Nono Classificato
ET LE MANNEQUIN EST TOMBÈ di _TURS_
Grammatica e stile: 9,8/10 (4,8/5 di Grammatica e 5/5 di Stile)
Riguardo alla grammatica ho solo un appunto da fare: nella frase “Dolores, da manichino qual'era” l’apostrofo in “qual’era” non ci va, perché è una forma che non ne ha bisogno (pensa a “qual buon vento”) (– 0,2).
A parte questo non ho nient’altro da segnalare in campo grammaticale.
Per quanto riguarda invece lo stile, non posso che farti i complimenti: è delicato come il personaggio che qui parla – e che valuterò ampiamente nel parametro successivo – e molto poetico anche nel suo essere carico di nostalgia e tristezza. Veicola bene ogni emozione – l’amore di Dolores per Five e viceversa, la tristezza per ciò che è stato vissuto e non è riuscito a fermare, l’amarezza per quello che non ha fatto nei confronti di Vanya e quell’orizzonte di cambiamento, di una nuova opportunità, che infine giunge a riscattare la situazione, anche se questo vuol dire dividersi dalla sua compagna (e ritrovarla in un altro modo e mondo) – e lega bene ogni parola: insomma, è la perfezione sia dal punto di vista della struttura che della materia che ci vuole donare, in una visione davvero intima e commossa; lo stile migliore per raccontare di una persona amata fino all’ultima fibra di sé stessi, e anche dopo la fine.
IC/Caratterizzazione personaggio: 10/10
Ho trovato particolarmente originale che sia Dolores a parlare nella storia: che sia stata umanizzata, la voce che svela la vicenda.
Ricordo la grande sorpresa – per altro non solo mia, credo proprio –, quando nella serie viene rivelato chi sia davvero la figura femminile con il quale Five ha passato tutti quegli anni di solitudine: un manichino, un oggetto inanimato al quale ha dato una personalità e un’esistenza, un’osservatrice e silenziosa compagna che, più di ogni altra cosa, veicola quello che Five ha incontrato sulla sua strada post Apocalisse: il silenzio, proprio quello, e la solitudine. Inizialmente credevo fosse pazzia quella del ragazzo poi divenuto adulto, e stanco uomo: in un mondo dove cammini senza nessuno, i giorni si dilatano o restringono e qualsiasi cosa può diventare uno sfogo, un sogno, un’illusione… eppure c’è stato altro in Five, fin da sempre: è la persona che non si è mai arresa, che ha continuato ad avanzare pur soffrendo, che ha deciso di cambiare la realtà e non perdere: non perdere una seconda volta. Dolores può essere ed è una creazione artificiale, ma un’anima ce l’ha: gliel’ha data lui con la cura che le ha riservato, con il suo appigliarsi alla sua mano per non cadere di più, con le parole che solo al suo sguardo fisso ha confidato.
E lei trattiene tutto, accoglie e abbraccia con la stessa devozione e dolcezza con cui lo lascia anche andare: a dare una speranza a chi ancora non sa che cosa li aspetta, a proteggere chi ama, a permettergli di incontrarla in un mondo dove non sia solo; ecco perché, ripeto, lei è un personaggio reale e potente quanto il suo amato compagno.
Quanto detto lo ritroviamo tutto qui: e specie la dolcezza di Dolores, che un po’ mi ha ricordato, nei modi in cui è stata esposta, quella di Grace ed Allison (che io considero le altre due super dolcine della serie) mi ha colpito dritta nel cuore.
Anche la caratterizzazione di Five è molto canonica e rispettosa dell’originale della serie: nel modo in cui parla del padre e del suo modo di rapportarsi al mondo, di Vanya – a questo proposito, interessantissima la nota finale alla storia, oltre che un altro pugno sferrato direttamente nei feels: quella poca speranza rimastagli l’ha protetta per lei, conservata per rivederla… decisamente forte da pensare – e degli errori che lui, l’uomo e tutti loro hanno commesso nei suoi confronti, un’anima innocente tenuta lontana dalla stessa luce dei fratelli, della vecchiaia e della responsabilità che sono scese su di lui molto prima che divenisse davvero adulto.
Non nascondo che inizialmente Five non avesse la mia grande approvazione, tanto che lo trovavo molto distante da me; ma dopo aver appreso quello che ha vissuto le mie idee sono molto cambiate, e ora lo considero uno dei personaggi più coraggiosi che ci siano stati dati.
Ha vissuto senza nessuno, eppure non ha mai smesso di pensare, soffrire, amare: non è diventato una mera macchina o si è privato della sua anima con quel silenzio, perché qualcosa di più forte gli ha impedito di morire ancor prima che lo facesse la carne.
E per fortuna, ciò che sperava si è avverato, e ha potuto fare ritorno per cercare di porre rimedio a quanto stava per scatenarsi sulla sua famiglia.
Entrambi i membri di questa curiosa e tenera coppia sono coraggiosi a modo proprio e legati; e tu non hai fatto altro che renderli ancora più preziosi e bellissimi ai miei occhi.
Utilizzo pacchetto OPERAIO: 6/8
• Prompt: Presenza di un padre e di una figlia (+2) → Il riferimento a Reginald e a Vanya svolge alla perfezione il prompt, quindi non c’è bisogno di aggiungere altro.
• Oggetto: Orologio (+2) → L’orologio di Vanya che rimane fermo fino a quando la situazione non inizia a cambiare è stata una delle cose più belle che abbia letto: primo perché come idea è oggettivamente intrigante, secondo perché vedere come Five vi sia legato fa bene al cuore e allo stesso tempo molto triste; nessuna delle due cose esclude l’altra, alla fine.
• Frase: “Se io dovessi cercare al di là delle stelle, tu saresti qui, a guidare la mia mano?” (+2) → Perfetto svolgimento anche in questo caso. “Telescope” è una canzone di grande dolcezza, che dà la sensazione di non essere soli e lontani da chi si ama neppure nei nostri peggiori incubi: per questo si lega bene ai personaggi trattati, che non sono o saranno mai né l’una né l’altra cosa.
Punti BONUS per utilizzo intero pacchetto: Non presenti.
TOTALE: 25,8/33 |