Recensioni per
and our memories defeat us
di Will P

Questa storia ha ottenuto 4 recensioni.
Positive : 4
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
11/02/22, ore 11:05

Questa storia è eccellente, un breve e devastante tuffo nella mente dell' ultima persona nell' apocalisse, che non ha più nemmeno la consolazione dei suoi fantasmi a tenergli compagnia
L'idea che nei suoi ricordi i suoi fratelli siano stati sostituiti dai volti di questi sconosciuti che sono cresciuti senza di lui, che hanno avuto un' intera vita di cui non sa niente. O meglio, di cui sa quel poco che ha potuto leggere nel libro della sua sorella preferita, che è diventata una donna dagli occhi tristi mentre lui non c'era (forse proprio perchè lui non c'era, perchè l'ha abbandonata)
C'è qualcosa di ironico in questa tragedia, l'idea che Cinque, privato del ricordo dei volti della sua famiglia e obbligato a crescere e invecchiare fino a diventare un'altra persona, alla fine torni indietro da loro indossando la faccia che aveva quando l'hanno visto per l'ultima volta (ma essendo, internamente, una persona estremamente diversa)
Al contempo impossibile da confondere con qualcun altro, perchè identico al suo ritratto che li ha fissati ogni giorno dalla parete per anni
Eppure una persona irriconoscibile, plasmata da anni e anni di orrore vissuto in completa solitudine
Che dire, ho adorato questa storia e tutte le sue implicazioni
Complimenti


Alsha

Nuovo recensore
17/01/21, ore 18:16

Penso che sia arrivato il momento di lasciare una recensione. Anche una piccolina. Dai, dopo- cos'è, la quinta volta che leggo queste stesse righe? Non saprei, ho perso il conto. E avevo già pensato di lasciare detto qualcosa a quell'anima geniale che le ha scritte, ma ogni volta non sapevo mai cosa dire, non sapevo mai cosa evidenziare o cosa esprimere perché non c'è quasi niente che si possa dire; tutto il testo si commenta da solo e avevo come l'impressione che se avessi provato ad elaborare le sensazioni digitandole in un commento sarebbero volate via. E davvero, non avevo la minima voglia di interrompere quel flusso di emozioni, sia positive che negative, che sentivo ogni volta che finivo di leggere. Penso che, di tutte le fanfiction che ho letto, one-shot, flash e chi più ne ha più ne metta... credo fermamente che questa sia quella che meglio intrappola praticamente tutta la vita emotiva di Cinque nell'apocalisse. A partire dai primi istanti: in cui trova tutti i suoi fratelli, in cui arde ancora la speranza di non dover sopportare la vista di una Vanya diversa ma poi trova la sua foto stampata sul suo libro; in cui ripensa amaramente al fratello "che è sempre stato coperto di sangue" di cui si è perso l'ultimo addio, in cui riversa nell'unica cosa che gli ricordi una persona (Dolores) tutto l'appoggio e la guida di cui ha bisogno, che infondo è per questo che ha sempre ragione. Fino anche agli ultimi momenti: sia quelli in cui pensa che non c'è niente di peggio infondo, perché già il fatto stesso di trovarsi alla fine del mondo è di per sé la cosa peggiore (ma nonostante non abbia nient altro che se stesso, c'è comunque qualcosa che lo ammazza dentro più del resto); sia il momento in cui ormai ha deciso che tornerà indietro e spera di essere riconosciuto, di non essere stato dimenticato.
Questo mi dice il tuo lavoro, e sinceramente non saprei davvero come esprimere quel misto malinconico e triste di emozioni, con quella scintilla di elettricità e speranza nelle ultimissime righe, in cui mi aspetto davvero di ritrovarmi da un momento all'altro all'Accademia con lui... poi mi accorgo che la storia è finita.
E niente, spero che la grammatica e la sintassi non siano state troppo violentate... ahimè i periodi troppo lunghi sono una mia peculiarità.

Recensore Veterano
10/04/19, ore 17:46

OH MAMMA.
Non ho idea di come possa essermi sfuggita questa storia dato che sei tra i miei autori preferiti, ma appena me ne sono resa conto sono corsa a rimediare e OH MAMMA.

Five è in assoluto il mio personaggio preferito della serie, un misto di superbia, dolore e amore così estremi da far quasi impallidire. Non si può nemmeno lontanamente immaginare come e cosa siano stati tutti quegli anni vissuti da solo in quell'inferno post-apocalittico, e nemmeno poi lavorare per la Commissione. So solo che tutto di lui mi ha coplita con la forza di un treno in corsa e non ho potuto fare a meno di prenderlo sotto l'ala protettrice dei miei figli fandomici. 

E questa storia, la tua storia, è servita a dare un assaggio di quello di cui stavo parlando, di quanto Five abbia realmente perso e sia stato l'unico, insieme a Ben, quindi, a realizzare quanto aveva e ha dato per scontato, quanto amasse quella famiglia che non aveva mai chiesto e, forse, voluto, ma che era la cosa più preziosa della sua vita.

Grazie per averla scritta - anche se mi ha spezzato il cuore per l'ennesima volta.

Spero che lo farai ancora - scrivere, intendo, non spezzarmi il cuore, quello vorrei riuscire a tenerlo integro almeno qualche volta.

Alla prossima,

Ale

Recensore Junior
29/03/19, ore 16:18

Oh, Cinque. Adorabile, vecchio e scorbutico Cinque. Lol. Così perfetto nel suo ruolo di sopravvissuto - con tutto ciò che comporta - e spesso così inevitabilmente ilare, nel suo corpo da tredicenne. Un plauso all'attore, davvero azzeccato.
Qui però non c'è niente che faccia sorridere, anzi. Se la flash su Diego fa tenerezza e poi ti lascia con l'amaro in bocca dopo l'iniziale speranza che forse - forse - qualche volta si può strappare una piccola gioia alla vita, in questa flash su Cinque perfino la sua speranza di tornare indietro, un giorno, e salvare tutti i suoi cari - carissimi, anche se probabilmente non l'ammetterà mai - è intrisa dal timore che non potranno riconoscerlo. Perché adesso, oltre a tutti i divieti e gli insegnamenti paterni, a dividerli ci sono addirittura il tempo e lo spazio. Una distanza che sembra incolmabile.
E forse per questo risulta ancora più straziante quanto - a dispetto di quella distanza - a Cinque sia invece bastato uno sguardo per ricollegare il cadavere degli adulti che saranno ai bambini che si è lasciato indietro, in un passato così remoto, solo qualche istante prima.
Siamo decisamente su un altro livello rispetto al cruccio di un bambino infelice in una famiglia infelice che brama un briciolo di gioiosa normalità - i pancake della pubblicità.
Da un momento all'altro il piccolo Cinque deve fare i conti con la fine della vita sul pianeta, la perdita della propria famiglia e l'essere rimasto l'unico essere umano sulla terra. Anzi, l'unico bambino sulla terra.
Sarebbe arduo da gestire perfino per un adulto e sì, i viaggi nel tempo potrebbero friggere il cervello, ma in questo caso non serve scomodare i superpoteri in questione, basta lo scenario e la prospettiva della solitudine in un mondo di per sè ostico e inospitale... inframmezzata dal ricordo di quei volti spenti e impolverati, così sbagliati per qualcuno che si è alzato dal tavolo durante la colazione che li ha visti insieme soltanto qualche momento prima.
L'unica eccezione è Ben, perché la morte prematura ne ha conservato assurdamente il ricordo, collocandolo in altri luoghi e in altre circostanze di cui Cinque non può avere cognizione. Non diretta, almeno.
A cambiare invece il ricordo di Vanya ci pensa l'autobiografia, che svela a Cinque aspetti di lei che forse non avrebbe mai immaginato; non mi riferisco alla solitudine e alla malinconia, ma al risentimento e alla rabbia repressi allo stremo. I sentimenti che nessuno di loro è mai riuscito a intravedere se non troppo tardi, sempre nascosti sotto la facciata di ragazza ordinaria e dimessa.
Tutto, dalle convinzioni su se stesso, come la sicurezza e la padronanza che pensava di avere sui propri poteri, dalla famiglia come punto di riferimento e luogo di affetti complicati e inespressi, fino all'idea che aveva di Vanya. Cinque ha perso tutto in un battito di ciglia.
È straziante immaginarlo trascinarsi nell'apocalisse assieme a Dolores per anni, con la consapevolezza di quel che accadrà, l'impellenza di tornare indietro e sulle spalle la responsabilità di fare qualcosa per impedirlo. Qualsiasi cosa.
Sei stata molto brava a dipingere in così poche righe il quadro della sua ossessione, accompagnata dall'immagine di quei volti, che lo tormentano e allo stesso tempo sono la sola cosa che lo spinga ad andare avanti, a non arrendersi.
Non so dire quale tra i due scritti mi sia piaciuto di più, sono entrambi pregevoli e molto diversi tra loro. Per questo spero di leggere presto qualcos'altro di tuo su "The Umbrella Academy". Su, su, escimi il Klaus (+Ben)! Così avrai scritto praticamente su tutti i miei personaggi preferiti e la mia anima sarà finalmente in pace. xD
Alla prossima!