Recensioni per
Herz aus Stahl
di Saelde_und_Ehre

Questa storia ha ottenuto 199 recensioni.
Positive : 198
Neutre o critiche: 1 (guarda)


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Nuovo recensore

Forse su Efp no, peró il tema del fare del male ad altri senza essere dei mostri è presente per esempio già in Schlink e ne La banalità del male. Non è credibile neanche l'esatto opposto, che qui tutti abbiano un palo di rettitudine morale piantato su per il..., che facilita l'identificazione dei personaggi. Professare alti ideali e mantenerli, senza scadere nel vittismo.
Se questo tema compare sul principale sito di fiction italiano senza una recensione negativa strettamente legata a esso, non c'è da menare troppo il torrone. È positivo.
(Recensione modificata il 29/05/2019 - 11:48 am)

Ciao carissima^^
finalmente qualcosa che ci fa vedere l'esercito tedesco come un insieme di uomini uniti da un ideale comune e non come sadici/deviati/pazzi/succubi plagiati e incapaci di critica/segreti traditori del Regime/altro a scelta.
Francamente non ne potevo più di questa vulgata di stereotipi beceri.
Peraltro, plaudo anche al fatto che i tuoi personaggi sono uniti da rapporti profondi, ma li subordinano al conseguimento del risultato finale.
Sono persone, in ultima analisi, con virtù e debolezze, dipinti in modo realistico, senza esagerazioni ma anche senza essere caricature di un'immagine che non ha mai corrisposto alla realtà.
Diciamocelo: la tua storia è una ventata di aria pura!^^

Ciao Saelde,
la volta scorsa ho definito questa storia come un capolavoro, ma forse il concetto è fin troppo limitativo: ripeto, se fossi un editore ti pubblicherei a spron battuto e farei più baiocchi della Rowling con Harry Potter. Questo doppio capitolo sette l’ho semplicemente adorato: il modo in cui questi due s’incontrano, si avvicinano, si sfiorano, giungono a un a sorta di vertice rovente poi di nuovo si allontanano, per timore, per turbamento, per incapacità di gestire una situazione sicuramente illecita e ritenuta disonorevole per la mentalità del tempo… superbo, non c’è che dire. Una delle cose migliori che ho letto – e sto ancora gioiosamente leggendo – su questo sito di narrazione. Unica perplessità, forse, è che i protagonisti mi sembrano un po’ troppo giovani per i gradi che ricoprono e forse anche per la grande capacità introspettiva che dimostrano. Per il resto, solo plausi, 92 minuti di applausi come per la mitica corazzata Potemkin di fantozziana memoria, con la differenza che qui non siamo di fronte a un film barboso ma a un capolavoro avvincente, assolutamente avvincente. Come avrai visto, è da questa mattina che vado avanti a leggerti e ancora non riesco a staccarmi: saper avvincere il lettore, dote rara, che tu dimostri di possedere in pieno.
Menzione speciale per le bellissime descrizioni dei luoghi, dell’incontro ravvicinato sull’erba, e per questo passi in particolare: “Il capitano era sfuggente, elusivo, come se cercasse di tenerlo volutamente a distanza, ma sotto la sua apparente freddezza c’era qualcosa che lo attraeva e lo conturbava, mettendolo al tempo stesso in guardia contro un pericolo non identificato.”
“La pioggia scrosciava senza sosta inondando le strade e le luci dei lampioni nel buio sembravano macchie di tempera a olio:” macchie di tempera a olio, speciale. Ho esaurito la sporta dei complimenti, che dire? Altri 92 minuti di applausi.

Recensore Master

Cara Saelde… basta, ho deciso: questo racconto è un capolavoro, punto. Scritto con grande perizia e conoscenza della storia e mentalità del tempo, filtrando le emozioni e i tratti di personalità dei personaggi attraverso la narrazione degli eventi, senza mai una caduta di tono e con la capacità di gestire e caratterizzare più personaggi al contempo. Basta, se fossi un editore io ti pubblicherei sull’unghia. Avevo molte riserve su questa tua storia, confesso di averla letta sin qui non senza perplessità e resistenze, alcune espressioni tipo “l’aquila polacca fu ghermita dall’aquila teutonica” mi hanno fatto francamente storcere il naso, del resto ognuno di noi ha il proprio background e tocca farci i conti. Ma se si vuole tenere la mente aperta, considerando che il tempo trascorso da questo eventi può aiutare ad approfondire senza mai giustificare e a rileggere senza fare del revisionismo nostalgico, trovo giusto anzi giustissimo questo tentativo, più che mai riuscito, di comprendere la mentalità di un popolo e di un’epoca. La tua narrazione è sempre molto equilibrata, e in questo capitolo ho particolarmente apprezzato il modo in cui von Kleist e Bülher si incontrano, si sfiorano, si attraggono irrimediabilmente. Nello scorrere del capitolo, ho trovato molto interessante l’espediente di focalizzarsi dapprima su von Kleist che entra nel caffè, per poi spostare l’attenzione su Bülher e iniziare questa sorta di danza del corteggiamento tra loro, ove vediamo dapprima un incontro burrascoso seguito dalla reciproca osservazione e notazione di dettagli, per poi continuare con un progressivo avvicinamento – allontanamento – nuovo avvicinamento. L’attrazione procede attraverso sguardi ricambiati con la medesima intensità, spalle che si sfiorano, la percezione del calore emanato dal corpo dell’altro (“Lo sovrastava come un’eclissi, un contatto così serrato che lo portò istintivamente a rabbrividire e a mordersi il labbro inferiore, il corpo ridotto a un fascio di nervi tesi”). Questa tensione procede e si snoda lungo la narrazione degli eventi, nel parossismo dell’esercitazione, fino a giungere allo scioglimento finale: “E in quell’attimo incastrato tra le pieghe del tempo, tutto il resto del mondo intorno a loro scomparve”.
Bravissima, veramente. Continuerò a leggerti con piacere.

Ciao Saelde,
continuo nella lettura e devo dire di aver particolarmente apprezzato il momento dell’inseguimento e cattura dell’ufficiale polacco da parte di von Kleist: francamente mi aspettavo che lo uccidesse sul posto, e invece no. Anche al termine del capitolo, alla fine di una lunga giornata colma di eventi, von Kleist ha un pensiero per lo sconosciuto ufficiale, augurandosi che sia riuscito a salvarsi. Mi è piaciuta la descrizione dello scenario naturale in cui von Kleist si ritrova dopo l’inseguimento, il cuore pulsante del bosco, le foglie che si muovono lievi al vento e gli aromi di una natura ancora incontaminata, che torna a rivendicare il proprio primato sullo scempio compiuto dai bombardamenti. Allora, “per la prima volta dopo giorni… Friedrich si trovò a desiderare di essere altrove”. E qui la sua umanità viene fuori finalmente e in pieno, da sotto la corazza degli ideali e della causa.
Quello che apprezzo di von Kleist è che è di poche parole: spesso ci si perde in tante parole inutili e vuote, che fanno solo un inutile chiasso nella mente. Von Kleist è silenzioso, riflessivo, e questo lo rende in grado di valutare in profondità le situazioni e a riuscire a intervenire senza perdere la calma. Anche se è in ansia, non lo dà a vedere. Bella e ben descritta la scena in cui ritrova e soccorre Hoffmann, sostenendolo e ridonandogli la forza necessaria a portarsi in salvo. Storia mirabilmente scritta e descritta, come sempre.

Recensore Master
25/05/19, ore 09:55

Ciao Saelde! Finalmente ho un po’ di tempo a disposizione e posso riprendere la lettura di questa storia molto ben documentata e scritta. Iniziamo con una lettera ricevuta da Bülher da parte della sorella, e con un ricordo della sua vita prima di arruolarsi nell’esercito, dove si scontrano, come spesso succede, le aspettative della famiglia e i sogni di grandezza di un figlio (siano o meno farina del suo sacco). Direi che è normale per un giovane aspirare a qualcosa di più entusiasmante che restarsene dietro a una scrivania polverosa, portando avanti qualcosa che è stato messo in piedi da altri prima di lui e che non gli appartiene né come frutto, né come ideale. Il prezzo da pagare, quasi sempre, è uno strappo difficile da ricucire. La lettera di Elisabeth nulla dice fra le righe, e diventa portatrice di inquietudine. C’è sempre un’inquietudine profonda in chi cerca una strada diversa, lasciando la via vecchia per la nuova, e anche per Bülher non è diverso. Fortunatamente, a volte si può contrare sulla presenza di spiriti affini, che condividono e comprendono: ma Bülher e von Kleist sono ancora lontani e separati l’uno dall’altro, sicché al momento Bülher può contare solo su se stesso. Intanto l’offensiva avanza e ho molto apprezzato le realistiche descrizioni degli scenari dopo il bombardamento, che mostrano in pieno la crudezza insensata della guerra “contro i nemici della Patria”, anche se i nostri sembrano non ricavarne alcun motivo di riflessione e di ripensamento. Bellissima l’immagine delle Alpi tinte di rosa che affiora nei ricordi del soldato morente. I personaggi di von Kleist e di Bülher sono in realtà molto simili: entrambi taciturni e distaccati, perennemente immersi nei loro pensieri o forse tormenti. Ricostruzione storica come sempre impeccabile. Al prossimo capitolo!
ps: ma tra tanti nomi possibili... proprio Eichmann?
(Recensione modificata il 25/05/2019 - 09:59 am)

Recensore Master

Ave S., ecco tra le avventure e le disavventure della guerra, delle battaglie, in piena operazione Barbarossa alla conquista, un assalto rapido, alla francese, se non erro il re guerriero Federico di Prussia aveva letto e apprezzato Vauban. Divagazioni storiche a parte, ma tanto siamo in tema, Kuhn alle prese con i /TP e le granate allibisce pure la scrivente, oltre che al buon Federico von K., che viene raggiunto da Hans, spalla a spalla, si salvano la pelle per puro caso.. la presa convulsa e serrata, scena epica e bellissima.
Alla fine il fumo si disperde, il campo è colmo di prigionieri, feriti e caduti .. fino alle birre after dinner,il solo, unico momento di svago .. di qualche parola tra amici e colleghi commilitoni, scambi di ricordi e opinioni.
Bello l’intermezzo in ufficio tra F. e B., i due sfruttano quei momenti per coltivare il loro rapporto e la tensione si attenua, almeno un poco, i galloni dei gradi sfumano almeno un poco, saliente la discussione, ben articolata, che ci consente di lumeggiare un poco meglio, in profondità sui caratteri e le opinioni dei Nostri, una tremula e dolce carezza, un saluto prima di trovarsi domani.
Lavoro sempre ben fatto, coeso e stringato, che alterna l’azione all’introspezione, complimenti, non mi deludi mai!! A la prochaine JQ

Recensore Veterano

Eccomi, carissima!
Come sempre adoro la precisione con cui ricostruisci le scene di battaglia ed il pathos che trasmettono. Da oggi Erich sarà Panzer Jr perchè Panzer 1 è Hans e Panzer 2 Von Kleist, quindi lui che è il loro piccolo massiccissimo sottufficiale sarà Jr.
Sclero a parte, ho amato molto le scene tra i due protagonisti perchè ci descrivi un legame forte, sentito nel profondo ed imprescindibile, ma al contempo tenero e delicato.
I due si disciplinano e si contengono, da uomini e soprattutto militari, maturi e consapevoli delle esigenze imposte dal regolamento. Ma il sentimento c'è e si mantiene forte per manifestarsi al momento del bisogno.

Mi è piaciuta questa scena in particolare: "Friedrich si sentì agguantare da un paio di mani forti e scaraventare di schiena per terra, per poi avvertire su di sé tutto il peso del corpo di Hans che gli si era buttato addosso. D’istinto lo avvolse tra le braccia, quasi schiacciandogli il torace nella sua morsa, e lo spinse ancora più giù come a volerlo proteggere a sua volta."
E' molto potente e bellissimo il gesto, reciproco, di proteggere l'altro con il proprio corpo. Una scena davvero commovente!

Come sempre ti rinnovo i complimenti per questa bellissima storia. Attendo con ansia di scoprire quali meravigliose (dis)avventure attendano questi giovanotti a cui mi sono affezionata molto.
Alla prossima! ^^

Buongiorno.
Che carezza da favola!
Siamo solo all'inizio della guerra e molti pensano solo alla vittoria... ma per la vittoria finale servono tante, tantissime vittorie intermedie...
Dolce il finale, invece.
Buona giornata :)

Ciao carissima^^
ecco scene di guerra senza bisogno di inserire ogni tre righe lagne su quanto sia brutta e quanto sia malvagia...
Letterariamente, la guerra è bella, è esaltante, eroica, avventurosa e piena di pathos. se ben scritta (come in questo caso) esalta i sentimenti migliori, anche per l'esempio che ne danno i tuoi personaggi, che mai hanno una caduta nei lati meschini e calcolatori dell'animo umano.
Questa è gente che si impegna fino in fondo in quello che fa, che non si tira indietro e che è disposta a dare tutta se stessa per la causa.
Gente ammirabile, insomma, al cui esempio sarebbe opportuno conformarsi.
Come sempre personaggi molto belli e molto ben costruiti, che si muovono in un contesto realistico e ben ricostruito.
Complimenti e alla prossima!^^

Recensore Veterano

Wiiiiee?
Che mi ringrazi, non ho fatto niente! Più che sventolare una bandierina con scritto "supporto morale" non posso fare, in questi casi, perchè avevi già fatto tutto da sola ^^

Ora la pausa è finita e i nostri ritornano a combattere, a sanguinare e a proteggersi a vicenda.
Mi piace molto Hans in questo capitolo, mentre corre apparentemente instancabile da un posto all'altro per vegliare sui suoi sottoposti ed accertarsi che vada tutto bene.
Mi sono piaciute molto le scene con i feriti, perchè vediamo quanto lui tenga ai propri commilitoni. Così come ho amato il colpo di scena finale, con l'urlo del soldato che conclude il semicapitolo.

Come sempre complimenti, carissima! Mi raccomando aggiorna presto perchè sono ansiosa di leggere il resto ma soprattutto... solidarietà al povero Hans, vittima di bullismo da parte dei superiori e del nemico!

A presto! ^^

Recensore Master

Ave S. e buona serata, dopo le libagioni, torniamo in piena zona di guerra, con annesse scene di battaglia, ferimenti e peripezie varie. La guerra, una volta cominciata, non finisce, leggendo queste righe emerge lo sforzo e la tensione, alea dada tracta sunt- Tutti credono nella vittoria finale, pur con qualche smorzato dubbio. E il prezzo sono le vite umane..
Il capitano se la caverà? Intanto l’emergenza incombe..
Buona serata e a la prochaine
JQ
PS sto leggendo un saggio sulle favole dei fratelli Grimm, apprendo che durante quelli anni le rieditarono in via cinematografica, Cappuccetto Rosso, in particolare il Cacciatore era un eroico soldato .. mai pensato di scriverne in questa guisa, un riadattamento ?

Buongiorno.
E qui torniamo a confrontarci con tanta azione e la brutalità di una guerra che non vuole arrestarsi... che non deve farlo, si nota infatti che tutti i vari personaggi in fondo ci credono nella vittoria, sono freschi, carichi, decisi. Magari c'è qualche dubbio, in alcuni, ma ci credono.
Comunque, come stiamo scoprendo, anche tentare di vincere ha dei costi alti, soprattutto in vite!
Poi con tutti questi ordigni bellici evoluti... la guerra prende una piega mostruosa. Pensa a quando c'erano frecce e spade, e combattimenti corpo a corpo.
Il capitano intanto è rimasto quasi stecchito. Vediamo se riescono a salvarlo.
Buona giornata!

Ciao carissima,
sai cosa mi piace, fra le altre cose, di questa storia? Che non ci sono svenevolezze, non ci sono lagne, non ci sono ricattucci affettivi miserandi, non ci sono uomini che si comportano da adolescenti alla prima cotta.
Ci sono soldati, che combattono e che sono consapevoli che la loro persona, e di riflesso anche i loro sentimenti, sono nulla rispetto all'obiettivo finale, nulla rispetto alla Patria e al dovere.
Sai che ti dico? Finalmente.
Ne ho davvero piene le scatole di gente schiava della propria emotività, incapace di differire il soddisfacimento delle pulsioni, schiava di quelle mefitiche deiezioni emotive che vengono definite "sentimenti" e di fronte alle quali sembra ormai normale, in quest'epoca decadente, sacrificare qualsiasi altra cosa.
La Patria viene prima del proprio appagamento personale, prosaicamente, e i tuoi personaggi, che sono tedeschi e ufficiali, prima che amanti, non lo dimenticano mai.
Bellissimo, ci vorrebbero più storie così!

(edit per ortografia approssimativa)
(Recensione modificata il 06/05/2019 - 10:06 am)

Recensore Master

Ave S_E, principio quotando le ultime frasi e parole del capitolo, che chapeau, ben sintetizzano la storia e sono acme e poesia dei nibelunghi che non hanno tema, novelli eroi di perire…
 “Dunque, a noi... e alla nostra vittoria!” sancirono, quasi all’unisono.
L’incertezza del domani, la paura della morte, persero ogni consistenza, spazzate via dalla consapevolezza che, qualunque cosa sarebbe successa, avrebbero sfidato la sorte al fianco dell’amato.. !”

La stasi prima della battaglia, altro che il canto di Achille, la grazie e l’adolescenza di B., eroe senza età, un ossimoro rispetto a VS, (ottimo il gioco dei contrasti, so che lo sai, ma ci ridadiamo), che indica il punto sulla carta, ora la guerra incombe sul serio, basta sconti e attese, the ICS Hour is near.

Stupendo l’ossimoro con Friedrich, povero Hans, in senso metaforico, tant pis. Il dovere e il piacere, tutto torna, in eterno, come enunciava Nietzsche, il confine, metaforico, lo hanno varcato, una altra metaforica guerra.


La scena ante alba .. a masterpiece, mi riporta all’amata Iliade, once and again Achille e Patroclo, in chiave moderna il dialogo.

Interessanti gli altri personaggi e le interazioni, come il paesaggio straziato dalla guerra, gli assalti e le battaglie, i dialoghi, l’abbraccio tra i due, il gioco di sguardi, altro non è concesso sul momento, la cena all’osteria e vaghi progetti per una vita.

Trasfondi in chiave moderna la tua stupenda storia medievale (.. visto che revisione è finita…).
In sintesi, superbo lavoro come sempre.. A bow, restiamo in trepida attesa JQ