Recensioni per
Guerra
di ninety nine

Questa storia ha ottenuto 7 recensioni.
Positive : 7
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
31/05/19, ore 15:49

Ed eccomi giunta, tristemente, al capitolo finale. Devo ammetterlo - ma credo sia naturale: mi affeziono alle storie scritte bene e interessanti come si è rivelata essere la tua, e lasciarle andare è difficile quanto restituire in biblioteca un buon libro domandandosi quando se ne troverà uno altrettanto trascinante. Questo per farti capire, in breve, quanto ho sentito mia la storia di Arturo e Sebastiano.
Storia che, fuori da ogni intento favoleggiante, non poteva che finire così. Con questo non intendo dire che l’ho trovato un finale scontato, anzi, al contrario: credo che ci sia voluto molto coraggio ad affrontare la scrittura di questa parte finale con tutto questo realismo, rispettando, come tu stessa hai scritto in epilogo, quella che tragicamente è stata la storia vera. Ho apprezzato moltissimo questa tua scelta, malgrado mi abbia fatta soffrire.
Come al solito cerco di dare un ordine alla recensione, ma poi mi perdo. Ormai lo sai XD
Una cosa che ricordo di averti voluto dire - ho letto il capitolo ieri sera - è che secondo me hai scelto il titolo ottimale per questa storia: “Guerra” non è solo un titolo, ma la risposta che si potrebbe dare a chiunque, finito di leggere, sia deluso dalla fine dei due protagonisti. È la guerra. È stata, almeno per noi, in questo angolo di mondo, per nostra fortuna non è più. Ma è stata terribile ed è giusto, anzi doveroso che venga ricordata così.
Parlando fuori contesto - e so che è qualcosa che non dovrei fare, ma devo esprimere il mio dolore in qualche modo -, il capitolo mi ha emotivamente distrutto: Arturo e Sebastiano dovevano proprio riavvicinarsi fino a quel punto prima dell’inevitabile fine? Il colpo doveva proprio arrivare un millesimo di secondo dopo la battuta di Sebastiano, così vicina alla loro infanzia? Certo che doveva, lo so. Altrimenti questa storia non sarebbe stata così emozionante, così trascinante, non l’avrei amata così tanto. Ma quanto dolore e quanto sei stata brava a trasmettermelo - lo so, è macabro, ma è un complimento 😉
Cos’altro posso dirti ancora per farti capire quanto abbia apprezzato questa perla, anche se breve? Forse che ora voglio trovare lo spin-off, perché questa storia e la tua scrittura mi mancheranno.
Ancora complimenti e alla prossima!

Recensore Master
30/05/19, ore 21:43

Eccomi di nuovo qui!
Anche questo capitolo mi è piaciuto molto; ancora più del primo, devo ammettere, perché adoro come mi hai condotto a una conoscenza più profonda dei due personaggi principali. Ho amato esplorare il passato della loro amicizia, andando indietro fino all’infanzia, e vederne il riflesso imprevedibile sul loro rapporto da adulti, ora che si sono ritrovati in circostanze così estreme.
Fin dall’inizio del capitolo mi è sembrato di vedere le certezze di Arturo in relazione al fascismo cominciare a traballare, come poi comprovato dal flashback. Ma sto di nuovo procedendo senza un ordine, cercherò di rimediare.
L’aspetto che mi ha colpito di più è stata la figura del padre di Arturo. Avevo inteso che il ragazzo fosse stato cresciuto con forti ideali fascisti (sotto ai quali però ancora non riesco a evitare di vedere un animo che avrebbe potuto scegliere il bene), ma la violenza inaudita di quell’uomo nei confronti di due bambini (uno dei quali nemmeno figlio suo, cosa che spesso aiuta a fermare le mani) mi ha spaventata proprio come dovrebbe fare l’atteggiamento di un uomo destinato a diventare un fascista convinto. È stato un ottimo precedente a ciò che ne sarebbe seguito, vale a dire l’assassinio del padre di Sebastiano. Non appena ho capito dove si stava andando a parare, ho compreso che l’odio di Sebastiano nei confronti di Arturo aveva radici ben più radicate di quanto avessi pensato all’inizio, credendo che tutto si riassumesse nella dualità partigiano - fascista.
Sebastiano, dall’altra parte, sembra accecato dal vecchio affetto per Arturo e deve essere Falco a ricordargli le conseguenze di un’eventuale liberazione dei compagni di Arturo (ho rinunciato al tentativo di andare con ordine ^^”). Con questo voglio dire che alla codardia di Arturo si oppone il perdono di Sebastiano, che in questo modo appare ancora più miracoloso. Come ha fatto a perdonarlo? Continuo a chiedermelo. Io non credo sarei mai in grado di perdonare molto meno… questo mi fa stimare ancora di più Sebastiano, ha davvero una personalità fortissima.
Ti faccio i complimenti per questo capitolo, come ho detto mi è piaciuto moltissimo e alcune parti mi hanno fatto rabbrividire nel vero senso della parola. Una scrittura davvero incisiva.

Qui in fondo ti lascio le sviste che ho notato:
“gli tirò un ceffone in pieno visto”, viso.
“riuscì anche ad assestare un paio di pungi”, pugni.
“sa in fondo alla strada”, da.
“ma la le fattezze da uomo”, c’è un la di troppo.
“perché sua padre”, suo.
“appoggiarsi al muro ci casa sua”, di.
“ma la vicinanza del vecchio amico lo facevano sentire quasi in pace”, faceva.

Bravissima e al prossimo capitolo!

Recensore Master
29/05/19, ore 15:16

Eccomi qui per il primo capitolo di questo scambio di recensioni ^-^
Come ti dicevo, già da una lettura veloce dell’introduzione ho capito che questa storia avrebbe potuto piacermi. E non perché io sia chissà che appassionata della seconda guerra mondiale (anzi, questa è ufficialmente la prima storia che leggo nella sezione “Storico”), ma perché mi è subito parso di poter apprezzare il tuo stile di scrittura. E non sono rimasta delusa. Ma cercherò di proseguire con ordine.

La figura del partigiano ha un valore sentimentale per me, seppure molto vago, perché fin da quando ero piccola mia madre mi raccontava di questo suo zio che aveva disertato per unirsi ai partigiani ed era morto sulle montagne non lontano da casa sua, informazione arrivata anni dopo grazie a un suo compagno. Puoi capire, quindi, con che forza mi sia subito schierata dalla parte di Sebastiano, Falco e gli altri, mentre leggevo.
Però, devo ammetterlo, non riesco a farmi risultare antipatico Arturo. Sembra sì un fascista fatto e finito e non mi sembra nemmeno (almeno, finora) che metta in dubbio ciò a cui ha giurato fedeltà con una riflessione granché profonda. Però c’è qualcosa in lui che fa ben sperare… ma probabilmente sono solo un’illusa che si aggrappa a quel flashback sull’infanzia dei due, alla loro vecchia amicizia, cercando di credere che le persone non cambino mai veramente. E invece lo fanno eccome. Ad ogni modo, Arturo è una figura che mi intriga molto, anche più di quella di Sebastiano per quanto riguarda gli sviluppi a venire. Sarà che subisco il fascino dell’antieroe, parlando di letture.
Per quanto riguarda la tua scrittura, per me hai uno stile scorrevole, sei precisa ma non ridondante in ciò che narri, e questo lo trovo davvero prezioso. È un vero piacere leggerti (infatti mi sono divorata il capitolo), sia nei dialoghi, d’effetto, sia nelle descrizioni, che informano e intrattengono senza annoiare. Molto godibile.

Non vedo l’ora di leggere il secondo capitolo, quindi ti lascio con la promessa di tornare presto con un’altra recensione. In aggiunta, lascio qui sotto alcuni passaggi che secondo me dovresti rileggere, potrebbe esserti sfuggito qualcosa:
“Arturo sperò soltanto che non sarebbero fuggiti al primo accenno di sparatoria”; metterei il congiuntivo, fuggissero.
“a sua voce era ghiacciata”, è scappata la L.
“Il partigiano nel frattempo si votò verso i compagni”, è scappata un’altra l.
“uno schiaffo che non appena nemmeno visto arrivare”, appena si è sostituito ad aveva.

Complimenti e a presto!

Recensore Junior
20/05/19, ore 00:21

Vincitrice del premio: Miglior personaggio.
1. Guerra – katniss-Jackson
Stile 5/5:
La tensione narrativa in questa minilong è equilibrata; né troppo accelerata e né eccessivamente lenta. Inoltre, sono inseriti in maniera impeccabile l’ellissi temporale, la pausa e la parte dialogata. Questo connubio di scelte ha fatto sì che il ritmo narrativo sia continuo, costante e crescente.
La voce narrante è in terza persona e, malgrado questa scelta narrativa - che pone, in automatico, un distacco con gli avvenimenti all’interno della trama – non si avverte affatto questa separazione. In genere, prediligo un’introspezione fatta in prima persona ma, in questo caso, non ho affatto disprezzato la scelta di porre tutto in terza.

Hai scelto di raccontare di un’epoca molto buia della nostra Storia. Dare questo tipo di ambientazione ai tuoi personaggi, li ha resi così vivi, umani, pervasi da insicurezze e ideali, non si poteva non amarli.

Trama e Originalità 10/10:
( Trama: 5; Originalità: 5)
1- Capitolo:La storia comincia da una mattina, del 15 marzo 1945, in cui Arturo Ghidini – un colonello fascista – gli viene assegnata una missione: scovare i ribelli e giustiziarli. Ad accompagnarlo, un gruppo di soldati ancora inesperti. Nonostante tutto, Arturo decide di accettare di buon grado la missione, in onore del Duce.
Raggiungono, quindi, un sentiero malmesso che, ad un certo punto, si biforca. Il colonello divide il suo gruppo di militanti, ordinando ad alcuni di controllare il sentiero di desta, mentre lui e altri suoi sottoposti sarebbero andati a sinistra.
Nel frattempo, Sebastiano Franzoni, capo dei partigiani, è giù di corda e il suo sguardo viene subito catturato da una fotografia appesa al muro e che rappresentava la Madonna. Sebastiano non è mai stato un credente ma capiva che per i suoi compagni è confortante averla con loro, che li protegge.
Uno dei suoi compagni, avverte Sebastiano che un gruppo di fascisti è nei paraggi e quest’ultimo, senza perdere altro tempo, li raggiunge, accerchiandoli per catturarli vivi. Arturo, guarda insistentemente il volto di Sebastiano e molti ricordi gli sovvengono nella mente. Da qui parte un flashback.

Nella scena, troviamo Sebastiano e Arturo da piccoli, mentre sono a scuola. In linea generale, questa parte risalta il loro rapporto di un tempo e la loro innocenza riguardo la forte demarcazione che c’è tra Fascisti e Partigiani.

Anche Sebastiano riconosce il suo caro amico d’infanzia e proprio in merito alla loro amicizia passata, prende il colonello, appartandosi dagli altri.

2-Capitolo:Arturo e Sebastiano si dirigono lontani dai loro rispettivi commilitoni ma, il colonello, preoccupato per i suoi sottoposti, cerca di convincere il partigiano a lasciarli vivere. Sebastiano si stupisce della sua voce ferma, contrariamente ad ora,
lo ricordava come un bambino sempre obbediente al padre.

Qui parte un altro flashback in cui vediamo i due protagonisti giocare a pallone, divertendosi insieme finché non sopraggiunge il padre di Arturo che lo punisce per aver giocato con Sebastiano. Quest’ultimo, in difesa dell’amico, gli si pone davanti, per proteggere Arturo ma, senza successo. Anche lui viene malmenato di botte.

Dopo questo focus del passato, ritorniamo nel presente e Sebastiano accontenta Arturo nel lasciar andare i soldati. Falco – un altro partigiano, agli ordini di Sebastiano – lo fa ragionare sul fatto che quella non è una buona idea. Il capo dei partigiani, gli dà ascolto e ordina di picchiare quei fascisti in modo da spaventarli e non far commettere loro alcun gesto avventato.
Arturo si sente sollevato e può seguire Sebastiano, sicuro che i suoi compagni non verranno uccisi.

Un altro flashback. Il padre di Arturo – capo di un gruppo di fascisti – insieme ai suoi scagnozzi, trascinano un uomo che si scopre essere il padre di Sebastiano. Lo picchiano, senza dargli modo di reagire e ad assistere a quell’orribile scena è proprio il figlio. Lui cerca di inveire su quelli che stavano per ammazzare suo padre ma, viene fermato da un operaio di una fabbrica vicina, nonché suo fratello maggiore. Il Signor Ghidini si accorge di Arturo in lontananza e gli ordina di picchiare quell’uomo oramai in fin di vita. Dai suoi gesti, si denota riluttanza nel compiere quella crudeltà nei confronti del padre del suo migliore amico ma, dato il suo carattere vile e sottomesso, uccide a suon di pedate il Signor Franzoni e da quel momento la loro amicizia è andata in malora.

Sono soli, Arturo e Sebastiano percorrono un sentiero parlando del loro passato. Malgrado il perdono di Sebastiano su quello che il suo ex migliore amico gli aveva fatto, per lui è ancora una ferita aperta e grondante di sangue. Sebastiano avrebbe dovuto uccidere Arturo ma non ci riesce, troppo stanco di uccidere, di quella guerra che oramai sta giungendo al termine.

3- Capitolo:I due marciano in completo silenzio. La pioggia cade giù e gli stivali di Arturo si prestano bene anche a resistere all’acqua a differenza di Sebastiano che, indossa i scarponi e risente della camminata. Il partigiano decide di raggiungere un luogo segreto, che solo i suoi compagni conoscono. In quel posto un suo compagno, ex capo brigata, è stato catturato dai fascisti. Infatti, proprio dopo quell’incidente che egli è diventato il nuovo capo. Arturo e Sebastiano si mettono al riparo e parlano, a cuore aperto, riavvicinandosi con impacciata delicatezza. Ma quel loro avvicinamento viene subito ostacolato dall’entrata in scena del Signor Ghidini, che scova quella baita che da tempo cercava in lungo e in largo, dando merito al figlio per essere riuscito a scovarlo. Allora, nello sguardo di Sebastiano ritornano l’odio e il rancore di un tempo, nei confronti dell’amico e Arturo, proprio come tanto tempo fa, non riesce a sottrarti all’ordine del padre di ammazzare Sebastiano e lo uccide, proprio come aveva fatto con il Signor Franzoni.

Poco tempo dopo, il fascismo inizia a sbriciolarsi, distruggendo la vita di molti uomini, tra cui quella dello stesso Arturo Ghidini, il verme che ha ucciso il suo caro e coraggioso migliore amico, Sebastiano Franzoni.

La trama di questa minilong è lineare, fluida, scorrevole. Il tutto procede in maniera coerente coi fatti veramente accaduti nel passato e, al tempo stesso, in linea con la storia interna tra Arturo e Sebastiano. Un connubio di trame e sotto trame che ho amato alla follia. La storia tra i due personaggi non poteva finire diversamente. Quel periodo ha portato via tante vite, distrutti tanti valori umani. Per non stravolgere quella che è stata la Storia, ho trovato azzeccata la conclusione ma, per il resto, ho apprezzato tanto Sebastiano e anche Arturo, malgrado lui rappresenti in tutto e per tutto l’antieroe per antonomasia.

Caratterizzazione e Introspezione dei personaggi 10/10:
( Caratterizzazione: 5; Introspezione: 5)
La particolarità del narrato sta proprio nei suoi personaggi.
Arturo Ghidini è un uomo codardo che ben si differenzia dal vigliacco. La codardia, dalla sua etimologia latina, ovvero: “ cauda – coda”, è preso originariamente dall’animale impaurito che scappa con la coda tra le gambe. Il codardo è dunque colui che per un’omissione ( non fa qualcosa per paura ) che talvolta degrada in un vizio morale ma non è quasi mai malevola, al massimo è una lacuna del temperamento. La vigliaccheria ha un campo più variegato. Essa non si genera dalla paura ma, dalla frustrazione, dall’invidia, dalla meschinità. Il vigliacco di nasconde oppure conta sulla passività del suo avversario.
Arturo Ghidini è esattamente questo: un uomo codardo che non ha mai dato retta ai suoi voleri ma a quella degli altri, per paura.

Contrariamente, abbiamo Sebastiano Franzoni che è una persona coraggiosa ma, non è da intendersi come qualcuno che non ha nessuna preoccupazione. Anche lui, come ogni essere umano, è pervaso da timori. È un sentimento naturale, in fondo. A differenza di Arturo, Sebastiano affronta le proprie insicurezze ed è questo che fa di lui un uomo coraggioso. Sebastiano è capace di superare le proprie paure, mentre Arturo ne è imprigionato, arrivando persino a dimenticare cosa vuol dire il senso di libertà. Lui non riesce ad essere se stesso, attribuendosi valori che non lo definiscono come persona.

Bonus 5/5:
Tutti gli elementi sono stati correttamente inseriti.

Ciglio della strada– luogo in cui Arturo e Sebastiano da bambini giocano insieme.
Fotografia sfocata– che è appesa al muro e rappresenta la Madonna.
La frase– pensiero nevralgico che definisce in tutto è per tutto il personaggio di Arturo Ghidini.

Gradimento personale 10/10:
La storia mi è piaciuta molto. I protagonisti sono delineati in tutte le loro fragilità e debolezze. Il contesto in cui sono inseriti, è in un momento delicato nella storia dell’umanità e il tutto è stato trattato in maniera coerente, per nulla banale. Lo stile adottato per la minilong, è equilibrato e soprattutto rende chiaro il punto di vista sia di Arturo ( il nostro antieroe ) che di Sebastiano, che li definisce e li caratterizza. Avrei voluto un finale diverso per loro ma, la storia non può essere cambiata e quindi è così che doveva concludersi la storia: con la morte di entrambi i personaggi che ha rappresentato la fine di quel periodo buio.

Totale 40/40

Recensore Master
19/03/19, ore 06:52

Buongiorno.
Un finale molto triste, ma per come si erano messe le cose, credo che la morte di Sebastiano fosse inevitabile.
Hai mantenuto coerenti i personaggi... spinti solo da ideali morenti.
Buona giornata!

Recensore Master
12/03/19, ore 06:46

Buongiorno.
Pare che a questo punto ogni divergenza e ogni pessimo ricordo possano essere accantonati... che esista ancora il perdono, nonostante tutto?
Credo però che in qualsiasi caso, durante un momento così critico, sarebbe comunque finita molto male per gli sconfitti...
Buona giornata!

Recensore Master
05/03/19, ore 06:54

Buongiorno.
Dalla data dell'introduzione, ci troviamo praticamente alla fine di questa parentesi storica molto triste.
I due amici di un tempo sono su fronti opposti, eppure sono tornati ad incontrarsi...
Buona giornata!