale più di lui (o almeno così crede) uno bello, intelligente, capace e che sembra avere un passato con Sherlock, oltre che un modo di capirsi quasi istantaneo. Tutte cose di cui si scopre invidioso e che vorrebbe per sé, dimenticando o più che altro non sapendo che in realtà Sherlock ama soltanto lui, e questo ormai io lo do per certo. Perché anche se è difficile da capire, do per scontato che Sherlock stia tentando di proteggere anche questo segreto. Certo, si sa ancora troppo poco per poter avere delle certezze a riguardo. Ma per tornare a John, ne esce bene da questo capitolo. Cresciuto, consapevole, anche se arreso. E mi ha messo della malinconia addosso, un sentimento negativo e che per ora non riesco a scacciare. John si sta arrendendo e questo ormai è chiaro. Purtroppo.

Per quel che riguarda il caso, i progressi sono enormi. Ormai si è capito non solo com'è fatta questa organizzazione, ma anche come fare per distruggerla (che è il passo immediatamente successivo a questo). Quindi in questo il caso si è rivelato piuttosto semplice, forse sarà più complesso il distruggere questa rete internet, ma ad ogni modo questo al momento non è importante. Ho trovato bellissimo il rapporto di Greg con i due figli. Un Greg segnato da un divorzio e da una moglie che non l'ha capito, né apprezzato. Un Greg che sì, ha un lavoro impegnativo e che lo porta via per giornate intere, ma che deve esserci e vuole farlo per entrambi i suoi figli. George è un bel personaggio, vedo tanto del padre in lui e mi piace come lo hai delineato (me lo immagino simile anche da un punto di vista fisico), lei invece ben è troppo presto per vedere un carattere adulto delineato. Ma mi piace molto anche lei, anche se si è visto più la sua parte debole qui per colpa dei fatti che le sono successi. Ma mi è piaciuto il piglio con cui ha deciso di uscirne e di dare retta a Peter. Insomma, entrambi sono due OC giovani e riusciti. Complimenti.

Al prossimo capitolo.
Koa

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