VALUTAZIONE SHILYSS: 41,65
Grammatica e stile di scrittura: 7,65/10 (grammatica 3,65/stile 4)
Il tuo stile è buono e la shot è chiara e scritta bene, ma ti penalizzano diversi errori di battitura come il doppio spazio e talune ripetizioni, nonché l’uso delle virgole e, più in generale, delle pause. Ho corretto anche l’uso di alcune maiuscole. Si tratta, come puoi vedere, di piccolezze che prese singolarmente davvero non tolgono nulla al testo, ma che nella brevità del racconto risultano determinanti, ahimè, rispetto al punteggio.
Monaco, sua Grazia [monaco, Sua Grazia]
Di questo passo non li avrebbe mai raggiunti, egli conosceva i dintorni della città e del territorio, e sapeva per certo che il Capitano e la fanciulla in fuga, non avrebbero mai seguito la strada principale, anche perché in sella a Goliath, sarebbero stati facilmente riconoscibili. [virgola tra soggetto e verbo]
Imperius era consapevole che, a causa della propria incauta confessione al suo superiore, aveva causato tutto questo, [ripetizione causa/causato]
Quella donna era sempre stata un’ossessione per quell’uomo, signore di Aguillon, dal giorno in cui era arrivata in città, a cavallo di un docile morello, con sé aveva nient’altro che se stessa e, sul suo bellissimo volto, spiccava, per contrasto, uno sguardo spento e rassegnato. Iridi azzurre come il cielo di primavera, ma velata da una strana, ma tangibile malinconia. [quella/quella – La frase è poco fluida perché, a mio parere, dopo “morello” andava il punto fermo. Errore anche nella concordanza Iridi azzurre/velata]
mentre nei suoi occhi di ghiaccio, già ribolliva una silenziosa tempesta. “Bene, allora è arrivato il momento per medi mettermi in viaggio” [me di]
che voleva partire immediatamente per Gabroche, un piccolo e insignificante borgo che si trovava a un qualche ora di strada, a cavallo, da Aguillon. [non virgola cavallo e Aguillon]
di combattere [doppio spazio]
della propria [“ “]
Persino Roma stessa, ed il Papa in persona, temevano il potere di sua Grazia. A nulla era servito cacciarlo, bandirlo. confinarlo ad Aguillon, egli aveva ordito in segreto la propria vendetta e alimentato, per anni, il proprio rancore. [bandirlo., il punto dopo “Aguillon” avrebbe reso più scorrevole il tutto.]
Quando giunse sul posto, constatò con orrore che ormai era troppo tardi. [doppio spazio]
Impossibile lenire con quella stoffa di lana consunta la morsa [doppio spazio] di gelido terrore che le attanagliava il cuore della giovane contessa D’Anjou, di fronte a quel terribile castigo che si era abbattuto su di loro. [il “le” è di troppo]
restare divisi [doppio spazio]
“E la donna, Sua Grazia?...” [“Sua Grazia…?”]
così algida è fredda. [e]
ho rivelato, a quel folle, [doppio spazio]
Caratterizzazione dei personaggi: 9/10
Ti assegno quasi il massimo del punteggio perché il missing moments che hai creato e ripresentato è davvero ciò che mi aspettavo di leggere su Imperius. Un monaco che vive col senso di colpa per un errore commesso con leggerezza che ha causato non il proprio male, ma quello di terzi che si erano fidati di lui. Ho visto Ladyhawke infinite volte, ma leggendo questo tuo breve excursus ho ritrovato il senso di colpa fortissimo di un uomo che deve convivere con una colpa grandissima. La scena del flashback e il modo in cui hai ricollegato il ricordo è frutto di un lavoro certosino che mi è piaciuto davvero tanto.
Il vescovo di Aguillon, che è l’altro personaggio della storia, emerge con grande potenza dalle tue righe. Le sue descrizioni sono brevi e pungenti e lo hai ricreato con grandissima fedeltà, replicando anche la sua naturale compostezza, l’algidità e il signorile sprezzo che trasudano anche dalla sua immagine.
Navarre e Philippe non hanno trovato molto spazio nella storia, mentre, merito anche della fascinazione che esercita su chiunque, ha spazio Isabeau. Per qualche attimo ruba la scena a Imperius ed è interessante notare come lui la veda fredda e ragazzina (mi riferisco al momento in cui la ragazza arriva per la prima volta ad Aguillon. La rendi per come verrebbe percepita dal monaco e, in questo, sei stata davvero molto brava.
Utilizzo del pacchetto: 10/10
Confessare a qualcuno di aver commesso un peccato imperdonabile nei confronti di Dio (la confessione è un sacramento) per un eccesso di ubriachezza e di essere venuto meno alla fiducia e all’amicizia che due innamorati infelici gli avevano confidato. Il rimorso di Imperius è enorme. Il tentativo mancato di avvertire i due sventurati amanti e di impedire la maledizione il momento topico della stessa sono presenti, così come la frase, che ho trovato inserita in maniera coerente. Il senso di colpa viene espresso e fa da filo conduttore perenne a tutta la storia, ma il momento in cui l’ho avvertito più nettamente è quando Imperius rivela a un ragazzo praticamente estraneo, Philippe, la vicenda che lui ha provocato direttamente, consapevolmente. Nella storia c’è tutto, ma il passaggio del tradimento sembra oscurare la coincidenza mancata, appunto: il fatto, cioè, che Imperius abbia tentato invano di impedire il compiersi della maledizione. È invece ben espressa l’occasione mancata del segreto che avrebbe dovuto custodire e che rende possibile la nascita stessa del film.
Ti sei molto soffermata sul momento del tradimento che è anch’esso un elemento del pacchetto, ovvero la confessione, ma non è emersa chiaramente la coincidenza che, pure, è presente nell’opera originaria ed è essa stessa una coincidenza mancata (il breve istante in cui Isabeau e Navarre sono sul punto quasi di sfiorarsi). A ogni modo, non ho mai letto niente di così accurato su Imperius che, come dici giustamente nelle note, è un personaggio veramente bistrattato, anche se, come sappiamo, nel finale ha un grande riscatto.
La frase è inserita in maniera appropriata, all’interno di una riflessione sul vescovo. Mi è piaciuto come escamotage. Sull’angst, neanche mi dovrei pronunciare. Ogni personaggio – persino il vescovo – soffre.
Livello di introspezione: 8/10
La scelta di spiegare come funzionava la maledizione e di spostarti anche su Isabeau ha trascurato un elemento che per me è molto importante di Imperius, anche se è sempre difficile valutare il peso che un evento dovrebbe avere all’interno di una storia. Imperius è ancora un ubriacone quando incontra Philippe. L’analisi del perché Imperius beve, di cosa lo spinga a cedere a un simile eccesso è forse l’unica pecca a un’analisi che è totalmente IC. L’uso delle frasi che effettivamente vengono pronunciate nel film è stata una cosa molto apprezzata. Avresti anche potuto non sottolinearle, ma lo hai fatto con un gradevole corsivo che non mi ha affatto disturbata.
Centrale, nella riflessione di Imperius, è il fatto di aver tradito in un momento di ebbrezza sapendo quanto il Vescovo desiderasse possedere Isabeau. E questo aspetto è uno degli elementi che hai indagato veramente a fondo. Il punteggio non è pieno perché l’elemento descrittivo a mio parere ha prevalso in alcuni punti sul senso di colpa del monaco.
Gradimento personale: 4/5
La shot mi è piaciuta davvero molto. Di occasioni perdute Imperius ne ha avute diverse: non è stato capace di mantenere il segreto che si era imposto e invano ha tentato di salvare Isabeau e Navarre. I due amanti sono colti in un momento precedente all’azione e traspare la loro giovinezza che contrasta con la rassegnazione con cui li troviamo quando, insieme a Philippe, facciamo la loro conoscenza. Cura di più i testi con una revisione intensa! Per il resto, il lavoro è molto piacevole.
Titolo e impaginazione: 3/5
Il carattere Georgia personalmente mi piace molto perché è elegante e si legge molto bene, ma avrei scelto un font più piccolo e usato una differente interlinea per rendere più spazioso il testo. La lettura è comunque estremamente piacevole. Il titolo mi ha fatta pensare a lungo: non riuscivo a decidermi se nella sua estrema semplicità fosse troppo monolitico e non dicesse abbastanza oppure, al contrario, racchiudesse tutto. Ho deciso di optare per la seconda opzione, anche se di base prediligo titoli più evocativi. |