Recensioni per
Le spire del serpente
di futacookies

Questa storia ha ottenuto 4 recensioni.
Positive : 4
Neutre o critiche: 0


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Recensore Master
17/09/19, ore 10:14

Ciao :-)
Finalmente riesco a passare! Ho partecipato allo stesso contest e ci tenevo a leggere le altre storie :-)
La storia mi è piaciuta molto sia per come ha descritto i personaggi sia per lo stile (anche l'aspetto grafico e la struttura della flash), ma soprattutto per il parallelismo creato tra Draco e un vero serpente che circuisce e colpisce la propria preda, anche se, parlando di una storia d'amore, naturalmente la situazione di Pansy suscita grande tristezza (per quanto come personaggio non mi sia mai stato particolarmente simpatico).
E credo tu abbia colto e rappresentato perfettamente il prompt.
Complimenti!
Alla prossima,
Carme93

Recensore Master
30/04/19, ore 11:57

Ciao Fede!!

Eccomi finalmente a recensire la tua storia :)

Non sono una grandissima fan di questa coppia, ma di fatto non lo sono proprio per le ragioni che tu sei riuscita bene a evidenziare: il loro rapporto è impari, è soprattutto non ho mai ritenuto Draco davvero preso da Pansy, immaginandolo più che altro inizialmente lusingato dalle sue attenzioni, e successivamente quasi annoiato/infastidito da queste.

Per queste ragioni ho trovato Draco piuttosto convincente nelle sue tre 'fasi' di questo rapporto, con forse qualche dubbio sulla fase del 'giocare' con i sentimenti di Pansy.
Questa perplessità è legata in realtà a qualche perplessità su Pansy stessa: come scrivi nelle note, non ho mai letto di una Pansy ingenua o inconsapevole, e personalmente l'ho sempre immaginata un po' arrivista/opportunista in questo rapporto. Cioè, non escludo che sotto sotto Draco potesse piacerle davvero e che ci rimanesse male se lui si comportava in modo disinteressato o distaccato, ma l'ho sempre immaginata ricercare attivamente una connessione con lui per guadagnare 'prestigio', ecco. E parallelamente ho immaginato un Draco disposto a stare al gioco perché, alla fin fine, non gli dispiacevano le attenzioni/adulazioni di Pansy (almeno fino a quando non ha avuto cose più serie a cui pensare, tipo uccidere Silente ^^').

Insomma, in qualche modo ho sempre immaginato la loro storia un po' al contrario, ho sempre immaginato che fosse Pansy ad avvolgere le sue spire attorno a Draco, tenendoselo stretto il più possibile.

Ammetto anche di aver trovato un po' illogica la scelta fissa di 'studiare sabato e riposarsi domenica' quando a Hogwarts è sempre il sabato il giorno delle attività (Quidditch, Hogsmeade): forse avrei apprezzato di più che sottolineassi l'esigenza di Pansy di studiare senza specificare che invece la domenica non l'avrebbe fatto ^^'

Tolte queste perplessità – però mi ha fatto piacere leggere la tua consapevolezza di una Pansy diversa dal solito delle note! – devo dire che la storia è davvero ben scritta, e la cosa non mi sorprende (anche se era tantissimo che non leggevo qualcosa di tuo, e infatti avevo pensato che la storia di Mary fosse la tua!)

Lo stile è curato ed evocativo senza risultare pesante né pomposo, l'idea di isolare i dialoghi isolandoli a destra è stata a mio avviso vincente, e ho adorato il dettaglio delle fasi della caccia del serpente (anche da un punto di vista grafico, avendo inserito le frasi tra parentesi e senza maiuscole come la prassi vorrebbe).
Il prompt si respira davvero nel corso della storia, sei riuscita a permearvi il racconto in modo naturale, e il tutto senza nemmeno il bisogno di riprenderlo esplicitamente nel testo!
Infine, il titolo mi è piaciuto moltissimo, sia in sé (è certamente accattivante e mi ha incuriosita subito!) che in riferimento alla storia, dove viene ripreso nei contenuti, nei toni e anche letteralmente con la metafora della caccia del serpente. Non l'ho considerato per le nomination solo perché, come ti dicevo sopra, ho sempre immaginato che in questo rapporto le 'spire' fossero più che altro di Pansy (poi che sia riuscita ad avvolgerle davvero è un altro paio di maniche!)

Alla prossima!!
Isidar/cloe ^^

Recensore Master
26/04/19, ore 18:59

Valutazione del contest “Citazioni in cerca d’autore (Oscar edition)!”

Grammatica: 9.5/10
Perfetta, salvo una svista:
“eppure, quando era nelle sue vicinanze – a portata di un respiro, come in quel momento – poteva giurare” -0.50; va inserita una virgola prima di “poteva giurare”, perché è una frase legata a “eppure” (“eppure poteva giurare eccetera”), mentre “quando era […] momento –” rappresenta un inciso aperto ma non chiuso (all’interno del quale, tra l’altro, è inserito un secondo inciso tra lineette; forse è stato questo a farti sfuggire la seconda virgola).

Stile e lessico: 9/10
Iniziando dallo stile, hai scritto un testo intricato, complesso, ricco di sfumature e sottintesi; un testo che si nutre e si alimenta di un sotto-testo che abbraccia il non-detto e arricchisce la trama. È una struttura stilistica molto sofisticata e di complicata gestione, ma tu sei stata decisamente all’altezza (ma la cosa non mi stupisce!). Visivamente, il tratto che colpisce di più è l’insolito allineamento a destra dell’intera storia, a eccezione delle tre parentesi intrise di significato. L’ho trovata una scelta coraggiosa, ma estremamente giusta per la tua storia: coraggiosa perché hai scelto un allineamento inusuale, con cui il lettore non ha dimestichezza; giusta perché tramite questo escamotage hai comunicato efficacemente che il vero cuore del racconto è tutto nel non-detto, in quelle tre parentesi a contenuto metaforico che sintetizzano l’intero rapporto tra i due protagonisti – e con esso tutto il contenuto della tua storia. Infatti, il serpente che circuisce, avvelena e soffoca la sua preda è, in ultima analisi, la trama e il significato del racconto. È uno stile, poi, che procede per eccessi, così come “in eccesso” è l’amore di Pansy per Draco, la sua dipendenza da lui. Quando parlo di eccessi mi riferisco all’uso di una sintassi complessa – con quei periodi lunghi e articolati – e del corsivo in abbondanza. Il corsivo, in particolare, ricorre in tutti gli incisi introdotti dalla lineetta e in tutti i dialoghi, eppure riesce ad apparire bene inserito e calibrato, non si ha la sensazione di un “troppo”, perché ogni punto messo in evidenza ha ragione di esserlo.
La simmetria dei paragrafi è un elemento che ho apprezzato, perché fissa dei punti di riferimento in una struttura stilistica molto intricata. La scansione temporale è affidata alle parentesi allineate a sinistra. I dialoghi e gli incisi chiarificatori sono marcati dal corsivo. Persino la lineetta, inserita quasi sempre a fine capoverso, crea coesione interna tra i vari periodi, perché finiscono tutti alla stessa maniera (salvo il primo, che però fa da cornice introduttiva). Quanto alla punteggiatura, come sempre nei tuoi testi è utilizzata con valenza di ritmo e scansione dei momenti. Hai spaziato tra vari segni di interpunzione reggendo periodi complessi senza cadere in errori grammaticali e imprimendo al testo il ritmo prescelto. Nel caso specifico, la storia procede lenta, a spezzoni – un ritmo che riesce a dilatare un testo di appena cinquecento parole dando l’impressione di contarne molte di più.
Il motivo per cui il punteggio non è superiore a 9/10 è legato a tre situazioni che ho trovato meno efficaci rispetto alle altre del testo, te li riporto:

• “Era il suo tormento: ovunque si girasse c’era lui, chiedendole gli appunti di Trasfigurazione, discutendo con Daphne a pochi metri da lei, camminando casualmente nella sua direzione; facendole bollire il sangue con una sola parola e infestando di notte i suoi sogni come il più molesto dei ghoul”: in questo caso, il punto e virgola dopo “direzione” rallenta un ritmo già lento di suo (perché è un elenco ricco e retto da verbi al gerundio) e si configura come un’interruzione dell’elenco che stranisce. Forse hai optato per una pausa più lunga della virgola per “dare respiro” al periodo o alleggerirne la complessità, ma in questo caso è proprio la virgola il segno di interpunzione migliore (e la tua sintassi può sostenerla).

• “quella stretta innocente soppiantava la sua presenza finalmente consapevole dei propri sentimenti.” e “un’esistenza glorificata dalla sua ignoranza”: in entrambi i casi, non è chiarissimo il referente del possessivo messo in grassetto, il che crea un problema di comprensione del significato dei periodi. Nel primo caso, la presenza di “propri” riferito ai sentimenti di Pansy (essendo suo il punto di vista interno della narrazione, la flessione “propri” è sua) lascerebbe intuire che “sua presenza” sia riferito a Draco (quindi: la presenza di Draco); ma il significato dell’intero periodo non sembra andare in questa direzione, sembra anzi suggerire che la “presenza” sia quella di Pansy (perché la “stretta innocente” è quella di Draco e Astoria). Nel secondo caso, credo che “sua ignoranza” sia riferito all’amore che Pansy sa ormai di provare nei confronti di Draco, ma l’espressione è troppo criptica, e soprattutto “sua” dà l’idea che il referente sia un terzo e non la protagonista. Ho l’impressione che in entrambi i casi a essere penalizzante sia stato il limite di parole, che ti ha costretta a essere meno esplicativa come lo sei stata negli incisi precedenti – ma la mia potrebbe essere un’impressione errata, sarai tu a dirmelo!

«Avrei voluto continuare a non capire.» // «Anch’io.»: questo dialogo, senza le note d’autore, è un po’ muto, nel senso che non è così chiaro chi dica cosa tra Pansy e Draco. Entrambi, a fine storia e per motivi diversi, sono a pezzi, quindi entrambi avrebbero avuto interesse a “continuare a non capire”, difatti la risposta a un’affermazione tanto amara è “anch’io”. Complice della poca chiarezza di questo dialogo conclusivo è anche la questione legata all’inciso che la precede: chiarito “sua ignoranza”, diventa anche più semplice decifrare il dialogo. Il tuo è un testo, come già detto, strutturato in maniera molto complessa, quindi è ancora più importante che le espressioni che lo compongono non si prestino a fraintendimenti.

Arrivando al lessico, hai fatto uso di un registro medio-alto, non ricercato ma espressivo, sempre volto a inscenare metafore – come quelle delle parentesi e del titolo, che sono bellissime –, a descrivere immagini, a tracciare gli stati d’animo e le sensazioni dei personaggi (ad esempio, quando scrivi che “Pansy sentiva il tambureggiare impetuoso del suo cuore”, la scelta di termini come “tambureggiare” e “impetuoso” – oltre a dare vita a un’iperbole – è espressiva, perché è possibile sentirlo, e percepirne anche l’affanno, questo cuore che batte all’impazzata, più forte di una percussione). Anche le ripetizioni sono inserite a dovere, una su tutte è quella di “immobile”, che imprime nella mente del lettore l’immagine di questa protagonista cristallizzata in un tempo e in uno spazio che ha radici nel suo cuore.

Concludendo, ho trovato lessico e stile di questa storia veramente degni di nota, in particolare reputo la struttura stilistica un vero e proprio esperimento, un azzardo che hai saputo giostrare, creando una trama fatta di testo e sotto-testo, dove questa terza persona narrante che colloca tutto in un passato già vissuto racconta senza raccontarlo davvero il dramma di un amore senza futuro – di un serpente che non può amare la sua preda, e allora la stritola senza neanche averlo voluto. Per i detti pregi e per la difficoltà di gestione di questo stile, ho reputato giusto assegnare 9/10 in questo parametro, purtroppo le situazioni messe in evidenza mi hanno impedito di assegnare un punteggio maggiore. Però, bravissima!

Titolo: 5/5
Le spire del serpente è un titolo affascinante, perché si rifà a un archetipo ben radicato nella nostra cultura e molto sfruttato in ambito letterario: il serpente che tenta, che induce a peccare, che non lascia scampo e abbandona la preda quando ormai è consapevole della realtà che vive. Un serpente che si identifica perfettamente nel Draco della tua storia, che incarna un predatore a tratti persino inconsapevole – come se stritolasse non per volontà, ma perché è la sua natura –, che avvelena lentamente e senza che la preda se ne avveda, abbandonandola proprio quando lei avrebbe più bisogno di lui, perché ha capito cosa prova. Tuttavia, il titolo non si ferma alla parola “serpente”, che è anzi un complemento e non il soggetto grammaticale dell’unità nominale, il nucleo è infatti “le spire”, quindi gli avvolgimenti che il serpente crea con il suo corpo e con i quali immobilizza la preda – proprio quelle spire che metaforicamente strizzano Pansy. Trovo quindi che sia un titolo più che coerente alla tua storia, a suo modo enigmatico (perché manca la parte verbale, quindi il lettore, finché non legge il testo, non sa cosa facciano queste spire di serpente), in grado di attrarre l’attenzione dei lettori, anticipare l’atmosfera del racconto e identificare la tua storia tra le altre. 5/5 più che meritato!

Utilizzo del prompt: 10/10
Hai scelto il prompt “Un sentimento è una strana creatura: ti stravolge, ti assilla e solo infine si rende conoscibile” e sei stata in grado di metterlo in scena senza citarlo letteralmente. Le tre fasi cronologiche in cui si articola la tua storia corrispondono rispettivamente al sentimento che stravolge, assilla e alla fine si rende conoscibile. A lettura ultimata, si ha proprio la sensazione di avere letto di una “strana creatura”, qualcosa di enigmatico, sfuggevole, mai compreso sino in fondo, qualcosa che schiavizza l’esistenza della tua protagonista, intrappolata nelle spire di un amore che capisce di provare quando è troppo tardi. E la vediamo spossata, la tua Pansy, poi assillata, infine denudata e sofferente. Sei stata molto brava in questo parametro e non ho proprio nessun appunto da farti. Ho letto e riletto la tua storia per scrivere la valutazione, ma la prima impressione non è mai cambiata: il racconto è tutto ispirato al prompt, sulla base del quale l’hai strutturato e snodato. 10/10!

Caratterizzazione e IC dei personaggi: 8/10
Inizio dall’unica, nonché piccola, nota dolente di questo parametro: Draco. Ciò che sfugge di quello che è a tutti gli effetti il quasi coprotagonista è cosa realmente abbia provato e provasse, alla fine del racconto, per Pansy. Ho letto le tue note d’autore, ma nel valutare le storie mi attengo soprattutto a quanto viene espresso nello spazio del racconto; e nello spazio del racconto i sentimenti di Draco – complice anche il punto di vista di Pansy – restano un po’ sullo sfondo. Nelle prime due fasi c’è un interesse nei confronti della ragazza, ma non è così chiaro se questo interesse sia un sentimento o un’attrazione superficiale. Nell’ultima fase, invece, abbiamo un Draco provato dalla guerra che preferisce un’estranea come Astoria a Pansy, e anche qui sfugge se Draco sia innamorato di Pansy (ma scelga comunque Astoria) o se la rifiuti perché, al di là di tutto, per lei non prova nulla. La sensazione che ho avuto leggendo la flashfic è che lui abbia sempre nutrito un sentimento per Pansy, un sentimento contrastante fatto di alti e bassi, che si è poi spento quando la guerra ha spezzato Draco. Al di là di questo appunto, comunque, ho trovato il tuo Draco molto IC e quindi coerente alla controparte cartacea. Paradossalmente, questa difficoltà di inquadrare i suoi reali sentimenti ha anche un lato positivo, perché rispecchia l’indole riservata e in apparenza insensibile del personaggio, che non si lascia mai andare all’emotività se non in momenti di grande tensione. Abbiamo poi, nella fase adolescenziale, il Draco superbo, in cerca di attenzioni, compiaciuto nel constatare quanto Pansy penda dalle sue labbra. Infine, nella fase post guerra, lo vediamo a pezzi, incapace di fare i conti con il passato, esattamente come la Rowling lo descrive in quell’ultima scena a fine battaglia, stretto tra i suoi genitori con aria spaurita e persa. La caratterizzazione di Draco, quindi, è veramente ottima, resta solo un po’ enigmatica circa la natura dei sentimenti provati per Pansy.
Facendo un piccolissimo accenno a una altrettanto appena accennata Astoria, ho trovato giusto il suo inserimento, il fatto che Draco sia attratto da lei soprattutto perché estranea a tutte quelle vicissitudini che hanno caratterizzato la sua vita dall’ascesa di Voldemort in poi (tra l’altro, anche io ho sempre immaginato che sia stato questo il motivo per cui si è avvicinato a lei). Vista attraverso questa lente, Astoria appare “innocente” e drammaticamente giusta – considerando il punto di vista di Pansy – per risvegliare Draco dall’apatia.
Passando a Pansy, la tua protagonista, ne hai di certo dato un’interpretazione inedita: il sabato dedito allo studio, il sottile fastidio nel capire quanto sia succube di Draco, l’inconsapevolezza di essere innamorata di lui e non banalmente attratta. La tua è una Pansy che, coerentemente a quel poco che sappiamo dalla saga, pecca di superficialità nel rapportarsi col mondo e persino con se stessa, perché è palese che non si soffermi davvero sui propri sentimenti né su quelli di Draco, al punto tale che comprende di esserne innamorata a distanza di anni, quando ormai è troppo tardi – e la gelosia è tutto ciò che le resta. Così come la sua controparte cartacea, questa Pansy che non riconosce l’amore è però succube delle spire di Draco, è sempre disponibile per lui, pronta ad assecondarlo, a seguirlo, a cedere ai suoi baci quando lui lo desidera. Inoltre, ne hai approfondito molto bene l’introspezione, perché il lettore è in grado di seguire e capire tutti i suoi tumulti interiori, dai dubbi alle certezze, soffrendo con lei quando, in conclusione, non le resta che un’amara consapevolezza e la solitudine. È una caratterizzazione profonda, in grado di fare entrare il lettore in empatia con la protagonista.
Valutando quindi i pro e contro descritti, ho optato per 8/10 in questo parametro. Le caratterizzazioni sono ottime, peccato per quel piccolo dettaglio!

Totale: 41.5/45

Recensore Master
08/04/19, ore 18:58

Ciao Liberty! È la prima volta che leggo qualcosa di tuo, quindi piacere, intanto. La Draco/Pansy è una coppia che non mi stuzzica, ma nonostante questo sei riuscita a coinvolgermi nella lettura. La tua flash mi è piaciuta tanto! In genere l'impaginazione allineata a destra non mi disturba se segnala un cambio di punto di vista oppure la presenza di un flashback. La tua storia, in primis, sembra un flashback continuo. Il flusso di pensieri raccontato è spostato perché è "altro", "lontano", "perduto" (almeno questo è quello che ho percepito io); in più perché a prendersi il palcoscenico è il serpente. Bell'espediente, l'uso delle parentesi con l'assenza della punteggiatura: rende le frasi senza tempo, le azioni del serpente senza freni, inevitabili. A tal proposito ho solo una piccola perplessità. I serpenti velenosi non stritolano le prede tra le spire, se sono velenosi aspettano che la preda muoia per effetto del veleno e poi la ingoiano; se non sono velenosi, al contrario, prima la mordono e poi la stritolano tra le proprie spire. Ad ogni modo ho pensato che il serpente descritto possa avere un comportamento atipico perché è magico, in fondo non è di un vero serpente che parliamo, ma di Draco, e a contare è l'effetto climax che si crea nel finale. Secondo me hai sfruttato bene il prompt, l'ho sentito molto presente. I pensieri di Pansy sono descritti in modo realistico, si riescono a percepire la confusione, il turbamento e il senso di smarrimento che prova di fronte a Draco. La mia frase preferita è "la guerra aveva ingoiato il ragazzo che amava e vomitato un uomo che non la voleva.", si serve di un lessico privo di eleganza, ma è giusto così: la realtà della guerra non è eleganza, è orrore e dolore, e si comunica nel modo più sincero attraverso immagini prive di fronzoli. In più riallacciandomi al discorso di prima sul serpente devo dire che "ingoiato" mi fa pensare alla duplice presenza di un serpente: la guerra è il serpente velenoso che ha infettato Draco e l'ha ingoiato, uccidendolo metaforicamente e vomitandone fuori uno nuovo, un Draco che non vuole Pansy. Ho trovato la flash immensamente triste e il finale molto incisivo. Complimenti!
P.s complimenti anche per il titolo, è uno dei miei preferiti!
(Recensione modificata il 08/04/2019 - 06:59 pm)