Così è arrivata la conclusione di questa storia e, come succede per tutto ciò che ha coinvolto ed è piaciuto, c’è sempre un po’ di dispiacere, ma mi consolo pensando che tu non sparirai certo dalla circolazione e che, quindi, potrai regalarci altri momenti di lettura intensi. |
E così siamo arrivati, come fai dire a John, al momento di "affrontare l'ultima parte della storia".
Per loro, per noi, è chiaro che non siamo gli avvenimenti legati a Fenix ad esigere un riordino razionale, ma qualcosa di più importante.
Ciò lo evidenzi anche da ciò che Sh fa appena mette piede a casa. |
Trovo questo capitolo molto denso di tematiche e di elementi di relazione tra i personaggi che lo rende, secondo me, uno dei migliori. |
Il capitolo ci porta alla presenza di Mister Inghilterra, il cui potere lo esprimi, già silenziosamente, grazie allo sguardo su ciò che lo circonda: basta solo quella "preziosa scrivania in legno di rovere", a porre un netto confine tra lui e gli altri che sono arrivati al Diogene's in forze, appunto in quattro, per parlare con lui e chiedergli una collaborazione che sembra scandalizzarlo nel suo perfetto aplomb.
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Molto ben ideato l'incontro tra John ed il paziente nel quale la voce della coscienza, Harry, identifica il suo futuro se continua a reprimere ciò che sarebbe vitale esprimere. Ovviamente è a Sh che John pensa, a tutto l'inespresso che ha innalzato un muro tra loro e che, ora, sta pericolosamente lanciando segnali d'allarme anche nel suo corpo. Una crepa si è aperta con quel bacio a Sh che è riuscito a sfuggire attraverso il riparo costruito con paure, pregiudizi ma, soprattutto, una scarsissima autostima e tanta rabbia inespressa.
E questo lo fai esprimere con pacata saggezza all'anziano paziente, ben consapevole che non si deve lasciar trascorrere il tempo senza pensare ad intervenire su ciò che non va. |
Il capitolo inizia con uno sguardo a quella che è la vita di John fuori dal 221b e cioè la pratica della sua professione medica. Purtroppo non è certo una situazione stimolante per lui, in quanto costituita dal succedersi di "raffreddori, reumatismi, gastriti". Non ci sono più le situazioni estreme del suo essere un valoroso medico militare, e la stessa scarica di adrenalina, che riceve dalla collaborazione con Sh ai vari casi, sembra affievolirsi per essere sostituita da un grande malessere, da una continua, repressa rabbia. |
Un bel mattone di storia, ma non perché non sia bella, più che altro perché, come avevi accennato nell'introduzioni, i temi trattati sono delicati e difficili da digerire, anche perché sanno essere purtroppo molto attuali. |
Certo che quello Sh seduto in poltrona, con le mani giunte sotto il mento e gli occhi chiusi, appare come un monumento ai desideri di John che approfitta della momentanea “assenza” del suo coinquilino per cercare indizi del probabile tradimento del consulting con l’avvenente sconosciuto. |
Torno da questa storia che ho lasciato tempo fa, diretta verso altri lidi, non per disinteresse, ma per cercare di tenere aggiornata quella dannata lista delle “Storie da recensire” che è il mio cruccio e la mia gioia di lettrice.
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Ho appena finito di leggerla ed è splendida!!! Splendida, come le altre tue storie❤️. Mi sto abituando, quando vedo che pubblichi qualcosa so già che avrò davanti una lettura davvero bella e coinvolgente. |
Ho lasciato per l'ultimo capitolo alcune considerazioni riguardo al personaggio di Harry, in un primo momento volevo farlo subito (ovvero capitoli e capitoli fa), ma arrivando alla fine con la lettura mi sono resa conto invece che era meglio lasciare il tutto per il finale che conclude anche un altro aspetto della trama, che è stato per qualche capitolo messo da parte. |
Ciao, eccomi qui a recensire questo ottavo e penultimo capitolo. Avrei potuto commentarlo anche oggi, ma ci tenevo a fare le cose per bene e non a sbrodolare parole a caso. E poi ho davvero tante cose da dire. |
Dunque, devo confessare una cosa ovvero che il nome di Moriarty me l'ero già fatta nella mia testa mentre leggevo i capitoli passati e devo ammettere anche che non credo potesse esserci nessun altro dietro a tutto questo. Perché Moriarty era il solo a poter ideare e spingere in avanti una follia criminale come questa, un qualcosa di nato (non poi tanto casualmente) da soli sei mesi ovvero proprio dal periodo in cui la sua attività sembrava essersi incrementata. Credo che Sherlock l'avesse intuito già da prima e che parte del suo atteggiamento di rifiuto, il suo cacciare John, fosse dovuto principalmente a questo. Un tentativo di tenerlo al sicuro e di non metterlo in pericolo col Napoleone del crimine per eccellenza. Queste azioni nascondono a mio avviso un grande cuore e un amore sconfinato dietro a un gesto che trasudava invece freddezza e l'essere scostante, quasi disinteressato. Probabilmente John qui capisce tutto quel che c'era dietro a quel modo di comportarsi da parte di Sherlock: "stanne fuori" gli aveva detto e ora capisce che c'era molto ma molto di più sotto. Anzi ne sono più che sicura che ci sia arrivato a tutte le conclusioni a cui doveva arrivare e infatti da qui in avanti l'atteggiamento di John cambierà (sì, ormai l'ho già letta tutta, anzi me la sono proprio divorata se devo essere sincera). Ma per il momento, il nome di James Moriarty salta fuori in questo caso nello specifico e sorprende i presenti. A farlo a Greg è proprio John, un John che non vuole si taccia quel nome nemmeno a Lestrade e che va contro il volere di tutti perché lui lo sa che cosa vuol dire non sapere per essere protetto, ora l'ha capito e non vuole essere all'oscuro di qualcosa se ciò significa essere protetti. Al contrario preferisce sapere di che morte morirà, Mycroft forse direbbe che è il coraggio del soldato... Moriarty la sua stupidità, ma fatto sta che John è fatto proprio così. Lui crede, giustamente, che Lestrade la pensi come lui e quindi vanifica tutti i tentativi di Fox e di Sherlock e Mycroft di tenerlo all'oscuro e glielo spiattella in un attimo e lì l'ho adorato perché John è fatto così, onesto fino in fondo e leale con gli amici e tu sei stata capace di tirare fuori tutto questo in una scena brevissima e davvero molto bella e intensa. Sei stata davvero brava in questo senso e ti faccio i miei complimenti. |
Ciao di nuovo, dunque, ci troviamo di fronte un capitolo molto più breve rispetto ai precedenti ma che porta con sé alcuni accenni e qualche considerazione affascinate e che mi divertirò a fare brevemente. |
Ciao, allora... ho più o meno una tonnellata di cose da dire in questa recensione e temo non riuscirò mai a ricordarle tutte. Quindi suddividerò la recensione in parti, di modo da ricordarmi più cose possibili. Anzitutto, fammi dire che è un piacere ritrovare Fox, Sky e tutti gli altri de i Los Errores. Mi pare chiaro che questi tuoi personaggi tu li abbia amati tanto, da inserirli in più fan fiction su Sherlock. E in ognuna la loro presenza è comunque sensata, perché stiamo parlando di situazioni molto diverse tra loro, questo sì, ma è pur sempre Sherlock Holmes e i casi che segue hanno un'identica matrice da giallo/thriller. Il che significa che la loro presenza è giustificata e coerente anche qui, anche se in misura minore. Qui abbiamo solo Fox, che ha un ruolo che per ora non è ben definito. Non è chiaro che cosa ci faccia qui a Londra e perché sia venuto a Baker Street soltanto adesso, ma presumo che stesse indagando sulla stessa organizzazione che ha soggiogato e condizionato tutti quegli adolescenti e che sia ora in contatto con Sherlock. |