Recensioni per
Ulmer spatz - Il passero di Ulm
di Ryo13
Ciao Ryo! |
Carissima, riprendo la lettura di questa storia appassionante e istruttiva, che ha anche il potere di rimandarmi con nostalgia al tempo vissuto dai miei nonni. Qui abbiamo "voci di madri e di padri" e tre diversi spaccati familiari, dei quali solo l'ultimo, però, ci presenta un'atmosfera carica di serenità. Nel primo quadro assistiamo a una scena di violenza domestica, nel secondo abbiamo a che fare con la rabbia attentamente quanto involontariamente coltivata nel tempo da una madre vanesia e superficiale. Senza voler essere superficiale a mia volta e fare della psicologia da bar, mi viene tuttavia da pensare che proprio in questi contesti malati si trovino le radici del disagio dei due personaggi più tormentati, Ezra e German: l'uno angariato fisicamente dal padre, l'altro psicologicamente dalla madre. In entrambi i casi, l'altro genitore subisce o si esteanea. Il risultato è un disagio inespresso che si tradurrà nell'incapacità di entrare in contatto con l'altro, per Ezra, ovvero, nel caso di German, in una rivalità divorante che si appaga solo con la distruzione definitiva del proprio antagonista. |
Bellissimo questo capitolo che ci porta all'interno dell'anima di Hanna, e ci fa conoscere da vicino ciò che questa ragazza resa apatica dal trauma prova nel profondo del suo cuore. "Voci di un popolo" è un titolo quanto mai corretto per questo capitolo, perché ciò che giungiamo a toccare con mano è il dolore di un intero popolo trascinato nell'abisso. Alcuni anni fa ho visitato Auschwitz e le immagini di ciò che ho visto mi sfilano davanti mentre leggo questo capitolo, e ascolto la voce di Hanna smarrirsi nel vento e diventare il grido di centinaia di voci. Se avrai mai occasione di visitare Cracovia, città bellissima e densa di storia anche recente (proprio qui si trova la fabbrica di Schindler, oggi museo), ti raccomando questa visita dolente ma capace di toccare in profondità l'animo umano. La nostra guida polacca non faceva commenti e no esprimeva giudizi. Si limitava a illustrare quello che potevamo vedere con i nostri occhi, e tra le tante cose, due mi sono rimaste vivamente impresse: la desolazione del luogo e il clima assolutamente umido e malsano (dopo neanche mezz'ora avevo un mal di schiena da urlo. Dopo un'ora i reumatismi da vecchietto) e l'atmosfera di assoluto silenzio, ma un silenzio che pareva il risultato di milioni di voci che aleggiavano sullo sfondo. Anziani, giovani, bambini, figli e genitori. E magari anche il dolore di chi abitava là, vedeva e non poteva dire niente (a un paio di chilometrinformazioni dal campo c'è il paesetto di Oswiecim). Tutto questo per dire che i sentimenti espressi dalla tua Hanna sono quanto mai esatti e azzeccati: il ricordo degli anni di pace, delle consuetudini familiari, la preghiera di ogni giorno che poi è la stessa che il pio ebreo recita al momento della morte. Io ho sempre guardato con infinita simpatia al popolo ebraico, questa nazione perseguitata e maltrattata più di ogni altra in tutti i secoli e in tutti i paesi. Possiedono una mistica felice, una musica triste e al contempo gioiosa, una cultura che non manca mai di quella sottile ironia tipica di chi ne ha viste tante ma non smette mai di sperare, perché l'ironia è soprattutto speranza. Hanna che è sul punto di "entrare nell'inifinito" viene salvata in extremis per poi precipitare in un'altra prigione, in altre sofferenze. Perde la parola perché in fondo non ci sono più parole: resta la voce del popolo, come un canto lontano che continua ad accompagnarla nel suo triste pellegrinaggio. |
Ciao Ryo! Continuo nella lettura di questa storia che mi sta sinceramente spiazzando, e questo lo considero un dato positivo, positivissimo. Lo confesso: mi aspettavo la solita storia di genere romantico e trovo invece come tema portante l'ambiguità. Ambiguo è il personaggio di Ezra, che coltiva per la prigioniera nascosta una sorta di ossessione, e scambia questa ossessione condita dalla sete di possesso per amore. Ambiguo e non poco è il comandante Sievers, a sua volta volta ossessionato da Ezra e probabilmente anche attratto da lui (non mi spiego diversamente il suo tentativo di soggiogarlo in una maniera a dir poco particolare ;). Hanna emerge dalla botola e suscita una pena tremenda per quanto è costretta a subire. Non parla e, a parte il mangiare, neppure si muove come se la sua volontà fosse completamente annichilita. Non c'è che dire, mi aspettavo qualcosa di romantico e magari anche poco consono al contesto e invece trovo una storia cupa, affascinante, che sorprende il lettore e lo incuriosisce. E infatti adesso voglio proprio vedere dove questi tetri personaggi andranno a parare... |
Carissima, dopo eoni torno a farmi vivo sulla tua pagina. E lo faccio con questa storia che ha catturato la mia attenzione sia perché si svolge nel periodo della seconda guerra mondiale, sia perché, scorrendo questo primo capitolo, ho letto che si parla di una nonna e dei suoi ricordi, delle memorie di una vita, e quando si parla di nonni mi si rizzano subito le orecchie. Questo primo capitolo pone le basi per quello che seguirà: una misteriosa telefonata che proviene dalla lontana Europa, una lezione mancata perché un lontano passato, mai del tutto risolto, torna a bussare alla porta. Due nomi, Hanna e Cecilie, di cui ancora non sappiamo nulla ma che già si intuisce che prenderanno vita nei capitoli seguenti. Tutto promette bene, e invoglia a continuare la lettura. Lo stile è scorrevole e la lettura risulta piacevole e interessante. Al prossimo capitolo! |
Bello! |
Ezra è un personaggio decisamente ambiguo e, a primo impatto, non nutro una particolare simpatia per lui. Da questo capitolo la povera Hannah la vedo vittima di due carnefici: da una parte la Guerra, spietata e beffarda. Dall'altra Ezra, che vuole salvarla solo per rivendicare su di lei un possesso. Abusa del povero corpo di Hannah con la presunzione che lei provi le sue stesse sensazioni, il suo appagamento, senza rendersi conto che quel corpo, ormai, è privo persino di un'anima, tanto è grande il vuoto che ha dentro. Hannah è una bambola apatica, priva di vita. Hannah è morta, anche se respira. |
Strade che non hai percorso, anni che non hai vissuto, anime a metà tremendamente verosimili, fin dalle prime righe, smettono di esserti estranei. |
2° POSTO E VINCITRICE DEL PREMIO "SLIDING DOORS" |
VALUTAZIONE SHILYSS: 49,30/50 |
Ciao carissima^^ |
Buongiorno. |
Buona sera. |
Ciao carissima^^ |
Ciao carissima^^ |