Recensioni per
Nel tentativo di comunicare con mosche cieche si ritrovò pece
di rubytusday
A mio avviso è la più bella dell'infornata di poesie che hai pubblicato il 3 giugno. |
Cavoli che peccato! |
Finalmente una poesia d'amore in tutto il suo splendore! |
Avevo letto questa tua poesia e avevo pensato che non valeva la pena di perderci neanche un secondo. |
Il carattere di una metafora.Della neve puoi dire cio' che ti passa per la mente ma ti mette nei guai se non la tratti con prudenza.Napoleone ci ha rimesso il suo trono.Un saluto. |
Anche per me la scrittura è catartica. Riesci a buttar fuori quello che riesci, quello che vuoi, senza giudizi, senza remore. Senza pentimenti, e subito ti senti più leggero. In questa poesia si sente tantissimo il dolore di un amore forse non corrisposto, evidenziando comunque estremamente bene dalle tue parole, che sono sempre originali e mai scontate. |
Rime contornate da parole semplici, ma pregne di dolore e malinconico ardore. Bellissima poesia, hai proprio talento. E anche qui, hai fatto centro nella mia Anima. |
Brutale, dolorosa, empatica. Queste sono le parole che mi vengono in mente leggendo quest'opera. Lo si sente quasi, quel cappio stretto. Che ti stringe e non ti lascia più, e ad ogni pié sospiro ti è vicino come un macabro compango. Bella veramente anche questa poesia. |
Un sublimato di pensieri ciechi che si disperdono e si attraggono nel timore di un danno fisico.Hai bisogno di una poesia sentimentale.Bene. |
Si e' spremuto come un limone il tizio che si e' infine spento come una fiamma.Il sentimento e' come una vendetta che si gusta a freddo e nei tempi giusti.Ottimo lavoro. |
Nessuno potrebbe essere contento dei tuoi micidiali pensieri anche se si rifanno a tempi ormai passati.Nemmeno Robespierre scriverebbe cosi' alla sua Convenzione.La personalita' della donna poggia su sentimenti che ripudiano per orgoglio esperienze del tuo tipo.Hai accettato supinamemte che ti facessero del male e reagisci scrivendone le vicende.La poesia ha radici sempre vive ma di bellezza.Un saluto. |
''Questa non è la mia città''. Ed è vero anche qui, in versi uggiosi come dopo un temporale, ma che ti fanno ancora capire la sofferenza dietro di essi. Anche io mi sento solo tra gli edifici, e checcé se ne dica, vedrò sempre la mia città come spettrale specchio in cui mi ci rivedo, e fa male. |
Non so perché ma nelle tue parole io rivedo me stesso. La voragione, eh...quella stessa voragine che ci fa stare male, può anche farci stare bene se accettata a dovere. Ma è difficile, veramente difficile, venire a compromessi con i propri demoni che ci strappano le carni in continuazione. Forse vogliono comunicarci qualcosa? Chi lo sa... |
Molto personale come componimento. Anche io ho avuto un esperienza del genere, con tanti muri e dai tanti spessori diversi, e nel mio eremo anche io cercavo di innalzarmi a quei muri. Cercavo di difendermi da essi quando la soluzione era semplicemente abbatterli, per capire quella era paradossalmente la soluzione migliore. In tutti i sensi. |
Mi ci sono rivisto in ogni parole. Siamo i salpatori di mari acquitrinosi, dove i nostri personali demoni ci attendono, psicopompi che cercano di appropriarsi di noi e delle nostre fragili menti. |