Recensioni per
La neve sui ricordi
di alessandroago_94

Questa storia ha ottenuto 12 recensioni.
Positive : 12
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
24/10/22, ore 20:51

Ciao Alessandro.

Torno qui da te per riassaporare uno dei tuoi lavori, così crudi, così veri e illuminanti.

Questo personaggio aveva la possibilità di vivere una vita agiata, ma non era nulla di ciò che voleva.
Avendo vissuto un'esistenza da tossicodipendente, in gran parte per colpa dei genitori, forse avrebbe potuto reinserirsi nella società, ma non era ciò che desiderava.
Non QUELLA società, comunque.
E il fatto di venir rinchiusa dal nonno, non fa che spingerla a scappare.

Certo che però bisogna un po' spuntare una lancia a favore del vecchio: ci ha provato, non con grande convinzione, ovvio... aveva altro per la testa, ahaha.

Ad ogni modo alla protagonista non rimane che essere buttata in un posto da dove davvero non può scappare.
E quei bastardi così al diciottesimo anno di età iniziano ad abusare di lei, tanto si denuda da sola ed è consenziente, vero?
Ma che schifo.

E poi lei fugge di nuovo, uccidendo senza porsi problemi e poi si dà un gran daffare a sopravvivere.

Ma che roba.
Per dire che i tuoi racconti sono sempre completamente realistici, questa ragazza si comporta in modo inaspettato e straordinario.
Essendo stata una drogata, tutti si aspettavano che lei ci ricadesse subito, come accade alla sua amica e come accade anche a tutti gli altri, invece lei dimostra di avere un forte istinto di sopravvivenza.
Ora che non è più dipendente, capisce che vivere è la cosa più importante e così protegge il suo bambino, anche se lo ha concepito in quel modo orrendo.
Insomma, come Alex anche questo personaggio ha in sé un profondo senso di giustizia, i buoni e gli innocenti vivono e i cattivi muoiono, ben gli sta al vecchio porco.
Nonostante lei sia solo una poveretta, una stracciona, una persona che potremmo dire ' disperata '.
Ma non è, lei sa cosa vuole e alla fine lo ottiene.

Una bella vita tranquilla, un bel marito, dei bei bambini e soprattutto LA LIBERTA'.
E' la cosa più preziosa e lei questo ce lo ricorda.
Non importa chi sei, dove sei o cosa fai: conta solo che tu sia felice e non sarai mai felice se non sei libero.

Mi fa ridere che lei inizia la storia quasi in modo poetico con la neve e alla fine della storia in pratica dice ' chissenefrega '.
Infatti, come la neve anche i ricordi brutti se ne vanno e va bene così.

Come sempre bravissimo, coraggioso e durissimo contro il male, complimenti!

Recensore Master
21/03/20, ore 10:18

Mi hai fatto fare un viaggio nella mente, nei sentimenti di una ragazza che ha toccato il fondo e poi è riuscita a rialzarsi, a modo suo. Non sempre la redenzione è la salvezza. La ragazza si è salvata, ha pagato ed è rinata in un mondo che le offre la libertà tanto agognata. Molto ben scritto, complimenti.

Recensore Master
21/03/20, ore 01:12

Io l'ho letta adesso, tutta d'un fiato, perché con la tua scrittura non si può fare altro che così.
Agganci il lettore e lo trascini via con te, impossibile liberarsi.
Questa ragazza era talmente viva da poterla quasi sfiorare.
Grazie per questi minuti di profondo ardore, dove si è talmente rapiti dalla lettura che non esiste niente altro.

Recensore Master
04/01/20, ore 12:08

Ciao caro^^
Un altro racconto molto crudo, non deve essere stato facile affrontare tematiche così complesse e delicate. Una storia orribile per la protagonista, un'esistenza di dolori e sofferenze, segnata già dalla nascita.
Sei riuscito a rendere molto bene l'orrore e lo squallore di questo mondo, la dipendenza e l'assuefazione alla droga che imprigionano le vittime in un vortice senza via d'uscita.
La sfortuna della protagonista è stata anche quella di non trovare nessuno disposto ad aiutarla, ritrovandosi come una reietta della società, dove il suo destino è già deciso. La scena finale, in questa precaria tranquillità, lontano dal tormentato passato, lascia comunque una profonda sensazione di tristezza e inquietudine.
Complimenti anche per lo stile, freddo e graffiante, che esprime a pieno il dolore e la disperazione racchiusi in queste righe.
Alla prossima! :)

Recensore Junior
09/11/19, ore 13:39

Seconda recensione premio per il contest “Ero lì quando…” di Ghostmaker


La vita di una persona, molto spesso, è condizionata dall’ambiente in cui vive e sono soprattutto i figli quelli che osservano il mondo con gli occhi distorti dalla condizione in cui sono messi al mondo. C’è un desiderio di che traccia l’intera storia di Bernadette ed è la ricerca della propria libertà che cozza con la società in cui vive. Per paradosso, vive i suoi migliori anni dell’infanzia proprio nel degrado, forse perché è l’unica cosa che conosce, forse perché per lei la libertà è la quotidianità ed è nel momento in cui perde la parte stabile (i genitori delinquenti) che tutto cade a pezzi. In fondo è scioccante fare questo tipo di osservazione perché ti domandi dove sia l’errore nel cercare di portare aiuto a una ragazzina disadattata, preda delle droghe e totalmente fuori dalla civiltà convenzionale. Ma la risposta al quesito ci è fornita proprio dalle persone che incontra Bernadette al di fuori della “civiltà”: Jason e Jessica, le uniche due che l’hanno ascoltata senza il pregiudizio o la “finta” carità mostrata dalle istituzioni (che qui sono anche il vero danno per la ragazza). Certo, gli aiuti non sono mancati, ma sono sempre partiti dal presupposto che non ci fosse niente di giusto in Bernadette; il ricovero e la fase di astinenza sono un esperienza devastante, eppure erano riusciti a togliere la parte peggiore della ragazza, ovvero il vizio che le avrebbe tolto la vita, prima o poi, ma anche in questo caso (tralasciando il medico sporco dentro e fuori molto di più di lei) il percorso prevedeva la cancellazione dell’identità della ragazza, come aveva fatto anche il nonno impartendo ordini non per la “salvezza” della nipote, ma per proteggere la propria notorietà dalla voce della gente.
Era inevitabile, l’esplosione di Bernadette, sempre più incastrata e legata a regole che non può comprendere se non sono spiegate, la frustrazione di una ragazza, diventata adulta, nello scoprire che chi ti aiuta nella “città civile” ha sempre un secondo fine e che soltanto la propria libera scelta le può garantire la libertà (anche se molesta).

Il racconto coglie molti punti su cui pensare, magari non riusciamo a entrare realmente nella mente di Bernadette, ma ci avvicina maggiormente a persone che hanno bisogno del vero aiuto, quello in cui non si dice cosa non si deve fare, ma si spiega perché non è giusto. Magari non riusciremo lo stesso ad aiutare Bernadette, ma certamente non le creeremmo problemi sui problemi che già affronta quotidianamente.

Alla fine, il paradosso, è proprio completato con le sue parole nelle quali leggiamo felicità per essere diventata come erano i suoi genitori e non come vogliono gli altri.

Bello e intenso, come tutti i tuoi racconti.

Recensore Veterano
15/06/19, ore 10:37

Ciao! E' la prima volta che leggo qualcosa di tuo e ne sono rimasta davvero affascinata. Innanzi tutto ti faccio complimenti per il tuo stile di scrittura, si vede che è una passione che coltivi con molta cura.
Questa storia mi ha attirata dalle caratteristiche che hai deciso di trattare, affrontandole in una one shot che cattura l'attenzione fin dalle prime righe, portando il lettore a ripercorrere la vita tormentata della protagonista. Lei è un'anima dannata, forse destinata ad essere libera ma comunque schiavizzata dalla droga e dal suo mondo... tuttavia per lei c'è un lieto fine: è riuscita comunque a farsi una famiglia e ad essere felice nonostante gli orrori vissuti.
Di nuovo tanti complimenti!
Un saluto,
Meki

Recensore Master
29/05/19, ore 11:28

Ciao Alessandro,ho letto tutto d'un fiato il viaggio nel cuore disperato di questa ragazza dall'infanzia fino al formarsi una famiglia propria ed una nuova vita. Anche questa volta ho potuto riflettere sulla crudeltá della vita, su quanto possano essere importanti le persone che abbiamo vicino nel nostro percorso. Un sofferenza indicibile per questa povera ragazza. Il tema della droga specialmente nel mondo giovanile è affrontato con realismo e crudezza come si addice alla tematica. Grazie per le riflessioni e forti sensazioni che ho provato, un saluto.
(Recensione modificata il 29/05/2019 - 11:29 am)

Recensore Master
27/02/19, ore 23:47

Una OS complessa e completa, dalle mille sfumature e dalle mille emozioni bravo!
Attraverso i ricordi amari ma raccontati e ricordati con un velo di malinconia dalla protagonista, scopriamo il suo passato di dipendenza, partita come piccola spacciatrice da genitori dediti allo spaccio e uccisi per esso, segue le loro orme tanto per "imitazione di un qualcosa visto e respirato fin dalla culla" quanto perché in verità forse parte di quel mondo, di quel sottobosco di umanità e di quel vivere le piace in fondo.
Lo si capisce non tanto forse quando scappa dal nonno (ma già li la dice lunga che l'espressione più usata in quel pezzo sia "voglio libertà") ma quando, dopo le varie vicissitudini orribili (overdose, astinenza, clinica stessa) riuscita a scappare miracolosamente e fortuitamente senza incidenti dopo aver ucciso il dottore, ritrova il suo compagno di marciapiede e dopo essere scappato è aver ricominciato daccapo, abbiano deciso un po' per rassegnazione (era più facile così) un po' perché era quello che sapevano fare meglio, di tornare a delinquere.
Il presente è stato svelato a poco a poco coi bimbi a cui non augura di avere la sua stessa esperienza (aver visto morti brutalmente i suoi genitori) anche se lo teme, nel profondo anzi ne è quasi certa che finirà così. Sebbene non sia certamente un modello di persona si finisce con l'empatizzare con questa donna stanca ma ancora determinata ad andare avanti per i suoi figli. Mi ha tmricirdato a tratti la figura della regina del sud, una delle più famose narcotrafficanti.
Alla prossima!
Nala

Recensore Junior
27/02/19, ore 14:17

Senza parole, nel senso buono dell'espressione. Crudo e diretto, capace di coinvolgere il lettore. Vera e propria storia che, in fondo, contiene anche un'amara e disincantata riflessione del sogno americano, dell'America come terra di possibilità. Fortissima l'immagine del righello usato per tagliare la droga: l'infanzia che viene sin da subito snaturata. Veramente un lavoro ben fatto.

Recensore Master
27/02/19, ore 13:49

Ciao!
Innanzitutto grazie a te. Hai lavorato tanto a questo racconto e te ne sono grata.
Come sai, leggerti è un piacere per me e continuerò a farlo. Sapere che la mia lettura sia importante per te mi rende davvero contenta.

Hai trattato con maestria e verità tematiche altamente delicate nonché attuali. Una bambina cresciuta nella tossicodipendenza e nella violenza, non può che diventare figlia di queste stesse dimensioni maturate nel tempo.

Ho apprezzato davvero molto l'idea del rimembrare il passato, correlandolo con il presente che deriva essenzialmente da tutto ciò che ha subito Bernardine.

Complimenti, Ale.
Come sempre, hai dato il meglio di te.

E grazie di cuore.
<3
-Bigin

Recensore Junior
27/02/19, ore 07:59

Un testo vero e drammatico, pieno di tristi consapevolezze.
Credo che il senso di tutta la storia sia racchiusa in una frase scritta nella prima parte.
"Sono certa che morirò come i miei genitori; la nostra è una maledizione di famiglia."
Come se fosse qualcosa al di fuori di loro. Come se i suoi genitori non avessero mai potuto fare niente e lei non abbia via di scampo. Non è contemplato un cambiamento di stile di vita, tanto ormai l’universo ha deciso per lei.
Giovane nata nella polvere che non prende in considerazione il rialzarsi e che quindi dà per scontato di finire anche lei nella polvere.
L'aspetta quasi impaziente quella pallottola che la ucciderà, stessa fine dei genitori. La fortuna che ha avuto nel capitare in una famiglia benestante (che comunque era sangue del suo sangue) non l'ha mai distratta dal binario che ha sempre seguito, quello della polverina bianca. Per quanto magari possa essere stato un ambiente opprimente, lei non pensa al futuro e non riesce a vedere al di là della sua reltà. Comprensibile per l'età e per la mente annebbiara da quel desiderio che la logora dentro.
Bella storia, complimenti. 

Recensore Master
26/02/19, ore 21:54

Ave AG, passo al volo .. la bambina tormentata che diventa grande e passa le macerie, alcune tematiche di cui hai scritto in questo pezzo sono davvero complesse come la giovinezza, la dipendenza dalle droghe, il fumo, citandoti ma il lavoro è magnifico, forse uno dei pezzi migliori .. acuto per spessore, sintassi e dialoghi .. Chapeau JQ