Recensioni per
La giungla dentro
di Old Fashioned

Questa storia ha ottenuto 50 recensioni.
Positive : 50
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
16/08/21, ore 10:57
Cap. 3:

Ciao Old Fashioned,
molto bella la terza parte di questo racconto: il duello con i due esperti vietcong, il primo ferimento, poi il bel tempio abbandonato che gli ha offerto riparo per la notte.
L'allucinazione, o l'incontro onirico con i fantasmi dei suoi commilitoni, è il punto più alto di tutto il racconto, dove dentro il nostro soldato si combattono l'affetto per i vecchi amici, l'orrore per la visione degli spettri e la gratitudine per l'utilissimo ammonimento.
L'incontro con la sprovveduta squadra in esplorazione ha deciso il destino del soldato, ormai a suo agio solo nel combattimento. Le schegge di granata sono riuscite dove i coltelli avevano fallito, e il nostro è morto da eroe salvando la vita di altri e facendo giungere ai comandi le preziose mappe, destino probabilmente migliore di quello che la sopravvivenza e il ritorno alla vita civile gli avrebbero consentito, con la mente ormai compromessa.
Complimenti per l'ottima conclusione di un'ottima storia.
MaxT :)

Recensore Master
12/08/21, ore 14:35
Cap. 2:

Ciao Old Fashioned,
il secondo capitolo ci mostra McFarland rientrare nuovamente nel suo ruolo di soldato combattente, senz'altro quello in cui eccelle e forse l'unico che è ancora in grado di svolgere. Lo seguiamo mentre contempla lo spettacolo di morte nel quale ha riaperto gli occhi, il tunnel lasciato imprudentemente aperto dai vietcong, e mentre l'istinto combattente si risveglia.
L'oscurità e la tensione sono resi molto bene, così come l'irruzione del locale sotterraneo, il combattimento e la razzia delle mappe.
La sua fuga finale verso le sue linee permetterà di consegnare quegli importanti documenti che consentiranno di prevenire il ripetersi di assalti a sorpresa come quello del quale è stato l'unico sopravvissuto.
Complimenti per l'ottimo racconto.
MaxT :)

Recensore Master
11/08/21, ore 17:30
Cap. 1:

Ciao Old Fashioned,
sono molto impressionato da questo primo capitolo.
All'inizio gli incubi della follia si insinuano nella noiosa notte dell'infermeria nella giungla, e facciamo la conoscenza con il protagonista Mac Farland.
Poi, quando i lettori e tutti coloro che gli stanno attorno sono ormai convinti che gli spettri siano una creazione della sua mente, i peggiori incubi si fanno realtà con l'attacco a sorpresa che coglie i sorveglianti della base completamente impreparati. Le scene che seguono, piogge di proiettili e le luci vivide delle esplosioni con figure furtive che si muovono tra buio e lampi, fanno desiderare che quell'inferno sia finito, in qualunque modo.
Complimenti per questa storia tanto vivida quanto mortale.
MaxT :)

Recensore Master
16/07/20, ore 13:50
Cap. 3:

Ciao, carissimo.

Ehi ma questo capitolo è più breve. Che peccato, speravo di leggere di più. Non ho ancora iniziato, ho solo scorso la pagina rapidamente per essere sicura che posso leggerlo tutto d'un fiato, non come i giorni scorsi. Oggi sto di chiacchiera, inizio col dire che mentre finivo di leggere l'altro capitolo mia madre mi raccontava del temporale fortissimo seguito da una tromba d'aria di stanotte. Ora mi sento più in tema. 

Ma quindi se finisce tra poco devo aspettarmi che muoia eroicamente per portare alla base quelle preziosissime mappe? O che ci riuscirà alla grande, e ciò permetterà di fare fuori tutta la "città" di Charlie. Sai che figata se grazie a quella mappa facessero saltare l'intera rete di corridoi sotterranei? TAnti ordigni per una bella reazione a catena, non sarebbe male. Sugerisco anche il nome "Operazione Domino". ^_^
Logicamente lo so, non ci sono i buoni e i cattivi, siccome leggiamo dal punto di vista di un americano siamo portati a tifare per lui, se avessi scritto il punto di vista di un vietcong avremmo tifato per il Charlie.
Quel libro sul Vietnam che cercavo di leggere l'anno scorso non l'ho ancora letto. Hanno il brutto vizio di stampare in formato tascabile libri di settecento pagine, con una scrittura da far accecare chiunque, quando bisognerebbe accecarsi con altri piaceri della vita, non con la lettura.
Torno seria e ti lascio un commento costruttivo, te lo meriti tutto perché sei sempre bravissimo. Oltre a scrivere davvero bene inserisci sempre tanti dettagli per cui sembri aver vissuto in prima persona ciò che ci narri e ci insegni sempre tanto.

Ed ecco tornare le visioni raccapriccianti, giusto all'interno dell'unico luogo di pace che poteva trovare. Sono stupendi quei luoghi nella giungla però non riuscirò mai a capire se ad incantarmi sono quei palazzi incredibili o quei ficus strangolatori enormi. Sai che mi piacciono i grandi alberi. E a proposito di alberi tropicali, ho i semi di musa velutina, che produce banane rosa fighissime e commestibili e le cui piante, alte al massimo quanto una persona, si possono tenere in vaso in appartamento.
I suoi compagni morti l'hanno terrorizzato ma gli hanno dato un ottimo consiglio: occhio ad addormentarsi profondamente. Lui lo sa già ma il suo subconscio aveva bisogno di ricordarglielo. 
Cavoli però quanto vorrei entrare in un tempio come quello! Fa niente se non ci sono le trappole mortali dei film.

Missioni SAD, cioè quelle da campo di sopravvivenza etc., non mi sovviene il nome, tipo quello di Stein?
Quando arriva nel villaggio e capisco che ci sono altri americani ho pensato che forse l'avevano visto e cercavano di salvarlo, invece dalla padella alla brace, si ritrova i novellini inesperti per i quali crepare. Santi numi! Anche quando gli va bene, ha più sfortuna che altro. E lui che ha buon cuore si prende la responsabilità di fare il possibile per salvare quei novellini. 

***Una mano tremante gli infilò una sigaretta accesa fra le labbra.*** Scena che ricorda quella commoventissima de Il buono, il brutto e il cattivo, quando il Buono trova quel giovane soldato in fin di vita e l'unico atto pietoso che può fare per lui è di fargli fare un ultimo tiro di sigaretta.

Attento, carissimo, hai scritto "Cerò di concentrarsi" all'inizio del pezzo sul funerale di MacFarland. E' un peccato che non ne sia uscito vivo ma, come detto da lui stesso, dalla giungla non se n'esce più. Era impossibile che tornasse a casa vivo e tutti felici e contenti. Poteva andargli bene altre volte ma a partire dalla psiche era spacciato. Uno come lui anche se fosse tornato negli Stati Uniti non sarebbe più stato capace di gioire della vita, gli era rimasta dentro la giungla assieme a tanti spettri orrorifici che non gli avrebbero mai dato pace. La fine che ha avuto è stata la migliore per lui, diciamo che trovare quei ragazzi è stata l'opportunità di recuperare un po' di pace interiore perché non è semplicemente morto da soldato, lui è morto da eroe per le giovani vite che ha salvato nel suo ultimo tratto di strada. A lui era rimasta dentro la giungla; a quei ragazzi, in particolar modo ad Hatfield, resterà impresso lui con il suo eroismo. Simili gesti ne salvano di vite! Ne educano di giovani! Davvero non capisco tutta la predilezione della massa per l'antioeroe mentre il mondo sarebbe sul serio un posto migliore solo se abitato da più persone eroiche come Jace MacFarland.

Alla prossima! Per oggi non leggo altro per non guastarmi le emozioni di questa bella lettura. Ho capito perché all'epoca non  te l'avevo commentato, lo stavo leggendo da cellulare e da cell non è cosa. 

Recensore Master
16/07/20, ore 09:35
Cap. 2:

Ciao, carissimo.

***Ripensò a casa. Anche i Tunnel Rat speravano di tornaci, prima o poi. A lui, invece, non importava.*** E magari è questo il suo punto di forza. Ma no, resto sempre dell'idea che in questa storia Dio sia stato il gran cattivo della situazione. 

***MacFarland ripensò a Dak To. Dove le avevano prese i Charlie tutte le bombe che avevano scaricato addosso alle postazioni americane? Dai cinesi e dai russi, certo, ma anche da razzie come quella che avevano appena portato a termine. Si udì un lamento, una voce implorò qualcosa, seguirono due spari. Arrivò una ragazzetta che sembrava non più che quindicenne, con l’espressione cattiva e un M-16 in mano.*** Infatti, a guardare bene, la ragazzina vietnamita imbraccia un fucile americano. Sai che non avevo mai pensato al possibile furto di armi in guerra? Cioè nei film avevo visto magari uno che finisce le munizioni e provvidenzialmente trova accanto a sé un'arma che poco importa se nemica o no. Anche perché davo per scontato che ognuna ha le sue munizioni e che quindi ognuna funziona solo con la giusta arma. Va beh, mi sto perdendo in chiacchiere. Proseguo. ^^

Mi è dispiaciuto per Rosales, poveretto ha avuto la sfortuna di morire molto male. Logicamente mi sono impegnata a non pensare cosa possono avergli fatto.
Dai che sto leggendo mentre ascolto Ich will, con le cuffie. Dovresti provare anche tu. ^^

E finalmente ho letto tutto, diciamo che mi sono messa in pari con la lettura. Quando pubblicasti questo racconto arrivai a leggere fino al punto in cui raccoglie le mappe e dà fuoco al resto. Ora sono curiosa di leggere il capitolo finale. Chissà quale sarà il destino di Jace, anche il serpentello non gli ha fatto niente. Quando gli animali non ti vogliono male è segno buono, ma purtroppo ciò non basta a salvare la pelle dagli altri pericoli. Nella giungla si può morire anche per il morso del simpatico ragnetto che lui aveva visto scendere con la tela e andare a nascondersi in un fiore. Quell'immagine è stata bellissima, quasi un breve stacco mentale dalle bruttre che aveva intorno. Ma durante la guerra del Vietnam la giungla per molti dev'essersi rivelata il nemico numero uno. Non so se hai presente quel programma "mille modi per morire" dove raccontano mille morti incredibili, in uno dei casi un tipo si trovava con la sorella non ricordo in che zona remota del pianeta, mi sembra che fossero rimasti bloccati lì, ebbene lei al mattino si risvegliò e trovò lui morto divorato dalle formiche rosse. LEi si era salvata perché la sera prima aveva messo l'antizanzare, cosa che lui non aveva fatto. 
Una giungla afosa, umida e fittamente abitata come quella in cui si trova MacFarland, ti entra dentro per forza di cose. Provo a mettermi nei suoi panni e penso che vivere per un tot di tempo in un luogo simile ti cambia totalmente. 

Vado al prossimo. Ho iniziato a scrivere questo commento l'altroieri e non ho riletto, spero di non aver scritto troppe stronzate.

Recensore Master
13/07/20, ore 01:31
Cap. 1:

Ciao, carissimo. Ho un bel po' di arretrati. Meglio per me, che in questo modo ho un sacco di belle storie da leggere. Pensa che i giorni scorsi mi stava venendo nostalgia di quell'autore che termina tutte le storie con i fidanzatini, ma sono stata brava e ho resistito alla tentazione di curiosare sulle sue novità.
Jace MacFarland appartiene alla categoria di persone che sembra nata per venire costantemente messa alla prova. Quelli come lui (le persone che se la cavano sempre nonostante tutto), cosa devono dimostrare a Dio? Fino a che punto dovranno sopportare? Non è un destino disumano? Certamente è disumanizzante. Questo soldato ha sopportato di tutto e la vita non lo lascia mai in pace, quasi fosse una sorta di predestinato. Pensa quanto è esasperato! Nel prossimo capitolo sono sicura che si sveglierà e capirà che purtroppo tutto quel macello non è frutto di un'allucinazione. Una cosa è certa: le esperienze accumulate gli danno una consapevolezza circa i rischi reali che supera di gran lunga la lucidità dei suoi compagni, quelli, a differenza di lui, sani di mente; infatti alla base dove si trova in questo momento, pur essendo l'unico a soffrire di allucinazioni, è l'unico a notare i nemici e a non farsi trovare impreparato durante l'attacco.

Mi ha colpito notare che gli altri soldati non sembrano dei novellini, di sicuro non sono lì da poco, e nonostante questo non hanno un decimo della sua esperienza, sono quasi tutti piuttosto ingenui, persino Rosales, l'infermiere, che in virtù del suo ruolo dovrebbe averne viste molte, davanti alle reazioni improvvise di MasFarland si mostra incredulo e impreparato. E' la tipica persona che capisce ma non comprende. E se non ci riesce un infemiere, come si può sperare che ci riescano gli altri?
Tanto sono tutti crepati, vero?

Ah, una cosa prima di augurarti la buonanotte, spesso prima di leggere una storia non leggo l'intro per avere meno informazioni possibili, stavolta però l'avevo fatto e nel leggere la domandaa che ponevi i Vietcong che vede sono veri o allucinazioni? mi ero chiesta appunto come può capire quando ha davanti delle persone reali e quando no, e ci hai già fornito la risposta: lo capiva dallo stato dei loro corpi. Le sue allucinazioni infatti derivano da traumi cruenti e per questo riguardano sempre cadaveri. Da sola non potevo arrivarci, davo per scontato che quando si hanno le allucinazioni ci si può sbagliare su tutto, invece è come una forma di lucidità parallela, che senza negare quella vera e propria la affianca e aiuta a discernere la realtà dall'allucinazione.

A prestissimo, devo assolutamente scoprire come proseguirà la sua storia.  

Recensore Master
12/07/20, ore 00:05
Cap. 3:

Non ho resistito e ho letto questo racconto tutto d'un fiato^^
Non poteva esserci un finale più adatto per il soldato MacFarland, in fondo, morto in quella giungla, lo era ormai da tempo.
MacFarland è morto da eroe, ma il suo gesto è stato tanto umano quanto disperato.
Almeno il nostro protagonista ha trovato la pace che non avrebbe mai potuto ottenere in vita.
Ho apprezzato molto il suo incontro con il biondino, il novellino non conosce ancora la guerra, e MacFarland si preoccupa di metterlo al corrente di ciò che troverà. Niente illusioni, niente vane speranze, solo la triste crudeltà della guerra che divora le esistenze, lasciando nient'altro che vuoto e dolore.
Io voglio credere che il sacrificio di MacFarland sarà d'esempio per soldato Hatfield e che lo potrà aiutare ad affrontare la guerra con maggior consapevolezza.
Sono davvero commossa, complimenti anche per questo splendido racconto.
E' sempre un piacere passare dalle tue parti.
Alla prossima! :)

Recensore Master
11/07/20, ore 23:43
Cap. 2:

Eccomi^^
L'incubo di MacFarland prosegue in modo sempre più violento e cruento.
Il ritmo di questo capitolo è davvero da cardiopalma, ho letto tutto in un fiato avvertendo la tensione crescere sempre di più.
Il protagonista dimostra di essersi trasformato in una vera macchina da guerra, senza pietà, senza rimorso.
Un soldato è addestrato per uccidere, e MacFarland ha superato ogni dilemma morale già da tempo ormai.
Le scene d'azione sono descritte magistralmente, anche le descrizioni dei tunnel sotterranei sono veramente suggestive.
MacFarland non ha paura di morire, non desidera tornare a casa perché per lui quella vita non ha più alcun significato, e tristemente è pronto ad affrontare il suo destino.
Il suo unico obiettivo, l'unica cosa che ancora lo tiene attaccato alla vita, è la consapevolezza di dover portare a termine la sua missione.
Complimenti, sei sempre bravissimo^^
A presto! :)

Recensore Master
11/07/20, ore 23:25
Cap. 1:

Ciao carissimo^^
La guerra del Vietnam è stata teatro di orrori indicibili, basta pensare alle atmosfere di Apocalypse Now o Full Metal Jacket per farsene un'idea. Nel tuo racconto hai ricreato per bene questa guerra dove un soldato è costretto a combattere contro un nemico invisibile, che potrebbe trovarsi ovunque, pronto ad attaccarlo da un momento all'altro.
Il protagonista di questa storia, il povero MacFarland, ha vissuto in prima persona quell'inferno, ha visto compagni morire davanti ai suoi occhi, ha assistito ad ogni genere di atrocità.
Come affermano anche i sui compagni, con le sue esperienze è normale che abbia perso il senno.
Ho apprezzato davvero tanto l'accuratezza nell'introspezione psicologica di un soldato affetto da disturbo post-traumatico da stress, le allucinazioni si confondono con la realtà e ormai MacFarland vive in uno stato di paranoia costante.
Tutto ciò che è al di fuori della guerra è ormai perduto, i ricordi appartengono ad un mondo lontano, ad una vita passata, forse addirittura ad un'altra persona.
Il soldato non può far altro che continuare a svolgere il suo dovere, perché al di fuori di quella giungla per lui non esiste più nulla. La sua unica vocazione è combattere, questa ormai è l'unica realtà che ha imparato a conoscere, non riesce più a concepire un'esistenza differente dagli incubi intrappolati nella sua mente. E quando si ritrova ad affrontare l'idea della morte non ha più paura, ma la vede come una liberazione.
Un quadro davvero affascinante (sì, io trovo i "pazzi" affascinanti, sia da un punto di vista medico-scientifico che umano), oltre che estremamente realistico.
Come sempre la tua competenza in campo bellico è formidabile^^
Complimenti, alla prossima! :)

Recensore Master
12/09/19, ore 20:24
Cap. 3:

Recensione premio del contest "Villains against Heroes - II edizione" indetto da missredlights sul forum di EFP.
Mi hai spiazzata. Non pensavo che alla fine lo facessi morire e devo dire pure che mi è dispiaciuto. Capisco che era diventato una specie di kamikaze pronto a tutto, ma mi ci ero affezionata. L'unica cosa positiva è che gli è stato riconosciuto il valore e il coraggio. Chissà se alla fine gli ha dato quelle famose mappe.
Grazie davvero per la splendida storia che hai scritto. È sempre un piacere leggerti, specie le storiche che scrivi.
A presto
Missredlights

Recensore Master
12/09/19, ore 14:54
Cap. 2:

Recensione premio del contest "Villains against Heroes - II edizione" indetto da missredlights sul forum di EFP.
L'ansia che mi è venuta non ha eguali. Come macfarland sia ancora vivo lo sa solamente Dio o in questo caso lo scrittore. Ho adorato attimo per attimo di questo capitolo, come hai gestito la sua vendetta nei confronti dei vietcong per aver distrutto la sua base e ucciso tutti quanti. Quanto è stato ironico lasciarlo l'unico sopravvissuto? O vogliamo parlare di quando è sceso in quel cunicolo? Penso che mi sarebbe venuta la claustrofobia e lui invece non solo si vendica su alcuni, ma riesce a rubare alcune mappe e a uscirne vivo. Un eroe!
Non vedo l'ora di leggere il seguito.
A presto
Missredlights

Recensore Master
12/09/19, ore 08:22
Cap. 1:

Recensione premio del contest "Villains against Heroes - II edizione" indetto da missredlights sul forum di EFP.

Credo di essermi innamorata di nuovo di una tua storia. Ma come fai? Mi sembrava davvero di essere in Vietnam accanto a macfarland che, poverino, ne ha passate tante. Ma perché non gli hanno creduto? Secondo me si poteva evitare tutto quel massacro e i suoi incubi erano così verosimili che ti faccio i miei complimenti. Ti chiedo scusa per il ritardo ma a lavoro ci stanno massacrando e la sera torno distrutta. Al prossimo capitolo.
A presto
Missredlights

PS ma il dottore si è salvato?

Recensore Veterano
21/08/19, ore 23:31
Cap. 3:

E invece no!

E invece no, mi hai sorpresa di nuovo, carissimo.
Era tutto vero, ció che vedeva.
I Vietcong c'erano veramente, erano pronti a fotterli, e il nostro eroe, che credo sia più un antieroe, è riuscito a consegnare i piani del nemico, anche se è morto nel tentativo.

Ero sicura che fosse tutta un'allucinazione, un incubo, e credevo pure che l'avrebbero fatto secco proprio gli altri americani. Invece aveva ragione, questa dannatissima macchina da guerra.

Devo ammettere che è stato un colpo di genio quello di mettere, durante tutta la narrazione, gli spiriti dei compagni morti. Alla fine si è ricongiunto con loro, e la giungla l'ha abbandonato, ma è pronta a fare suo qualcun altro. Io punto sul biondino.

Al di là di ciò che penso sulla guerra del Vietnam e sugli americani stereotipati, che anche loro in quanto a propaganda mica scherzavano, il racconto mi è piaciuto moltissimo, come ho già detto innumerevoli volte. Riesci sempre ad essere originale (non come me quando scrivo recensioni, che sembrano tutte uguali e non riescono a rendere neanche un po' di giustizia a storie bellissime) e, last but not least, scrivi benissimo, e scene d'azione che reputo solitamente pesanti, scritte da te si fanno leggere molto volentieri (ad esempio il capitolo precedente, che era pura azione ed era perfetto. Troppo, e sarebbe stato eccessivo. Troppo poco e sarebbe risultato noioso. Per cui ti faccio altri complimenti :D).

Alla prossima! ^^

(Ho una domanda: ma i Vietcong venivano chiamati Charlie o commie? O commie era solo riferito ai sovietici? Era un soprannome affibbiato ai comunisti in generale, giusto?)

Recensore Veterano
21/08/19, ore 23:04
Cap. 2:

Allora, il ritmo serratissimo del capitolo mi ha tenuta incollata alla sedia, con qualche imprecazione sentita rivolta alle porte che sbattevano facendomi perdere anni di vita, tanto ero immersa nella lettura. Ero così ansiosa che ci mancava poco mi mettessi a sparare anche io. Ho ancora l'adrenalina a duemila, dopo questo.

Mi dispiace per il nostro Jace, infondo.
Lui non vuole tornare a casa, lui vuole morire! E non capisce il perché sia accaduto tutto il contrario!

Poveraccio.

A meno che... Già, per tutto il tempo ti rimane il dubbio che sia tutta un'allucinazione.

Allucinazione o no, si infila in un tunnel e fa secchi una quantità assurda di Vietcong che mannaggia alla Guerra Fredda riesce pure a fregargli le mappe.

Le tue scene d'azione sono sempre meravigliose, comunque! O. O

Si potrebbe quasi definire un'americanata, ma a parer mio non lo è affatto. Di americanata non c'è nulla, ambientazione a parte. Di solito il protagonista delle americanate (quante volte avró ripetuto questa parola?) è il classico eroe nazionale, un po' un Capitan America umano. Il tuo protagonista è pazzo, completamente. È sorprendentemente originale, e direi che la storia è molto interessante proprio per questo, per la caratterizzazione.

Detto questo non vedo l'ora di finire, perché ci sono tre grandi interrogativi:

1. È tutto vero?

2. Sopravviverà?

2 bis. Se sopravviverà ai Vietcong, lo accopperanno gli americani? (ammessi che quei vietcong esistano realmente.)

Al prossimo capitolo! ^^

Recensore Veterano
21/08/19, ore 22:37
Cap. 1:

Mhhhh, interessante questa storia.

Ebbene, sono una ragazza cresciuta a pane e film di guerra, per cui non posso che apprezzare tutto ciò.

Andiamo con ordine: l'ambientazione è perfetta. Credo che questo sia, più che altro, un racconto introspettivo (o un perfetto connubio di introspezione e azione, come al tuo solito) e la guerra del Vietnam si presta bene. È stato un vero e proprio macello per gli americani, e anche per il nostro protagonista a quanto pare.

Jace crede di essere in battaglia in ogni momento, così, all'improvviso. Gli sono successe così tante cose che è completamente impazzito e cerca di fare fuori altri americani credendo che siano Vietcong.

Quando tu leggi, non sai mai che aspettarti, devo dire. Se le battaglie a cui prende parte sono vere o se sono solo frutto della sua immaginazione.

Mi è piaciuto come hai descritto la giungla, e hai scritto dal POV di un personaggio ben diverso dai miei amati piloti romantici, e che colpisce proprio per questo, per lo "uccidi o loro uccideranno te". Non crede che la guerra sia sfidare il nemico in singolar tenzone. Semplicemente, ammazza. E ammazza anche i suoi compatrioti.

Nel complesso, genera molta inquietudine, bravo!


Alla prossima, carissimo! ^^

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