Recensioni per
Asal e il silenzio
di fumoemiele

Questa storia ha ottenuto 12 recensioni.
Positive : 12
Neutre o critiche: 0


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Recensore Junior
13/09/19, ore 22:58

Ciao mia cara!
Ho visto che hai scritto una nuova storia per la sessione degli horror e non ho perso tempo a correre a leggerla.
Devo ammettere che amo la frase del grande Maestro che hai inserito all’inizio e penso che ha proprio ragione: le persona che stanno sempre in silenzio hanno menti che lavorano molto più velocemente e mi fanno davvero tanta più paura di chi chiacchiera sempre, ma in realtà è ‘solo fumo e niente arrosto’.
Hai ragione, è proprio difficile far ‘tacere’ i pensieri che invadono la nostra mente, soprattutto quando c’è il silenzio. Effettivamente a volte il silenzio è molto più pesante da sopportare di una situazione caotica e rumorosa, ma questo soprattutto in quei momenti della nostra vita in qui non stiamo bene con noi stessi.
È vero, spesso sembra come ci sia qualcuno nella nostra testa che ci sussurra frasi e pensiamo che non possiamo essere veramente noi a pensare e che quella voce deve venire per forza da qualcun altro. Possiamo usare delle situazioni palliative per tenerle a bada, ma, prima o poi, bisogna affrontarle.
Asal si trova in una situazione tale che non sopporta più i suoi pensieri. La tormentano e, invece di sfogarsi, continua a tenersi tutto dentro. Per questo un giorno, decisa a porre fine a tutta quella confusione che ha in testa, prima inizia ad auto lesionarsi il braccio con la lama di una forbice, ma, visto che il dolore non è abbastanza forte per farle tacere, decide di amputarsi il braccio con un accetta.
È tragicamente buffo pensare che, l’ultima cosa che fa prima di morire è proprio pensare al fatto che ‘aveva appena riverniciato la parete’. Perché è così, è impossibile fermare i nostri pensieri fino a quando siamo in vita.
E’ una storia molto d’impatto e che mi ha fatto sentire molto coinvolta, perché anch’io in questo momento non mi sento molto a mio agio con i miei pensieri e cerco di evitare il più possibile il silenzio. Quindi, non posso che farti i miei complimenti perché, come sempre, hai sfornato una piccola perla.
Continua a scrivere e a sfruttare il tuo dono perché hai veramente un grande talento.
Non vedo l’ora di continuare a leggere altre tue opere.
Alla prossima mia cara!
Un mega abbraccio,
Maddie


(Questa recensione partecipa all’iniziativa ’10.000 recensioni in un anno’ indetta dal gruppo fb ‘Il Giardino di EFP’)

Recensore Master
20/05/19, ore 15:05

Buongiorno cara! Eccomi finalmente tornata in carreggiata, a correre contro il tempo e a scegliere tra le mille mila storie del tuo profilo cosa leggere. Mi sono fermata in un paio di trame, ma questa... questa ha qualcosa che mi ha bloccata e mi ha sussurrato “fermati, leggimi”. Ok, scelta fatta, non vedo l'ora di cominciare! L'ho letta tutta d'un fiato, perché c'è un crescendo iniziale che parte prepotente, fino a portarti al punto focale in un attimo, senza rendertene nemmeno conto. Si legge col fiato sospeso, capendo che c'è assolutamente qualcosa che non va; si capisce da subito, si sa, perché Asal tenta di fare qualcosa che altri esseri umani non penserebbero neppure mai di fare. Lei ci prova, vorrebbe riuscirci: tentare di cancellare se stessa alla fine, perché il proprio pensiero è il nostro stesso io, e lei vuole eliminarlo. Come lo fa? Agendo esattamente su di lei nel modo più violento e cruento possibile. Ci riesce? No, non subito, e allora continua ancora ed ancora, nella speranza di riuscire a farcela alla fine. Chiamare lieto fine questo direi di no, ma è un controsenso perché alla fine la protagonista è riuscita nell'intento che si era imposta, quello di avere il silenzio, il SUO silenzio tanto agognato e ricercato: quello della morte.
Una storia breve ed efficacissima, dalla prima all'ultima parola. Una storia che si legge con il fiato sospeso, macabra, sanguinolenta, autolesionista e che non si risparmia né si censura per nulla. È tua, si capisce, il tuo tocco splatter che con delizia accompagna una parola e poi l'altra, in un impeto di follia che non si ferma neppure all'ultimo istante prima di spirare. Sono davvero contenta di averla scelta, perché non parla di chi tenta di fare qualcosa e poi fermarsi all'ultimo momento, ritirarsi davanti all'evidenza, tentare di tornare sui propri passi e cercare una via di fuga. No, lei nel negativo ha combattuto fino alla fine, fino al raggiungimento dello scopo che si era data. Pazza? Beh, decisamente sì, solo una persona insana potrebbe reagire così e automutilarsi in quella maniera fino alla morte; ma quante persone normali ci sono davvero a sto mondo? Eheh, a saperlo. Alla prossima tesoro, come sempre è davvero un piacere leggere qui nel tuo profilo, e per quanto questa sia macabra, è stata davvero una letizia. Buon lavoro! :3

Recensore Master
05/04/19, ore 14:57

Ciao cara, eccomi qui per l'abc delle recensioni. E con questa posso dire ufficialmente di avere letto più storie horror che avere visto film horror. Dovresti scrivere un romanzo horror, sarei la prima a comprarlo, ma ti dirò il motivo tra qualche passaggio. Prima partiamo dall'inizio.
Il titolo: Asal e il silenzio. è semplice, ma è super azzeccato, perché la storia ruota proprio su questo strano rapporto tra la protagonista e il silenzio.
L'introduzione "Diciamo spesso di conoscere il silenzio, ma quanto c’è di vero in tutto questo?
Quanti di noi sanno tenere le menti mute, vuote? Quanti di noi sanno svuotare il brulicare incessante dei pensieri, il rincorrersi delle paranoie, il susseguirsi dei deliri?" mi ha colpito molto. Io mi ci sono ritrovata in queste pochi, ma toccanti righe, ed è questo il motivo che mi ha spinto da aprire subito la storia.
La trama, poi, io la trovo molto particolare. La nostra protagonista Asal non riesce a smettere di pensare, vorrebbe fare di tutto pur di zittire quella voce che continua a tormentarla, persino ferirsi, persino uccidersi. La trama può sembrare semplice, ma è sviluppata grazie alla grande introspezione che hai dato alla protagonista. E da qui si evince che hai fatto un bel lavoro con lei, le hai cucito addosso una personalità molto complessa a mio parere. Una persona che potrebbe sembrare "normale", ma non lo è: è introversa ed è sola. è debole e non riesce a lottare. è tormentata. L'unica soluzione per lei è il dolore.
A questo proposito, ti vorrei fare i complimenti per delle frasi che hai scritto, che mi hanno fatto annuire perché io la penso come te. "Secondo alcuni esseri umani, la voce che sentiamo nella nostra testa non è davvero la nostra, per questo ci appare diversa da quella che utilizziamo per parlare." questa in primis perché ogni volta che sento una vocina nella mia testa non è mai come la mia. E poi quando dici che gli esseri umani cercano rimedi per non pensare. Ed io sono la prima a farlo. E a questo proposto un po' posso capire Asal perché anch'io quando sono da sola penso troppo.
L'idea, come penso tu avrai capito, mi è piaciuta tantissimo. è, come tutte le tue storie, pazzesca. In più il tuo stile è di un eleganza unica, riesci a descrivere scene crude con tanta grazia, che non mi impressiono nemmeno. Il rating secondo me è giusto, il rosso sì ci poteva stare ma forse sarebbe stato troppo.
Ovviamente dal punto di vista grammaticale non c'è nemmeno un piccolo banale errore di battitura. La storia scorre liscia come l'olio.
A presto.

Recensore Master
02/04/19, ore 12:43

Madonna che inquietudine!!
Come sempre scritta magistralmente, da far venire i brividi, e personalmente nel piccolo mondo di Efp non avrei problemi a nominarti la Queen del Brivido, soprattutto perché tiri fuori personaggi dalle nostra paranoie, inquietudini, usi problemi reali e li trasformi in vere e proprie tragedie, come lo sono nella realtà ma nella realtà sono un po' più "silenti", nelle tue storie trovano tutto il giusto spazio.
Asal e il silenzio: agghiacciante. Questo ossessivo desiderio di non pensare, di chiedersi perché debba essersi sempre il rumore dei pensieri.
Personalmente, io sono una persona che pensa tanto, anche oggi ci pensavo perché naturalmente accadendo spesso faccio anche questo genere di pensieri, e il più delle volte non mi turba, anzi, mi piace il rumore dei miei pensieri, la compagnia e il relax che solo loro sanno darmi, soltanto la notte a volte diventano un problema, dovrei dormire magari perché ho scuola o un colloquio di lavoro e dovrei riposare, e invece ho la testa persa in un vortice. In quel caso sono fastidiosi.
Ma in generale, non capisco Asal, pur trovandomi in una situazione simile alla mia. Mi piacciono i miei pensieri e ormai mi piace anche condividerli.
Hai portato in vita (la materia del pensiero, l'introversione ecc...) un argomento interessante, tingendolo con i tuoi soliti colori e orrori che ormai ci sono tanto famigliari quando leggiamo il tuo nome autrice.
Congratulazioni, sei stata bravissima!!
Un bacio,
Karen.

Recensore Master
31/03/19, ore 15:22

Quanto è bello quando le frasi dello zio creano ispirazione, quando ti entrano nell'animo e nel cervello. Ed ecco che si partoriscono quelle storie impreviste che non ti aspettavi ma di cui poi senti la necessità di scrivere. Questa storia è un misto tra le incursioni psico - paranoiche di King e le ansie che ti mette addosso Edgar Allan Poe tipo "Il cuore rivelatore"
Questi personaggi maledetti...così diversi, particolari che vorrebbero stravolgere se stessi pur di trovare una spiegazione a ciò che non può essere spiegato. Quante volte, anche per gioco, abbiamo detto "ho quella vocina interna che mi dice..." ebbene, quella vocina interna Asal la proprio ammazzata. Siii, perché lei mica voleva uccidere o mutilare se stessa? Lei voleva uccidere 'quella' voce. Quel ronzio fastidioso e a volte asfissiante che ci tiene svegli di notte, che continua a farci rimuginare sulle cose, anche quelle che vorremmo mettere a tacere nell'angolino più nascosto. Leggendo di Asal il paragone con la piccola Zoe mi è venuto quasi naturale (a parte la somiglianza nei comportamenti, mi manca veramente la casinista Zoe) questo bisogno di sentire su di sé questo dolore fisico per quietare quello della mente. Un racconto bello, proprio perché venuto fuori di getto, improvviso e che ti sbatte in faccia la cruda realtà delle cose e dei comportamenti umani. La frase finale sul fatto che aveva ritinteggiato le pareti è amaramente ironica. Ed è proprio vero che quando arriva la fine la mente riesce a pensare solo a cose assurde che non hanno il ben che minimo senso o significato in quel frangente. Povera Asal...uccisa dalle sue stesse paturnie interiori e dal suo impellente bisogno di silenzio. Una bel raccolto, scritto come sempre in modo impeccabile e scorrevole una lettura che volevo fare da tempo ma dalla quale le tue "Caramelle" mi tenevano sempre lontana perché loro sono troppo invitanti per me, come una "droga" della quale non puoi fare a meno. Un abbraccio cara a prestissimo...

Recensore Master
31/03/19, ore 13:06

Per rispondere ai tuoi dubbi finale ti posso dire che la storia mi è veramente piaciuta, un altro personaggio assolutamente pazzo. Da una semplice frase sei riuscita a elaborare una OS proprio originale.
Forse inserirlo in una recensione non ha senso, ma tutte le volte che leggo le tue storie non riesco a evitare di far un paragone con Isabella. Tra lei e i tuoi personaggi mi chiedo sempre chi sia il più pazzo, quello maggiormente da storia horror? Un predatore senza pietà con un numero infinito di omicidi sulle spalle o tizi in apparenza normali ma con strane manie? Chi farebbe meno paura incontrare in un vicolo buio? So che come paragone può non avere senso, ,a dopo tante tue storie non resistivo più a non dirtelo.
Trnando alla storia, mi piace il tema trattato. Quella "vocina" che citi io la identifico sopratutto con i pensieri che ci colpiscono quando andiamo a letto. negli attimi che precedono il sonno, sembra che il cervello non smetta di parlare. Se si hanno preoccupazioni, in quel momento saltano fuori tutte. Niente di strano che Asal la trovi stressante.
Certo, per fare quello che ha fatto lei sei ben oltre il semplice stress.
Sui tagli alle braccia e simili ormai sei un esperta

Nuovo recensore
30/03/19, ore 17:57

Ciao, cara!
Eccomi qui per lo scambio recensioni, in clamoroso ritardo, ma ce l'ho fatta *^*

Questa One-shot l'ho trovata molto particolare, e proprio nella sua particolarità l'ho davvero adorata, così come il modo in cui hai sviluppato il tema del silenzio e dei pensieri.
Ti dico fin da subito che la citazione di King è un vero tocco di classe e calza davvero a pennello con questa One-shot, così come il personaggio da te descritto, Asal.
Mi sono tremendamente innamorata di questo nome, è bellissimo!
E mi è piaciuto il modo in cui hai creato il contrasto tra la dolcezza del nome, che appunto significa “miele” e l'acidità del personaggio.
Perché Asal non è dolce con se stessa, quasi si ripudia.
Il fatto che voglia eliminare una parte di se stessa – la vocina che alberga nella sua mente, quella che King, in uno dei suoi libri, definisce come un “truce trottolino” – significa che non si vuole bene, perché sa che, in fondo, quella vocina tanto fastidiosa è sua e sua soltanto, le appartiene e fa parte della sua essenza.

Devo essere onesta: il modo in cui decide di porre fine alla propria vita mi ha spiazzata – non in negativo, ma ti giuro che proprio non me lo aspettavo.
Il fatto che si mozzi un braccio con l'ascia è stato un colpo di scena, perché quando l'ha presa ho subito pensato che se la piantasse in testa per smettere completamente di pensare e riconducendo tutto ad una fine repentina.
Invece tu hai giocato la carta della lenta agonia, dei pensieri che si smorzano poco per volta e della vocina fastidiosa che tace con loro lentamente, fino al silenzio assoluto.
E lasciatelo dire, hai descritto tutto quanto in maniera impeccabile!

Ti rinnovo i miei complimenti anche per questo scritto, è sempre un piacere leggere i tuoi racconti Horror **
Non so se te l'ho mai detto, ma hai mai pensato di proporre i tuoi scritti nella community delle Creepypasta?
Perché i tuoi racconti le rispecchiano appieno, sono immediati e molto d'effetto, secondo me sarebbero molto apprezzati *^*
Ancora tantissimi complimenti e alla prossima!

Harriet;

Recensore Master
29/03/19, ore 22:03

Continuo a dirti che i tuoi personaggi sono dannatamente perfetti e sempre diversi.
Asal è una ragazza molto problematica che odia quella voce nella sua testa.
E' vero che delle volte staccare la mente e stare in completo silenzio per ritrovare un pò se stessi, ma Asal vuole farla tacere e vuole solo farla sparire e prova di tutto.
Ogni cosa che prova non funziona, ma alla fine ha deciso di fare qualcosa di drastico, prima si taglia con le forbice, ma poi si taglia il braccio con un ascia.
La follia umana arriva anche a questo.
Comunque tu sei bravissima a creare ogni volta personaggi cosi diversi e complessi.
Alla prossima <3

Recensore Master
29/03/19, ore 20:20

Ma ciao carissima **
Sei sempre capace di trattare temi diversi fra loro, e tutti con la stessa bravura. Per non parlare poi della tanta originalità. Questa volta il tema era il silenzio, o per meglio dire la sua assenza. Perché non parlare è facile, zittirsi è facile, ma zittire i pensieri non lo è. C'è da dire che a volte la nostra mente, oltre a farci degli scherzi, ci controlla. Quante volte abbiamo un pensiero fisso in mente, una voce che continua a tormentarci, e impazziamo nel tentativo di zittirla?
Mi piace che in questa OS ci si riferisca alla "voce" come se fosse una persona in carne ed ossa. Asal addirittura si chiede se quella voce non sia davvero una persona. Vorrebbe ucciderla, ma poi si rende conto che quella voce ha il suo aspetto. E' un incredibile trip mentale, e lo adoro xD
Alla fine Asal fa quello che in molti fanno. Non intendo tagliarsi e uccidersi, ma cerca un modo per distrarre quei pensieri. Ed è anche vero che molto spesso sono proprio il fumo, l'alcol e le droghe a zittire le voci. E' per questo che le persone ne fanno abuso, principalmente.
E qui Asal e i pensieri sembrano due entità separate. Alla fine lui ci lascia, se ne, ma sicuramente nessuna voce lo tormenterà più.
Ho adorato davvero, complimenti **


~ Nao

Recensore Master
29/03/19, ore 12:33

Frase con cui mi trovo molto d'accordo, quella all'inizio. Certe volte i silenziosi semplicemente non hanno nulla da dire, ma nella maggior parte dei casi non parlano semplicemente perché pensano tanto e hanno una ricca vita interiore. Ti viene sempre da chiederti cosa hanno in mente. E nel caso di Asal, forse è meglio non saperlo. Perché se uno desse un'occhiata a una mente come la sua, sono sicuro che se la farebbe sotto dalla paura. Ancora una volta, devo farti i miei complimenti per il modo superbo in cui tratteggi le menti folli degli psicopatici, quelli si che sono veri mostri.

Alla prossima!

Recensore Master
28/03/19, ore 21:23

Carissima fumomiele!
Allora, come al solito le tue shot sono un colpo in pieno viso. Questa della dolce – solo di nome – Asal ha un che di feroce e ossessivo che mi fa venire in mente opere come “Willard il paranoico”. Potremmo definire quello della tua protagonista un comportamento ossessivo? Sì, decisamente. In molti film si parla di persone “che sentono le voci” e questo fenomeno porta i malcapitati che vi sono incappati alla follia. Quella di Asal è lucida; lei ascolta una sola voce, la sua, e le è intollerabile. Fortemente d’impatto trovo sia la scena del braccio, ma non per la mutilazione in sé quanto per questa frase che trovo molto bella e indicativa:
Si calò con forza l’ascia sul braccio, e non poteva urlare. Solo rantoli e l’assenza di silenzio. Il rumore assordante.
È veramente, veramente un’immagine di rara potenza che mi ha fatto venire in mente in cortocircuito mentale. La voce assordante va zittita a qualunque costo, in favore di un ultimo pensiero – quel tinteggiare le pareti – che sembra quasi sottolineare come adesso i pensieri siano banali e virino verso una declinazione da “casalinga di Voghera” compiaciuta per aver tinteggiato le pareti della cantina. La tua shot offre più spunti per delle domande che per delle risposte: mi chiedo, per esempio, quali fossero le domande che risuonavano nella mente di Asal, che lei non riusciva a zittire. Ma la volontà di zittire i pensieri equivale, in questo caso, a soffocare la coscienza? A dare alla domanda fondamentale del perché siamo una risposta muta e violenta, ma non per questo meno eloquente? Per quanto concerne il dubbio che esponi nelle note, sappi che a me non ha turbato assolutamente nulla né ha dato fastidio perché non sei in generale e non sei stata nemmeno qui gratuita, sebbene sia presente un tema molto delicato. Stilisticamente, ho trovato la costruzione delle frasi adattissima al tema usato: diventi sempre più brava e non temere! Tornerò ad acciuffare anche le long (colpa tua, che sei troppo produttiva! :P)
Un caro saluto,
Shilyss

Nuovo recensore
27/03/19, ore 21:04

Non male.
Forse la frase: "aveva riverniciato le pareti" sembra un po' grossolana, cioè pare un espressione abbastanza terra a terra.
Mi piace moltissimo l'incipit, che ti catapulta in una riflessione più profonda.
Forse è più triste che horror.
Mi piace che il tipo di scrittura è scorrevole e molto chiaro, senza quelle inutili ampollosità.
Se può interessarti anche io ho una one shot (dall'altra parte del cancello), è la prima che scrivo ed opinioni e critiche sono ben accette.