Recensioni per
Ulmer spatz - Il passero di Ulm
di Ryo13

Questa storia ha ottenuto 29 recensioni.
Positive : 29
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
04/11/19, ore 14:53

Ciao Ryo!
Terribili i ricordi di una vita felice e ormai trascorsa, terribili ancor più quando tornano tutti insieme. E un mezzo ad essi, una rivelazione in grado di destare non poche preoccupazioni per il presente: alla fine quel ragazzino apparentemente così indifeso e "perbene" è riuscito ad avere la meglio sulla furia di un padre violento. C'è riuscito, è proprio il caso di dirlo, goccia a goccia e in sordina. Senza clamori e soprattutto senza farsi scoprire, restituendogli giorno per giorno il veleno ricevuto goccia a goccia.
Di fronte a queste rivelazioni, i propri ricordi filtrati attraverso uno sguardo ossessivo e malato, la povera Hanna trema. Ancora una volta, e chissà se cesserà mai quel tremito che da tempo, ormai, le ha tolto la parola.

Recensore Master
04/11/19, ore 14:42

Carissima, riprendo la lettura di questa storia appassionante e istruttiva, che ha anche il potere di rimandarmi con nostalgia al tempo vissuto dai miei nonni. Qui abbiamo "voci di madri e di padri" e tre diversi spaccati familiari, dei quali solo l'ultimo, però, ci presenta un'atmosfera carica di serenità. Nel primo quadro assistiamo a una scena di violenza domestica, nel secondo abbiamo a che fare con la rabbia attentamente quanto involontariamente coltivata nel tempo da una madre vanesia e superficiale. Senza voler essere superficiale a mia volta e fare della psicologia da bar, mi viene tuttavia da pensare che proprio in questi contesti malati si trovino le radici del disagio dei due personaggi più tormentati, Ezra e German: l'uno angariato fisicamente dal padre, l'altro psicologicamente dalla madre. In entrambi i casi, l'altro genitore subisce o si esteanea. Il risultato è un disagio inespresso che si tradurrà nell'incapacità di entrare in contatto con l'altro, per Ezra, ovvero, nel caso di German, in una rivalità divorante che si appaga solo con la distruzione definitiva del proprio antagonista.
L'unico contesto felice è quello in cui vediamo muoversi Hanna e suo padre. Un padre preoccupato per il futuro della sua famiglia ma che conserva ragioni di speranza ed è in grado di trasmetterle con saggezza. Una persona sapiente e non superficiale, che sa leggere i fatti del mondo con un occhio di fede e, malgrado la propria ansia nascosta, è in grado di trasmettere sicurezza e senso di protezione. Un vero genitore, insomma. E non ho dubbi che Hanna, al momento debito, riuscirà a trarre da qualche cassetto dimenticato della memoria queste sagge lezioni.

Recensore Master
30/10/19, ore 22:49

Bellissimo questo capitolo che ci porta all'interno dell'anima di Hanna, e ci fa conoscere da vicino ciò che questa ragazza resa apatica dal trauma prova nel profondo del suo cuore. "Voci di un popolo" è un titolo quanto mai corretto per questo capitolo, perché ciò che giungiamo a toccare con mano è il dolore di un intero popolo trascinato nell'abisso. Alcuni anni fa ho visitato Auschwitz e le immagini di ciò che ho visto mi sfilano davanti mentre leggo questo capitolo, e ascolto la voce di Hanna smarrirsi nel vento e diventare il grido di centinaia di voci. Se avrai mai occasione di visitare Cracovia, città bellissima e densa di storia anche recente (proprio qui si trova la fabbrica di Schindler, oggi museo), ti raccomando questa visita dolente ma capace di toccare in profondità l'animo umano. La nostra guida polacca non faceva commenti e no esprimeva giudizi. Si limitava a illustrare quello che potevamo vedere con i nostri occhi, e tra le tante cose, due mi sono rimaste vivamente impresse: la desolazione del luogo e il clima assolutamente umido e malsano (dopo neanche mezz'ora avevo un mal di schiena da urlo. Dopo un'ora i reumatismi da vecchietto) e l'atmosfera di assoluto silenzio, ma un silenzio che pareva il risultato di milioni di voci che aleggiavano sullo sfondo. Anziani, giovani, bambini, figli e genitori. E magari anche il dolore di chi abitava là, vedeva e non poteva dire niente (a un paio di chilometrinformazioni dal campo c'è il paesetto di Oswiecim). Tutto questo per dire che i sentimenti espressi dalla tua Hanna sono quanto mai esatti e azzeccati: il ricordo degli anni di pace, delle consuetudini familiari, la preghiera di ogni giorno che poi è la stessa che il pio ebreo recita al momento della morte. Io ho sempre guardato con infinita simpatia al popolo ebraico, questa nazione perseguitata e maltrattata più di ogni altra in tutti i secoli e in tutti i paesi. Possiedono una mistica felice, una musica triste e al contempo gioiosa, una cultura che non manca mai di quella sottile ironia tipica di chi ne ha viste tante ma non smette mai di sperare, perché l'ironia è soprattutto speranza. Hanna che è sul punto di "entrare nell'inifinito" viene salvata in extremis per poi precipitare in un'altra prigione, in altre sofferenze. Perde la parola perché in fondo non ci sono più parole: resta la voce del popolo, come un canto lontano che continua ad accompagnarla nel suo triste pellegrinaggio.

Recensore Master
30/10/19, ore 22:14

Ciao Ryo! Continuo nella lettura di questa storia che mi sta sinceramente spiazzando, e questo lo considero un dato positivo, positivissimo. Lo confesso: mi aspettavo la solita storia di genere romantico e trovo invece come tema portante l'ambiguità. Ambiguo è il personaggio di Ezra, che coltiva per la prigioniera nascosta una sorta di ossessione, e scambia questa ossessione condita dalla sete di possesso per amore. Ambiguo e non poco è il comandante Sievers, a sua volta volta ossessionato da Ezra e probabilmente anche attratto da lui (non mi spiego diversamente il suo tentativo di soggiogarlo in una maniera a dir poco particolare ;). Hanna emerge dalla botola e suscita una pena tremenda per quanto è costretta a subire. Non parla e, a parte il mangiare, neppure si muove come se la sua volontà fosse completamente annichilita. Non c'è che dire, mi aspettavo qualcosa di romantico e magari anche poco consono al contesto e invece trovo una storia cupa, affascinante, che sorprende il lettore e lo incuriosisce. E infatti adesso voglio proprio vedere dove questi tetri personaggi andranno a parare...
Complimenti vivissimi per la prosa sempre limpida e avvincente.

Recensore Master
30/10/19, ore 14:04

Carissima, dopo eoni torno a farmi vivo sulla tua pagina. E lo faccio con questa storia che ha catturato la mia attenzione sia perché si svolge nel periodo della seconda guerra mondiale, sia perché, scorrendo questo primo capitolo, ho letto che si parla di una nonna e dei suoi ricordi, delle memorie di una vita, e quando si parla di nonni mi si rizzano subito le orecchie. Questo primo capitolo pone le basi per quello che seguirà: una misteriosa telefonata che proviene dalla lontana Europa, una lezione mancata perché un lontano passato, mai del tutto risolto, torna a bussare alla porta. Due nomi, Hanna e Cecilie, di cui ancora non sappiamo nulla ma che già si intuisce che prenderanno vita nei capitoli seguenti. Tutto promette bene, e invoglia a continuare la lettura. Lo stile è scorrevole e la lettura risulta piacevole e interessante. Al prossimo capitolo!

Nuovo recensore
23/05/19, ore 22:58

Bello!
Mi hai fatto percepire tutta la.... tristezza di un periodo come quello.
Scrivi davvero bene!!!

Nuovo recensore
17/05/19, ore 14:16

Ezra è un personaggio decisamente ambiguo e, a primo impatto, non nutro una particolare simpatia per lui. Da questo capitolo la povera Hannah la vedo vittima di due carnefici: da una parte la Guerra, spietata e beffarda. Dall'altra Ezra, che vuole salvarla solo per rivendicare su di lei un possesso. Abusa del povero corpo di Hannah con la presunzione che lei provi le sue stesse sensazioni, il suo appagamento, senza rendersi conto che quel corpo, ormai, è privo persino di un'anima, tanto è grande il vuoto che ha dentro. Hannah è una bambola apatica, priva di vita. Hannah è morta, anche se respira.
E poi abbiamo German, l'ufficiale, il cui chiodo fisso è sempre stato Ezra. È interessante notare come i protagonisti maschili abbiano basato la loro vita su una componente comune: l'ossessione. E tale ossessione, con la quale entrambi sono cresciuti, pare avere piena rivalsa solo con il compimento dell'atto fisico: rendere succubi fa sentire loro vincitori.
Un capitolo scritto benissimo, scorrevole, intenso come sempre <3<3
(Recensione modificata il 17/05/2019 - 02:19 pm)

Nuovo recensore
13/05/19, ore 18:59

Strade che non hai percorso, anni che non hai vissuto, anime a metà tremendamente verosimili, fin dalle prime righe, smettono di esserti estranei.
Un racconto corale di solitudini dolorose segnate dalla violenza: vite interrotte in un presente che sembrano non avere futuro.
Ma non è solo questo.
Un racconto capace di parlare alla testa, alla pancia, ma anche al cuore. Nonostante tutto c'è speranza. C'è amore. Non solo quello sbagliato.
Un racconto e un modo di raccontare che ho molto gradito. Autrice molto capace. Complimenti!

Recensore Master
05/05/19, ore 18:03

2° POSTO E VINCITRICE DEL PREMIO "SLIDING DOORS"
RYO13 - IL PASSERO DI ULM/ ULMER SPATZ
CON UN RISULTATO COMPLESSIVO DI 98,50/100 al contest Coincidenze perdute, appuntamenti mancati, scelte difficili: Sliding Doors Contest indetto da missredlights e Shilyss sul forum di EFP.

VALUTAZIONE MISSREDLIGHTS: 49,20/50
Grammatica e stile di scrittura: 9,2/10

Io non mi ricordo se ho mai letto qualcosa di tuo, in caso me ne scuso davvero tanto. Il tuo stile di scrittura mi è piaciuto tantissimo, catturandomi dalla prima all'ultima parola. Era tutto perfetto, dalle pause alle parole, dosandole con cura per esprimere un discorso quanto delicato come la guerra e ciò che ne comporta. Dal punto di vista stilistico hai fatto uno splendido lavoro, come anche per la punteggiatura. Anche la grammatica andava molto bene. Quelli che ti riporto qui di seguito sono quelli che ho trovato, soprattutto di d eufonica.

Cecilie ed Hannah (Cecilie e Hannah);
ad un bunker segreto (a un bunker segreto);
si irrigidì al suo posto (sul posto)
sguardo impassibile ed arrogante (e arrogante);
riuscito ad isolarlo (a isolarlo);
porta sul resto (porta sul retro);
alla discriminazione ed alla violenza (e alla violenza);
col carro ed il suo prezioso carico segreto (e il suo prezioso).

Caratterizzazione dei personaggi: 10/10

In questo punto vorrei spendere parecchie parole. Hai creato dei personaggi con una loro personalità, con dei loro sentimenti, scelte e gesti. Non solo li hai resi umani, ma li hai ambientati in un contesto storico già difficile di per sé, dove non si potrebbe mai capire fino in fondo la portata del dolore se non lo si è vissuto in prima persona. Il dolore si capisce quando si prova in prima persona, eppure tu con maestria hai reso possibile farmi emozionare davanti questi personaggi, condividendo con loro il dolore e ogni genere di sentimento. Per esempio per German ho provato disgusto e odio, specie per gli abusi. Il personaggio è stato fatto talmente a HOC che mi veniva voglia di picchiarlo ogni volta che compariva, provando esultanza una volta morto per mano di Ezra. Di lui vorrei spendere tante parole, partendo da come hai fatto sì che lo vedessimo bambino e facendolo crescere davanti ai nostri occhi (così come German e Hannah), dagli abusi del padre fino all'amore quasi malato per Hannah, descrivendolo con cura. La fine, il fatto che alla fine lui impazzisca dal dolore e si rifugi in un mondo tutto suo dove c'è anche la sua Hannah fa capire la portata di questo amore e di come la guerra abbia distrutto per sempre la sua psiche. La stessa Hannah stessa viene annientata in più occasioni, partendo dall'attacco al negozio, fino alla morte dei suoi familiari, la morte di sua madre dentro il campo di concentramento e gli abusi subiti. Bellissime e da brividi le parti dove lei non ha più voce per parlare o per piangere o di come si racconti che nel campo sia morta una parte di lei. La persecuzione di un popolo che non aveva colpa alcuna. La stessa Faith che compare all'inizio e alla fine del racconto parla di come la speranza sia davvero l'ultima a morire, che si può rimediare agli errori di un passato catastrofico. Degno di nota è il dottore Keller e la nonna Brigit, perché sono sicura che, senza di loro, questa storia non si sarebbe creata e non sarebbe venuta allo scoperto. Personaggi creati con cura e maestria.

Utilizzo del pacchetto: 10/10

Tutto, tutto perfetto. Il pacchetto è stato utilizzato a regola d'arte, mantenendo e sfruttando tutti i punti, creando una storia di uno spessore storico, culturale e pregno di emozioni. Il genere angst è stato distribuito sapientemente in tutta la storia, ma quella che mi ha mandato in visibilio è stata la frase. Farla dire al padre per far capire il comportamento del genere umano alla fine l'ho trovato un azzardo che è riuscito alla perfezione. Ottimo lavoro!

Livello di introspezione: 10/10

Qui non posso che levarmi il cappello e inchinarmi davanti all'introspezione così dettagliata che hai fatto di questi personaggi. Sei entrata talmente in profondità dentro Hannah, Ezra e German che era come vederli davanti a me, come vedere la loro vita scorrermi davanti ai miei occhi. Non c'è stata una sola volta che abbia pensato “si comporterebbe così?”, mai una volta che abbia visto qualcosa fuori posto, da un gesto o una parola. Hai scavato dentro le loro anime, anime e pensieri distrutti dalla guerra e li hai fatti tuoi, descrivendoli degnamente.

Gradimento personale: 5/5

Mi sono praticamente divorata la tua storia in meno di tre ore e devo dire che è stato maledettamente difficile scorgere gli errori, ma Dio se era bella questa storia. Ci hai messo praticamente tutto e la cura con cui hai scritto questo racconto è frutto di accurate ricerche da te svolte (lo dico perché anche io ho scritto un racconto basato sulla IIWW e so cosa vuol dire documentarsi con cura). Mi hai emozionato in modo pazzesco, ritrovandomi a rimpiangere di aver finito la storia. La fine, poi, a mio parere è quel tocco d'arte che te lo fa apprezzare ancora di più.

Titolo e impaginazione: 5/5

Vorrei farti i complimenti sia per il titolo che trovo praticamente perfetto per la storia, sia per l'impaginazione perfetta. Il titolo è così perfetto che non avresti potuto metterne un altro, non solo perché simboleggia la storia in sé ma per tutte le simbologie che da esso derivano. Ultimo ma non ultimo il fatto che simboleggi la città e il ricordo del padre. Un colpo di genio pazzesco.

Per l'impaginazione nulla da aggiungere se non complimenti per font, grandezza e giustificato. Tutto perfetto!

Recensore Master
02/05/19, ore 19:41

VALUTAZIONE SHILYSS:  49,30/50
Grammatica e stile di scrittura: 9,3/10 (grammatica  4,3/5 stile)
Il tuo stile di scrittura è semplicemente bellissimo e piacevole da leggere. Ho divorato la tua storia, letteralmente. L’unico neo è l’uso del segno “-“ anziché – non hanno la stessa funzione. Tutto il resto è qualche trascurabile d eufonica che comunque non ti ho conteggiato e delle ripetizioni, che nulla tolgono a un testo bellissimo. I miei più sentiti complimenti!
o - mi perdoni ancora - m… [trattino breve: ti ho segnato dove lo hai usato e te l’ho penalizzato una volta per tutte ]
ad ogni passo [a ogni passo, “d” eufonica]
problema/problema [ripetizione]
e - sebbene le sue consulenze riguardassero la sezione sperimentale - doveva aver avuto accesso alla lista dei detenuti. [trattino breve]
tutte le tracce dello scompiglio che comporta ricevere una persona in casa. Si stava affrettando a mettere tutto in ordine [tutte/tutto, ripetizione]
Udì presto delle voci concitate chiamare il suo nome con epiteti impronunciabili. Gli uomini - ragazzi, si accorse – [trattino - anziché – per segnalare l’inciso].
Dopo un tempo inquantificabile, Albert, udì un gemito dal piano di sopra: le donne dovevano essersi rese conto di quanto grave fosse il pericolo. [no virgola tra Albert e “udì” perché divide il soggetto dal verbo].
«Hannah», le disse, «Ti ho detto che non permetterò a nessuno di portarti via da me.» [“ti ho detto”]
Quando si fosse trovata fuori - finalmente libera - avrebbe preso il volo? [v. sopra per trattini].
Antenata [sta parlando di una prozia; nel parlato mi stona: non ti decurto punteggio per questo termine, ma trovo che il termine “antenata” non sia adeguato per parlare di un membro della propria famiglia, anche se lontano. Non è scorretto, ma a mio personalissimo parere, pone troppa distanza tra nonna Brigit e Faith, erede della memoria della sua famiglia].
Affascinante/affascinato [ripetizione]
Caratterizzazione dei personaggi: 10/10
Sei riuscita nel raro compito di presentarmi un personaggio che mi fa pena e rabbia insieme. Parlo di Ezra, ovviamente. Si tratta di una personalità disturbata e morbosa che pur agendo per bene (salva Hannah dalla morte) ha delle oscurità. Vittima di abusi da parte del padre, mostra nei confronti della ragazza ebrea una devozione assoluta e totale che, però, tutto è fuorché sana. Di fatto, ne abusa, dato che Hannah è nascosta a casa sua e non è nella possibilità di ribellarsi, anche laddove volesse farlo. Lui è gentile, d’accordo, ma nella sua situazione io o te avremmo potuto dire di no alle sue avances? Il ruolo del Salvatore è piuttosto complicato, perché conferisce fin troppo potere. Lui si illude che lei lo ami e, in un certo senso è spaventosa questa cosa: l’hai giustificata dal punto introspettivo alla perfezione, ma provare empatia con un personaggio del genere è stato difficile. Provo disgusto all’idea del modo morboso con cui ha seguito la ragazza – era già folle, probabilmente – con cui male interpreta il suo terrore e per questo sono contenta che tu abbia sublimato questa non storia d’amore nella morte fisica di Hannah (che è successiva a quella dell’anima) e con il declino totale della mente di Ezra. Non c’era felicità per questi due.
Hannah e il suo vuoto per me hanno senso; non è capace di andare avanti e di superare l’orrore benché abbia fatto di tutto per sopravvivere e ho apprezzato anche il suo essere parte del popolo d’Israele (questa cosa si è sentita molto). Forse avrebbe anche potuto riprendersi, ma lei è il passero che non riesce più a uscire dalla gabbia e io non penso che ciò derivi da una Sindrome di Stoccolma che si va ad aggiungere all’orrore della deportazione, ma per pietà. Hannah capisce che Ezra la sta aiutando perché la ama – di un amore sbagliato e da cui in altre circostanze occorrerebbe provare orrore – ma c’è in lui un’intenzione positiva, ecco. Che in questa circostanza è qualcosa.
German è l’assoluto negativo e questo un po’ mi è dispiaciuto. Ovviamente l’ho detestato fin dalla primissima riga. Ho apprezzato che tu abbia voluto scandagliare la sua infanzia cercando di spiegare la sua attrazione/acrimonia nei confronti di Ezra, però dei tre è forse quello che ti è riuscito “peggio”, ma calcola che sto facendo un paragone mentale ingiusto tra i tuoi personaggi e quelli di Schindler’s List.
Ho apprezzato moltissimo anche il ruolo di Faith e del dottore che portano il lettore contemporaneo all’interno di un racconto familiare straziante, con un finale struggente (Ezra, alla fine, paga e viene consolato per la sua funzione. Ha perso la vera Hannah – che in verità non ha mai avuto davvero – per ottenere un sogno accondiscendente.
Utilizzo del pacchetto: 10/10
L’utilizzo del pacchetto è perfetto perché ogni elemento contribuisce attivamente alla formazione della trama. C’è il cross politico nelle vesti del regime nazista e della crisi di Weimar, c’è il punto di vista della famiglia di Hannah circa le persecuzioni (la storia dell’antisemitismo ha radici molto profonde in Europa, ahinoi, ma non potevi dire tutto tutto rimanendo entro le quindicimila parole) e c’è l’appuntamento mancato che forse, dico forse, avrebbe potuto significare qualcosa. Hannah ha aspettato effettivamente Ezra e forse, vedendola, il dottore può aver pensato che fosse un tributo d’amore anziché bieca necessità (dove andava nel ‘44, in piena guerra, la poveretta senza documenti?), ma sta di fatto che all’appuntamento il dottore è arrivato tardi. L’amore illecito è quello rappresentato dal legame malsano di Ezra nei confronti di Hannah, ma è anche “sbagliato” dal punto di vista di ruoli, visto che lui è un medico del regime tedesco nazista e lei una fuggitiva ebrea.
Livello di introspezione: 10/10
L’introspezione è resa perfettamente. Ezra, Hannah e German vengono analizzati nel dettaglio, il loro rapporto sviscerato in ogni passo. Il punteggio massimo te lo sei stra-guadagnato. Aggiungo inoltre che tali introspezioni non hanno mai il senso di un infinito papiro, ma giungono dove necessario, approfondendo in relazione agli avvenimenti. Non hai dato un’interpretazione politica tranne che per quanto concerne la madre di German, ma in una storia del genere andava assolutamente bene così, perché i personaggi erano così concentrati sulla loro vita privata e sulle esigenze della stessa che aggiungere punti di vista o considerazioni altre sarebbe apparso in questo contesto decisamente ridondante. Quindi, ancora una volta, complimenti.
Gradimento personale: 5/5
Quando apro una storia ambientata in un preciso contesto storico divento particolarmente pignola, specie se si tratta della Seconda Guerra Mondiale. Per fortuna o sfortuna, a seconda delle circostanze, abbiamo delle testimonianze toccanti (Primo Levi su tutti) sulle esperienze dei lager, quindi hai fatto più che bene a discostarti e a proporre una versione altra, non priva comunque di morbosità e ombre. Ho apprezzato moltissimo l’intera storia e ti confesso che poco prima del finale mi sono commossa, nonostante questa non sia una storia d’amore, per nulla, ma solo di dolore. L’occasione mancata è quella che avrebbe potuto rappresentare una salvezza per Hannah, anche se dubito che il legame instaurato con Ezra avrebbe potuto essere qualcosa di consolante per entrambi o sembrare anche solo vagamente paritario. Il gradimento è massimo perché il tuo lavoro è stato splendido, ben gestito, ben scritto e ragionato, ma soprattutto è un lavoro maturo perché questa è una storia difficile da digerire, di quelle che rimangono addosso, ecco.
Titolo e impaginazione: 5/5
Bellissimo il titolo, splendida impaginazione e scelta degli stili grafici, ivi compreso il modo di inserire i titoli (faccio anche io così, quindi adoro!). Ho particolarmente apprezzato anche che tu ti sia sforzata a cercare un titolo che avesse un senso con la parte finale e assolutamente tragica della storia.

Recensore Master
16/04/19, ore 09:00

Ciao carissima^^
e giustamente, tutte le voci che hai menzionato alla fine si armonizzano in un canto. Il canto dei morti ha un tono solenne, arcaico, ci mette di fronte a un mistero che l'uomo non è mai riuscito a risolvere e che per questo motivo è ammantato di una solennità grave.
Ora vediamo le cose attraverso gli occhi di Faith, che metaforicamente assiste a questo canto grave e solenne. Conosciamo un uomo, Kruger, che vive in un suo mondo, popolato di allucinazioni di Hannah, condannato a rivivere in eterno il momento in cui ha mancato l'appuntamento, in cui il passero di Ulm ha preso il volo per sempre, staccandosi da lui e abbandonandolo in favore di una nuova vita.
Una storia scritta benissimo, con un'ottima gestione della coralità, davvero complimenti e in bocca al lupo per il contest!^^

Recensore Master
16/04/19, ore 07:16

Buongiorno.
Mi sono emozionato molto!
Hai fatto un buon lavoro, perché quando un finale ti fa veramente sentire il battito accelerato, be', vuol dire che ha smosso per bene tutte le emozioni ^^
Complimenti per tutto.

Recensore Master
14/04/19, ore 20:18

Buona sera.
Un capitolo durissimo!
Alla fine, Ezra è riuscito a salvarsi e a ritrovarla... ma a che prezzo?
Ora l'importante è andarsene e salvarsi...
Buona serata!

Recensore Master
14/04/19, ore 17:46

Ciao carissima^^
Le voci del cielo sono quelle dei bombardieri, che segnano l'ennesima svolta di questa vicenda?
Hannah in stazione, Ezra che cerca du raggiungerla, Sievers che lo intercetta. Si crea di nuovo il triangolo di un tempo, ma questa volta è la troppa sicurezza di Sievers a decretarne la fine. Per quanto malato e perverso, l'amore per Hannah dà a Ezra la forza di resistere all'interrogatorio e a reagire.
Adesso è arrivato alla stazione, l'ha trovata. Ma come l'avrà trovata? Sarà viva o morta?
Un capitolo molto drammatico, complimenti!^^

Recensore Master
13/04/19, ore 14:49

Ciao carissima^^
il cerchio si stringe, com'era immaginabile. Alla fine Ezra deve optare per una fuga, sperando che Hannah lo segua. Cosa succederà alla famosa stazione? Hannah senbra grata a Ezra, addirittura ha un gesto di tenerezza nei suoi confronti. Chissà se ha interpretato le sue attenzioni come una forma distorta di affetto? Chissà se vuole semplicemente rassicurarlo per potergli sfuggire più facilmente?
Mi è piaciuto anche come hai inserito i ricordi, che fanno da contrapunto agli eventi che si verificano nel presente della storia.
Alla prossima!^^

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